Lottare contro l'evasione!
Propongo le Ganasce Fiscali
Prostituzione, "sono in poche a pagare"
A dirlo è Giorgio Galusero, coordinatore della sottocommissione che sta esaminando il messaggio bis sulla nuova legge
La riforma della legge sulla prostituzione in Ticino fatica a vedere la luce. Si tratta infatti di un dossier delicato e controverso. Ma a che punto siamo? LaRegione lo ha chiesto a Giorgio Galusero, coordinatore della sottocommissione del Gran Consiglio che sta esaminando il messaggio bis sulla nuova legge: "In programma abbiamo ancora l'audizione del direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, dopodiché tireremo le conclusioni. Conto di allestire per il prossimo autunno il rapporto indirizzato al plenum del Gran Consiglio".
Il messaggio sulla revisione della legge che dal 2002 disciplina in Ticino l'esercizio della prostituzione era stato varato a gennaio di 3 anni fa dal Consiglio di Stato, mentre a novembre è uscito il messaggio aggiuntivo che accoglie, fra le altre cose, alcuni correttivi, suggeriti nel precedente quadriennio dalla Commissione parlamentare della Legislazione alla riforma elaborata dal Governo. Ma, come detto, il tempo di gestazione è lungo e travagliato.
Uno degli aspetti più problematici riguarda il tema fiscale, ha sottolineato Galusero, dopo che la sottocommissione ha sentito uno dei vicedirettori della Divisione delle contribuzioni. Il Governo ha infatti introdotto la norma secondo la quale il mancato pagamento degli oneri sociali e delle imposte può comportare la revoca dell'autorizzazione a prostituirsi o a gestire un locale erotico. "Oggi per prostituirsi basta notificarsi alla polizia, ma delle persone che si annunciano solo una minima parte (tra il 5 e il 10%) paga poi le imposte". Per Galusero è quindi necessario trovare un sistema affinché chi pratica sesso a pagamento versi le imposte dovute, "come fanno gli altri lavoratori, dipendenti e indipendenti. Occorre insomma garantire anche la parità di trattamento".
