Sono d'accordo su tutto, 16 anni poi per un reato simile sono niente...extreme ha scritto:come fate a pensare di scoparvela ? io non la vedo neanche come essere umano, provo solo un senso di rabbia e vendetta nel vederla cosi felice.
l'unica cosa che potrei fare con lei è prenderla a bastonate finchè non mi si sloga il polso....e poi sarebbe ancora una grazia per lei...capace di infliggere 150 coltellate tra madre e fratellino. al processo dopo la sentenza ha urlato che la condanna era ingiusta, il carabiniere che le era a fianco ha detto di non aver mai visto tanta rabbia in volto ad una persona...
[O.T.] Omar & Erika
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extreme ha scritto:al processo dopo la sentenza ha urlato che la condanna era ingiusta, il carabiniere che le era a fianco ha detto di non aver mai visto tanta rabbia in volto ad una persona...
E proprio qui sta il "cuore" del problema... La ragazza aveva accumulato nel corso del tempo un tale odio per la madre ed il fratello che secondo lei toglierli di mezzo era cosa buona e giusta. Le ragioni di tale odio? Non sono mai venute fuori, forse non sono neppure reali, forse sono solo nella testa (bacata?) di Erika.
Quanto a ció che dice Wardog, sì, puó essere vero, puó darsi che sia pronta a fare del male a chiunque si metta tra lei e ció che desidera, ma non ne sono del tutto convinto, anche su questo bisognerebbe essere in grado di interpretare i fattori scatenanti del massacro di Novi.
Semmai, una cosa che veramente mi inquieta della vicenda (e che puó rendere ancor più inquietante la figura di Erika...) è il fatto che quello scemo l'abbia assecondata... secondo quanto ha detto la tv perchè gli faceva i pompini... un po' riduttivo, forse...
Viva il mecdonald e nonna Rolanda (sic, su un muro a Piombino)
E' una persona così perbene che mangia le noccioline con coltello e forchetta (Recount)
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volevo dirlo io già 2 gg fa..in effetti...erpantera ha scritto:se vi capita guardate le foto: erika e sua madre sono uguali
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
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radek invece è palusibile..radek66 ha scritto:extreme ha scritto:al processo dopo la sentenza ha urlato che la condanna era ingiusta, il carabiniere che le era a fianco ha detto di non aver mai visto tanta rabbia in volto ad una persona...
E proprio qui sta il "cuore" del problema... La ragazza aveva accumulato nel corso del tempo un tale odio per la madre ed il fratello che secondo lei toglierli di mezzo era cosa buona e giusta. Le ragioni di tale odio? Non sono mai venute fuori, forse non sono neppure reali, forse sono solo nella testa (bacata?) di Erika.
Quanto a ció che dice Wardog, sì, puó essere vero, puó darsi che sia pronta a fare del male a chiunque si metta tra lei e ció che desidera, ma non ne sono del tutto convinto, anche su questo bisognerebbe essere in grado di interpretare i fattori scatenanti del massacro di Novi.
Semmai, una cosa che veramente mi inquieta della vicenda (e che puó rendere ancor più inquietante la figura di Erika...) è il fatto che quello scemo l'abbia assecondata... secondo quanto ha detto la tv perchè gli faceva i pompini... un po' riduttivo, forse...
metti il potere intrinseco della figa
aggiungi una mente forse molto debole (lui)
e aggiungi che credo che erika sia un personaggio molto carismaatico e/o con parecchio ascndente
l'essere umano è molto facile da abbindolare....
motlo facile
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non so. se fosse veramente così non credo starebbe fra le detenuti comuni. ne avrebbe già fatta fuori qualcuna o avrebbero fatto fuori lei.WARDOG ha scritto:"anafettiva" è il termine esatto, non possiede gli strumenti mentali per provare empatia, cioè immedesimarsi in una sofferenza altrui.
E' il tipo di essere umano piu' pericoloso sulla faccia della terra. Il reale predatore.
Se stai sulla strada di qualcosa che vuole, ti toglie di mezzo, in qualunque modo.
E' doppiamente pericolosa per via dell'aspetto.
Personalmente non provo rabbia per lei, cio' non toglie che sarà una minaccia perpetua per la società , quando e qualora uscisse, quindi, soluzione russa (vedi cikatilo).
Si porta in una doccia, dove si puo aprire l'acqua, si spara un colpo alla nuca, si apre l'acqua finchè il sangue non smette di scorrere, si rimuove il corpo, lo si brucia. Punto.
forse è solo una povera testa di cazzo che fra qualche tempo realizzerà l'enormità di ció che ha fatto. nel frattempo, altro che partite di pallavolo: lavorare giorno e notte gratis
stecca para pe' tutti
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radek invece è palusibile..nik978 ha scritto:
metti il potere intrinseco della figa
aggiungi una mente forse molto debole (lui)
e aggiungi che credo che erika sia un personaggio molto carismaatico e/o con parecchio ascndente
l'essere umano è molto facile da abbindolare....
motlo facile[/quote]
Ma è proprio questo che mi inquieta... questa ragazza ha accumulato nel tempo un odio feroce per la madre al punto da pianificarne l'omicidio... siccome da sola non era in grado, ha convinto il fidanzatino ad aiutarla facendogli i pompini... lo so, detta così è un po' brutale, ma ricordiamoci che, durante il processo, venne fuori che mentre glielo succhiava, lo convinceva con frasi del tipo: "Allora li uccidiamo, vero?". Tutto questo mi fa rabbrividire, ma non so se rabbrividisco più perchè lei è effettivamente un genio del male o perchè lui è un invertebrato... nel delirio orgiastico-mediatico che è seguito al delitto non si è riusciti a capire questo fondamentale aspetto della vicenda...
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sandocan19 ha scritto:secondo me tra una decina d'anni ke esce dal carcere va all'isola dei famosi oppure come tronista da uomini e donne
Un'eventualità niente affatto da escludere... da vomito, ma per nulla campata in aria...
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lorena bobbit (nn mi rikordo se si kiama così)...?? anche lei ti scoperebbe a sangue....fritz ha scritto:ok, sono un perverso...
ok, l'attrazzione del male è quasi una banalità ..
peró io me la scoperei molto volentieri e molto a sangue...
e più di lei Elisabetta del gruppo delle Bestie di Satana, una gran figa dagli occhi insieme dolci e perversi
Concordo, ma che sia ergastolo duro da scontare in Turchia, Marocco, Algeria, Pakistan, Cuba non ergastolo Itagliano, dove i detenuti serviti e riveriti espiano le loro colpe in " alberghi a 3 stelle", dove i veri reclusi sono gli agenti di custodia, bistratto corpo di polizia che non ha niente se non quel senso civico di rispetto per le istituzioni, non conta nulla nella nostra società , non ha nemmeno il diritto al sacrosanto sciopero garantito nell'ordinamento giuridico italiano dall'art. 40, stipendi bassi, peró hanno il diritto alla pensione se mai ci arriveranno.Drogato_ di_porno ha scritto:Povero Abele, morirà un' altra volta. Sono contrario alla pena di morte ma non all' ergastolo a vita.
Da una mia esperienza in diversi carceri, vissuta circa 20 anni fà riporto lo spaccato di un moderno carcere Itagliano.
Il carcere di Vercelli fà parte di una serie di nuove costruzione nel comprensorio piemontese ordinate dal ministero di grazia e giustizia negli anni '80.
I detenuti hanno il campo di calcio in erba, il campo da pallavolo, sala giochi, celle monolocali con televisione.
In realtà non doveva esserci il campo da pallavolo ma una piscina, una bella piscina per deliziare i detenuti durante le stagioni estive.
Le critiche feroci della cittadinanza che seguirono alla decisione di iniziare i lavori portarono i responsabili del ministero a rivedere il progetto, riempendo il buco della piscina.
I detenuti sono Quotidianamente serviti dal giornalaio, tabaccaio, alimentari.
Appuntamenti settimanali con tutti gli specialisti medici.
I lavoranti addetti alle diverse mansioni quali pulizia dei bracci o mensa detenuti e mensa agenti di custodia, hanno uno stipendietto mensile, all'epoca prendevano circa 200000 lire che diventavano pensioncina dopo pochi anni.
Vero, esistono realtà diverse con problemi più o meno marcati quali il sovraffollamento come Genova, Roma e altri, ma i diritti umani e la qualità della vita nei nostri carceri rimane il sogno di tutti i detenuti del mondo!
E' giusto che la collettività mantenga tutto questo baraccone dei divertimenti per la feccia della società , una voragine di miliardi di euro sulle spalle di pochi cittadini che si alzano presto alla mattina per andare a lavorare, onestamente pagano le tasse, allevano i figli senza fargli mancare nulla tra stenti e sacrifici?
Se galera dev'essere, intesa come recupero e punizione, perchè non mandarli nelle miniere del sulcis per estinguere il debito verso la società ?
Almeno il carbone eviteremo di importarlo dall'estero, porcaccia miseria, sotto la Lanterna di Genova c'è una centrale di carbone dell'enel che ci costa uno sproposito, oltre alla fuligine nera che regolarmente tonifica la biancheria degli abitanti della zona dobbiamo sobbarcarcene anche i costi.
I detenuti devono essere recupereati anche fisicamente, giusto siano mandati a svolgere lavori socialmente utili, pulire i boschi, pulire le discariche abusive, miniera di carbone e zolfo, fogne comunali sempre occluse, ecc ecc.
Mi scuso con tutti per il post "sintetico" che appare più come sfogo personale che come discussione argomentata
Roma, 25 mag . (Adnkronos/Ign) - Erika De Nardo deve rimane in carcere perchè non si è ''ravveduta'' per i ''terribili delitti commessi''. Sono queste le ragioni alla base del rifiuto della Corte di Cassazione di accordare l'affidamento in una struttura terapeutica, al posto del carcere, alla giovane 22enne condannata per i terribili omicidi della madre Giusy Cassini e del fratellino Gianluca commessi insieme al fidanzano Omar il 21 febbraio del 2001.
La prima sezione penale della Suprema Corte (presidente Mario Sossi, relativo Piero Mocali) nel respingere il ricorso della difesa della ragazza condivide completamente il giudizio espresso dal Tribunale di sorveglianza dei minori di Milano del 27 maggio scorso in cui si osservava ''correttamente come la condotta altalenante del soggetto (che accanto al corso di studi regolarmente seguito, mostrava aperture di consapevolezza, circa i delitti terribili commessi, solo sporadiche ed era ben lungi dall'aver acquisito un senso di colpa reale, come sintomo definitivo della raggiunta emenda) non consentisse di formulare un giudizio positivo'' rispetto alla richiesta dell'inserimento di Erika in una struttura terapeutica.
In altre parole, la Suprema Corte nella sentenza 18486, sposa in pieno la teoria dei giudici del grado precedente che avevano rilevato la mancanza del ''requisito del sicuro ravvedimento inteso come conclusione del processo di riadattamento sociale, giustificativo di una prognosi negativa circa la futura recidività ''.
Bocciate, dalla Suprema Corte, ai fini della concessione della liberazione condizionale di Erika, anche le relazioni degli operatori penitenziari che avevano espresso parere positivo circa il collocamento della ragazza in una comunità terapeutica pur rilevando ''l'oscillazione continua del suo comportamento, migliorato ma ancora lontano dalla adesione consapevole e non solo opportunistica alle regole imposte''. Una diagnosi che, come già aveva osservato il Tribunale e ora la Cassazione dimostra come ''la liberazione condizionale era vista'' da Erika ''solo come strumento per evitare il carcere per adulti e per poi, attraverso il beneficio, avvicinarsi a quel traguardo di emenda tutt'ora ben lungi''.
Invano la difesa di Erika ha rivendicato il fatto che la posizione del senso di colpa per i terribili delitti avrebbe potuto essere completamente rielaborato solo con l'inserimento in una struttura terapeutica alternativa al carcere. In proposito, la Suprema Corte ha evidenziato come ''l'ordinanza impugnata ha ben risposto sul punto, correttamente affermando che le caratteristiche dell'istituto terapeutico non possono essere piegate alle contingenti esigenze del soggetto condannato, allorchè, come nella specie, questo non appaia meritevole del medesimo''. In conclusione la Cassazione ha ribadito la necessità per Erika del carcere anche in base al fatto che dalla relazione psicologica ''la De Nardo mostrava apertura di consapevolezza, ma la loro intermittenza e la mancanza di un effettivo senso di colpa esigevano ancora un trattamento lungo e tutt'altro che scontato negli esiti, per la presenza di un marcato assetto di natura schizoide, che scinde costantemente i fattori affettivi da quelli cognitivi, non permettendone l'armonizzazione''. Un percorso terapeutico, dunque, più che mai necessario allo ''scopo - scrive ancora piazza Cavour - di ottenere la completa rielaborazione del vissuto criminale e l'acquisizione del senso di colpa, che l'ordinanza impugnata indica come tutt'ora carenti''.
La prima sezione penale della Suprema Corte (presidente Mario Sossi, relativo Piero Mocali) nel respingere il ricorso della difesa della ragazza condivide completamente il giudizio espresso dal Tribunale di sorveglianza dei minori di Milano del 27 maggio scorso in cui si osservava ''correttamente come la condotta altalenante del soggetto (che accanto al corso di studi regolarmente seguito, mostrava aperture di consapevolezza, circa i delitti terribili commessi, solo sporadiche ed era ben lungi dall'aver acquisito un senso di colpa reale, come sintomo definitivo della raggiunta emenda) non consentisse di formulare un giudizio positivo'' rispetto alla richiesta dell'inserimento di Erika in una struttura terapeutica.
In altre parole, la Suprema Corte nella sentenza 18486, sposa in pieno la teoria dei giudici del grado precedente che avevano rilevato la mancanza del ''requisito del sicuro ravvedimento inteso come conclusione del processo di riadattamento sociale, giustificativo di una prognosi negativa circa la futura recidività ''.
Bocciate, dalla Suprema Corte, ai fini della concessione della liberazione condizionale di Erika, anche le relazioni degli operatori penitenziari che avevano espresso parere positivo circa il collocamento della ragazza in una comunità terapeutica pur rilevando ''l'oscillazione continua del suo comportamento, migliorato ma ancora lontano dalla adesione consapevole e non solo opportunistica alle regole imposte''. Una diagnosi che, come già aveva osservato il Tribunale e ora la Cassazione dimostra come ''la liberazione condizionale era vista'' da Erika ''solo come strumento per evitare il carcere per adulti e per poi, attraverso il beneficio, avvicinarsi a quel traguardo di emenda tutt'ora ben lungi''.
Invano la difesa di Erika ha rivendicato il fatto che la posizione del senso di colpa per i terribili delitti avrebbe potuto essere completamente rielaborato solo con l'inserimento in una struttura terapeutica alternativa al carcere. In proposito, la Suprema Corte ha evidenziato come ''l'ordinanza impugnata ha ben risposto sul punto, correttamente affermando che le caratteristiche dell'istituto terapeutico non possono essere piegate alle contingenti esigenze del soggetto condannato, allorchè, come nella specie, questo non appaia meritevole del medesimo''. In conclusione la Cassazione ha ribadito la necessità per Erika del carcere anche in base al fatto che dalla relazione psicologica ''la De Nardo mostrava apertura di consapevolezza, ma la loro intermittenza e la mancanza di un effettivo senso di colpa esigevano ancora un trattamento lungo e tutt'altro che scontato negli esiti, per la presenza di un marcato assetto di natura schizoide, che scinde costantemente i fattori affettivi da quelli cognitivi, non permettendone l'armonizzazione''. Un percorso terapeutico, dunque, più che mai necessario allo ''scopo - scrive ancora piazza Cavour - di ottenere la completa rielaborazione del vissuto criminale e l'acquisizione del senso di colpa, che l'ordinanza impugnata indica come tutt'ora carenti''.
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
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