[O.T.] Alieni

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federicoweb
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Re: [O.T.] Alieni

#901 Messaggio da federicoweb »

manigliasferica ha scritto:Exomars, Schiaparelli è caduto. "Retrorazzi attivi per 3 secondi". Battiston: "Missione riuscita"

http://www.repubblica.it/scienze/2016/1 ... ref=HREA-1
missione riuscita?
non han funzionato i retrorazzi ed e' caduto sul suolo marziano !!!!!!!

" ha detto ancora Ferri - dicono che la sequenza di atterraggio ha funzionato fino al distacco dello schermo posteriore del paracadute. l'accensione dei retrorazzi ha funzionato solo per tre secondi, poi il computer di bordo ha deciso di spegnerli". A quel punto Schiaparelli si è ritrovato con i razzi spenti e "supponiamo che il lander sia semplicemente caduto". "
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manigliasferica
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Re: [O.T.] Alieni

#902 Messaggio da manigliasferica »

in effetti nemmeno io capisco perchè ovunque scrivono "Missione Riuscita" :030

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Capitanvideo
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Re: [O.T.] Alieni

#903 Messaggio da Capitanvideo »

manigliasferica ha scritto:in effetti nemmeno io capisco perchè ovunque scrivono "Missione Riuscita" :030
Perché nel ventennio Renziano tutto funziona alla perfezione.
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Re: [O.T.] Alieni

#904 Messaggio da ziggy7 »

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Re: [O.T.] Alieni

#905 Messaggio da Drogato_ di_porno »

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Re: [O.T.] Alieni

#906 Messaggio da ramarro verde »

Capitanvideo ha scritto:
manigliasferica ha scritto:in effetti nemmeno io capisco perchè ovunque scrivono "Missione Riuscita" :030
Perché nel ventennio Renziano tutto funziona alla perfezione.
dicesi propaganda di partito?

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Re: [O.T.] Alieni

#907 Messaggio da federicoweb »

Andate a vedere quante sonde mandate negli anni su marte sono sparite o ci son stati
malfunzionamenti e si son persi contatti ...
resterete basiti

strane coincidenze accadute solo x esplorazione di marte, mai per altri pianeti
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Edonis
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Re: [O.T.] Alieni

#908 Messaggio da Edonis »

federicoweb ha scritto:Andate a vedere quante sonde mandate negli anni su marte sono sparite o ci son stati
malfunzionamenti e si son persi contatti ...
resterete basiti

strane coincidenze accadute solo x esplorazione di marte, mai per altri pianeti
Anche stavolta si son giocati il lander...

Io parlerei di rischio calcolato.
Personalmente non noto una percentuale di missioni fallite così superiore ad altre spedizione o esplorazioni: la percentuale di successo delle missioni marziane è del 55%. Il dato è fuorviante però, la percentuale è alterata dalle missioni fallite ancor prima di toccare il suolo marziano (fallimento al momento del lancio o in prossimità della fuga dall'orbita terrestre), o prima di entrare nell'atmosfera marziana. Sono pur sempre missioni fallite, ma non hanno un collegamento diretto con i malfunzionamenti o le sparizioni (in che senso?) a cui fai cenno.
Volendo prendere in considerazione soltanto le missioni fallite in procinto di atterraggio o durante la passeggiata marziana, la percentuale di insuccesso calerebbe a circa il 25%.
Gli incidenti correlati dovrebbero essere 10, contando anche lo Schiaparelli, 7 di questi incidenti vedono coinvolti lander e rover, cioè le apparecchiature che devono affrontare la caduta verso il pianeta. Volendo prendere come esempio l'aviazione, basti pensare che le azioni più complesse per un pilota sono il decollo e l'atterraggio, stessa cosa vale per le missioni spaziali... difatti la maggior parte degli incidenti avvengono al decollo e durante il tentativo di atterraggio.
Ad oggi, se non vado errato, le missioni tutt'ora in corso sono 7 o 8, tra cui quella dell'agenzia spaziale indiana. :D
La Mars Exploration Rover è la missione a terra più longeva, tutt'ora in corso con il rover superstite. La durata della missione era di 90 giorni, ed invece lo Spirit ha viaggiato per 6 anni, mentre Opportunity continua pian piano il viaggio, dopo 12 anni, contro ogni più rosea aspettativa.
Il progresso della scienza non può ancora esentarsi da una buona dose di scaramanzia, bisogna ancora grattarsi le palle e tenere le dita incrociate, sperando che tutto vada per il verso giusto.
Comunque l'ESA non è nuova a fallimenti, aveva già toppato parzialmente la prima missione
marziana... riuscirono a piazzare in orbita l'orbiter, ma persero i contatti con il lander durante le operazioni di sgancio e atterraggio. L'esito di questa missione è assai simile a quella dello Schiaparelli... devono risolvere i problemi con i lander.
"L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio, ma incoscienza".
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Re: [O.T.] Alieni

#909 Messaggio da SoTTO di nove »

Ci sono talmente tanti rover su Marte che imho si sparano tra di loro.
Schiapparelli non era addestrato per questo e l'hanno fatto fuori ancor prima di mettere le ruotine a terra. 8)
Dòni, sa tirìa e cul indrìa, la capela la'n va avantei / Donne, se tirate il culo indietro, la cappella non va avanti. BITLIS
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Re: [O.T.] Alieni

#910 Messaggio da OSCAR VENEZIA »

federicoweb ha scritto:Andate a vedere quante sonde mandate negli anni su marte sono sparite o ci son stati
malfunzionamenti e si son persi contatti ...
resterete basiti

strane coincidenze accadute solo x esplorazione di marte, mai per altri pianeti
Stai asserendo , nemmeno troppo velatamente , che se le fregano i marziani ?

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Re: [O.T.] Alieni

#911 Messaggio da Lonewolf »

SoTTO di nove ha scritto:Ci sono talmente tanti rover su Marte che imho si sparano tra di loro.
Schiapparelli non era addestrato per questo e l'hanno fatto fuori ancor prima di mettere le ruotine a terra. 8)
Sarà rimasto bloccato nel traffico.
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(I. Welsh)
" Ti ho appena fatto un pompino, non è che puoi fare tanto il sostenuto." (cit.)
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federicoweb
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Re: [O.T.] Alieni

#912 Messaggio da federicoweb »

Non asserisco nulla, mi baso su cose che ho letto e che son documentate

questo riguarda i russi:

La sonda russa Phobos e' nei guai Uno dei motori di Phobos-Grunt non si è acceso

Le missioni russe verso Marte sembrano essere sfortunate: è dal 1988 che i russi tentano di raggiungere il pianeta rosso, ma finora ci sono sempre stati problemi.

Le sonde Phobos 1 e 2, del luglio 1988, accusarono dei malfunzionamenti poco prima d' arrivare
e non poterono completare le rispettive missioni, sparirono misteriosamente
http://www.zeusnews.it/n.php?c=16062

qui due tabelle con missioni

Immagine

Immagine



[Scopri]Spoiler
Le missioni fallite e le spedizioni “Phobos”
Alla fine di agosto 1993 i mass media annunciarono con grande risalto che la sonda spaziale americana Mars Observer, giunta proprio in quei giorni nei pressi di Marte, aveva improvvisamente e inspiegabilmente interrotto i contatti con la propria base sulla Terra (Pasadena, California). Ogni tentativo di ripristinare la comunicazione si era rivelato inutile; la sonda doveva considerarsi definitivamente perduta. Mars Observer era costato 980 milioni di dollari (circa 1600 miliardi di lire) ed avrebbe dovuto mappare la superficie marziana, grazie ad apparecchiature sofisticate, capaci di rilevare fino ad un metro e mezzo di grandezza. Tutto ciò in preparazione dello sbarco umano sul pianeta previsto entro il 2020.

Gli esperti della NASA dichiararono di non capacitarsi della improvvisa interruzione di contatto. Qualcuno parlò di guasto di un transistor di bordo, altri di esplosione, altri ancora di collisione con un corpo siderale (meteorite). Alcuni autorevoli studiosi di Marte, quali ad esempio Mark Carlotto (specialista in elaborazioni fotografiche), Tom Van Flandem (astronomo della Yale University), David Webb ( membro della commissione spaziale presidenziale), e lo stesso Richard Hoagland presero questo come pretesto per accusare pubblicamente la NASA di aver sabotato la missione di proposito, o di far finta che la missione fosse finita, allo scopo di nascondere al grande pubblico quello che la sonda avrebbe potuto rilevare sulla superficie del pianeta rosso.

Nel mese di luglio del 1988, poi, grazie ad una notevole partecipazione internazionale, l’ex-Unione Sovietica inviò verso Marte due sonde denominate Phobos 1 e Phobos 2. Il compito principale di entrambe le missioni era di fotografare la superficie del pianeta, raccogliere dati e successivamente proseguire verso Phobos, una delle due lune di Marte. Sfortunatamente la prima sonda era sfuggita al controllo a causa di un errore d’immissione di dati nel computer di bordo. Phobos 2, invece, era riuscita ad arrivare sino a Marte, nel gennaio del 1989, ed a collocarsi nella sua orbita prima di trasferirsi in un’orbita parallela con la luna marziana. Infatti l’obiettivo principale era quello di sondare dettagliatamente la piccola luna con sofisticate apparecchiature, di cui alcune da collocare sulla stessa superficie. Tutto sembrava procedere regolarmente fino a quando la sonda non si allineò con il piccolo satellite. In effetti, il 28 marzo, il centro di controllo della missione sovietica annunciò di avere improvvisi problemi di comunicazione con la navicella. Gli stessi organi d’informazione sminuirono la gravità dell’evento affermando che si stava operando in tutti i modi per ripristinare i contatti con la sonda spaziale. Ma in realtà gli scienziati americani ed europei associati al programma vennero informati attraverso canali non ufficiali dell’effettiva natura del problema; fu detto loro che l’interruzione delle comunicazioni era stata causata da un errato funzionamento di un’unità di trasmissione. Il giorno successivo, però, mentre l’opinione pubblica veniva rassicurata che i contatti sarebbero stati ripristinati, un alto ufficiale della Glavkosmosa, l’agenzia spaziale sovietica, suggerì che in realtà non c’era nessuna speranza. La sonda Phobos 2 era al novantanove per cento persa definitivamente. A questo punto un alone di mistero iniziò a calare sull’intera vicenda, ma venne ben presto squarciato quando iniziarono a trapelare, agli organi d’informazione, determinate notizie. In particolare, il 31 marzo, un noto quotidiano spagnolo, tramite un suo corrispondente da Mosca, pubblicò un dispaccio decisamente sorprendente. Il testo affermava che: “il notiziario televisivo Vremya aveva rivelato, il giorno prima, che la sonda spaziale Phobos 2, che stava orbitando attorno a Marte quando vennero interrotti i contatti, aveva fotografato un oggetto non identificato sulla superficie di Marte qualche secondo prima di perdere il contatto. Inoltre, continua il testo, gli scienziati definirono inesplicabile l’ultima fotografia trasmessa dalla sonda, in cui si vedeva chiaramente una sottile ellisse. Il fenomeno, era stato detto, non poteva essere un’illusione ottica perchè registrato con la stessa chiarezza sia da obiettivi a colori che agli infrarossi. Una tale notizia aveva a dir poco dell’incredibile. Legittimi furono, a questo punto, i diversi interrogativi che nacquero in merito a tale dichiarazione. Quali immagini stava trasmettendo Phobos 2 quando si verificò l’incidente? Ma soprattutto, che cosa aveva causato la destabilizzazione della sonda, un’avaria tecnica o un agente esterno? Le risposte non tardarono ad arrivare.

Pressate dai partecipanti internazionali alla missione, che chiedevano chiarimenti sulla vicenda, le autorità sovietiche fornirono la registrazione della trasmissione televisiva che Phobos 2 aveva inviato nei suoi ultimi istanti, tranne le ultime inquadrature, effettuate pochi secondi prima che i contatti si interrompessero. Tale sequenza mostrava due evidenti ed insoliti particolari o meglio ancora due “anomalie”. La prima era una rete di linee diritte nella zona equatoriale di Marte, alcune erano brevi, altre più lunghe, altre sottili, altre abbastanza larghe da apparire come forme rettangolari incise sulla superficie. La sequenza televisiva era commentata in diretta dal dott. John Becklake, del Museo Scientifico Britannico, il quale descriveva il fenomeno come sconcertante. Difatti i disegni visibili sulla superficie marziana erano stati fotografati non con il semplice obiettivo ottico delle sonde, ma con l’apparecchio ad infrarossi. Quindi con uno strumento che fotografa gli oggetti utilizzando il calore che irradiano e non il solo contrasto di luci ed ombre che può agire su di essi. In poche parole la grande rete di linee parallele e di rettangoli, che copriva un’area di circa 600 Km quadrati, irradiava radiazioni termiche. Per di più era decisamente improbabile che potesse trattarsi di una sorta di irraggiamento naturale dovuto a geyser o a concentrazioni di elementi radioattivi sotto la superficie. In effetti sarebbe stato decisamente impensabile che un fenomeno naturale potesse produrre un disegno geometrico così perfetto. Inoltre, ad un ripetuto e dettagliato esame, il disegno appariva inequivocabilmente artificiale. L’unico punto scuro, per lo scienziato, era il non saper esprimere un parere sull’effettiva natura di tale formazione. Per quanto concerne la seconda anomalia, rilevata dalla sonda, questa mostrava una sagoma scura che poteva essere descritta come una sottile ellisse con i margini molto netti, appuntiti invece che arrotondati. Inoltre i margini invece di essere confusi risultavano perfettamente netti contro una specie di alone sulla superficie di Marte. Secondo il Dott. Becklake, l’ombra poteva appartenere solamente ad un oggetto collocato tra la sonda sovietica in orbita ed il pianeta. Difatti era possibile vedere l’ombra sulla superficie sotto di essa, inoltre l’oggetto era stato ripreso sia dalla macchina ottica che da quella agli infrarossi. Becklake spiegò che l’immagine era stata effettuata mentre la sonda si era allineata con Phobos ed aggiunse: “Hanno visto qualcosa che non avrebbe dovuto esserci, i sovietici non hanno ancora fornito l’ultima fotografia, e non possiamo immaginare di cosa si tratti”.

Tali fotografie non vennero rilasciate e pertanto, sul loro possibile contenuto, furono fatte solo ipotesi. Ci fu chi collegò quest’ombra ellittica alla presenza di un’astronave madre extraterrestre “parcheggiata” nel cielo di Phobos e fatta sparire all’istante tramite un impulso di energia; fatto sta che proprio dopo aver trasmesso verso terra questo fotogramma, la sonda scomparve “misteriosamente”. Altri posero l’accento sulle anomalie della superficie di Phobos, tali da lasciare a dir poco perplessi gli scienziati sovietici. In effetti Phobos ha delle caratteristiche particolari che, già in passato, hanno portato diversi scienziati a supporre che si potesse trattare di un prodotto artificiale. Una delle principali peculiarità di Phobos è il fatto che trasgredisce la regola propria di tutti gli altri satelliti del sistema solare, cioè quella di girare, attorno ai loro pianeti più lentamente di quanto i pianeti stessi ruotino sul proprio asse. La luna ad esempio, effettua un giro in un tempo in cui la Terra compie 27 rotazioni. Phobos, invece, effettua una vera gara di velocità con Marte; infatti il giorno sul pianeta rosso dura 24h e 37m, mentre la rivoluzione del satellite è di 7h e 39m. In effetti Phobos in tutto il sistema solare è l’unico satellite che presenti “l’anomalia” di una rivoluzione, come definiscono gli astronomi, retrograda. Inoltre, la luce prodotta dalla luna marziana è troppo forte e brillante per essere un riflesso di materiale roccioso, il materiale che, normalmente, compone tutti i satelliti. Gli astronomi hanno ipotizzato molto sulla possibile spiegazione di quella luce ed alcuni di essi hanno concluso che si tratta di materia metallica. Ora nessun corpo celeste ha una superficie metallica, ma ce l’hanno i vettori spaziali ed i satelliti artificiali. Guardando, inoltre, attentamente la superficie del satellite marziano non si può fare a meno di notare particolari solchi o segni di “strade” che proseguono dritti e quasi paralleli l’uno all’altro. La larghezza è quasi uniforme, tra i 230 e i 330 metri circa. La possibilità che questi “solchi” siano imputabili a fenomeni naturali, ad esempio scavati dall’acqua corrente o dalle raffiche di vento, è stata ampiamente esclusa, dato che su Phobos entrambe non sono presenti. Tali “solchi” sembra che conducano o si diramino da un cratere che copre più di un terzo del diametro di Phobos e i cui margini circolari sono così perfetti da apparire artificiali. Difatti gli stessi scienziati sovietici hanno supposto che ci fosse, in generale , qualcosa di artificiale in Phobos a causa della sua orbita circolare quasi perfetta attorno a Marte, così vicina al pianeta da sfidare qualsiasi legge del moto celeste. Phobos, ed in qualche modo anche Deimos, avrebbero dovuto avere orbite ellittiche tali da averli lanciati nello spazio o fatti precipitare su Marte, già da diverso tempo.

Da qui alcuni studiosi hanno pensato che la causa di questa accelerazione fosse dovuta al fatto che il pianeta era più leggero di quanto si potesse supporre! Il fisico I.S. Shklovsky, nel 1959, suggerì un’incredibile ipotesi: Phobos, al suo interno, doveva essere cavo. E poiché nessun corpo cosmico poteva essere cavo, bisognava concludere che Phobos fosse di origine artificiale. Lo scienziato sovietico non è stato l’unico a proporre un’ipotesi del genere; altri scienziati sovietici hanno ipotizzato sulla possibile origine artificiale di Phobos, frutto, probabilmente, di una razza di umanoidi estinti milioni di anni fa. Inevitabili e scontate furono le critiche mosse contro tale ipotesi, ma in un rapporto dettagliato, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Nature”, si menzionava la recente scoperta del fatto che Phobos era molto meno denso di quanto si supponesse. In effetti, l’interno della luna marziana doveva essere costituita di ghiaccio, oppure vuota. Inoltre, sempre nel rapporto, erano menzionati anche i famosi e “misteriosi” solchi. Questi ultimi erano definiti gallerie, le cui pareti sarebbero costituite da un materiale più brillante della superficie della luna. Ma la vera notizia sbalorditiva che determinò sconcerto, fu l’apparizione sul satellite di nuove gallerie. In effetti nell’area ad ovest del grosso cratere erano comparse nuove “scanalature” o “strade” che non erano presenti quando il Marineer 9 e le Viking effettuarono le foto della piccola luna marziana. Dato che su Phobos non esiste attività vulcanica, non ci sono tempeste di vento, nè pioggia, nè acqua che scorre, in che modo si sono originate queste nuove “scanalature”?. L’origine, probabilmente, era da imputarsi alla stessa causa o movente che portò alla “misteriosa” perdita delle due sonde spaziali sovietiche e, successivamente ed in modo ancora più insolito, di quella statunitense, il Mars
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Re: [O.T.] Alieni

#913 Messaggio da Edonis »

Ripeto, in tutta sincerità non noto dati anomali se confrontati con altre esplorazioni planetarie; l'esplorazione venusiana conta 40 missioni effettive (circa), con la bellezza di ben 19 missioni fallite, quindi il 50% circa di missioni riuscite.
Se torni a guardare la percentuale di missioni riuscite nell'esplorazione marziana (53/55%, di cui sopra), noterai una certa coerenza.
L'agenzia spaziale giapponese, ad esempio, ha perso ogni comunicazione con la propria sonda appena dopo il lancio verso Venere.
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Re: [O.T.] Alieni

#914 Messaggio da Edonis »

Oltretutto va specificato che ogni pianeta è unico nel suo genere.
I sovietici durante la metà degli anni '70 riuscirono nell'impresa (molto prima dei rover marziani), di portare due lander sulla superficie di Venere, riuscendo a scattare alcune foto. Paradossalmente i sovietici se la cavavano meglio su Venere che su Marte, proprio perché i due pianeti sono differenti.
L'atmosfera di Venere è assai densa, molto più densa di quella marziana, che al contrario è caratterizzata da gas sottili, questa densità ha effetto ammortizzante e in un certo senso agevola l'approccio alla superficie. Le sonde però ebbero vita breve, vennero schiacciate dall'enorme pressione del pianeta.
Insomma, le variabili sono innumerevoli, si possono fare paragoni tra le tante esplorazioni, ma non si possono trattare allo stesso identico modo.
"L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio, ma incoscienza".
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marziano
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Re: [O.T.] Alieni

#915 Messaggio da marziano »

raga son posti di merda dove non si può stare ne vivere ne atterrare.
fidatevi se ve lo dico io. :lol:
La verginità è un ottima cosa perché capisci meglio cosa è vero e cosa invece è falso.

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