chi puó, vada.
sarà entrare nella teca cranica di un genio assoluto.
senza pregiudizi ci si lasci avvolgere dalla violenza e dalla bellezza, dall'inventiva di un
terrunciello che con solo due segni di pennarello avrebbe potuto spezzare le reni ai grandi del passato.
andrea pazienza ha sghignazzato e sussurrato tutto quello che poteva ruggire o piagnucolare nella pancia e nel cuore dei piccoli spaventati guerrieri metropolitani degli anni 70.
è stato un arcobaleno di creatività che ha attraversato gli anni '80.
è stato un dio del segno, un cristo della forma, e linguisticamente ha stravolto e reinventato una parte del fumetto italiano.
è un peccato che molti lo rivivranno in differita, senza quella scoperta settimanale dell'aprire il
Male o sfogliare gli ormai preziosissimi
Cannibale o i rivoluzionari
Frigidaire.
pazienza era allegro e sfrontato, ti torce le budella dal dolore o ti solletica la pancia dall'interno facendoti cadere in ginocchio dalle risate, come un Totó spaziale.
pazienza è capace di farti diventare furibondo di rabbia.
ti trasforma in un Pippo sballato, o nel più lurido sei pusher di borgata.
ma poi ti spinge la testa dentro la tenerezza più disarmante, ti fa gocciolare gli occhi seguendo le avventure minime di un extrarrestre che scopre a sue spese cosa sia la gelosia.
ti fa correre per un convitto femminile in fiamme, sentendo in bocca sapore di femmina e incidendoti per sempre nella memoria l'immagine di un pelo pubico tra i denti.
sì, girate per le sale della mostra.
ma poi, fidatevi, sniffate nelle bancarelle e nelle librerie, recuperate, pagate, leggete.
una scoperta che vi farà amare il fumetto, ed il narrare.
andrea pazienza è uno degli
artisti che ho amato di più, e a chi tra voi voglio bene non posso che augurare di scoprirlo e di farlo proprio.
ma andrea è anche uno dei più grandi
coglioni della storia del fumetto, della cultura e dell'arte italiana.
perchè l'uomo le cui santissime mani con pochi tratti hanno saputo creare le curve e le linee e le espressioni e le tette e i tramonti e le automobili e i sorrisi e gli schizzi di sangue e sperma o i portici di bologna o un intricatissimo albero o due ragazzi che scopano tenerissimi nell'erba con le ginocchia sbucciate, un abbraccio, un guizzo, un tetto di casa, una scatola di fiale rubate, i fianchi di una donna, pertini cartoonizzato, labbra, sballati, santi, sbarbe e lenzuola, nasoni, ruscelli,
è anche morto come un
idiota a 32 anni per un'overdose di eroina.
l'ultima pagina della sua ultima opera,
Gli Ultimi Giorni di Pompeo, vi morderà il cuore fino alle lacrime.
cercare, leggere, studiare ed amare.
HB