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British Hero

Inviato: 14/07/2009, 0:01
da dostum
Vedi Baalkaan cè ancora chi è capace di tenere in alto L'Union Jack

Russia, trappola per il console britannico: in Rete video con un incontro a luci rosse

LONDRA " La capitale degli Urali, Ekaterinburg, ha fama per i suoi locali notturni. Ecco perchè i diplomatici chiamati a ricoprire le sede consolare della terza città  di Russia vengono indottrinati perbene affinchè se ne stiano alla larga da certi posti «pericolosi». La storia è piena di scivoloni e gli scivoloni si portano dietro incidenti sgradevoli: quante volte una scappatella è finita in una spy-story? Nonostante le raccomandazioni del Foreign Office, il trentasettenne James Hudson, numero due della rappresentanza britannica a Ekaterinburg, è cascato nella trappola e si è fatto immortalare con due prostitute.

Con i telefonini capaci di filmare qualunque cosa e qualunque persona, con Internet in grado di riportare gossip piccanti in tempo reale, con le tecnologie che entrano nella privacy di chiunque, con le microtelecamere che si nascondo negli anfratti più impensabili e registrano sospiri e baci, si rischia davvero una figura da polli a concedersi spericolate avventure amorose in night, bordelli e roba del genere.

James Hudson, che pure è nei ranghi dal 1994 ed è passato da Sarajevo, L'Avana e Budapest, ha dimenticato la lezione ed è finito male. La sua carriera è stata bruciata. E sotto-sotto pare che ci sia proprio lo zampino dei servizi russi. Fra l'intelligence di Londra e l'intelligence di Mosca non circola buon sangue da sempre, dai tempi di Stalin e Churchill fino a Gordon Brown, Putin e Medvedev. Omicidi, defezioni, trame o semplici dispetti hanno riempito pagine di libri, di romanzi, di dossier.
Un'altra immagine dal video
Forse, questo capito­letto appartiene proprio all'ulti­ma categoria, quella dei dispet­ti o delle ripicche, tanto per te­nere calda la «guerra» degli 007. Mossa e punto a favore dei russi: acchiappare l'anello debole della catena diplomati­ca, ridicolizzarne il comporta­mento, buttarlo in pasto alla morbosa curiosità  di mezzo mondo è un buon contropiede. «Le avventure del signor Hu­dson » potrebbe essere il titolo di un gradevole romanzetto, in­vece è il titolo di una pellicola della durata di quattro minuti e 18 secondi che, guarda caso, è approdata nella migliore del­le sale cinematografiche del pianeta: Internet. Il signor Hud­son, il robusto diplomatico Ja­mes, vi compare da protagoni­sta assoluto: il set è una came­ra piuttosto squallida. Lui è in vestaglia, sullo sfondo un diva­no ricoperto di cuscini. Attrici di complemento due giovani bionde.

Ovviamente, non manca lo champagne. Un bacio appassio­nato a una. Un bacio appassio­nato alla seconda, una coppa di bollicine da condividere e il re­sto, si intuisce, viene da sè. Non è una rappresentazione particolarmente hard ma la più classica delle scene che una ca­sa di tolleranza puó ospitare. Il guaio è che lì dentro c'erano, e chissà  dove, un paio di minu­scoli «occhi» elettronici a cui non è sfuggito il minimo parti­colare. Uno era nel salotto per i preliminari. E l'altro in camera da letto per il seguito con an­nesso microfono per sussurri e grida. Da un casto «Ti piacereb­be... » alla continuazione.

Ovviamente, è facile immagi­nare chi puó avere avuto inte­resse a organizzare la festiccio­la con le due prostitute. Ed è re­alistico ipotizzare che almeno una delle ragazze, se non en­trambe, fossero abili agenti o collaboratrici sul campo del­­l'Fsb, erede del vecchio Kgb. Nell'occasione padroneggiano un inglese perfetto e ricoprono la parte con indubbia abilità  professionale. La registrazione è stata imbucata alla volta di un sito web locale e da lì ha co­minciato il suo tour planetario. Un falso? Un «confettino» avve­lenato? Il ministero dell'Inter­no russo " e questo la dice lun­ga sulla firma dell'operazione Hudson " si è affrettato a spie­gare che «il film è genuino». Il Foreign Office ha dunque dovu­to incassare. E prendere nota che in una decina di giorni In­ternet ha bucato l'impenetrabi­le cortina dei servizi e della di­plomazia britannica. Il capo del MI6, attuale ambasciatore alle Nazioni Unite, si è visto raccon­tare la privacy su Facebook.

Nulla di grave ma un po' di im­barazzo. Il vice console James Hudson, suo malgrado, è anda­to oltre il consentito. E deve pa­gare: si è già  dimesso. Colpito e affondato. Dall'intelligence russa.

http://www.dagospia.com/mediagallery/da ... 252582.htm
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