[O.T.] Aria di fascismo
Moderatori: Super Zeta, AlexSmith, Pim, Moderatore1
-
- Impulsi superiori
- Messaggi: 1104
- Iscritto il: 23/05/2022, 20:47
- Località: Torino
Re: [O.T.] Aria di fascismo
A parte il tatuaggio, è molto più inguardabile della Schlein.
Manco per un veloce pompino va bene (me lo farebbe ammosciare nel giro di poco tempo).
Ma tutte la Lega e FDI sforna tutte queste "tope da università"?
Manco per un veloce pompino va bene (me lo farebbe ammosciare nel giro di poco tempo).
Ma tutte la Lega e FDI sforna tutte queste "tope da università"?
- hermafroditos
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 5512
- Iscritto il: 23/03/2022, 21:55
Re: [O.T.] Aria di fascismo
Chissà che dirà il Venezialegionofdoom ha scritto: ↑12/05/2023, 0:31A parte il tatuaggio, è molto più inguardabile della Schlein.
Manco per un veloce pompino va bene (me lo farebbe ammosciare nel giro di poco tempo).
Ma tutte la Lega e FDI sforna tutte queste "tope da università"?
Re: [O.T.] Aria di fascismo
Il Fascista Kalergi
Paneuropa e Fascismo: colloquio col Conte R.N. Coudenhove Kalergi”
di Julius Evola
Tratto da “Il Regime Fascista”, 14 maggio 1933
Attualmente si trova a Roma il conte Coudenhove-Kalergi, il noto promotore del cosidetto movimento «paneuropeo», autore, in pari tempo, di varie pregevoli opere di filosofia e di politica. Il conte Coudenhove è venuto fra noi principalmente per prendere contatto con Mussolini e per avere una sensazione diretta della parte che l’Italia nuova può avere nei riguardi del problema della unificazione della dilacerata realtà politica e spirituale del nostro continente. Essendo già da tempo in rapporto con lui, abbiamo avuto modo di avere col capo del movimento paneuropeo degli interessanti incontri: ed egli ha anche accolto di buon grado il desiderio, che gli abbiamo trasmesso da parte dell’on. Farinacci, di esporre direttamente per Regime Fascista i suoi più recenti punti di vista europei.
«Vi sono tre grandi problemi politici, in relazione ai quali l’Europa oggi si trova in crisi – ci dice dunque il conte Coudenhove – cioè: il problema della riforma costituzionale, il problema sociale ed il problema europeo in senso stretto. Fra le varie nazioni, l’Italia fascista è quella che ha dato il maggior contributo alla soluzione dei due primi punti. Essa ha già lasciato dietro di sé il problema della riforma costituzionale; ha dato gli elementi necessari per la soluzione del secondo problema, del problema sociale; è destinata ad affrontare efficacemente il terzo e più alto problema: il problema europeo».
«In che senso pensa Lei che la soluzione fascista, in sede di costituzione e in sede sociale – domandiamo – possa avere valore di soluzione internazionale, quanto quelle marxistiche e bolsceviche pretendono di esserlo?».
«La costituzione fascista può aver valore non pure italiano, ma in genere europeo – risponde il Coudenhove – in quanto esprime un saggio contemperamento del principio autoritario e aristocratico con quel che può esservi di sano nel principio democratico. Essa concede spazio al diritto e all’illuminato comando di personalità superiori, e nello stesso tempo dà salda base al principio del riconoscimento, della libera adesione e della cooperazione disciplinando ogni forza in nome della superiore idea della Nazione. L’anima europea, nella mia concezione, è caratterizzata da tre componenti fondamentali: eroismo, personalità e socialità. Poiché la soluzione fascista le comprende tutte e tre in un saggio equilibrio, così essa ci si presenta come la più atta ad assumere carattere di universalità europea.
«Dal punto di vista sociale il contributo fascista consiste essenzialmente nella nuova idea corporativa quale superamento integrativo di quel che poteva esservi di positivo nel famoso mito marxista della lotta di classe», continua il conte Coudenhove. «A tale riguardo, sulla base di una riforma corporativa da attuarsi all’interno dei principali Stati, non mi sembra anzi da escludersi la stessa idea di una futura camera corporativa europea, intesa a studiare totalitariamente e senza vincoli i problemi tecnici più vitali che si pongono all’economia complessiva dei nostro continente al fine di giungere agli stessi risultati, per i quali, invece, si invocavano le utopie dell’Internazionale rossa. Su questo stesso piano, mi sembra importante rilevare che fra i torti dei regime democratico sta quello di aver dato modo al parlamentarismo di scalare la politica. Per me, è una esigenza imprescindibile in un piano di risanamento separare l’elemento economico dall’elemento politico, cosa che già si ottiene con la trasformazione fascista del Parlamento in Camera corporativa. Naturalmente, il fine, qui non deve essere una scissione, ma restituire alla politica la sua libertà, non vincolarla all’economia (come nell’ideologia di sinistra), permetterle invece un saggio controllo razionalizzatore dall’alto sulla stessa economia quando determinate necessità lo impongano».
Ritornando all’idea di una solidarietà europea, domandiamo al conte Coudenhove, su che piano egli crede che tale collaborazione sia necessaria.
«Nei riguardi di tre principali unità: unità economica, unità di politica estera, nel senso di una politica unitaria delle nazioni europee nei confronti di quelle non europee, infine unità militare. Per un vero risanamento europeo non si saprebbe prescindere dall’intesa delle principali potenze europee su questi tre punti. Per il resto resterebbe a loro la più ampia indipendenza di iniziative».
Sappiamo che al Coudenhove e stato spesso rimproverato il suo pacifismo. Cosi noi affrontiamo in pieno la quistione, domandandogli di che pacifismo egli ha inteso parlare – cioè: se egli difende l’ideale generico e antivirile della pace, denegando il significato superiore, spirituale, che l’esperienza e le prove di una guerra possono offrire sia ai singoli che alle razze – ovvero se egli difende un pacifismo intereuropeo, destinato solo ad unificare le varie forze europee, non escludendo che per il blocco unitario e concorde di potenza europea, che cosi si otterrebbe, possa valere nuovamente e ancora un ideale imperiale e suprematistico delle nostre razze di fronte alle restanti forze del mondo.
Il Coudenhove non ha difficoltà a riconoscere che le sue idee si muovono, in fondo, soprattutto nella seconda direzione. Ed egli ricorda come spesso abbia invocato la pacificazione interna europea solo perché è puerile persistere nel paralizzare reciprocamente le forze economiche e militari dei vari stati europei – laddove di fronte alle tre massime potenze antieuropee: Russia, Asia ed America, si imporrebbe e sarebbe salutare una unità difensiva e fors’anche offensiva europea.
«Per quel che riguarda il lato più immediato e politico del problema della solidarietà europea – soggiunge il conte Coudenhove – si tratta soprattutto di controbilanciare la varie forze, più che non tendere a costituire dei blocchi unilaterali di alleanza. Da questo punto di vista, io ritengo essenziale per l’idea paneuropea, gittar le basi di una intesa franco-italiana, e ciò per un doppio fine: anzitutto perché solo per tal via si può giungere ad un equilibrio fra i due massimi elementi della civiltà europea, quello latino e quello tedesco, equilibrio che preverrebbe ogni risorgenza di tendenze egemonistiche sia dall’una che dall’altra parte. In secondo luogo, di fronte ad una intesa franco-italiana verrebbero automaticamente meno le ragioni della Piccola Intesa, e si risolverebbe facilmente il problema relativo ai piccoli Stati dell’Europa orientale: cosa a mio avviso assai importante, perché ritengo che appunto da tali Stati potrebbe partir l’incentivo più prossimo per una nuova conflagrazione, che comprometterebbe certamente i destini di tutta la nostra civiltà».
Il conte Coudenhove sa naturalmente che le nostre idee personali sarebbero piuttosto orientate verso una unificazione europea sulla base preliminare di un blocco italo-germanico aderente nel modo più stretto a idealità di tipo imperiale e fascista. Non nascondendo però l’ostacolo che a prospettive del genere costituirebbe il ritorno della Germania ad un razzismo esclusivista e in fondo materialista, noi domandiamo al Conte, in ogni modo, come egli considera la quistione franco-tedesca.
Kalergi: “Per la sua indipendenza dalle contingenze e dalle crisi dei regimi parlamentaristici, l’Italia oggi è la nazione più atta a condurre una politica internazionale di grande respiro. (…) È giunto il momento, per il Fascismo, di dirigere la sua attenzione (…) al problema dell’Europa (…). E la sensibilità per il momento giusto, unito ad un latino senso d’equilibrio, è una delle doti più spiccate del genio di Mussolini”
«Questa quistione corrisponde effettivamente all’ostacolo fondamentale per la realizzazione di una idea paneuropea – risponde il Coudenhove – ed io ritengo che, per risolverla, il miglior modo è giungervi indirettamente, voglio dire: mediante quella politica internazionale e di equilibrio e di compensazione di forze europee, di cui poco fa ho parlato, e che ha un significato soprattutto tattico e preventivo nei riguardi di una possibile divergenza franco-germanica, restando ferma la maggior affinità che per costituzione politica e formazione etica può esistere fra Germania e Italia.
E qui viene in luce la parte di prim’ordine riservata alla vostra nazione nei riguardi di una possibile «Paneuropa». Per la sua indipendenza dalle contingenze e dalle crisi dei regimi parlamentaristici, l’Italia oggi è la nazione più atta a condurre una politica internazionale di grande respiro. Praticamente, l’Italia ha modo di divenir l’arbitra – col suo atteggiamento – dei rapporti fra Germania e Francia: e questo può essere il primo passo su di una nuova via. È giunto il momento, per il Fascismo, di dirigere la sua attenzione, oltre che al problema sociale e costituzionale, nei riguardi del quale il suo ciclo ricostruttivo è compiuto, al problema dell’Europa, inquantoché, data la situazione attuale e gli ultimi rivolgimenti della politica internazionale europea l’Italia si trova veramente ad avere fra le mani le chiavi del destino del nostro continente. E la sensibilità per il momento giusto, unito ad un latino senso d’equilibrio, è una delle doti più spiccate del genio di Mussolini.
«E appunto la mia ferma convinzione circa la missione supernazionale del Fascismo che mi ha condotto a Roma, ove ho avuto l’onore di essere stato ricevuto due volte e con tutta cordialità dal Duce» conclude il conte Coudenhove-Kalergi. «Ed io spero sinceramente che la nuova Italia resterà fedele alla sua grande tradizione, agendo con ogni mezzo per quella idea europea, formulata già da Dante, attuata spiritualmente dalla Chiesa di Roma, realizzata militarmente l’ultima volta dall’italiano Napoleone, infine, più modernamente ripresa, dal mito mazziniano della “Nuova Europa”».
Paneuropa e Fascismo: colloquio col Conte R.N. Coudenhove Kalergi”
di Julius Evola
Tratto da “Il Regime Fascista”, 14 maggio 1933
Attualmente si trova a Roma il conte Coudenhove-Kalergi, il noto promotore del cosidetto movimento «paneuropeo», autore, in pari tempo, di varie pregevoli opere di filosofia e di politica. Il conte Coudenhove è venuto fra noi principalmente per prendere contatto con Mussolini e per avere una sensazione diretta della parte che l’Italia nuova può avere nei riguardi del problema della unificazione della dilacerata realtà politica e spirituale del nostro continente. Essendo già da tempo in rapporto con lui, abbiamo avuto modo di avere col capo del movimento paneuropeo degli interessanti incontri: ed egli ha anche accolto di buon grado il desiderio, che gli abbiamo trasmesso da parte dell’on. Farinacci, di esporre direttamente per Regime Fascista i suoi più recenti punti di vista europei.
«Vi sono tre grandi problemi politici, in relazione ai quali l’Europa oggi si trova in crisi – ci dice dunque il conte Coudenhove – cioè: il problema della riforma costituzionale, il problema sociale ed il problema europeo in senso stretto. Fra le varie nazioni, l’Italia fascista è quella che ha dato il maggior contributo alla soluzione dei due primi punti. Essa ha già lasciato dietro di sé il problema della riforma costituzionale; ha dato gli elementi necessari per la soluzione del secondo problema, del problema sociale; è destinata ad affrontare efficacemente il terzo e più alto problema: il problema europeo».
«In che senso pensa Lei che la soluzione fascista, in sede di costituzione e in sede sociale – domandiamo – possa avere valore di soluzione internazionale, quanto quelle marxistiche e bolsceviche pretendono di esserlo?».
«La costituzione fascista può aver valore non pure italiano, ma in genere europeo – risponde il Coudenhove – in quanto esprime un saggio contemperamento del principio autoritario e aristocratico con quel che può esservi di sano nel principio democratico. Essa concede spazio al diritto e all’illuminato comando di personalità superiori, e nello stesso tempo dà salda base al principio del riconoscimento, della libera adesione e della cooperazione disciplinando ogni forza in nome della superiore idea della Nazione. L’anima europea, nella mia concezione, è caratterizzata da tre componenti fondamentali: eroismo, personalità e socialità. Poiché la soluzione fascista le comprende tutte e tre in un saggio equilibrio, così essa ci si presenta come la più atta ad assumere carattere di universalità europea.
«Dal punto di vista sociale il contributo fascista consiste essenzialmente nella nuova idea corporativa quale superamento integrativo di quel che poteva esservi di positivo nel famoso mito marxista della lotta di classe», continua il conte Coudenhove. «A tale riguardo, sulla base di una riforma corporativa da attuarsi all’interno dei principali Stati, non mi sembra anzi da escludersi la stessa idea di una futura camera corporativa europea, intesa a studiare totalitariamente e senza vincoli i problemi tecnici più vitali che si pongono all’economia complessiva dei nostro continente al fine di giungere agli stessi risultati, per i quali, invece, si invocavano le utopie dell’Internazionale rossa. Su questo stesso piano, mi sembra importante rilevare che fra i torti dei regime democratico sta quello di aver dato modo al parlamentarismo di scalare la politica. Per me, è una esigenza imprescindibile in un piano di risanamento separare l’elemento economico dall’elemento politico, cosa che già si ottiene con la trasformazione fascista del Parlamento in Camera corporativa. Naturalmente, il fine, qui non deve essere una scissione, ma restituire alla politica la sua libertà, non vincolarla all’economia (come nell’ideologia di sinistra), permetterle invece un saggio controllo razionalizzatore dall’alto sulla stessa economia quando determinate necessità lo impongano».
Ritornando all’idea di una solidarietà europea, domandiamo al conte Coudenhove, su che piano egli crede che tale collaborazione sia necessaria.
«Nei riguardi di tre principali unità: unità economica, unità di politica estera, nel senso di una politica unitaria delle nazioni europee nei confronti di quelle non europee, infine unità militare. Per un vero risanamento europeo non si saprebbe prescindere dall’intesa delle principali potenze europee su questi tre punti. Per il resto resterebbe a loro la più ampia indipendenza di iniziative».
Sappiamo che al Coudenhove e stato spesso rimproverato il suo pacifismo. Cosi noi affrontiamo in pieno la quistione, domandandogli di che pacifismo egli ha inteso parlare – cioè: se egli difende l’ideale generico e antivirile della pace, denegando il significato superiore, spirituale, che l’esperienza e le prove di una guerra possono offrire sia ai singoli che alle razze – ovvero se egli difende un pacifismo intereuropeo, destinato solo ad unificare le varie forze europee, non escludendo che per il blocco unitario e concorde di potenza europea, che cosi si otterrebbe, possa valere nuovamente e ancora un ideale imperiale e suprematistico delle nostre razze di fronte alle restanti forze del mondo.
Il Coudenhove non ha difficoltà a riconoscere che le sue idee si muovono, in fondo, soprattutto nella seconda direzione. Ed egli ricorda come spesso abbia invocato la pacificazione interna europea solo perché è puerile persistere nel paralizzare reciprocamente le forze economiche e militari dei vari stati europei – laddove di fronte alle tre massime potenze antieuropee: Russia, Asia ed America, si imporrebbe e sarebbe salutare una unità difensiva e fors’anche offensiva europea.
«Per quel che riguarda il lato più immediato e politico del problema della solidarietà europea – soggiunge il conte Coudenhove – si tratta soprattutto di controbilanciare la varie forze, più che non tendere a costituire dei blocchi unilaterali di alleanza. Da questo punto di vista, io ritengo essenziale per l’idea paneuropea, gittar le basi di una intesa franco-italiana, e ciò per un doppio fine: anzitutto perché solo per tal via si può giungere ad un equilibrio fra i due massimi elementi della civiltà europea, quello latino e quello tedesco, equilibrio che preverrebbe ogni risorgenza di tendenze egemonistiche sia dall’una che dall’altra parte. In secondo luogo, di fronte ad una intesa franco-italiana verrebbero automaticamente meno le ragioni della Piccola Intesa, e si risolverebbe facilmente il problema relativo ai piccoli Stati dell’Europa orientale: cosa a mio avviso assai importante, perché ritengo che appunto da tali Stati potrebbe partir l’incentivo più prossimo per una nuova conflagrazione, che comprometterebbe certamente i destini di tutta la nostra civiltà».
Il conte Coudenhove sa naturalmente che le nostre idee personali sarebbero piuttosto orientate verso una unificazione europea sulla base preliminare di un blocco italo-germanico aderente nel modo più stretto a idealità di tipo imperiale e fascista. Non nascondendo però l’ostacolo che a prospettive del genere costituirebbe il ritorno della Germania ad un razzismo esclusivista e in fondo materialista, noi domandiamo al Conte, in ogni modo, come egli considera la quistione franco-tedesca.
Kalergi: “Per la sua indipendenza dalle contingenze e dalle crisi dei regimi parlamentaristici, l’Italia oggi è la nazione più atta a condurre una politica internazionale di grande respiro. (…) È giunto il momento, per il Fascismo, di dirigere la sua attenzione (…) al problema dell’Europa (…). E la sensibilità per il momento giusto, unito ad un latino senso d’equilibrio, è una delle doti più spiccate del genio di Mussolini”
«Questa quistione corrisponde effettivamente all’ostacolo fondamentale per la realizzazione di una idea paneuropea – risponde il Coudenhove – ed io ritengo che, per risolverla, il miglior modo è giungervi indirettamente, voglio dire: mediante quella politica internazionale e di equilibrio e di compensazione di forze europee, di cui poco fa ho parlato, e che ha un significato soprattutto tattico e preventivo nei riguardi di una possibile divergenza franco-germanica, restando ferma la maggior affinità che per costituzione politica e formazione etica può esistere fra Germania e Italia.
E qui viene in luce la parte di prim’ordine riservata alla vostra nazione nei riguardi di una possibile «Paneuropa». Per la sua indipendenza dalle contingenze e dalle crisi dei regimi parlamentaristici, l’Italia oggi è la nazione più atta a condurre una politica internazionale di grande respiro. Praticamente, l’Italia ha modo di divenir l’arbitra – col suo atteggiamento – dei rapporti fra Germania e Francia: e questo può essere il primo passo su di una nuova via. È giunto il momento, per il Fascismo, di dirigere la sua attenzione, oltre che al problema sociale e costituzionale, nei riguardi del quale il suo ciclo ricostruttivo è compiuto, al problema dell’Europa, inquantoché, data la situazione attuale e gli ultimi rivolgimenti della politica internazionale europea l’Italia si trova veramente ad avere fra le mani le chiavi del destino del nostro continente. E la sensibilità per il momento giusto, unito ad un latino senso d’equilibrio, è una delle doti più spiccate del genio di Mussolini.
«E appunto la mia ferma convinzione circa la missione supernazionale del Fascismo che mi ha condotto a Roma, ove ho avuto l’onore di essere stato ricevuto due volte e con tutta cordialità dal Duce» conclude il conte Coudenhove-Kalergi. «Ed io spero sinceramente che la nuova Italia resterà fedele alla sua grande tradizione, agendo con ogni mezzo per quella idea europea, formulata già da Dante, attuata spiritualmente dalla Chiesa di Roma, realizzata militarmente l’ultima volta dall’italiano Napoleone, infine, più modernamente ripresa, dal mito mazziniano della “Nuova Europa”».
DEMENTIA JOE PRESIDENT OF FREEDONIA
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GIORGIA
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GIORGIA
- hermafroditos
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 5512
- Iscritto il: 23/03/2022, 21:55
Re: [O.T.] Aria di fascismo
Dostuuuum, sei tornato! Che bello!
Re: [O.T.] Aria di fascismo
A Salò è ancora più grave! cosa fa la Digos e l'AISI ?
aluti romani e poster di Mussolini: cena fascista in un ristorante bresciano
Sull'accaduto starebbe già indagando la Procura
Avolte ritornano, purtroppo: sono i nostalgici di una dittatura sanguinaria, inaugurata con lo squadrismo al soldo dei padroni per picchiare e uccidere operai e contadini e conclusa con le leggi razziali e i campi di concentramento (altro che paludi: i campi erano attivi anche in Italia). In occasione dell'anniversario della marcia su Roma – il 28 ottobre scorso – a Salò è stata celebrata una “cena fascista”, che altra definizione non può avere: a Salò, che fu capitale della Repubblica sociale italiana.
Uomini in divisa d'antan, saluti romani a volontà, sullo sfondo del ristorante una gigantografia di Benito Mussolini, dal palco (e tutti in coro) s'intona “Faccetta nera”. Diverse le segnalazioni giunte in redazione, tra cui il video che alleghiamo e pubblichiamo. Su quanto accaduto sarebbe già stata aperta un'inchiesta da parte della Procura.
L'apologia di fascismo
L'apologia di fascismo, ricordiamo, è un reato penale: come da art.4 della L.645/1952, rischia fino a 2 anni di reclusione “chiunque pubblicamente esalti esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le finalità antidemocratiche proprio del partito fascista”. Nell'art.5 si parla di “manifestazioni fasciste”: rischia l'arresto fino a 3 mesi “chiunque con parole, gesti o in qualunque altro modo compie pubblicamente manifestazioni usuali al disciolto partito fascista”. In entrambi i casi sono previste anche sanzioni pecuniarie e l'interdizione ai pubblici uffici.
aluti romani e poster di Mussolini: cena fascista in un ristorante bresciano
Sull'accaduto starebbe già indagando la Procura
Avolte ritornano, purtroppo: sono i nostalgici di una dittatura sanguinaria, inaugurata con lo squadrismo al soldo dei padroni per picchiare e uccidere operai e contadini e conclusa con le leggi razziali e i campi di concentramento (altro che paludi: i campi erano attivi anche in Italia). In occasione dell'anniversario della marcia su Roma – il 28 ottobre scorso – a Salò è stata celebrata una “cena fascista”, che altra definizione non può avere: a Salò, che fu capitale della Repubblica sociale italiana.
Uomini in divisa d'antan, saluti romani a volontà, sullo sfondo del ristorante una gigantografia di Benito Mussolini, dal palco (e tutti in coro) s'intona “Faccetta nera”. Diverse le segnalazioni giunte in redazione, tra cui il video che alleghiamo e pubblichiamo. Su quanto accaduto sarebbe già stata aperta un'inchiesta da parte della Procura.
L'apologia di fascismo
L'apologia di fascismo, ricordiamo, è un reato penale: come da art.4 della L.645/1952, rischia fino a 2 anni di reclusione “chiunque pubblicamente esalti esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le finalità antidemocratiche proprio del partito fascista”. Nell'art.5 si parla di “manifestazioni fasciste”: rischia l'arresto fino a 3 mesi “chiunque con parole, gesti o in qualunque altro modo compie pubblicamente manifestazioni usuali al disciolto partito fascista”. In entrambi i casi sono previste anche sanzioni pecuniarie e l'interdizione ai pubblici uffici.
DEMENTIA JOE PRESIDENT OF FREEDONIA
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GIORGIA
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GIORGIA
- OSCAR VENEZIA
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 13542
- Iscritto il: 12/02/2009, 15:54
Re: [O.T.] Aria di fascismo
Questa abitudine consolidata di dare del fascista a cicche e sia un po’ e’ facile propaganda, metodi di lotta politica che il comunista apprende fin dagli esordi della sua militanza ,per il resto in Italia si spiega con la natura stessa del cattocomunista.
Chi e’ il cattocomunista ? C’è lo siamo mai chiesti veramente ? E’ un soggetto che fra le altre cose sostanzialmente teorizza l’esistenza dello Stato solo a livello amministrativo. depotenziandone tutti gli altri aspetti ancorché necessari alla sopravvivenza dello Stato stesso. Il cattocomunista si vergogna dello stato nella sua accezione compiuta vagheggiando una comunità’ pacifica e ribellistica al tempo medesimo dedita ad un’economia di sussistenza, a fiaccolate e girotondi politici, ed a porre in essere comportamenti evitanti verso i doveri che lo stato deve compiere per assicurare perennita’ e prosperità.
Chiaro che con queste premesse tutto e’ fascismo.
Mi viene in mente quell’architetto disgraziato e neghittoso che anni fa aveva proposto la
“ ruderizzazione’ dell’altare della Patria. Simbolo incontrovertibile di appartenenza .Oggi il più visitato monumento romano con mandrie di turisti che vi si accalcano ad ogni ora del giorno.
Re: [O.T.] Aria di fascismo
P.S.
Oscar l'altare della patria lo venderei agli arabi:in mezzo al deserto starebbe assai meglio e ci faremmo soldi
DEMENTIA JOE PRESIDENT OF FREEDONIA
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GIORGIA
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GIORGIA
- SoTTO di nove
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 29249
- Iscritto il: 11/08/2011, 1:05
Re: [O.T.] Aria di fascismo
Ormai lo vedono ovunque. Sono ossessionati
https://www.lanazione.it/firenze/cronac ... e-f9b06ca8
https://www.lanazione.it/firenze/cronac ... e-f9b06ca8
Dòni, sa tirìa e cul indrìa, la capela la'n va avantei / Donne, se tirate il culo indietro, la cappella non va avanti. BITLIS
Quando la fatica supera il gusto e ora di lasciar perdere la Patacca e attaccarsi al lambrusco. Giacobazzi
Quando la fatica supera il gusto e ora di lasciar perdere la Patacca e attaccarsi al lambrusco. Giacobazzi
- GeishaBalls
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 10559
- Iscritto il: 23/09/2010, 14:34
- Località: BO
Re: [O.T.] Aria di fascismo
Ma l’Altare della Patria è fascista, oltre che brutto? A me risultava costruito prima ed in onore al Risorgimento e Vittorio Emanuele però se vogliamo ha anche l’ingrato compito del “simbolo incontrovertibile di appartenenza” al fascismo lo affossiamo.
Smontiamolo e mettiamolo su una duna Saudita, allora
Smontiamolo e mettiamolo su una duna Saudita, allora
Re: [O.T.] Aria di fascismo
Mhhhh tutto sommato è così rispetto al resto del centro è un pugno nell'occhioGeishaBalls ha scritto: ↑13/12/2023, 12:10Ma l’Altare della Patria è fascista, oltre che brutto? A me risultava costruito prima ed in onore al Risorgimento e Vittorio Emanuele però se vogliamo ha anche l’ingrato compito del “simbolo incontrovertibile di appartenenza” al fascismo lo affossiamo.
Smontiamolo e mettiamolo su una duna Saudita, allora
https://www.romafelix.it/vittoriano-o-a ... monumento/
compresa la scelta di un curioso tipo di marmo
https://shazarch.com/it/blog/409/
lo vedrei bene in arabia basta cambiare la statua di Vittorio Emanuele II con quella di Lawrence e darei in offerta altro edificio brutto ed inutile la nuvola di Fuksas ed il lugubre Palazzaccio
il progetto originario era molto meglio
DEMENTIA JOE PRESIDENT OF FREEDONIA
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GIORGIA
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GIORGIA
- GeishaBalls
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 10559
- Iscritto il: 23/09/2010, 14:34
- Località: BO
Re: [O.T.] Aria di fascismo
Secondo me con il travertino avrebbe dato meno fastidio, sarebbe sembrato più caldo e meno supponente, meno tronfio
Re: [O.T.] Aria di fascismo
A me è sempre piaciuto, come mi è sempre piaciuta l'architettura fascista. L'eur ha un fascino incredibile. Solo perché si è antifascisti non bisogna dire che l'estetica fascista sia roba brutta
Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione
Re: [O.T.] Aria di fascismo
torniamo IT
DEMENTIA JOE PRESIDENT OF FREEDONIA
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GIORGIA
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GIORGIA
- GeishaBalls
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 10559
- Iscritto il: 23/09/2010, 14:34
- Località: BO
Re: [O.T.] Aria di fascismo
L’EUR è un posto bellissimo, il Vittoriale è una roba pretenziosa, troppo grande e troppo bianca. Il fascismo è arrivato trent’anni dopo, anche quello roba da ometti pretenziosi
Forse è per quella prosopopea che si pensa sia fascista, anzi “simbolo incontrovertibile…”