[O.T.] Quando ti uccide lo Stato

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hoover
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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato

#1861 Messaggio da hoover »

marziano ha scritto:minchia militari palestrati nullafacenti pagati dalla collettività per prendersela con i più deboli.
non ce la posso fare.
forse era meglio se facevo come misha pure io.
ci vorrebbero meno magistrati di sinistra e più poliziotti di sinistra.
altro che.

Peggio delle forze dell'ordine, che comunque qualcosa fanno, ci sono i soldati...a parte le missioni, dove comunque prendono se non sbaglio 4-5000 euro al mese (ma sicuramente lo fanno per la Patria :P ) quando sono in caserma non fanno un bel niente.
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apache
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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato

#1862 Messaggio da apache »

farei il carabiniere di mestiere
non so come fanno ad essere cosi freddi su certi delitti ( io non lo arresterei
le donnre amarle tutte, ma non sposarne nessuna

misha71
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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato

#1863 Messaggio da misha71 »

per farsi quel fisico tocca farsi un mazzo tanto.
poi magari qualche striscia di troppo e l'aggressività è un cincinino difficile da gestire, ma sai quando uno è maschio...

comunque troppo divertente l'idea che "un grande spacciatore" sia uno che spaccia davanti alle scuole (na cosa che manco negli anni 80...).
è la riprova che sta gente so' popo minus habentes
misha71

"La pretesa della felicità : ecco la grande illusione! Essa complica tutta la vita! Rende la gente così velenosa, canaglia, insopportabile. Non c'è felicità  nell'esistenza, non ci sono che dolori più o meno tardivi, segreti, differiti, dissimulati" Cèline

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Drogato_ di_porno
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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato

#1864 Messaggio da Drogato_ di_porno »

misha71 ha scritto:per farsi quel fisico tocca farsi un mazzo tanto.
poi magari qualche striscia di troppo e l'aggressività è un cincinino difficile da gestire, ma sai quando uno è maschio...
nella foto ha anche un'erezione, a suffragio della sua mascolinità
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Drogato_ di_porno
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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato

#1865 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Aldrovandi, "maxi-sconto" sul risarcimento degli agenti condannati
La Corte dei conti ha stabilito che dovranno pagare dai 16 ai 67mila euro a testa, e non 467mila come chiesto all'inizio

http://bologna.repubblica.it/cronaca/20 ... 130739827/
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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato

#1866 Messaggio da TOTALARRAPAO »

chi lo ha ucciso a cucchi paghi e paghi salato; cio detto non sarà stato un grande spacciatore, ma spacciare davanti a una scuola, è una cosa schifosa e vile, se becco qualcuno che lo fa, qualche calcio in culo se lo piglia pure da me

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Tasman
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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato

#1867 Messaggio da Tasman »

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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato

#1868 Messaggio da Drogato_ di_porno »

quella cosa merdosa chiamata "Stato", se non riesce ad ammazzarti, cerca di comprarti.
Violenze G8 a Bolzaneto,no ai 45 mila euro di risarcimento: "Proposta indecente"
Una lettera del ministero degli Esteri alla Corte europea per una "conciliazione amichevole" per chiudere i ricorsi sulle violenze commesse all'interno della caserma di polizia nei 2001: le reazioni


http://genova.repubblica.it/cronaca/201 ... 130902972/
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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato

#1869 Messaggio da manigliasferica »

Drogato_ di_porno ha scritto:quella cosa merdosa chiamata "Stato", se non riesce ad ammazzarti, cerca di comprarti.
Violenze G8 a Bolzaneto,no ai 45 mila euro di risarcimento: "Proposta indecente"
Una lettera del ministero degli Esteri alla Corte europea per una "conciliazione amichevole" per chiudere i ricorsi sulle violenze commesse all'interno della caserma di polizia nei 2001: le reazioni


http://genova.repubblica.it/cronaca/201 ... 130902972/
senza fare il solito discorso dx e sx...però se faceva un'offerta del genere il governo Bambusconi già mi immagino la sinistra, il PD, repubblica unità etc a fare una cagnara della madonna:
"i fascisti umiliano ancora le vittime del g8 di Genova con un'elemosina vergognosa!"

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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato

#1870 Messaggio da manigliasferica »

«Ho riconosciuto Giulio solo dalla punta del naso. Il governo agisca»

http://www.corriere.it/esteri/16_marzo_ ... ad60.shtml

I familiari del ricercatore ucciso al Cairo: «Non era una spia. Giulio riconosciuto dalla punta del naso». Il senatore Manconi: «Serve risposta forte dell’Italia, va ritirato ambasciatore in Egitto»

Tanta solidarietà e ammirazione per i genitori di Giulio Regeni. Non si piegano come vorrebbe lo stato al silenzio, ma vogliono giustizia.

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Drogato_ di_porno
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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato

#1871 Messaggio da Drogato_ di_porno »

dai maniglia non fare l'ingenuo solo per dare addosso a renzi.

renzi ha tante colpe ma in questo caso anche volendo non potrebbe fare un cazzo di niente: Regeni è finito dentro un gioco immensamente più grande di lui.

c'è un conflitto interno agli apparati di sicurezza egiziani e una (finta?) rivalità fra polizia e magistratura egiziana

l'Italia non ha nessun margine di manovra dentro un paese straniero. Ritirare l'ambasciatore non servirebbe ad ottenere giustizia. rompere i rapporti diplomatici con l'Egitto e rinunciare ai 5 mld di euro annui di scambi commerciali oltre a danneggiare la nostra economia (cosa che farebbe comodo agli avversari di renzi) influirebbe sulla verità giudiziaria quanto una dichiarazione di verginità di marika fruscio
A parole il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi ha promesso all'Italia «piena luce» sull'uccisione del giovane ricercatore italiano Giulio Regeni.
Mercoledì 30 marzo, all'indomani della drammatica conferenza stampa della famiglia Regeni a Roma, al Sisi si è spinto fino ad annunciare la creazione di un pool dedicato, «una squadra d'inchiesta» per coordinare le procure coinvolte, fino a ottenere la verità sull'omicidio.
E tuttavia nel rimpasto di governo il generale che si è fatto legittimare il golpe dal voto popolare non ha rimosso il principale indiziato dei depistaggi sul caso: il ministro degli Interni e potente ex capo dell'intelligence Magdy Abdel Ghaffar.
Dai comandi di polizia locali e centrali che gli dipendono si susseguono le manipolazioni per far passare la morte di Regeni, torturato per giorni dopo la scomparsa il 25 gennaio in Egitto, come un «incidente stradale», «un delitto a sfondo omosessuale», «una vendetta per fatti di droga», una «rapina di criminali» finita male.
L'improbabile ricostruzione dei veri documenti del ricercatore 28enne, fatti riapparire accanto a una falsa borsa con dell'hashish, è parsa anche all'occhio meno esperto una grossolana montatura.
Ma tali - come la prassi delle sistematiche torture - sono i metodi impiegati da decenni dall'apparato di sicurezza egiziano di Ghaffar per intimidire, far parlare, eliminare personaggi scomodi.
Ghaffar, inamovibile e trasformista capo della repressione
Dal 1977 e fino alla nomina nel 2015 a ministro da parte di al Sisi, Ghaffar ha ricoperto incarichi di punta nello State security service, la principale agenzia d'intelligence interna, diventandone negli Anni 90 capo dell'antiterrorismo e direttore trasformista durante la Primavera araba.
Da tecnico, il poliziotto addestrato nelle Central Security Forces aveva poi già lavorato per il ministero dell'Interno, dal 2008 al 2011, durante il crepuscolo della lunga era della presidenza di Hosni Mubarak.
Ghaffar viene dallo stesso mondo di al Sisi. Appartiene a una famiglia di numerosi civil servant dell'apparato militare ai vertici dello Stato dagli Anni 80, che le rivolte di Piazza Tahrir volevano scardinare sulla spinta dei moti in Tunisia.
Ma la nascente democrazia si è rivelata una fragile parentesi. Estromesso (anche con l'appoggio popolare) il contestato leader dei Fratelli musulmani Mohammed Morsi, il generale al Sisi ha reinsediato ai vertici dell'Egitto la classe dirigente figlia dell'era di Mubarak, ex militare e prezioso alleato dell'Occidente e di Israele per la stabilità del Medio Oriente.
Dal 2013 al Sisi è il nuovo Mubarak che ha traghettato la restaurazione, dopo una Primavera araba nella quale i generali non avevano mai fino in fondo deposto il potere.
In un tacito compromesso, l'esercito non sparò sulla folla di piazza Tahrir come fece poi con due anni dopo con i Fratelli musulmani; nel 2011 l'apparato militare sacrificò apparentemente il vecchio faraone, ritirandosi nelle retrovie, ma riservandosi il potere di scrivere la Costituzione, cancellando poi con un colpo di spugna il primo governo eletto dal popolo.
Perché l'intelligence di Mubarak non era mai cambiata: nel 2011 l'inamovibile Ghaffar era vicedirettore e poi direttore dello State security service, ribattezzata Egyptian homeland security con un'operazione di maquillage.
Procura di Sadeq e polizia di Ghaffar distanti: ma si teme il bluff
Gli arresti, le torture e le uccisioni degli oppositori non si sono interrotti nemmeno sotto la presidenza “democratica” di Morsi: con questo gioco di specchi ha a che fare l'Italia che cerca giustizia per la morte di Giulio Regeni.
Nel 2011 Ghaffar definiva la sua agenzia, «figlia legittima della rivoluzione del 25 gennaio, non un clone». Si professava l'uomo delle «riforme», ma per riportare l'ordine, la repressione è diventata più massiccia che sotto Mubarak e Morsi: dai dati attendibili dell'organizzazione per i diritti umani el Nadeem, solo nel 2015 in Egitto sono sparite 464 persone, 1176 i casi di tortura, 500 mortali.
Nel febbraio 2016 otto torturati su 88 sono morti come Regeni, scomparso il 25 gennaio, nell'anniversario della fallita rivoluzione.
A capo della polizia giudiziaria di Giza che ha svolto le indagini preliminari sulla sua morte (la pista dell'«incidente stradale») c'era Khaled Shalaby, uno dei tanti uomini di Ghaffar condannato nel 2003 in Cassazione per una tortura letale e la falsificazione dei verbali.
Pena sospesa e poi graziata per «buona condotta» fino alla promozione nel 2015 in una polizia che appare - ma nell'Egitto mai fidarsi delle aperture - in conflitto con un'ala della magistratura.
Scoperto il corpo, dalla Procura di Giza è subito filtrata la notizia delle «evidenti torture», della «morte lenta» e della «scomparsa del cellulare» di Regeni.
A marzo il fascicolo su Regeni è passato poi dal magistrato capo, Ahmed Naji, al procuratore generale Nabil Ahmed Sadeq, tra i volti più presentabili a disposizione.
Ex poliziotto e giudice d'appello, Sadeq ha lavorato come giudice al Cairo, poi in Cassazione, infine è stato ambiguamente nominato procuratore generale da al Sisi nel 2015, dopo l'uccisione del predecessore in un'autobomba a giugno, vicino al Consolato italiano.
I media egiziani lo indicano un «indipendente lontano dalla politica» e su Regeni Sadeq ha dichiarato di «indagare in tutte le direzioni», accantonando la pista dei rapinatori costruita da Ghaffar e promettendo l'invio all'Italia di tutto il materiale il 5 aprile.
Potrebbe essere un bluff, ma il governo Renzi, primo in Europa a legittimare al Sisi, sembra far leva su Sadeq e sullo scontro interno, prima di aprire una crisi diplomatica: troppi interessi economici e anche politici sono in gioco, per arrivare troppo presto a scontro frontale sulla verità per un ragazzo innocente ucciso da un regime, per convenienza, “buono”.
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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato

#1872 Messaggio da manigliasferica »

hey hey, guarda che renzi, grillo, berlusconi, gesù cristo o la madonna al governo avrei scritto le stesse cose.
che poi non serva un cazzo, perchè so anche io che renzi non può fare niente perchè è un meccanismo più grande di lui: interessi economici, interessi politici
però trovo giusto che se ne parli, ora e in futuro per non dimenticare la memoria di Giulio e per le tante persone che si sono trovate nel posto sbagliato al momento sbagliato e hanno pagato con la vita.

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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato

#1873 Messaggio da cicciuzzo »

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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato

#1874 Messaggio da cicciuzzo »

http://palermo.repubblica.it/cronaca/20 ... f=HREC1-14

questi secondo sono peggio che degli assassini.....
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Re: [O.T.] Quando ti uccide lo Stato

#1875 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Caso Cucchi riaperto, massacrato di botte al momento dell'arresto?
Stefano Cucchi, per il pm fu omicidio preterintenzionale
A otto anni dalla morte, finisce inchiesta bis aperta nel 2014. Accusati i carabinieri Di Bernardo, D'Alessandro e Tedesco, che lo arrestarono a Roma. Reato di calunnia e falso verbale di arresto per il maresciallo Mandolini, allora comandante, e Tedesco. Solo calunnia per Nicolardi


Fu colpito dai tre carabinieri che lo avevano arrestato con schiaffi, pugni e calci", scrivono Pignatone e Musarò. E le botte provocarono "una rovinosa caduta con impatto al suolo in regione sacrale" che "unitamente alla condotta omissiva dei sanitari che avevano in cura Cucchi presso la struttura protetta dell'ospedale Sandro Pertini, ne determinavano la morte".

http://www.repubblica.it/cronaca/2017/0 ... 156206712/
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