Inviato: 29/05/2001, 3:31
Il Proto-Pappone è un individuo viscido e spregevole che sfrutta l'ingenuità di giovani e sprovvedute fanciulle, indirizzandole sulla via del porno. Ciononostante alcuni, dopo aver visto Sciuscià , mi abbiano accusato di essere qualcosa di simile e di approfittarmi delle "povere" ragazze di Praga, chi mi conosce (e chiunque altro sia nel settore) sa bene che non v'è nulla di più falso. Dirigere film Hard è la mia professione, che svolgo legittimamente da più di tredici anni, e quando devo fare un casting mi affido ad agenti professionisti. Loro mi presentano le ragazze, io le scelgo, le assumo, le pago, e alla fine calcolo la percentuale che spetta all'agenzia (20%), che liquido a parte, a fronte di regolare ricevuta. In Italia, purtroppo, le agenzie di questo tipo non esistono. Inevitabile, il fiorire di questa nuova pseudo-professione.
Oggi, dovendo per esigenze contrattuali girare alcune scene a Milano, mi sono imbattuto in uno di questi stomachevoli individui: Giuseppe. Giuseppe è un cerebroleso che vive a 30 Km da Biella e che, con l'aiuto della baldracca con cui è fidanzato, è riuscito a circuire diverse ragazze dell'Est ed a portarle in Italia per vivere alle loro spalle.
Cazzi suoi, direte voi. Invece no.
Nel momento in cui lo schifo di cui vi parlo non è più una notizia al telegiornale o un articolo sul Corriere da dimenticare dopo cinque minuti di finto sdegno, ma diventa una situazione che mi coinvolge in prima persona, mi incazzo.
Non sono un crociato, né un paladino della giustizia o della morale, ma semplicemente un professionista di un settore già abbastanza controverso da non aver bisogno che ad esso vengano associati esseri ignobili e meschini. Il buon Giuseppe, che io non avevo il dispiacere di conoscere, porta sul set una ragazzina di 19 anni di Bratislava, dolcissima e spaurita. Durante la prima scena mi accorgo che è terrorizzata nonché disgustata dalla situazione, cosa che dal mio punto di vista non giova ad una buona riuscita del mio prodotto. Durante una pausa la avvicino e scopro che parla un ottimo inglese, cosa più che rara tra le ragazze dell'Est, e soprattutto indice di una levatura sociale di livello (economico) superiore alla media della classe operaia del suo paese. Parlando con lei, che scoppia a piangere come una fontana, scopro altri interessanti fattori che contribuiscono a farmi attorcigliare le budella:
1) Si è data al porno (da 2 settimane) per pagare un debito di 2 milioni che l'ex fidanzato le ha lasciato a Bratislava.
2) L'ex fidanzato in questione è (o era, a seconda delle versioni) il migliore amico della baldracca di Giuseppe.
3) Giuseppe e la baldracca, dopo averla convinta ad entrare a far parte della loro rinomata (ed inesistente) agenzia, l'hanno prelevata, portata in Italia, e piazzata in casa loro. Naturalmente le hanno subito requisito il passaporto.
4) Giuseppe le impedisce di fare qualunque cosa se lui non le sta attaccato al culo.
5) Giuseppe si tiene il 60% dei suoi guadagni, e mente sui compensi che le vengono corrisposti, dimezzandoli già in partenza.
6) Lei vorrebbe scappare, ma è terrorizzata da quello che la coppia di schifosi potrebbe farle.
Tutto ciò sarebbe già più che sufficiente a farmi odiare a morte il buon Giuseppe, ma ho un film da girare, quindi cerco di proseguire con le altre attrici mentre faccio in modo che la dolce diciannovenne debba solo fare una scena con il G-Man (per chi non lo sapesse è una semplice scena di manipolazione del punto-G fatta dal sottoscritto in completino nero e maschera alla Diabolik...). Mi siedo di fianco a lei e le appoggio la mano sul pube, quando la sento stringermi con forza un braccio e sussurrarmi con gli occhi gonfi di lacrime "Aiutami...voglio tornare a casa...".
Posso anche fingere di avere il pelo sullo stomaco perché nei miei racconti è più divertente, ma non è così. Le dico di chiedere a Giuseppe se può restare a Milano stasera per venire a cena con me, con l'intenzione di prenderle un biglietto aereo e rimandarla a casa. Lei chiede, ma Giuseppe nega. Torna, piangendo sempre più disperata, ed implorandomi di parlare con il Pappone. A fine riprese, nel garage della location, lo avvicino con estremo garbo:
-Giuseppe, scusami, volevo chiederti se...-
-Non se ne parla nemmeno!-
-Ma come... non sai nemmeno cosa voglio chiederti...-
-Non me ne frega un cazzo, te ne puoi andare vaffanculo! La ragazza viene via con me, punto e basta!-
-Ma, Giuseppe, questo non è quello che vuole...vorrebbe stare qui stasera e passare la serata con me...è una ragazza maggiorenne e libera, no?-
-No, il suo passaporto ce l'ho io e se voglio la incateno al letto e non la faccio muovere di casa, hai capito? Tu vedi di farti i cazzi tuoi e lasciala stare!-
Cominciano a girarmi considerevolmente i coglioni:
-Giuseppe, scusa... perché ti permetti di parlarmi con questo tono quando io ho solo cercato di farti una domanda, peraltro legittima ed espressione del volere della ragazza?-
-Ascolta, Axel Braun, vai un po' vaffanculo...prima di avere dei problemi-
I problemi, invece li ha avuti lui.
Giuseppe in questo momento è all'ospedale. Di chi è la colpa? Della valanga di cartoni che si è beccato dal sottoscritto... o delle porcherie con le quali si guadagna da vivere distruggendo le vite di qualche sprovveduta che è riuscito ad abbindolare?
Vi chiedo un parere onesto sul mio comportamento. Questo non perché io abbia il benché minimo dubbio sulla sua legittimità , ma solo per capire cosa voi pensiate di una realtà che mi fa vergognare di appartenere al mondo dell'Hard.
Grazie
Axel Braun
Oggi, dovendo per esigenze contrattuali girare alcune scene a Milano, mi sono imbattuto in uno di questi stomachevoli individui: Giuseppe. Giuseppe è un cerebroleso che vive a 30 Km da Biella e che, con l'aiuto della baldracca con cui è fidanzato, è riuscito a circuire diverse ragazze dell'Est ed a portarle in Italia per vivere alle loro spalle.
Cazzi suoi, direte voi. Invece no.
Nel momento in cui lo schifo di cui vi parlo non è più una notizia al telegiornale o un articolo sul Corriere da dimenticare dopo cinque minuti di finto sdegno, ma diventa una situazione che mi coinvolge in prima persona, mi incazzo.
Non sono un crociato, né un paladino della giustizia o della morale, ma semplicemente un professionista di un settore già abbastanza controverso da non aver bisogno che ad esso vengano associati esseri ignobili e meschini. Il buon Giuseppe, che io non avevo il dispiacere di conoscere, porta sul set una ragazzina di 19 anni di Bratislava, dolcissima e spaurita. Durante la prima scena mi accorgo che è terrorizzata nonché disgustata dalla situazione, cosa che dal mio punto di vista non giova ad una buona riuscita del mio prodotto. Durante una pausa la avvicino e scopro che parla un ottimo inglese, cosa più che rara tra le ragazze dell'Est, e soprattutto indice di una levatura sociale di livello (economico) superiore alla media della classe operaia del suo paese. Parlando con lei, che scoppia a piangere come una fontana, scopro altri interessanti fattori che contribuiscono a farmi attorcigliare le budella:
1) Si è data al porno (da 2 settimane) per pagare un debito di 2 milioni che l'ex fidanzato le ha lasciato a Bratislava.
2) L'ex fidanzato in questione è (o era, a seconda delle versioni) il migliore amico della baldracca di Giuseppe.
3) Giuseppe e la baldracca, dopo averla convinta ad entrare a far parte della loro rinomata (ed inesistente) agenzia, l'hanno prelevata, portata in Italia, e piazzata in casa loro. Naturalmente le hanno subito requisito il passaporto.
4) Giuseppe le impedisce di fare qualunque cosa se lui non le sta attaccato al culo.
5) Giuseppe si tiene il 60% dei suoi guadagni, e mente sui compensi che le vengono corrisposti, dimezzandoli già in partenza.
6) Lei vorrebbe scappare, ma è terrorizzata da quello che la coppia di schifosi potrebbe farle.
Tutto ciò sarebbe già più che sufficiente a farmi odiare a morte il buon Giuseppe, ma ho un film da girare, quindi cerco di proseguire con le altre attrici mentre faccio in modo che la dolce diciannovenne debba solo fare una scena con il G-Man (per chi non lo sapesse è una semplice scena di manipolazione del punto-G fatta dal sottoscritto in completino nero e maschera alla Diabolik...). Mi siedo di fianco a lei e le appoggio la mano sul pube, quando la sento stringermi con forza un braccio e sussurrarmi con gli occhi gonfi di lacrime "Aiutami...voglio tornare a casa...".
Posso anche fingere di avere il pelo sullo stomaco perché nei miei racconti è più divertente, ma non è così. Le dico di chiedere a Giuseppe se può restare a Milano stasera per venire a cena con me, con l'intenzione di prenderle un biglietto aereo e rimandarla a casa. Lei chiede, ma Giuseppe nega. Torna, piangendo sempre più disperata, ed implorandomi di parlare con il Pappone. A fine riprese, nel garage della location, lo avvicino con estremo garbo:
-Giuseppe, scusami, volevo chiederti se...-
-Non se ne parla nemmeno!-
-Ma come... non sai nemmeno cosa voglio chiederti...-
-Non me ne frega un cazzo, te ne puoi andare vaffanculo! La ragazza viene via con me, punto e basta!-
-Ma, Giuseppe, questo non è quello che vuole...vorrebbe stare qui stasera e passare la serata con me...è una ragazza maggiorenne e libera, no?-
-No, il suo passaporto ce l'ho io e se voglio la incateno al letto e non la faccio muovere di casa, hai capito? Tu vedi di farti i cazzi tuoi e lasciala stare!-
Cominciano a girarmi considerevolmente i coglioni:
-Giuseppe, scusa... perché ti permetti di parlarmi con questo tono quando io ho solo cercato di farti una domanda, peraltro legittima ed espressione del volere della ragazza?-
-Ascolta, Axel Braun, vai un po' vaffanculo...prima di avere dei problemi-
I problemi, invece li ha avuti lui.
Giuseppe in questo momento è all'ospedale. Di chi è la colpa? Della valanga di cartoni che si è beccato dal sottoscritto... o delle porcherie con le quali si guadagna da vivere distruggendo le vite di qualche sprovveduta che è riuscito ad abbindolare?
Vi chiedo un parere onesto sul mio comportamento. Questo non perché io abbia il benché minimo dubbio sulla sua legittimità , ma solo per capire cosa voi pensiate di una realtà che mi fa vergognare di appartenere al mondo dell'Hard.
Grazie
Axel Braun