Quelle che gli uomini li pagano

Scatta il fluido erotico...

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milkmen
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Quelle che gli uomini li pagano

#1 Messaggio da milkmen »

Quelle che gli uomini li pagano

Confermati i dati emersi qualche mese fa. àˆ davvero caduto un tabù: le donne sono disposte a pagare per avere l'uomo che vogliono. Perchè lo fanno? Per un sacco di (buoni) motivi

Si sentono sole, certo. Ma hanno anche voglia di fare sesso. Vogliono trasgredire, sì. Ma anche regalarsi qualche momento tutto per loro. Sono le donne che "vanno a uomini". Espressione raramente declinata al femminile eppure molto concreta. Lo rivela il secondo studio condotto dall'associazione "Donne e qualità  della vita" su un panel di 560 donne italiane di età  compresa tra i 25 e i 65 anni. Una su dieci ha avuto a che fare con un gigoló, un uomo a pagamento (che fa più effetto).

Tra queste ci sono libere professioniste, impiegate, consulenti, manager, lavoratrici part-time ma anche casalinghe. Per un'ora d'amore (tenerezze, attenzioni, coccole, sesso: dipende dai casi) si possono spendere anche 100 euro. Per qualcosa di meno sbrigativo la tariffa sale: per un week end con un escort di un certo livello ci vogliono anche 1.000 euro (cifra che sarebbe disposta a sborsare il 18% delle intervistate).

Ma che faccia ha il gigoló dei sogni, che tipo è, come si comporta, è belloccio o brillante, giovane o attempato? La risposta a tutte queste domande c'è. Perchè alle intervistate è stato anche chiesto di fare dei nomi famosi. In rapida sequenza: Massimo Giletti (28%), Carlo Conti (25%), Lamberto Sposini (16%), Max Giusti (15%), Ezio Greggio (8%).

Traduzione a braccio: le italiane per trasgredire vogliono un uomo rassicurante, mediamente acculturato - meglio se loquace -, brillante - per non dire comico -, non necessariamente un adone. E per averlo sono anche disposte a pagare. Viene da sè che se questo è il desiderio, l'uomo che hanno accanto (fidanzato, compagno, marito, amico del cuore) non è in grado di soddisfarlo fino in fondo. E non è mai troppo presto o troppo tardi per rimediare. Quattro intervistate su dieci hanno tra i 46 e i 55 anni, un 19% anche di più. Per trovare da qualche parte dentro di sè il coraggio di fregarsene dei tabù, ci vuole coraggio. E per questo ci vuole una certa esperienza.

Barbara Del Pio

Gigolo? Sì, grazie

Una italiana su cinque ha già  sperimentato il sesso a pagamento. Ma sono molte di più le donne che pensano a una "scappatella" con un professionista. O con un vip: favorito Massimo Giletti

Procurarsi sesso a pagamento è una prerogativa tutta maschile: solo gli uomini riescono a vedere l'amplesso come un atto puramente fisico, privo di implicazioni sentimentali e non si vergognano ad aprire il portafogli per il piacere. Totalmente falso. Un'affermazione del genere poteva andare bene fino a tempo fa, ma adesso è smentita dai fatti, anzi da ricerche scientifiche che svelano una massiccia inclinazione femminile agli incontri intimi "prezzolati".

àˆ stata l'associazione Donne e qualità  della vita - presieduta dalla sessuologa Serenella Salomoni - a rivelarlo: partendo dalla constatazione dei numerosi siti web dedicati alla compravendita, anche al femminile, di sesso, ha intervistato 1.500 donne tra i 18 e i 60 anni scoprendo che più di una su tre (il 37%) ha preso in considerazione la possibilità  di andare con un "prostituto", mentre quasi una su cinque (il 19%) l'ha effettivamente fatto.

Il profilo dominante delle donne che vanno a "uomini di malaffare" prevede un'età  compresa tra 30 e 50 anni (63%), una elevata qualifica professionale (molto assidue le imprenditrici, le manager, le consulenti, le libere professioniste e le impiegate; poco rappresentate le casalinghe) e la residenza in contesti metropolitani (37%). Tutto sommato ininfluente lo stato civile, visto che il 35% delle paganti è single, il 21% è coniugato e il 27% è divorziato, mentre assai più rilevante è la vita sessual-sentimentale: tra quelle che vanno o andrebbero con un gigoló, infatti, il 22% lo fa o lo farebbe per procacciarsi del buon sesso, il 18% per compensare carenze affettive e il 26% per evadere dalla monotonia quotidiana.

Praticamente infinita l'offerta di aitanti maschi disponibili online, la differenza sta essenzialmente nella disponibilità  economica delle interessate. Ogni giorno, stima l'associazione, su decine di indirizzi, forum e siti specializzati sono circa 300mila le donne che entrano in contatto con i prostituti, ogni mese oltre 8mila le transazioni concluse per prezzi variabili tra i 100 euro per una prestazione e dieci volte tanto per una fine settimana. Ma chi sarebbe disposta a pagare molto di più, anche 5mila euro per una notte di fuoco, non si accontenterebbe di un maschio qualunque, vorrebbe un bel divo. In testa alle preferenze femminili il conduttore Massimo Giletti, seguito da Stefano Bettarini, Carlo Conti, Ezio Greggio e Tiberio Timperi.

TURISMO SESSUALE AL FEMMINILE

Vanno a Cuba, in Giamaica, in Kenya e a Capo Verde. Sono ragazze di 30 e 40 anni...
di: Alberto Cherti

Regola numero uno: preservativo in borsetta. Regola numero due: cuore in frigorifero. E quale delle due sia la più importante è una verità  ancora tutta da dimostrare. «Io alle mie pazienti le raccomando caldamente entrambe» assicura Alessandra Graziottin, direttore del centro di ginecologia del San Raffaele Resnati, a Milano.
Una che le sue pazienti le vede partire adesso, con gli occhi stellanti e i corpi eccitati, verso la loro estate caliente; e che le vedrà  tornare poi, verso settembre-ottobre: una avrà  il cuore a pezzi, un'altra il dubbio di essersi presa «qualcosa».

Perchè le regole del gioco sono solo due, l'abbiamo detto, e oltretutto chiarissime; ma là  sulle spiagge dei Caraibi, tra mare e sole e bei ragazzi che sussurrano «te quiero», come si fa a tenere il cuore sempre sotto chiave e il profilattico sempre a portata di mano?
Ma così è e via dunque: in questi giorni cominciano a partire, le ragazze italiane, con i tacchi a spillo in valigia e il preservativo in borsetta. Ragazze di trent'anni, ma anche di 50 e di 60. Single impenitenti, single frustrate, separate, divorziate. Sole o a piccoli gruppi. A Cuba o in Giamaica, a Capo Verde o nel Maghreb, ma anche in Senegal e in Belize, e dicono pure in Burkina Faso. Le rotte più calde dell'amore.

In quante partono? «Dalle 30 alle 50 mila l'anno» azzarda Pierre Orsoni, presidente di Telefonoblu-Sos turisti. Ma sono stime molto a spanne: «Dati precisi ovviamente non esistono. Si suppone peró che le donne rappresentino dal 3 al 5 per cento di quel milione di italiani che pratica, abitualmente o meno, turismo sessuale».
Ovvio, se lo chiedete a loro, alle ragazze, non ne trovate una che lo ammetta. Che dica: io lo faccio. Turismo sessuale? «Figurarsi!» ride la sessuologa Chiara Simonelli.
«In tutto il mio giro di amiche, colleghe, studentesse, mai una volta che si affronti apertamente l'argomento». Peró? «Peró un paio di amiche che sono tornate dalla Giamaica insieme a un bel rasta, ecco, quelle le ho. Felicemente sposate, oltretutto».

E allora? Provate a guardarvi intorno. A chiedere alle amiche e alle amiche delle amiche, al parrucchiere, alla ginecologa, all'estetista. Scoprirete che ha ragione da vendere Charlotte Rampling, la splendida protagonista di Vers le Sud, uno dei film più applauditi all'ultima Mostra del cinema di Venezia: «Il turismo sessuale sta aumentando in modo vertiginoso. Le donne ne parlano poco ma lo praticano molto». Perchè, giura, «a un certo punto la vita sessuale femminile diventa qualcosa di molto segreto, quasi imbarazzante da ammettere».

Chiedete in giro ma con discrezione. Troverete la professionista romana che magnifica i beach boy di Capo Verde, che «hanno la pelle scura ma i lineamenti occidentali», e oltretutto «parlano l'italiano», una gran bella comodità . O la giornalista romana che ormai da anni fa avanti e indietro con Cuba, ogni 3-4 mesi un bel viaggio, e divide felicemente la sua vita tra il lavoro in Italia e l'amore all'Avana.
O la pierre milanese che va pazza per la Giamaica e narra meraviglie dell'Hedonism II di Negril, villaggio vacanze programmaticamente vietato ai minori di 18 anni, «dove l'unico imbarazzo è la scelta fra il rimanere al club, e cuccare tra i tanti single americani che ci vanno, o uscire fuori dal ghetto e fare amicizia con gli splendidi ragazzi del posto».

Alti, belli, muscolosi, tutti ben dotati di treccine e sorrisi incantatori da elargire, molto generosamente, alle turiste bianche come il latte: tedesche anzitutto, poi britanniche, americane, svizzere, italiane. Donne come quella Ellen, appunto, impersonata da Charlotte Rampling in Vers le Sud, che ad Haiti si concede l'amore di Legba, tanto più giovane di lei. Diceva nel film Ellen: «Quando saró vecchia pagheró i giovani per amarmi. Perchè di tutte le cose l'amore è la più dolce, la più viva, la più sensata. Non importa quale sia il prezzo».

Il prezzo non è spaventoso, dopotutto. Due settimane in Giamaica, o in un villaggio a Capo Verde, sono alla portata di (quasi) tutte le Ellen d'Italia. E a Cuba ci puoi andare perfino con il sindacato, con tariffe di favore, come quelle due milanesi sbarcate un paio d'anni fa all'Avana per i festeggiamenti del 1º maggio. «Mica eravamo andate lì per fare sesso, eh» avverte una. «Ma il preservativo in borsetta l'avevamo messo ugualmente» avverte l'altra. «Non si sa mai».
àˆ andata così: una si è innamorata dell'autista dell'autobus che portava il gruppo in giro per l'isola, l'altra di un musicista di salsa. «E che meraviglia di uomini» sospira una. «Mai conosciuto uno, in Italia, bravo a corteggiare una donna come fanno i cubani» sospira l'altra. Come no? «Mi amor» di là , «mi vida» di qua, «te quiero» da tutte le parti.

Altro che certi italiani che ti notano solo se sei alta 2 metri e hai un fisico da copertina, e il resto merita l'attenzione che normalmente si riserva a una tenda: nessuna. Le nostre due quarantenni, dopo aver provato il brivido di essere guardate con virile desiderio, sono perció tornate a Milano con gli occhi sognanti. «E sia chiaro che non abbiamo mai pagato un solo dollaro» giurano. «Solo qualche cena, un regalino, una serata in balera».

Poi, certo, sono cominciate ad arrivare le email. «Mi amor», e vai con la lista della spesa. «Mi vida», puoi mandarmi un mp3? Un computer, un videoregistratore? E le ultime Nike per mio figlio, un telefonino, un lettore di compact? E gli occhiali per la vecchia madre, grazie mille, che ti saluta tanto e aspetta con ansia il tuo ritorno?
Ma le rotte dell'amore funzionano esattamente così. «Uno scambio alla pari, in cui tutti sono felici» l'ha definito il regista di Vers le Sud, Laurent Cantet. «Tutti guadagnano qualcosa: chi soldi e cibo, chi desiderio e amore». Per dirla con Alessandra Graziottin: «Non sono storie di mero sfruttamento. Non è come il turismo maschile, con la nevrosi della conquista sempre diversa, una botta e via. Le donne tendono comunque a costruire un rapporto affettivo, che magari dura negli anni; e in questo legame, anche se fluido, ognuna delle parti dà  quello che ha in abbondanza: giovinezza e virilità , o denaro e aiuti per la famiglia. Ci sono famiglie, nel Terzo mondo, che campano grazie alle donne del Primo».

Le nostre Ellen, le 35-45enni in carriera, single o scoppiate, e le 50-60enni separate o divorziate, quelle che proprio non riescono a rimettersi dallo shock di essere rimaste sole. Fascia perlopiù medio-alta, metropolitana, settentrionale. Più sportive sessualmente le giovani, più segretamente romantiche le altre. Nessuna delle due categorie raggiunge per ora l'acre cinismo di quelle manager americane (le statistiche le descrivono single, senza figli, molto curate, molto deluse, molto evitanti) che fanno del «no engagement, no commitment» il loro must emotivo-sentimentale.

Le italiane no: partono con il preservativo in borsetta «ma poi si dimenticano di usarlo perchè si innamorano» sospira Graziottin. Partono ben decise a tenere il cuore in frigorifero «ma poi il sogno romantico le tradisce sempre». Partono piene di aspettative e tornano... come tornano?
«Più belle, più cariche, più consapevoli della loro femminilità . Più gratificate e più felici» dice la ginecologa. Ma una volta a casa la depressione è dietro l'angolo; il ritorno al tran tran le uccide, il sogno esotico rischia di logorarle. Quand'è che si riparte?
«Soprattutto a quarant'anni la botta rischia di essere micidiale» riflette Manuela Stefani, giornalista (e madre di tre figli) che per Airone ha girato il mondo, vedendone di cotte e di crude. Nel suo primo romanzo, La casa degli ulivi (Mondadori), racconta per l'appunto di una milanese quarantenne, single intristita, che decide di darsi una botta di vita e parte per un viaggio.

Anzichè in Giamaica va in Calabria (la storia è ambientata negli anni Ottanta, quando la Giamaica era ancora di là  da venire), ma incontra comunque un «indigeno», e ovviamente se ne innamora. Sostiene Stefani che il meccanismo è quasi matematico: «A 40 anni parecchie di noi si sono già  scontrate con la vita, hanno fatto un po' di conti, hanno visto naufragare più di un sogno romantico, anche quelli molto, molto ragionevoli. Il quotidiano ci ha deluso, le prospettive sono deprimenti. Ecco allora che il viaggio diventa l'occasione per ridare slancio alla propria esistenza. Anche emotivamente. Anche sessualmente».

E allora ecco che sono evitate, come la peste, le rotte verso lo Sri Lanka che tanto piacciono alle tardone americane, là  dove «i ragazzi sono dolci, e carini, e un po' femminili, e omaggiano le turiste in continuazione» come racconta la scrittrice Roberta Tatafiore, una delle prime ad aver indagato l'universo degli Uomini di piacere e donne che li comprano (Frontiera).
Alla larga dai centri di Bangkok specializzati in massaggi sadomaso, che secondo il Telefonoblu sono «la meta preferita dei charter carichi di donne giapponesi».
Le mete più care alle Ellen di casa nostra sono ben altre, là  dove regnano il maschio di tipo latino e l'adone di pelle scura, simbolo a tutto tondo dell'uomo che non deve chiedere mai. Ossia: «Cuba, i Caraibi, il Marocco, la Tunisia, il Kenya, il Senegal, Capo Verde» elenca Pierre Orsoni, che a Telefonoblu monitorizza rotte e mete preoccupandosi di un possibile sfruttamento sessuale degli adolescenti indigeni

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jhonnybuccia
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Re: Quelle che gli uomini li pagano

#2 Messaggio da jhonnybuccia »

milkmen ha scritto:Sono ragazze di 30 e 40 anni...
che brutta roba. capace che le rimbalzano pure i mandingo.

:)
incerto al 76%.

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francopp
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#3 Messaggio da francopp »

trovo molto interessante questo argomeno. Diciamo che la mia curiosità  mi spinge a capire... Mi piacerebbe poter parlare con delle donne/ragazze che hanno avuto questo tipo di rapporto a pagamento con degli uomini.
Ho trovato su facebook un gruppo interessante che sembra una falsa fotocopia di questa discussione.. lo segnalo: http://www.facebook.com/profile.php?id= ... 827&ref=ts
Inoltre segnalo che su Viveer.com vi è un discreto assortimento di ragazzi: http://www.viveer.com/Man.aspx

Ripeto, se vi fosse qualche ragazza disposta a raccontarmi una sua avventura a pagamento, sarei davvero onorato... L'idea non mi dispiace affatto! Magari un giorno chissà ...

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Pim
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#4 Messaggio da Pim »

sono certa che con tutte le donne che ci sono qua,

senz'altro qualcuna ha pagato,

che racconti!!!


:DDD :DDD

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australiano
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#5 Messaggio da australiano »

Pimpipessa ha scritto:sono certa che con tutte le donne che ci sono qua,

senz'altro qualcuna ha pagato,

che racconti!!!


:DDD :DDD
comincia tu!

8)

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Pim
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#6 Messaggio da Pim »

io no pagato,
son banale :cry:

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Ortheus
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#7 Messaggio da Ortheus »

Pimpipessa ha scritto:io no pagato,
son banale :cry:


Sei sempre in tempo.

Normalmente prendo 300 € per un'ora.


a per te facciamo 2 € tutto il giorno.....



:-D
Non votate per me. Io sono fuori dal Cerchio Magico.

tiffany rayne
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#8 Messaggio da tiffany rayne »

Nelle (rare) immagini Ortheus prima di ingrassare. Prendeva 600 euro per un'ora.

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#9 Messaggio da alex1jd1 »

se avessi avuto il fisico giusto non mi sarebbe dispiaciuto mettermi in vendita..... per compensare il concetto di donna oggetto, sono favorevole all'uomo aggetto

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#10 Messaggio da Nail »

alex1jd1 ha scritto:se avessi avuto il fisico giusto non mi sarebbe dispiaciuto mettermi in vendita..... per compensare il concetto di donna oggetto, sono favorevole all'uomo aggetto
Boh, io devo impegnarmi per scopare a titolo gratuito. Non riesco nemmeno ad immaginare di essere pagato :D
I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini.

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#11 Messaggio da pan »

Quando uscirono i primi cellulari un tecnico della tim m'insegnó un trucco per spiare le segreterie telefoniche. Da un'inserzione di giornale m'infilai in quella di un gigolo e chiamai una tizia che richiedeva il suo intervento. Erano le 2 di notte, mi rispose una voce matura che non tardó a fornire tutte le indicazioni. Era una prof universitaria del capoluogo di una provincia limitrofa. Dissi che ero stanchissimo e ci mettemmo a parlare. Insegnava filologia romanza ed era giorno fatto quando ci addentrammo in certe peculiarità  del "Don Qujote" di Cervantes. Solo allora ebbe un sussulto di lucidità  e mi chiese chi fossi in realtà . Risposi che per una notte così non sarebbero bastate 200.000 lire, ma che per lei era gratis.

Mai più risentita.

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#12 Messaggio da immobile0 »

Se inizia a pagare anche mia moglie siamo rovinati!!

:041

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Re: Quelle che gli uomini li pagano

#13 Messaggio da bellavista »

milkmen ha scritto:In rapida sequenza: Massimo Giletti (28%), Carlo Conti (25%), Lamberto Sposini (16%), Max Giusti (15%), Ezio Greggio (8%).

Traduzione a braccio: le italiane per trasgredire vogliono un uomo rassicurante, mediamente acculturato - meglio se loquace -, brillante - per non dire comico -, non necessariamente un adone.
Mi viene dal cuore un: mavaccagare và  :lol:

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#14 Messaggio da mr. brownstone »

chissà  se qualche gigoló accetta anche il baratto
"la realtà è una stampella per la gente che non regge le droghe"

docu
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Re: Quelle che gli uomini li pagano

#15 Messaggio da docu »

milkmen ha scritto: Perchè alle intervistate è stato anche chiesto di fare dei nomi famosi. In rapida sequenza: Massimo Giletti (28%)
proprio una checca doveva vincere???

:DDD :DDD :DDD

tutte baggianate ...


sono impegnato se no vi illustravo meglio il fenomeno ...

cmq un gigoló

l'ho già  messo KO fregandogli la donna...

con tutto il fisico ed il cazzone...

alla fine...

è altro a contare

:wink:
Voi date poca cosa dando cio' che possedete. E'quando donate voi stessi che donate veramente.
-Kahlil Gibran-

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