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[O.T.] Mani che si stringono: scommettere sulla pace?

Inviato: 10/05/2009, 14:34
da CanellaBruneri
Vorrei ricordare qui, in un topic nuovo, che forse porterà  a nulla o forse verrà  graziato da qualche commento uno straordinario gesto simbolico che tenta, spero con successo , di porre l'inizio di un processo di pacificazione:

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Queste due donne si chiamano Gemma Calabresi e Licia Pinelli, entrambe vedove e vittime di un odio politico estremo, le quali, con dignità  ed amore enorme, hanno atteso 40 anni per avere giustizia di vicende assurde.

Per i più giovani del forum, forse significa poco, ma l'invito è quello di approfondire la vicenda.

Per chi è un po' anzianotto i nomi di Pinelli, Calabresi e della strage di Piazza Fontana, sono incisi nella propria esperienza esistenziale.

Luigi Calabresi:

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Giuseppe Pinelli:

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Il bel discorso del Presidente Napolitano in occasione della "giornata della memoria" di ieri

http://www.quirinale.it/Discorsi/Discorso.asp?id=35787

Inviato: 10/05/2009, 14:52
da alews76
ergastolo a vita per i brigatisti!!

Inviato: 10/05/2009, 15:09
da danny
io ne ho ancora molta di strada da fare, lo ammetto.

me ne accorgo quando trovo stridente quell'"anche pinelli è vittima, come mio marito", pronunciato dalla signora calabresi.

come se un uomo innocente che vola giù da una finestra di un palazzo dello stato avesse bisogno di una qualche forma di riabilitazione.

capisco e apprezzo la direzione intrapresa ma io ho ancora molta strada da fare: faccio fatica pure a far pace con il post sopra il mio, pensa te.

Inviato: 10/05/2009, 15:28
da Mavco Pizellonio
Per me la cosa è diversa. Sono nato troppo tardi per poter maturare il bisogno di pacificazione; per me la guerra non c'è mai stata.

In generale ho difficoltà  a comprendere i gesti e i momenti simbolici, quei "luoghi" della storia in cui tutto si concentra e tutto si riscatta, attraverso i gesti e le parole di esseri umani che si fanno portavoce di uomini idee lotte violenze passioni che non ci sono più e che non erano loro.

Dev'essere una forma estrema e ostinata di laicismo la mia, quella che mi impedisce di attribuire ad un essere umano la possibilità  di trascendere il "qui e ora", di "rappresentare" altro, di "simboleggiare".

Vedo due donne e due famiglie, non vedo (mi rifiuto di vedere?) la "fine di un epoca".

Per carità , le commemorazioni e le giornate della memoria, i "simboli", nella vita pubblica sono forse indispensabili, ed è bene che ci sia un bravo presidente della repubblica a celebrarle.

Ma la storia come disciplina e la commemorazione non sono solo diverse, sono antitetiche. Ed io non posso amarle entrambe.

Inviato: 10/05/2009, 15:32
da CanellaBruneri
danny ha scritto:io ne ho ancora molta di strada da fare, lo ammetto.

me ne accorgo quando trovo stridente quell'"anche pinelli è vittima, come mio marito", pronunciato dalla signora calabresi.

come se un uomo innocente che vola giù da una finestra di un palazzo dello stato avesse bisogno di una qualche forma di riabilitazione.

capisco e apprezzo la direzione intrapresa ma io ho ancora molta strada da fare: faccio fatica pure a far pace con il post sopra il mio, pensa te.

Ilpost sopra il tuo,meriterebbe da solo, il lucchetto al topic.

Io preferisco soffermarmi sul timido e non voluto eroismo civile di due donne, che, forse, riescono a parlare la stessa lingua.

Pinelli fu la diciottesima vittima di Piazza Fontana e la sua fede anarchica e la militanza ne fanno un esempio di vrtù civili: questo, naturalmente vale per chi si ingegna a cercare, nel nostro Paese, figure di cui non vergognarsi

Inviato: 10/05/2009, 15:37
da alews76
rabbrividisco...e non scrivo piu'...

Inviato: 10/05/2009, 15:38
da CanellaBruneri
Mavco Pizellonio ha scritto:Per me la cosa è diversa. Sono nato troppo tardi per poter maturare il bisogno di pacificazione; per me la guerra non c'è mai stata.

In generale ho difficoltà  a comprendere i gesti e i momenti simbolici, quei "luoghi" della storia in cui tutto si concentra e tutto si riscatta, attraverso i gesti e le parole di esseri umani che si fanno portavoce di uomini idee lotte violenze passioni che non ci sono più e che non erano loro.

Dev'essere una forma estrema e ostinata di laicismo la mia, quella che mi impedisce di attribuire ad un essere umano la possibilità  di trascendere il "qui e ora", di "rappresentare" altro, di "simboleggiare".

Vedo due donne e due famiglie, non vedo (mi rifiuto di vedere?) la "fine di un epoca".

Per carità , le commemorazioni e le giornate della memoria, i "simboli", nella vita pubblica sono forse indispensabili, ed è bene che ci sia un bravo presidente della repubblica a celebrarle.

Ma la storia come disciplina e la commemorazione non sono solo diverse, sono antitetiche. Ed io non posso amarle entrambe.
Neppure io voglioabbandonarmi ad una simbologia tranquillizzante ed anestetizzante.

Ripeto: vedo due donne, che nulla hanno mai chiesto, che hanno curato silenziosamente la memoria di eventi tragici, onorando come nuove Antigoni, con fermezza e dignità , senza cedere alle lusinghe del circo Italiano

Inviato: 10/05/2009, 15:39
da Antonchik
Mavco Pizellonio ha scritto: Ma la storia come disciplina e la commemorazione non sono solo diverse, sono antitetiche. Ed io non posso amarle entrambe.
Lungi da me addentrarmi in un campo che non è il mio e del quale sono solo un amatore che spulcia qua e là  di tanto in tanto, ma io ho sempre fatto mio un concetto particolare: La verità  storica (per quanto si possa definire verità , dato che il fatto storico è sempre oggetto di distorsioni ed interpretazioni soggettive), per essere tale non ha bisogno di essere decantata?

La commemorazione in senso di celebrazione o la rivisitazione in senso di condanna, non sono elementi che comunque contribuiscono ad un ulteriore filtraggio e scrematura (o anche, all'opposto, aggiunta) di contenuti, come pure una reinterpretazione degli stessi?

Io penso addirittura che la decantazione in questo senso non sia un di più, ma sia strettamente necessaria, perchè una visione realistica, o quantomeno verosimile (verosimile verso una rappresentazione quanto più oggettiva il possibile, pur considerando le varie correnti, scuole e schemi interpretativi) del fatto storico negli anni immediatamente successivi è impossibile.

Inviato: 10/05/2009, 15:42
da CanellaBruneri
alews76 ha scritto:rabbrividisco...e non scrivo piu'...

Il vaffanculo nei confronti dei tuoi scritti forumistici, è solo un faticoso obbligo da parte di chi ha aperto il topic,ed in qualche modo ne porta la responsabilità .

Nulla di personale, ci mancherebbe . solo il tentativo di porre un confine

Inviato: 10/05/2009, 15:48
da Mavco Pizellonio
CanellaBruneri ha scritto:Neppure io voglioabbandonarmi ad una simbologia tranquillizzante ed anestetizzante.

Ripeto: vedo due donne, che nulla hanno mai chiesto, che hanno curato silenziosamente la memoria di eventi tragici, onorando come nuove Antigoni, con fermezza e dignità , senza cedere alle lusinghe del circo Italiano
In questo posso essere d'accordo.

Perdonami se nel mio voler esprimere un concetto che avevo im mente è sembrato che volessi attribuirti altro.

Inviato: 10/05/2009, 15:56
da Scirocco
Penso che la strada per una vera pacificazione sia ancora molto lunga , se pensi alle polemiche che l'atto del Presidente Napolitano ha provocato. Riconoscere che il povero Pinelli rimase vittima di una caccia alle streghe rivolta nei confronti degli anarchici mi è sembrato solo un gesto di onestà  intellettuale. Ma vedo che c'è gente che confonde ancora il terrorismo degli anni 70 con l'anarchia

Inviato: 10/05/2009, 16:08
da El Diablo
Riporto da Wikipedia, sperando non siano articoli di parte:
http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Pinelli
http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Calabresi

Inviato: 10/05/2009, 16:13
da WARDOG
Chapeu a Napolitano per le sue parole.

Il periodo politico l'ho vissuto molto nelle parole di chi mi ha preceduto come eta', ovviamente ammantato dell'alone mistico/romantico che ammanta sempre i ricordi delle guerre passate.

Al fondo di tutto, rimane l'amaro in bocca per lo spreco immane di energie,dall'una e dall'altra parte,profuse nel tentativo di un cambiamento che non e' mai avvenuto, per conquiste che sono state effimere, per valori che ormai vivono solo nei ricordi.

Inviato: 10/05/2009, 16:17
da Mavco Pizellonio
Antonchik ha scritto:
Mavco Pizellonio ha scritto: Ma la storia come disciplina e la commemorazione non sono solo diverse, sono antitetiche. Ed io non posso amarle entrambe.
Lungi da me addentrarmi in un campo che non è il mio e del quale sono solo un amatore che spulcia qua e là  di tanto in tanto, ma io ho sempre fatto mio un concetto particolare: La verità  storica (per quanto si possa definire verità , dato che il fatto storico è sempre oggetto di distorsioni ed interpretazioni soggettive), per essere tale non ha bisogno di essere decantata?

La commemorazione in senso di celebrazione o la rivisitazione in senso di condanna, non sono elementi che comunque contribuiscono ad un ulteriore filtraggio e scrematura (o anche, all'opposto, aggiunta) di contenuti, come pure una reinterpretazione degli stessi?

Io penso addirittura che la decantazione in questo senso non sia un di più, ma sia strettamente necessaria, perchè una visione realistica, o quantomeno verosimile (verosimile verso una rappresentazione quanto più oggettiva il possibile, pur considerando le varie correnti, scuole e schemi interpretativi) del fatto storico negli anni immediatamente successivi è impossibile.
Mi chiedi se la vertà  storica non vada "decantata". In realtà  quello che io ho in mente è l'analisi storica, alla fine della quale si giunge ad una proposta di "verità  storica". Ma arrivati lì, il compito è finito. Il senso sta nell'analisi stessa, nell'atto del ricercare, non servono ulteriori celebrazioni. Come insegna Marc Bloch, una volta svolta l'analsi il compito dello storico è concluso.

La commemorazione non ha mai a che fare con l'analisi, ha a che fare con la politica, con i valori che si vogliono assumere come positivi per preparare un'azione; ha a che fare col giudizio - un terreno minato per gli storici. La commemorazione sacralizza alcuni momenti che si vogliono fondamentali per l'identità  di un popolo, di una nazione. Per far questo, sempre, essa coincide con una semplificazione dei fatti. Prevede che qualcuno abbia ragione e qualcun'altro torto. Prevede di necessità  di calare sulle azioni umane collettive le categorie di Bene e di Male. La cosa (per me) spaventosa è che probabilmente ció è necessario.

Se la commemorazione è sacralizzante, la storia è sacrilega. E' revisionista o non è, si prefigge di mettere in discussione le più care idee di chi la pratica e, al contrario della commemorazione, complica la visione del passato.

La commemorazione ha a che fare con la retorica del dolore, del sacrificio, del simbolo; istituisce valori e fonda un linguaggio che non puó essere messo in discussione.

La storia decostruisce quel linguaggio, teme ogni retorica e sottopone ogni cosa a critica: questa è la sua unica fede.

Ovviamente, hai ragione, negli anni in cui i fatti storici sono recenti, rappresentano ancora simboli e fondano linguaggi, ció è quasi impossibile.

Chiedo scusa a Canella per l'ot.

Inviato: 10/05/2009, 16:46
da Antonchik
Grazie per il chiarimento Mavco, mi associo alle scuse per l'ot.