[O.T.] Crisi economica

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Niccolò Ghedini
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Re: [O.T.] Crisi economica

#8986 Messaggio da Niccolò Ghedini »

La crisi non esiste. Vi hanno fatto credere che ci siano problemi economici. Bisogna essere positivi.
I ristoranti sono sempre pieni.
Ma va là!

Fabxtreme7
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Re: [O.T.] Crisi economica

#8987 Messaggio da Fabxtreme7 »

Niccolò Ghedini ha scritto:La crisi non esiste. Vi hanno fatto credere che ci siano problemi economici. Bisogna essere positivi.
I ristoranti sono sempre pieni.
Prendendo come riferimento la classica famiglia tradizionale, anche se solo con un figlio, però senza affitto o mutuo, se prendono cumulativamente già intorno a 2200/2300 euro/mese non se la passano male.

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dboon
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Re: [O.T.] Crisi economica

#8988 Messaggio da dboon »

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hoover
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Re: [O.T.] Crisi economica

#8989 Messaggio da hoover »

Niccolò Ghedini ha scritto:La crisi non esiste. Vi hanno fatto credere che ci siano problemi economici. Bisogna essere positivi.
I ristoranti sono sempre pieni.
Avvocato, voi meritate un bell'applauso per il colpaccio che siete riusciti a mettere a segno, lo dico sul serio.



La crisi raddoppia il patrimonio alle dieci famiglie più ricche di 20 milioni di italiani

Nel 2008 la ricchezza netta accumulata del 30% più povero degli italiani, poco più di 18 milioni di persone, era pari al doppio del patrimonio complessivo delle dieci famiglie più ricche del Paese. I 18,1 milioni di italiani più poveri in termini patrimoniali avevano, messi insieme, 114 miliardi di euro fra immobili, denaro liquido e risparmi investiti. Le dieci famiglie più ricche invece arrivavano a un totale di 58 miliardi di euro. In altri termini persone come Leonardo Del Vecchio, i Ferrero, i Berlusconi, Giorgio Armani o Francesco Gaetano Caltagirone, anche coalizzandosi, arrivavano a valere più o meno la metà di un gruppo di 18 milioni di persone che, in media, potevano contare su un patrimonio di 6.300 euro ciascuno.

Cinque anni dopo, e siamo nel 2013, sorpasso e doppiaggio sono già consumati: le dieci famiglie con i maggiori patrimoni ora sono diventate più ricche di quanto lo sia nel complesso il 30% degli italiani (e residenti stranieri) più poveri. Quelle grandi famiglie a questo punto detengono nel complesso 98 miliardi di euro. Per loro un balzo in avanti patrimoniale di quasi il 70%, compiuto mentre l'economia italiana balzava all'indietro di circa il 12%. I 18 milioni di italiani al fondo delle classifiche della ricchezza sono scesi invece a 96 miliardi: una scivolata in termini reali (cioè tenuto conto dell'erosione del potere d'acquisto dovuta all'inflazione) di poco superiore al 20%. Quanto poi a quelli che in base ai patrimoni sono gli ultimi dodici milioni di abitanti, il 20% più povero della popolazione del Paese, lo squilibrio è ancora più marcato: nel 2013 le 10 famiglie più ricche d'Italia hanno risorse patrimoniali sei volte superiori alle loro.
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coppia_co
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Re: [O.T.] Crisi economica

#8990 Messaggio da coppia_co »

QUELLE BRUTTE CONSEGUENZE DELLA DECISIONE DELLA BANCA CENTRALE SVIZZERA, dal punto di vista elvetico, di TOUR

L’improvviso divorzio del franco dall’euro, che è stata la prima grande sconfitta di una banca centrale in questa era in cui gli istituti di emissione sono diventati i principali artefici della politica economica, avrà notevoli conseguenze sulle prospettive dell’economia elvetica. Per valutare il possibile impatto della decisione della Banca Nazionale Svizzera (BNS) di abbandonare la soglia minima di cambio di 1,20 rispetto all’euro, bisogna prima soffermarsi sulle distorsioni create nella economia SVIZZERA da questi tre anni e mezzo di interventi sui mercati dei cambi per difendere questo limite.
La scelta della BNS era inevitabile. Nel solo mese di dicembre aveva dovuto stampare circa 25 miliardi di franchi per acquistare euro. Nei primi giorni di gennaio sono stati spesi altri 20 miliardi per intervenire sui mercati dei cambi per sostenere la moneta unica, che si stava e si sta visibilmente deprezzando anche nei confronti del dollaro americano.
In pratica la difesa della soglia minima di cambio diventava sempre più costosa anche alla luce del probabile ulteriore indebolimento dell’euro all’indomani dell’annuncio giovedì prossimo da parte della Banca centrale europea di un consistente programma di acquisti di obbligazioni statali e private (un Quantitative Easing all’europea) e soprattutto dopo l’annuncio domenica sera dei risultati delle elezioni greche, che in caso di vittoria di Syriza riaprirebbero la crisi dell’euro. La BNS ha già fatto molto, molto probabilmente troppo. Detiene infatti riserve in valute estere che raggiungono i 500 miliardi di franchi ed ha una somma di bilancio che ha raggiunto l’85% del PIL elvetico. Si tratta di una quantità enorme e ciò diventa chiaro, se si paragona questo rapporto con quello del Giappone e degli Stati Uniti. La somma di bilancio della Banca del Giappone, che continua a stampare moneta per far uscire il Paese del Sol Levante da una crisi pluriennale, raggiunge infatti il 60% del PIL nipponico; quello della Federal Reserve, che ha finito l’autunno scorso il suo programma di acquisti di obbligazioni, raggiunge il 26% del PIL americano.
La BNS ha condotto una politica monetaria più espansiva di quella seguita in questi Paesi e ha indicato che esiste un limite alla stampa di moneta, superato il quale si creano enormi distorsioni nell’economia e nel sistema finanziario di un Paese.
Queste distorsioni sono sotto gli occhi di tutti. Il bassissimo livello dei tassi di interesse hanno favorito un’attività frenetica nell’edilizia e un forte aumento dei prezzi nel settore immobiliare. Si può parlare di bolla che è destinata inevitabilmente a sgonfiarsi. Già i primi segnali sono evidenti: prezzi ed affitti degli immobili commerciali e per uffici stanno già calando in modo sensibile. Quelli del settore residenziale tengono ancora, ma sono destinati a calare per l’entrata sul mercato degli immobili attualmente in costruzione e a causa della riduzione dell’immigrazione di stranieri in Svizzera che diminuirà a causa del rallentamento dell’economia provocato dal rialzo del franco. Anche l’effervescenza dell’economia elvetica è in gran parte dovuta a questa politica monetaria. L’impennata del numero dei frontalieri e il forte afflusso di nuovi immigranti è dovuto anch’esso in parte alla crescita e al diffondersi di attività economiche che reggevano unicamente grazie all’artificiale “repressione” del tasso di cambio e dei tassi di interesse.
Dunque, la soddisfazione per l’ottimo stato di salute della nostra economia rischia di trasformarsi in un’inattesa delusione. Le conseguenze del rialzo del franco sono state dette e ripetute più volte negli scorsi giorni. Se come è probabile il franco scenderà al di sotto della parità con l’euro, ne risentiranno l’industria di esportazione, il settore turistico e le attività commerciali soprattutto nelle regioni di frontiera per il turismo degli acquisti. Ne segue evidentemente un forte rallentamento della crescita e un peggioramento della situazione sul mercato del lavoro. La situazione potrebbe diventare molto difficile, se la discesa dell’euro dovesse accentuarsi. In tal caso il nostro Paese sarebbe destinato a sperimentare un periodo abbastanza lungo di stagnazione economica e di deflazione (ossia di discesa dei prezzi) che ci renderebbe simile ai Paesi che ci circondano.
Vi è però un altro aspetto che è stato trascurato nei commenti degli scorsi giorni: le decine di miliardi di franchi stampati dalla BNS negli scorsi mesi sono ancora in circolazione e non sarà facile riassorbirli (infatti un loro riacquisto da parte della BNS farebbe impennare il franco). Questa enorme quantità di moneta continuerà ancora a lungo a distorcere i nostri equilibri economici e a deprimere i nostri tassi di interesse. Basti pensare che le obbligazioni della Confederazione offrono oggi tassi negativi (si deve pagare per avere l’onore di detenere titoli del nostro debito pubblico). In pratica, si aggira nel nostro Paese una marea di soldi in cerca di un punto di approdo, reso piu’ difficile dai tassi di interesse negativi imposti dalla BNS e dai tassi di interesse negative che già alcune banche pretendono per poter depositare sui loro conti un ammontare significativo di franchi. Questi miliardi continueranno a creare distorsioni nel nostro sistema finanziario e a rappresentare un grande pericolo per la nostra economia.
In conclusione, il divorzio dall’euro si rivelerà costoso, ma era inevitabile. Ora dobbiamo smaltire le conseguenze della politica di cambio degli ultimi anni, ma ci siamo affrancati da un’area economica in crisi e da una moneta unica che non è destinata a sopravvivere ancora a lungo.
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Barabino
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Re: [O.T.] Crisi economica

#8991 Messaggio da Barabino »

hoover ha scritto:un gruppo di 18 milioni di persone che, in media, potevano contare su un patrimonio di 6.300 euro ciascuno.
Credo che l'uomo medio forse ha 6000 euro di liquidita' (=conto in banca, titoli...) ma di patrimonio netto (la "ricchezza") ci devi mettere molte altre cose: la casa di proprieta' (anche al netto del mutuo rimasto), il TFR, il capitale equivalente alla pensione che percepira' un giorno...

per confrontare l'uomo medio coi miliardari devi conteggiare davvero il suo patrimonio (non solo la sua parte di liquidita'), altrimenti stai confrontando mele con pere :-/

Cioe', se in un istante a caso vediamo quanti contanti in tasca ho io e quanti Caltagirone, non e' detto che lui ne abbia SEMPRE 10.000 volte tanti... :no:
1) l'ignoranza crea, la cultura rimastica.
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hoover
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Re: [O.T.] Crisi economica

#8992 Messaggio da hoover »

E' stata calcolata così, contando la ricchezza totale. Sono dati di Bankitalia, quindi credo siano attendibili...

http://www.corriere.it/notizie-ultima-o ... 5386.shtml
CRISI: Bankitalia, 10% famiglie piu' ricche ha 47% ricchezza

14:02 ROMA (MF-DJ)--La ricchezza e' sempre piu' concentrata nelle mani di poche famiglie. Dall'indagine biennale sui bilanci delle famiglie italiane nel 2012, realizzata da Bankitalia, emerge che nel 2012 "il 10% delle famiglie piu' ricche possiede il 46,6% della ricchezza netta familiare totale", data dalla somma di immobili, oggetti di valore e delle attivita' finanziarie (depositi, titoli di Stato, azioni) al netto di mutui e altri debiti. La quota e' cresciuta rispetto a quella del 45,7% registrata nel 2010. Inoltre, la quota di famiglie con ricchezza negativa e' aumentata al 4,1% dal 2,8% del 2010. La concentrazione della ricchezza e' pari al 64%, in aumento rispetto al 62,3% del 2010 e al 60,7% del 2008.
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Re: [O.T.] Crisi economica

#8993 Messaggio da Barabino »

Non ci posso credere che molta gente con la casa di proprieta' abbia una ricchezza netta di 6000 euro :blankstare:

Bisognerebbe essere riusciti a comprare casa col mutuo al 100% del valore e che poi la casa si sia svalutata moltissimo... che succedano tutte e due le cose alla stessa persona e' quasi impossibile... e' piu' possibile che uno si debba indebitare molto per spese mediche :-( (per se' o un parente stretto)

In pratica sono dati manipolati (ma di brutto) per fare il solito articolo piangina :imslow:
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Re: [O.T.] Crisi economica

#8994 Messaggio da hoover »

Aspetta, 6300 euro è la media. Chi ha una pensione di 600 euro e paga l'affitto che patrimonio può avere? E' già molto che non vada in rosso...e in questa situazione ce ne sono tantissimi. Ad esempio una famiglia normale paga l'affitto, ha uno stipendio e un figlio non risparmia niente.

I dati sono stati forniti da bankitalia e l'articolo è del Corriere...non credo che vogliano fare i piagnina.
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Re: [O.T.] Crisi economica

#8995 Messaggio da tetsuya31 »

chi ha la pazienza di spiegarmi perche la manovra di draghi dovrebbe riportare l'europa in paradiso e sopratutto se cosi fosse perchè non è stata fatta all'inizio della crisi invece che dopo anni di impoverimento generale??
Da quello che ho capito si tratta di immettere soldi freschi nel sistema...ma la mia domanda è: se il sistema degli investimenti è bucato (i soldi quando ci sono svaniscono in operazioni finanziarie virtuali che non hanno attinenza con l'economia reale) oppure vengono impiegati per delocalizzare, che senso ha immetterli in circolo se prima non si cambiano le regole del gioco?
E' come gli 80 euro di renzi...che senso ha darli alle famiglie che poi per come è il mercato del consumo ci comprano al 90% roba made in china e quindi non arrichiscono il nostro paese ma stati extra UE??
I prudenti durano solo lo stretto necessario per morire tranquilli

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Re: [O.T.] Crisi economica

#8996 Messaggio da hoover »

Non l'hanno fatta prima perché la Merkel rompeva i coglioni :evil:
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Re: [O.T.] Crisi economica

#8997 Messaggio da Barabino »

In effetti adesso che il petrolio e' basso l'euro non sembra valere tutti quei sacrifici :blankstare:

Ne riparliamo fra 5 anni :)
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Re: [O.T.] Crisi economica

#8998 Messaggio da Drogato_ di_porno »

il QE ufficialmente serve per sollevare le banche dall' "obbligo" di acquistare titoli di stato liberando risorse per credito a famiglie-aziende (cosa che non avverrà), ufficiosamente (vero motivo) per aumentare la svalutazione dell'euro (dopo le svalutazioni degli ultimi anni di Yen, dollari ecc.)
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“Per nostra fortuna la natura ed un vasto oceano ci separano dalle devastazioni sterminatrici di un quarto del globo” (Thomas Jefferson)

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Re: [O.T.] Crisi economica

#8999 Messaggio da Barabino »

Toh, in quel piccolo paese viziato, non pagare le tasse adesso e' di sinistra :lol:
Cap, sei contento? :)

DA QUANDO SONO STATE INDETTE LE ELEZIONI IN GRECIA, CROLLATO IL GETTITO FISCALE (FINE DELLA DITTATURA UE). La data del 25 gennaio si avvicina, ed è una data fondamentale per la Grecia, ma il popolo greco sembra avere già deciso cosa fare. Infatti, molti contribuenti non stanno più pagando le tasse, così scrive il quotidiano di Atene Ekathimerini. In contemporanea, l’agenzia di notizie finanziarie Bloomberg scrive che la Banca centrale europea sarebbe sul punto di “staccare la spina alla Grecia” negandole i fondi per altro già stanziati e promessi se dalle urne uscisse un responso favorevole a Syriza, che ha annunciato a chiare lettere che una volta al governo si rifiuterà di continuare ad osservare le regole di austerity, volute dalla Germania e imposte dalla Troika ad aAtene con la complicità del governo Samaras. In concreto – spiega Bloomberg – la Bce potrebbe bloccare sine die un finanziamento da 30 miliardi di euro previsto per il 2015. Intervistato sempre da Bloomberg James Nixon, responsabile economista europeo presso Oxford Economics, a Londra, afferma che “le trattative iniziano con la minaccia di una distruzione reciproca assicurata. Ma ritirare davvero i finanziamenti dalle banche greche è qualcosa che significherebbe che la Grecia è sul punto di lasciare l’euro”.

EKATHIMERINI DA PARTE SUA IN UN ARTICOLO SVELA CHE LE ENTRATE FISCALI sono crollate dal giorno in cui sono state indette le elezioni, per incertezza sul futuro, scrive il giornale, specialmente perchè tra un mese l’euro potrebbe non esserci più in Grecia, oppure potrebbero essere abolite le tesse che invece ora lo stato pretende. L’autorevole quotidiano ellenico (simile al Corriere della Sera, in Grecia) scrive esattamente: “la maggior parte dei contribuenti ha deciso di ritardare i versamenti, considerate le posizioni dei due principali partiti in cima alla lista dei sondaggi elettorali, che sono diametricamente opposti. Syriza, il partito del leader Tsipras, ha promesso infatti di cancellare l’ENFIA, tassa sulla proprietà, e anche di svalutare i crediti inesigibili, mentre Nuova Democrazia riconosce le difficoltà dei cittadini ma non solleva questioni che potrebbero generare problemi e avere conseguenze fiscali”. Ma al di là del fatto che i sondaggi diano in vantaggio Syriza, la decisione della stragrande maggioranza dei contribuenti greci di non versare più le tasse che il partito guidato da Tsipras ha promesso che cancellerà, dà un segnale politico rilevatissimo. Sta a significare che la borghesia greca ha deciso che sarà Syriza a vincere le elezioni e quindi si sta già comportando come se si fossero svolte. Praticamente, una rivoluzione straordinaria: oltre al popolo affamato dal governo Samaras, adesso proprio il ceto che l’aveva votato, lo abbandona. E’ evidente che la Grecia abbia superato con questa silenziosa rivolta fiscale il punto del non ritorno al passato, indipendentemente perfino dalla vittoria dell’uno o dell’altro. Da notare – ma non c’è di che stupirsi, purtroppo – che nessun quotidiano italiano ha dato queste decisive notizie in arrivo dalla Grecia.


*Max Parisi
>Fonte<
Redatto da Pjmanc http://ilfattaccio.org
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dostum
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Re: [O.T.] Crisi economica

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DEMENTIA JOE PRESIDENT OF FREEDONIA

Baalkaan hai la machina targata Sassari?

VE LA MERITATE GIORGIA

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