[O.T.] Abbiamo anche un papa pedofilo
Inviato: 26/01/2006, 1:38
allegria! 
Mentre la GMG a Colonia entra nel vivo, qualche nuvole si addensa
minacciosa sul capo di Papa Ratzinger: l'associazione radicale
Anticlericale.net ha organizzato una conferenza stampa, presso la
sede del Partito Radicale per fare il punto sullo stato del processo
in corso negli Stati Uniti che vede coinvolto in prima persona
Joseph Ratzinger.
Il Papa è imputato per fatti legati allo scandalo dei preti
pedofili, che hanno avuto luogo quando ricopriva l'incarico di
Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
In quanto "capo di stato in carica", l'attuale Papa Benedetto XVI,
ha avanzato richiesta formale d'immunità al Presidente degli Stati
Uniti, che non ha ancora reso nota la sua decisione.
Alla conferenza stampa hanno partecipato l'avvocato David Shea,
avvocato di Houston che ha denunciato in sede civile il cardinale
Joseph Ratzinger davanti alla Corte distrettuale del sud del Texas
per la copertura data ai membri del clero responsabili di abusi
sessuali soprattutto su minori, Maurizio Turco, Segretario di
Anticlericale.net (e-club radicale non violento) ed ex deputato,
Daniele Capezzone, Segretario di Radicali Italiani, Marco Cappato,
Segretario dell'Associazione Luca Coscioni e Rita Bernardini,
Tesoriera di Radicali Italiani. A Maurizio Turco Affari ha chiesto
che cosa sta succedendo.
Ecco l'intervista
Dal Texas giunge notizia dell'iscrizione di Papa Ratzinger nel
registro degli indagati in un processo per pedofilia. Come sono
andati i fatti?
"Questo è un caso in sede civile in cui è stato denunciato Ratzinger
per una lettera del 2001 nella quale ribadiva il contenuto della
Instructio de modo procedendi in causis sollicitationis del 1962...
(documento inviato a tutti i vescovi e desecretato di recente, in
cui il Vaticano ordinava che un minore qualora avesse dichiarato al
suo vescovo di un abuso sessuale da parte di un sacerdote avrebbe
dovuto giurare il segreto perpetuo, sotto eventuale pena di
scomunica. Ed eventuali documenti comprovanti scandali di questo
genere commessi da sacerdoti avrebbero dovuto essere tenuto in un
archivio segreto, N.d.R.)
La Instructio è opera di Giovanni XXII[I, sic], vero?
"Sì. Diciamo del Cardinale Ottaviani [Prefetto dell'allora Sacra
Congregazione del Santo Offizio], per mettere le cose in chiaro,
così come la lettera del 2001 (lettera confidenziale che l'allora
Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Joseph
Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI, ribadiva il diritto della Chiesa
non solo di rivendicare a sè la competenza giurisdizionale nei casi
di abusi su minori da parte di esponenti religiosi, ma di svolgere
le indagini e conservare le prove acquisite nel più assoluto
segreto, fino al decorrere di dieci anni dal compimento della
maggiore età della vittima. "Casi di questo tipo - conclude la
lettera - sono soggetti al segreto pontificio", N.d.R.) non è di
Giovanni Paolo II, ma di Ratzinger. A detta di Daniel Shea,
l'avvocato che oltretutto è teologo, ex seminarista, e che ha
conoscenze interne alla struttura, ritiene che Ratzinger in quel
momento abbia agito al di fuori dei poteri propri del Prefetto della
Congregazione per la Dottrina della Fede per innalzare i tempi della
prescrizione. In questo modo ha impedito alla giurisdizione
americana di intervenire in sede penale: difatti, tutti questi
processi sono in sede civile perchè sono andati in prescrizione i
tempi dell'azione penale, e questa lettera del 2001, in pieno caos
americano, ha spostato avanti - da 16 a 18 di due anni - l'età in
cui per la Chiesa Cattolica si diventa maggiorenni anche negli Stati
Uniti, e prolungato i termini per la prescrizione da 5 a 10 anni,
guadagnando vantaggio sui termini della prescrizione in uso negli
States. Per questo Ratzinger è stato denunciato come "individuo",
non come Prefetto, ma come individuo per aver dato quelle
disposizioni, e in quanto tale nel processo vi è rappresentato. C'è
insomma un imputato che si chiama Joseph Ratzinger e che è presente
davanti alla giustizia americana a titolo individuale".
E quindi?
"Questa cosa non è stata contestata dal Vaticano, che ha solo
dichiarato che avrebbe chiesto l'immunità diplomatica per il Papa in
quanto Capo di Stato. Ma c'è da sottolineare che al momento in cui è
stato commesso il reato Ratzinger non era capo di stato, c'è da
sottolineare che è stato denunciato a titolo individuale, non come
prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e comunque
il giudice ha accettato questo stop chiesto dagli avvocati di
Ratzinger per la richiesta dell'immunità , ma chiedendo loro
un "rapporto" mensile sull'avanzamento dei lavori. Nel senso che
l'immunità al capo di stato in America puó essere concessa solo dal
Presidente. E' Bush che deve dire al magistrato: 'Fermi tutti, il
signor Ratzinger gode dell'immunità in quanto Capo di Stato'. Già
per due volte - sono passati circa 75 giorni - Bush non ha risposto
a questa richiesta. A fine Agosto ci sarà un'altra udienza nella
quale gli avvocati di Ratzinger dovranno presentare il terzo
rapporto mensile, e in quella sede l'avvocato Shea chiederà che si
proceda comunque, visto che la pendenza del parere di Bush non è
indispensabile, si puó comunque procedere".
Dunque si è fermi a livello procedurale?
"E' tutta una questione aperta, ma il dato di fatto è che nel
silenzio, da sei mesi, Ratzinger si trova iscritto come, diciamo
così, imputato in un processo civile negli Stati Uniti".
Se il Papa dovesse essere condannato, che cosa accadrebbe?
"E' un processo civile, non è penale."
E finora che richieste di risarcimento sono state avanzate?
"Su questo processo nessuna. Intanto è stato accertato e accettato
dal giudice che ci possa essere richiesta di risarcimento nei suoi
confronti. Ancora alla fase della richiesta dei risarcimenti non ci
siamo arrivati, siamo nella fase della 'costituzione' dell'imputato
per iniziare il processo. Che in quanto civile ha un altro
significato, chiaramente: anche noi, dovendo chiedere qualcosa non
chiederemmo di arrestare Ratzinger, questo è chiaro. Sicuramente,
come cose urgentissime chiediamo il ritiro di queste disposizioni e
la trasparenza su quello che è accaduto perchè, ricordiamoci, quei
4.000 preti riconosciuti dalla Conferenza episcopale americana come
colpevoli di aver commesso delle violenze sessuali soprattutto nei
confronti di minorenni sono 4.000 che siedono sui banchi della
giustizia civile".
Cioè?
"In altre parole, non c'è stato un prete denunciato dalle autorità
ecclesiastiche alla giustizia civile, hanno praticamente preso
quello che è stato già accertato e l'hanno dato come buono senza
dire peró qual è stata l'attività a partire dal '62, tutti i dossier
che loro hanno e che ancora non sono di dominio pubblico. Quindi noi
vorremmo un po' di trasparenza su questo sapendo comunque che, a
prescindere da questi documenti la causa prima delle deviazioni e
sofferenze sessuali è la sessuofobia, la politica vaticana sul
sesso".
Quindi voi chiedete anche una revisione della morale sessuale
cattolica?
"La denunciamo questa politica. Così come denunciamo la politica
proibizionista perchè arricchisce i narcotrafficanti, la politica
sessuofobica è causa di disastri e non di felicità . Noi pensiamo che
la risposta sia libertà sessuale e di coscienza, libertà
dell'individuo".

Mentre la GMG a Colonia entra nel vivo, qualche nuvole si addensa
minacciosa sul capo di Papa Ratzinger: l'associazione radicale
Anticlericale.net ha organizzato una conferenza stampa, presso la
sede del Partito Radicale per fare il punto sullo stato del processo
in corso negli Stati Uniti che vede coinvolto in prima persona
Joseph Ratzinger.
Il Papa è imputato per fatti legati allo scandalo dei preti
pedofili, che hanno avuto luogo quando ricopriva l'incarico di
Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
In quanto "capo di stato in carica", l'attuale Papa Benedetto XVI,
ha avanzato richiesta formale d'immunità al Presidente degli Stati
Uniti, che non ha ancora reso nota la sua decisione.
Alla conferenza stampa hanno partecipato l'avvocato David Shea,
avvocato di Houston che ha denunciato in sede civile il cardinale
Joseph Ratzinger davanti alla Corte distrettuale del sud del Texas
per la copertura data ai membri del clero responsabili di abusi
sessuali soprattutto su minori, Maurizio Turco, Segretario di
Anticlericale.net (e-club radicale non violento) ed ex deputato,
Daniele Capezzone, Segretario di Radicali Italiani, Marco Cappato,
Segretario dell'Associazione Luca Coscioni e Rita Bernardini,
Tesoriera di Radicali Italiani. A Maurizio Turco Affari ha chiesto
che cosa sta succedendo.
Ecco l'intervista
Dal Texas giunge notizia dell'iscrizione di Papa Ratzinger nel
registro degli indagati in un processo per pedofilia. Come sono
andati i fatti?
"Questo è un caso in sede civile in cui è stato denunciato Ratzinger
per una lettera del 2001 nella quale ribadiva il contenuto della
Instructio de modo procedendi in causis sollicitationis del 1962...
(documento inviato a tutti i vescovi e desecretato di recente, in
cui il Vaticano ordinava che un minore qualora avesse dichiarato al
suo vescovo di un abuso sessuale da parte di un sacerdote avrebbe
dovuto giurare il segreto perpetuo, sotto eventuale pena di
scomunica. Ed eventuali documenti comprovanti scandali di questo
genere commessi da sacerdoti avrebbero dovuto essere tenuto in un
archivio segreto, N.d.R.)
La Instructio è opera di Giovanni XXII[I, sic], vero?
"Sì. Diciamo del Cardinale Ottaviani [Prefetto dell'allora Sacra
Congregazione del Santo Offizio], per mettere le cose in chiaro,
così come la lettera del 2001 (lettera confidenziale che l'allora
Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Joseph
Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI, ribadiva il diritto della Chiesa
non solo di rivendicare a sè la competenza giurisdizionale nei casi
di abusi su minori da parte di esponenti religiosi, ma di svolgere
le indagini e conservare le prove acquisite nel più assoluto
segreto, fino al decorrere di dieci anni dal compimento della
maggiore età della vittima. "Casi di questo tipo - conclude la
lettera - sono soggetti al segreto pontificio", N.d.R.) non è di
Giovanni Paolo II, ma di Ratzinger. A detta di Daniel Shea,
l'avvocato che oltretutto è teologo, ex seminarista, e che ha
conoscenze interne alla struttura, ritiene che Ratzinger in quel
momento abbia agito al di fuori dei poteri propri del Prefetto della
Congregazione per la Dottrina della Fede per innalzare i tempi della
prescrizione. In questo modo ha impedito alla giurisdizione
americana di intervenire in sede penale: difatti, tutti questi
processi sono in sede civile perchè sono andati in prescrizione i
tempi dell'azione penale, e questa lettera del 2001, in pieno caos
americano, ha spostato avanti - da 16 a 18 di due anni - l'età in
cui per la Chiesa Cattolica si diventa maggiorenni anche negli Stati
Uniti, e prolungato i termini per la prescrizione da 5 a 10 anni,
guadagnando vantaggio sui termini della prescrizione in uso negli
States. Per questo Ratzinger è stato denunciato come "individuo",
non come Prefetto, ma come individuo per aver dato quelle
disposizioni, e in quanto tale nel processo vi è rappresentato. C'è
insomma un imputato che si chiama Joseph Ratzinger e che è presente
davanti alla giustizia americana a titolo individuale".
E quindi?
"Questa cosa non è stata contestata dal Vaticano, che ha solo
dichiarato che avrebbe chiesto l'immunità diplomatica per il Papa in
quanto Capo di Stato. Ma c'è da sottolineare che al momento in cui è
stato commesso il reato Ratzinger non era capo di stato, c'è da
sottolineare che è stato denunciato a titolo individuale, non come
prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e comunque
il giudice ha accettato questo stop chiesto dagli avvocati di
Ratzinger per la richiesta dell'immunità , ma chiedendo loro
un "rapporto" mensile sull'avanzamento dei lavori. Nel senso che
l'immunità al capo di stato in America puó essere concessa solo dal
Presidente. E' Bush che deve dire al magistrato: 'Fermi tutti, il
signor Ratzinger gode dell'immunità in quanto Capo di Stato'. Già
per due volte - sono passati circa 75 giorni - Bush non ha risposto
a questa richiesta. A fine Agosto ci sarà un'altra udienza nella
quale gli avvocati di Ratzinger dovranno presentare il terzo
rapporto mensile, e in quella sede l'avvocato Shea chiederà che si
proceda comunque, visto che la pendenza del parere di Bush non è
indispensabile, si puó comunque procedere".
Dunque si è fermi a livello procedurale?
"E' tutta una questione aperta, ma il dato di fatto è che nel
silenzio, da sei mesi, Ratzinger si trova iscritto come, diciamo
così, imputato in un processo civile negli Stati Uniti".
Se il Papa dovesse essere condannato, che cosa accadrebbe?
"E' un processo civile, non è penale."
E finora che richieste di risarcimento sono state avanzate?
"Su questo processo nessuna. Intanto è stato accertato e accettato
dal giudice che ci possa essere richiesta di risarcimento nei suoi
confronti. Ancora alla fase della richiesta dei risarcimenti non ci
siamo arrivati, siamo nella fase della 'costituzione' dell'imputato
per iniziare il processo. Che in quanto civile ha un altro
significato, chiaramente: anche noi, dovendo chiedere qualcosa non
chiederemmo di arrestare Ratzinger, questo è chiaro. Sicuramente,
come cose urgentissime chiediamo il ritiro di queste disposizioni e
la trasparenza su quello che è accaduto perchè, ricordiamoci, quei
4.000 preti riconosciuti dalla Conferenza episcopale americana come
colpevoli di aver commesso delle violenze sessuali soprattutto nei
confronti di minorenni sono 4.000 che siedono sui banchi della
giustizia civile".
Cioè?
"In altre parole, non c'è stato un prete denunciato dalle autorità
ecclesiastiche alla giustizia civile, hanno praticamente preso
quello che è stato già accertato e l'hanno dato come buono senza
dire peró qual è stata l'attività a partire dal '62, tutti i dossier
che loro hanno e che ancora non sono di dominio pubblico. Quindi noi
vorremmo un po' di trasparenza su questo sapendo comunque che, a
prescindere da questi documenti la causa prima delle deviazioni e
sofferenze sessuali è la sessuofobia, la politica vaticana sul
sesso".
Quindi voi chiedete anche una revisione della morale sessuale
cattolica?
"La denunciamo questa politica. Così come denunciamo la politica
proibizionista perchè arricchisce i narcotrafficanti, la politica
sessuofobica è causa di disastri e non di felicità . Noi pensiamo che
la risposta sia libertà sessuale e di coscienza, libertà
dell'individuo".