[O.T.] DELITTI

Scatta il fluido erotico...

Moderatori: Super Zeta, AlexSmith, Pim, Moderatore1

Messaggio
Autore
Avatar utente
+Fracassato+
Bannato
Bannato
Messaggi: 3406
Iscritto il: 28/06/2011, 16:24
Località: Copyright ©

Re: [O.T.] DELITTI

#2446 Messaggio da +Fracassato+ »

Trace ha scritto:Negli USA hanno una concezione della pena che è completamente diversa da quella europea. Per loro la pena ha un valore unicamente punitivo, una sorta di vendetta della società contro chi ha commesso reati.
E' per questo che Chapman passerà la vita in carcere...dubito molto che avrà mai la libertà sulla parola come la chiamano da quelle parti (d'altronde è la stessa sorte per Sirhan)
In America sì c'è una concezione diversa della pena rispetto all'europa, ma quando inizi ad avere il conto in banca pieno come lo zio paperone ( o anche meno ) difficilmente vai in galera.
Se Chapman avesse avuto un sacco di soldi in carcere non ci sarebbe neanche andato.

Avatar utente
Trace
Primi impulsi
Primi impulsi
Messaggi: 82
Iscritto il: 27/08/2014, 18:36

Re: [O.T.] DELITTI

#2447 Messaggio da Trace »

No ci sarebbe andato...pensa a quel babbione di O.J. Simpson.
Uccise la moglie e l'amante e la fece franca...ma qualche tempo fa commise una rapina e adesso dov'e'? L'ultima volta che ne ho sentito parlare nel 2013 era in carcere a scontare una condanna molto lunga
E si sta parlando di un ricco. (per esempio anche la "geniale" Hilton ha sperimentato il carcere...)

Avatar utente
Drogato_ di_porno
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 71701
Iscritto il: 20/06/2002, 2:00

Re: [O.T.] DELITTI

#2448 Messaggio da Drogato_ di_porno »

dostum ha scritto:«Mi dispiace di essere stato un idiota e di aver scelto il modo sbagliato per raggiungere la gloria».
“Uccidi due persone e sei uno psicopatico. Ne uccidi un milione e sei un conquistatore. Vai a capirci" (cit.)
"Kindly separated by nature and a wide ocean from the exterminating havoc of one quarter of the globe" (Thomas Jefferson)
“Per nostra fortuna la natura ed un vasto oceano ci separano dalle devastazioni sterminatrici di un quarto del globo” (Thomas Jefferson)

Avatar utente
OSCAR VENEZIA
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 13526
Iscritto il: 12/02/2009, 15:54

Re: [O.T.] DELITTI

#2449 Messaggio da OSCAR VENEZIA »

Dostum ma tu sei favorevole per moto i umanitari o perche' detesti Lennon?

Avatar utente
dostum
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 21395
Iscritto il: 18/12/2001, 1:00

Re: [O.T.] DELITTI

#2450 Messaggio da dostum »

OSCAR VENEZIA ha scritto:Dostum ma tu sei favorevole per moto i umanitari o perche' detesti Lennon?

MA PER MOTIVI UMANITARI E' OVVIO!!!!!!! 8) 8) 8) 8) 8) 8) 8) 8) 8) 8) 8) 8) 8) 8) 8) 8) 8) 8) 8) 8) 8) 8) 8) 8) 8) 8) 8)
Le accuse di Mark al povero Lennon di aver tradito la rivoluzione e di vivere da sibarita sono frutto della sua mente (leggermente) fuori squadra :014 come la storia del "piccolo popolo"o uno è S.King
oppure cè qualcosa che non torna,cmq lui è molto più serio del coevo e tanto decantato Ali Agca usa pallottole Dum Dum mira agli organi vitali altro che quello stronzo con i suoi sproloqui misticheggianti.

https://www.facebook.com/pages/Free-Mar ... 4350583206


P.S.
Vedi che sguardo espressivo aveva da ragazzo?
Immagine
DEMENTIA JOE PRESIDENT OF FREEDONIA

Baalkaan hai la machina targata Sassari?

VE LA MERITATE GIORGIA

Avatar utente
OSCAR VENEZIA
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 13526
Iscritto il: 12/02/2009, 15:54

Re: [O.T.] DELITTI

#2451 Messaggio da OSCAR VENEZIA »

Se le sue accuse a Lennon non sono credibili, quali altre qccuse possono essere mosse all'ex Beatle?

Avatar utente
wolf.55
Veterano dell'impulso
Veterano dell'impulso
Messaggi: 2646
Iscritto il: 14/09/2003, 17:01
Località: Roma

Re: [O.T.] DELITTI

#2452 Messaggio da wolf.55 »

http://www.ilmattino.it/NAPOLI/CRONACA/ ... 7355.shtml

Napoli. Strage di via Caravaggio: sul luogo del delitto il dna dell'imputato assolto
Trentanove anni dopo il terribile massacro che portò alla morte di un'intera famiglia si torna a parlare della strage di via Caravaggio.

I risultati sono contenuti in un fascicolo che è già stato consegnato alla Procura della Repubblica di Napoli: su alcuni reperti esaminati nei mesi scorsi dagli esperti dell’Unità Delitti Insoluti della Polizia di Stato sarebbe stata evidenziata la presenza del dna di Domenico Zarrelli, che venne indiziato del delitto e poi è stato assolto con formula piena dalla Cassazione. Quattro cicche di sigaretta e uno straccio da cucina: sono questi i reperti sui quali gli esperti della task force del Viminale che si occupano dei cosiddetti "cold case" avrebbero riscontrato i cromosomi di Zarrelli. Il caso sarà archiviato in quanto non si può procedere neiconfronti di un indiziato già assolto.

Le tracce, secondo quanto si è appreso,sarebbero state individuate su diversi reperti, tra cui uno strofinaccio insanguinato e mozziconi di sigaretta. Gli accertamenti, eseguiti dalla polizia Scientifica di Roma e di Napoli, sarebbero stati ultimati da circa un anno, ma solo ora sono emerse conferme dalle maglie dello stretto riserbo imposto dagli inquirenti. Un riserbo che si spiega anche con il fatto che l'indiziato non può esercitare il diritto di difendersi
in un processo. Vale infatti il principio del «ne bis in idem», ovvero il divieto di processare due volte una persona (in caso di assoluzione) per lo stesso
fatto.

Il delitto avvenne nella notte tra il 30 e il 31 ottobre 1975 in un appartamento di via Caravaggio, nella zona tra il Vomero e Fuorigrotta. E fu un caso che destò orrore e scalpore all'epoca. Vennero uccisi - prima tramortiti con un corpo contundente mai ritrovato e poi sgozzati con una grossa lama - Domenico Santangelo, 54 anni, capitano di marina mercantile in pensione, la sua seconda moglie, l'ostetrica Gemma Cenname, 50 anni, e Angela
Santangelo, 19 anni, figlia dell'ex capitano.

La scoperta dei corpi privi di vita avvenne solo una settimana dopo, l'8 novembre, dalla polizia, alla quale si erano rivolti i familiari delle vittime
preoccupati per l'assenza di notizie. A fare la macabra scoperta furono i vigili del fuoco dopo che erano riusciti a entrare nell'abitazione. I cadaveri di marito e moglie erano nella vasca da bagno, dove fu rinvenuto anche il cane Dick, ammazzato anch'esso
dall'assassino.

Per il triplice omicidio fu accusato Domenico Zarrelli, appartenente a una nota famiglia di professionisti (da detenuto prenderà la laurea in legge ed eserciterà l'attività di penalista). Il processo di primo grado, fondato su indizi, si concluse con la condanna all'ergastolo. L'imputato fu assolto in appello a
Napoli e, dopo l'annullamento della sentenza da parte della Cassazione, nuovamente assolto con formula piena dalla Corte di Assise di Appello di
Potenza. Sentenza confermata nel 1985 dalla Cassazione. Solo nel 2006 Zarrelli ottenne dallo Stato il risarcimento per danni morali e materiali derivanti da ingiusta detenzione.

Il caso fu riaperto nell'ottobre del 2011, dopo che un anonimo inviò in Procura un dettagliato esposto nel quale erano addirittura indicati i numeri degli scatoloni nei quali cercare i reperti da sottoporre a esame del dna. L'allora procuratore aggiunto Giovanni Melillo delegò nuove indagini alla Scientifica di Napoli, che recuperò negli archivi del Tribunale i corpi di reato archiviati (trovati incredibilmente ancora in buono stato di conservazione). Il fascicolo è al vaglio del pm Luigi
Santulli, coordinato dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli.

Avatar utente
wolf.55
Veterano dell'impulso
Veterano dell'impulso
Messaggi: 2646
Iscritto il: 14/09/2003, 17:01
Località: Roma

Re: [O.T.] DELITTI

#2453 Messaggio da wolf.55 »

http://www.huffingtonpost.it/giacomo-ga ... _ref=italy

Strage di via Caravaggio e delitto Yara: c'è dna e dna

Ne bis in idem. È questo il brocardo latino utilizzato nel diritto per affermare il principio che una persona non può essere processata per lo stesso fatto. Una regola di civiltà, sicuramente. Ma davanti ai progressi della scienza e della tecnologia, anche in ambito investigativo, forse è lecito farsi qualche domanda. Soprattutto alla luce della prova del dna che questa estate ha impresso una svolta nelle indagini del delitto della giovane Yara Gambirasio. Il presunto assassino, Massimo Giuseppe Bossetti, si trova infatti in carcere da giugno perché tracce del suo dna sono state ritrovate negli slip della vittima. Lui si dichiara innocente, ma intanto per i magistrati inquirenti quella del dna è la prova principe che lo incastra.

Ma cosa c'entra in questo caso il ne bis in idem? Non c'è mai stato nessun processo per il delitto di Yara, si dirà, e quindi Bossetti potrà essere giudicato nei canonici tre gradi di processo. E nel processo si tenterà di capire perché il dna del presunto assassino è sugli slip della vittima. Bene, proprio alcune tracce di dna hanno riportato di recente all'attenzione dei magistrati un celebre cold case italiano, un triplice delitto. Ma il presunto colpevole di quella strage non potrà essere processato.

Bisogna fare un salto indietro di quasi 40 anni: era l'autunno del 1975. Dobbiamo spostarci dalla nebbiosa Val Brembate a Fuorigrotta, un quartiere di Napoli. Più precisamente in via Caravaggio. Nel loro appartamento vengono trucidati Gemma Cenname, Domenico Santangelo e Angela Santangelo. Moglie, marito, figlia e cagnolino: un massacro che suscitò raccapriccio e terrore e in città ancora si ricorda come uno dei casi giudiziari più controversi e "appassionanti" per la cronaca. Per il triplice omicidio fu accusato Domenico Zarrelli, nipote della Cenname, appartenente a una nota famiglia di professionisti (da detenuto prenderà la laurea in legge e, una volta scagionato dall'accusa, eserciterà l'attività di penalista). Processato, Zarrelli fu condannato all'ergastolo in primo grado, assolto due volte in Appello con conferma in Cassazione. Lo Stato ha poi riconosciuto all'imputato un cospicuo risarcimento danni: un milione e 400 mila euro, più 24 mila euro per le spese legali.

Ora arriva il colpo di scena. Le tracce di dna scoperte dalla polizia scientifica sui reperti sequestrati sul luogo del triplice omicidio, e conservati per decenni nei depositi del Tribunale di Napoli, ricondurrebbero sulla scena del delitto proprio lui, Zarrelli. Si è infatti appreso che tracce di dna attribuite al nipote di una delle vittime, attraverso i suoi capelli, sono state rinvenute su alcuni reperti, tra cui uno straccio da cucina insanguinato e mozziconi di sigarette francesi, le Gitane. Gitane che Zarrelli ha sempre detto in sede di processo di non aver mai fumato, e questo è stato tra i motivi che lo hanno scagionato. "Se all'epoca si fosse potuto contare sull'analisi del dna - dice Anna Maria Di Giulio, responsabile dell'unità crimini violenti, che ha lavorato personalmente al caso - questa bugia non avrebbe retto". Resta il fatto che Zarrelli non potrà essere processato di nuovo per un fatto per il quale è stato assolto e dunque si andrà verso l'archiviazione. "Questo è molto frustrante per tutti quelli che hanno lavorato alla riapertura del caso - spiega Di Giulio - e pone un problema serio di cui i giuristi dovranno presto occuparsi". Un problema che, alla luce delle nuove tecniche investigative, non può più essere rimandato.

Avatar utente
dostum
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 21395
Iscritto il: 18/12/2001, 1:00

Re: [O.T.] DELITTI

#2454 Messaggio da dostum »

OSCAR VENEZIA ha scritto:Se le sue accuse a Lennon non sono credibili, quali altre qccuse possono essere mosse all'ex Beatle?
Cmq io non dico che Mark abbia fatto bene a stenderlo (anche se ha fatto un bel lavoretto) :) ma solo che avendo abbondantemente pagato il suo debito con la società debba uscire dal gabbio adesso.

http://www.rockol.it/news-6139/sean-len ... a-un-porco

http://dopropriobolso.com.br/index.php? ... &Itemid=55

John Lennon negli ultimi due anni di vita si era convertito: era diventato un fan di Ronald Reagan e del Partito repubblicano. A lanciare questa scioccante rivelazione è stato Fred Seaman, assistente personale dell’ex Beatle dal 1979 fino all'omicidio del cantante l’8 dicembre 1980 a New York. Rivelazione contenuta in “Beatles Stories”, il documentario sui quattro ragazzi di Liverpool del regista Seth Swirsky.
Al New York Daily News, Seaman ha raccontato il cambiamento di Lennon, che si sarebbe avvicinato alle posizioni repubblicane diventando addirittura seguace di Ronald Reagan, presidente degli Stati Uniti, vincitore delle elezioni nel 1980 proprio un mese prima della morte di Lennon. Secondo Seaman il suo passato radicale tendeva ad imbarazzarlo e non era più la stessa persona che aveva scritto “Imagine”.

“John, in sostanza, aveva messo in chiaro che se fosse stato un americano avrebbe votato per Reagan perché non sopportava il democratico Jimmy Carter”, ha detto Seaman precisando che “i due si erano incontrati ad un evento sportivo negli anni Settanta, Reagan mi pare fosse quello che (da governatore della California) ordinò alla Guardia Nazionale di attaccare i dimostranti per la pace di Berkeley ma credo che forse John lo avesse dimenticato. Il suo appoggio a Reagan mi scioccò”.

Stando alle sue parole, “spesso Lennon aveva discussioni accese con mio zio, che era un comunista. Gli piaceva provocare mio zio, forse lo faceva solo per divertimento ma per me era già chiaro l'allontanamento di Lennon dal suo radicalismo".
DEMENTIA JOE PRESIDENT OF FREEDONIA

Baalkaan hai la machina targata Sassari?

VE LA MERITATE GIORGIA

Avatar utente
Trace
Primi impulsi
Primi impulsi
Messaggi: 82
Iscritto il: 27/08/2014, 18:36

Re: [O.T.] DELITTI

#2455 Messaggio da Trace »

wolf.55 ha scritto:http://www.huffingtonpost.it/giacomo-ga ... _ref=italy

Strage di via Caravaggio e delitto Yara: c'è dna e dna

Ne bis in idem. È questo il brocardo latino utilizzato nel diritto per affermare il principio che una persona non può essere processata per lo stesso fatto. Una regola di civiltà, sicuramente. Ma davanti ai progressi della scienza e della tecnologia, anche in ambito investigativo, forse è lecito farsi qualche domanda. Soprattutto alla luce della prova del dna che questa estate ha impresso una svolta nelle indagini del delitto della giovane Yara Gambirasio. Il presunto assassino, Massimo Giuseppe Bossetti, si trova infatti in carcere da giugno perché tracce del suo dna sono state ritrovate negli slip della vittima. Lui si dichiara innocente, ma intanto per i magistrati inquirenti quella del dna è la prova principe che lo incastra.

Ma cosa c'entra in questo caso il ne bis in idem? Non c'è mai stato nessun processo per il delitto di Yara, si dirà, e quindi Bossetti potrà essere giudicato nei canonici tre gradi di processo. E nel processo si tenterà di capire perché il dna del presunto assassino è sugli slip della vittima. Bene, proprio alcune tracce di dna hanno riportato di recente all'attenzione dei magistrati un celebre cold case italiano, un triplice delitto. Ma il presunto colpevole di quella strage non potrà essere processato.

Bisogna fare un salto indietro di quasi 40 anni: era l'autunno del 1975. Dobbiamo spostarci dalla nebbiosa Val Brembate a Fuorigrotta, un quartiere di Napoli. Più precisamente in via Caravaggio. Nel loro appartamento vengono trucidati Gemma Cenname, Domenico Santangelo e Angela Santangelo. Moglie, marito, figlia e cagnolino: un massacro che suscitò raccapriccio e terrore e in città ancora si ricorda come uno dei casi giudiziari più controversi e "appassionanti" per la cronaca. Per il triplice omicidio fu accusato Domenico Zarrelli, nipote della Cenname, appartenente a una nota famiglia di professionisti (da detenuto prenderà la laurea in legge e, una volta scagionato dall'accusa, eserciterà l'attività di penalista). Processato, Zarrelli fu condannato all'ergastolo in primo grado, assolto due volte in Appello con conferma in Cassazione. Lo Stato ha poi riconosciuto all'imputato un cospicuo risarcimento danni: un milione e 400 mila euro, più 24 mila euro per le spese legali.

Ora arriva il colpo di scena. Le tracce di dna scoperte dalla polizia scientifica sui reperti sequestrati sul luogo del triplice omicidio, e conservati per decenni nei depositi del Tribunale di Napoli, ricondurrebbero sulla scena del delitto proprio lui, Zarrelli. Si è infatti appreso che tracce di dna attribuite al nipote di una delle vittime, attraverso i suoi capelli, sono state rinvenute su alcuni reperti, tra cui uno straccio da cucina insanguinato e mozziconi di sigarette francesi, le Gitane. Gitane che Zarrelli ha sempre detto in sede di processo di non aver mai fumato, e questo è stato tra i motivi che lo hanno scagionato. "Se all'epoca si fosse potuto contare sull'analisi del dna - dice Anna Maria Di Giulio, responsabile dell'unità crimini violenti, che ha lavorato personalmente al caso - questa bugia non avrebbe retto". Resta il fatto che Zarrelli non potrà essere processato di nuovo per un fatto per il quale è stato assolto e dunque si andrà verso l'archiviazione. "Questo è molto frustrante per tutti quelli che hanno lavorato alla riapertura del caso - spiega Di Giulio - e pone un problema serio di cui i giuristi dovranno presto occuparsi". Un problema che, alla luce delle nuove tecniche investigative, non può più essere rimandato.
E quindi? Quale sarebbe la logica di questo articolo? Bisognerebbe eliminare il principio fondamentale del "ne bis in idem" solo perché c'e' stato questo sbaglio nel 1975?
Il principio in questione risale al diritto romano, ed è irrinunciabile.
Oltretutto, tanto per restare nell'ambito di questo caso di cronaca, i parenti della vittima possono tranquillamente intentare una causa civile.

Avatar utente
wolf.55
Veterano dell'impulso
Veterano dell'impulso
Messaggi: 2646
Iscritto il: 14/09/2003, 17:01
Località: Roma

Re: [O.T.] DELITTI

#2456 Messaggio da wolf.55 »

Proviamo a sentire anche il parere dell' avv. Domenico Zarrelli, protagonista di questo caso giudiziario:

http://www.lastampa.it/2014/08/30/itali ... agina.html


“Il passato mi perseguita ma dopo 39 anni quel Dna non prova nulla”
Napoli, l’uomo processato e prosciolto per tre omicidi del’75 “Sono di nuovo sotto accusa per una vendetta dei magistrati”

«Un’azione vendicativa e falsata». Nonostante l’aria malandata di chi non sta granché bene e l’ingombrante peso di una sedia a rotelle, Domenico Zarrelli mostra una grinta che ricorda certe descrizioni lette nel lontano 1975. E sembra stargli davvero stretta la stanza molto anni Settanta della dignitosa ma tutto sommato modesta abitazione - in una stradina tra il centro storico e la periferia – dove c’è anche il suo studio legale (ma non la targhetta sulla porta). E proprio da lì si riparte. «Sono quasi contento di esser finito su questa sedia perché non potendo più lavorare come avvocato, non come prima almeno, posso evitare di esser costretto a frequentare i magistrati inquirenti», scandisce guardando il taccuino.



Oggi Zarrelli è un uomo molto diverso dal giovane baldanzoso che appariva nelle foto del processo o nelle trasmissioni televisive, e tuttavia il piglio dell’uomo forte balena a tratti, anche quando zittisce con gli occhi la compagna che si lamenta del trattamento che gli hanno riservato i giornali.



«Oggi la Procura ha raggiunto il fondo», dice lui riferendosi a quanto è successo l’altro ieri, quando le pesanti ombre del passato hanno di nuovo bussato alla sua porta. Le analisi dicono che è il suo il dna trovato su alcuni oggetti che erano stati prelevati dalla casa di via Caravaggio dove furono uccisi Gemma Cenname (sua zia), il suo secondo marito Domenico Santangelo, la figlia di quest’ultimo, Angela, di 19 anni, e Dick, il loro cane. Una brutta mazzata per chi era riuscito a sopravvivere al carcere, a laurearsi in Legge (tra le sbarre), a rifarsi una vita, facendo l’avvocato (con successo) e anche con un matrimonio. In attesa del caffè, proviamo a prendere un’altra strada: avvocato Zarrelli che succede? E’ tornato il «mostro»?



Una smorfia amara anticipa la risposta: «Succede che stavolta è stata emessa una condanna senza processo. Una gogna mediatica. Era già accaduto. Così come è già successo ad altri».



Appare infastidito, tocca gli oggetti sul tavolo, quasi volesse non dire troppo. Ma, scusi, con le tracce di Dna come la mettiamo? «Io non so nulla per il semplice fatto che nessuno ci ha informato di nulla. E, peraltro, né a me né ai miei parenti hanno prelevato del Dna. Sono proprio curioso di sapere dove e come l’hanno preso questo dna. Tra l’altro quei reperti sono stati messi via quasi quaranta anni fa, quando nessuno poteva immaginare un successivo uso per analisi scientifiche, dunque archiviati senza i protocolli previsti oggi per i campioni».



Zarrelli, queste nuove prove la collocano sul luogo del delitto… Molti pensano che se ci fosse stato il Dna all’epoca sarebbe andata diversamente… «A parte il fatto che io ho sempre detto che in quella casa c’ero già stato, comunque bisogna capire dove e come l’hanno prelevato, perché dopo tanti anni avrebbero potuto anche inquinare i reperti. Anche per questo mio fratello (Mario, avvocato anch’egli, già suo difensore al processo insieme ad altri, tra cui il principe del foro Alfredo de Marsico, ndr) lunedì mattina si recherà in Procura a chiedere informazioni e agire di conseguenza», aggiunge in un moto che sembra quasi un involontario tentativo di alzarsi dalla sedia a rotelle.



Dopo il caffè la precisazione è doverosa: come lei saprà, in base al principio giuridico del «ne bis in idem» non si può processare una seconda volta per lo stesso fatto una persona già assolta, quindi può star tranquillo. «Io sono tranquillo perché sono innocente», replica con uno sguardo severo che tradisce il carattere fiero. Si tocca nervosamente la mano destra, quella che dopo l’operazione chirurgica di sette anni fa non ha più la stessa funzionalità.



Avvocato, però resta il fatto che per quella mattanza non è stato trovato un colpevole, insomma un «Cold Case». «Ma quelle sono cose da telefilm, gli investigatori sanno bene che se non si imbocca subito la strada giusta alla fine è quasi impossibile far luce sui casi complessi. Le cronache sono piene di esempi di questo tipo».



Si controlla, beve da una tazza, forse del té, lo sguardo vaga per un momento. Sui giornali di oggi (ieri, ndr) una parente delle vittime ha detto che è finalmente emersa la verità, che ora può trovare pace, lei che dice? Sorride triste, con quella che sembra un’emozione o dell’imbarazzo: «Posso capirla, è una reazione comprensibile».



All’epoca, ad aiutare involontariamente i suoi legali fu un libro di Carlo Bernari (morto nel ’92). Lo conosceva? «No lo conobbi solo anni dopo. La sua ipotesi (la strage sarebbe stata opera di professionisti, ndr) fu ripresa dal collegio difensivo e poi accettata». L’ha ringraziato? «Siamo diventati amici, andammo in tv a parlare del caso. A proposito, mi faccia vedere il tg che altre cose dirà di me». Già perché ora «l’ex ergastolano Perry Mason», come titolò un quotidiano anni fa, dovrà difendere se stesso. Dalle ombre di un passato che non è mai davvero passato.

____________________________________________________________________________________________________________

Il problema è diverso. Credo che esistano dei ricercatori che si sono "innamorati del DNA". Credo che sia un amore costoso, ma solo per le tasche dei contribuenti.
A cosa servono costosissimi studi sul DNA di un delitto di quasi quaranta anni fa quando poi non è possibile riaprire il processo?
La sensazioni personale è che ci si stia cullando nell'illusione di poter dare a tavolino il nome di un colpevole senza il supporto di indizi concreti, sbaglio?

Avatar utente
Trace
Primi impulsi
Primi impulsi
Messaggi: 82
Iscritto il: 27/08/2014, 18:36

Re: [O.T.] DELITTI

#2457 Messaggio da Trace »

Zarrelli ha ragione: come si possono considerare validi ai fini delle indagini di laboratorio dei campioni repertati nel 1975 quando non esistendo l'esame per la rilevazione del DNA ovviamente non erano previste le cautele oggi utilizzate per la repertazione?
Senza contare che l'esame del DNA non e' come nei film americani....ossia perfetto e infallibile. Questa balla è stata fatta credere all'opinione pubblica dal RIS e dalle Procure, ma non è vera.
Ecco queste sono le PdR con cui ci ritroviamo a che fare tutti i giorni... (e sono un pericolo per tutti)

P.S.: la Procura della Repubblica di Napoli se ne faccia una ragione e non spenda denaro pubblico per nulla: quel caso resterà irrisolto, per sempre.

Avatar utente
cicciuzzo
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 53023
Iscritto il: 25/03/2007, 11:24
Località: Milano

Re: [O.T.] DELITTI

#2458 Messaggio da cicciuzzo »

http://torino.repubblica.it/cronaca/201 ... ef=HREC1-9

qui mi sa che è stato evitato un omicidio, così, a sensazione.....
Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione

Avatar utente
gi.kappa.
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 8806
Iscritto il: 10/05/2013, 14:23
Località: Dal sontuoso attico di Nuova York

Re: [O.T.] DELITTI

#2459 Messaggio da gi.kappa. »

http://corrieredelmezzogiorno.corriere. ... 6721.shtml

Non dico la mia opinione se no l'Alternative (ma nel mio cuore lo sai che lì c'è una "o" :DDD) mi dà del fascista.
Sogna una carne sinteticanuovi attributi eunmicrochipemozionale
Sogna di un bisturi amico che faccia dileiqualcosafuoridalnormale

Avatar utente
alternativeone
Storico dell'impulso
Storico dell'impulso
Messaggi: 10688
Iscritto il: 10/10/2013, 16:01
Località: SOUTH OF HEAVEN

Re: [O.T.] DELITTI

#2460 Messaggio da alternativeone »

coglioni loro a scappare, coglione il carabiniere a sparare(sembra un tantinello esagerato) e coglioni i media e le istituzioni che vogliono farlo passare per un colpo accidentale
...step into this room and dance for me

Brava persona.

Rispondi

Torna a “Ifix Tcen Tcen”