[O.T.] Turchia in Europa

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Er Monnezza
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[O.T.] Turchia in Europa

#1 Messaggio da Er Monnezza »

Turchia nell'Ue: raggiunto l'accordo


3/10/2005





Il premier turco Tayp Erdogan guida l'AK, partito di formazione islamica. La Turchia ha in teressi strategici nel Nord dell'Iraq
Questa mattina lo stallo a causa delle condizioni poeste dall'Austria. Poi l'accordo su un testo preliminare tra la presidenza di turno britannica della Ue, l'Austria, la Turchia e Cipro. Dite la vostra



E' stato raggiunto a Lussemburgo un accordo a 25 sull'avvio dei negoziati di adesione della Turchia alla Ue: il compromesso, che sarà  formalizzato a breve nell'assemblea plenaria, è stato raggiunto in via preliminare a quattro, cioè tra la presidenza di turno britannica della Ue, l'Austria, la Turchia e Cipro. E' un testo emendato, a seguito delle eccezioni sollevate da Vienna per rompere lo stallo negoziale di questa mattina.
Il ministro degli Esteri turco, Abdullah Gul, che ha già  portato il documento al quartier generale dell'Ak (Giustizia e Sviluppo) dove si è recato anche l'ambasciatore inglese Peter Westmacott per conto del presidente Ue di turno, avrebbe dato un assenso di massima all'accordo. Mancano peró ancora alcuni punti da chiarire, sono in corso febbrili consultazioni, ma l'esito dovrebbe essere segnato: Ankara dovrebbe accettare la bozza di proposta emendata con le obiezioni austriache.
Il testo recepisce infatti le osservazioni di Vienna sulla verifica delle capacità  di assorbimento di nuovi partner da parte dell'Ue. Ma viene comunque incontro alla Turchia su un punto: non si fa alcun obbligo alla Mezzaluna di acconsentire all'adesione della Repubblica di Cipro alla Nato.

AUSTRIA: PONDERARE BENE
Le maggiori perplessità  su un ingresso immediato della Turchia le aveva espresse questa mattina, duranta la fase più tesa dei negoziati, l'Austria, che aveva chiesto di ponderare bene tutte le implicazioni, culturali, lavorative, finanziarie, di un possibile sì incondizioinato ad Ankara.

«Noi non abbiamo mai posto in discussione che l'obiettivo dei negoziati sia la piena adesione della Turchia, - ha spiegato il ministro degli Esteri di Vienna, Ursula Plassnik. « Ma vogliamo che si chiarisca quali sono le alternative nel caso i negoziati non arrivino a una conclusione. Vogliamo evitare che la Turchia finisca in una sorta di buco nero».
La Plassnik ha poi chiesto all'Ue una migliore analisi delle implicazioni finanziarie dell'adesione di Ankara all'Ue. «Occorre disporre del tempo necessario per questioni di fondo così importanti. Sulla questione stiamo ascoltando la nostra gente, non ci lasceremo intimidire da nessuno e non ci sentiamo isolati», ha proseguito.

AMERICANI RASSICURANTI SU CIPRO
Tra i grandi sponsor della Turchia c'era invece la Segretaria di Stato Usa Condoleezza Rice. In un colloquio telefonico con il primo ministro Recep Tayyip Erdogan gli ha ribadito che la proposta dell'Ue «non interferisce con i negoziati di adesione di Cipro al Patto Atlantico».

Il timore di Ankara è che nel documento sull'adesione all'Ue possa passare la linea greco-cipriota favorevole a includere nelle clausole da porre al vaglio di Ankara la non ingerenza del governo turco nell'allargamento del Patto Atlantico ai membri Ue che non ne fanno parte al momento: come, appunto, Cipro, isola contesa per eccellenza.
Chi caga sotto 'a neve, pure si fa 'a buca e poi 'a copre, quando 'a neve se scioje 'a mmerda vie' sempre fori.
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Er Monnezza
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#2 Messaggio da Er Monnezza »

Istanbul: l'Europa è già  qui


di Giovanni Porzio
27/9/2005





Il premier turco Tayyp Erdogan
Otto milioni di nuovi telefonini in un anno, crescita economica al 9 per cento, un oleodotto gigantesco... Il primo paese islamico che bussa alle porte Ue, e non viene bene accolto, provocatoriamente si chiede: ma ne abbiamo bisogno?



àˆ un fiume in piena che si riversa ogni sera in Istiklal Caddesi, giù per l'isola pedonale che scende dalla collina di Galata fino al Corno d'Oro attraversando il vecchio rione genovese.
Un fiume di giovani, luci e colori, in cui si mescolano volti caucasici e turchi, greci e russi, curdi e uzbeki.
Sfilano studentesse con il velo islamico da cui spuntano le cuffie dell'iPod e ragazze con l'ombelico nudo, suonatori di sax, flautisti sufi, violisti gitani, rapper e agenti di borsa con il laptop sottobraccio.

Potrebbe essere una strada di Londra, di Milano, Vienna o Berlino, se non fosse per la contadina con il fazzoletto scarlatto annodato sul mento e i larghi sirwal ai fianchi, che offre cestini di lavanda profumata agli avventori di un affollato Burger King. O per la voce tremula del muezzin, che dalla moschea di Huseyin Aga si danna per sovrastare la cacofonia dell'house music imperante nei bar.

La vita notturna di Istanbul che pulsa a Beyoglu, l'ex quartiere cristiano di Pera, è lo specchio della rinascita culturale ed economica di una città  riemersa da un lungo periodo di decadenza e proiettata nel futuro.
Alla vigilia dell'apertura dei negoziati per l'adesione della Turchia alla Ue (3 ottobre), Istanbul offre di sè l'immagine di una metropoli più cosmopolita, più aperta, persino più laica e tollerante di molte città  italiane ed europee.

Istanbul non è la Turchia dell'Anatolia profonda.
E nelle sue sterminate periferie dilagano gli slum di un'urbanizzazione selvaggia, segnata dalle piaghe della povertà , dell'emarginazione e della droga.
Ma la megalopoli (10 milioni di abitanti) ospita il 45 per cento dell'industria nazionale, produce il 55 per cento del pil e genera il 60 per cento dell'export.
Ed è il motore di una spettacolare crescita delle attività  commerciali e dei consumi.

Come testimonia il numero dei mercantili alla fonda nel Mar di Marmara, sotto gli imponenti profili del Topkapi e della Moschea blu: almeno un centinaio tra petroliere, gasiere, cargo, portacontainer e navi frigorifere in attesa di riempire le stive, di risalire il Bosforo dirette agli scali russi o di salpare per i porti del Mediterraneo.
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Er Monnezza
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#3 Messaggio da Er Monnezza »

Le riforme strutturali caldeggiate dal Fondo monetario e dalla Ue non hanno cancellato l'eccessivo indebitamento pubblico e con l'estero (17 miliardi di dollari), nè la soffocante presenza dello stato nel settore bancario, dei trasporti e delle comunicazoni. Ma il tasso d'inflazione è sceso in soli tre anni dal 70 all'8 per cento, la disoccupazione è in calo, il sistema economico cresce al ritmo del 9 per cento, il turismo è florido, la borsa è ai massimi storici e le privatizzazioni vanno avanti.

In agosto la Turk Telekom ha venduto il 55 per cento delle sue azioni a Saudi Oger e Telecom Italia. In settembre, il 51 per cento della raffineria Tupras è andato a privati locali e alla Shell. Una tendenza che il governo di Recep Tayyip Erdogan è deciso a consolidare, nonostante la contrarietà  dell'ultranazionalista presidente Ahmet Necdet Sezer.

Solo nell'ultimo anno sono stati venduti 8 milioni di telefoni cellulari e gli abbonati sono oltre 35 milioni, quasi la metà  dell'intera popolazione turca. E solo a Beyoglu si contano 25 sale cinematografiche, 450 librerie e 7 mila caffè e ristoranti. I prezzi delle case continuano a salire e sono sempre più numerosi i giovani manager turchi che, dopo avere studiato a Francoforte o a Boston, tornano in patria per aprire nuovi business.

Lungo l'Istiklal Caddesi, tra le facciate belle èpoque dei palazzi borghesi e delle legazioni europee, hanno aperto birrerie e fast-food, jeanserie e videoteche, boutique alla moda e rivendite di cibo biologico, negozi di computer ed estetisti che propongono piercing e tatuaggi.



In una galleria d'arte sono esposti i ritratti di Pablo Picasso, Winston Churchill e Federico Fellini del grande fotografo Ara Guler.

Al Pera Muzeum sono esposte le opere dei giovani pittori turchi: i nudi femminili di Burcin Erdi, le acide astrazioni di Yasemin Yilmaz, i paesaggi onirici di Baris Saribas. Si puó tirare l'alba in una discoteca come il Babylon. O nei ristoranti postmoderni di Ortakoy, al Reina o all'House Cafè, guardando dalla terrazza le luci dell'Asia (sotto lo stretto è in costruzione una linea del metró) e le navi che scivolano nell'acqua del Bosforo, fumando il narghilè nel bar di un ex villaggio di pescatori dove convivono, una accanto all'altra, una chiesa, una moschea e una sinagoga.

La minaccia fondamentalista sembra meno incombente. Alberghi, musei, edifici pubblici e banche sono dotati di metal detector e sorvegliati a vista da poliziotti e personale di sicurezza. «Ma gli integralisti autoctoni sono un'esigua minoranza» assicura Ali Isingor, caporedattore del settimanale Focus.
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Er Monnezza
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#4 Messaggio da Er Monnezza »

«Gli attentati degli ultimi anni sono stati perpetrati da cellule composte in prevalenza da terroristi arabi. Anche il Pkk, che ha ripreso ad attaccare le caserme dell'esercito nel sud-est dell'Anatolia, è spaccato. Dopo trent'anni di guerra civile e di regimi militari, i curdi si rendono oggi conto che la democratizzazione del paese rende superflua la lotta armata».

Il percorso democratico è ancora lacunoso. Ed è insieme alla questione cipriota uno dei «pretesti», come li definisce la stampa turca, che ostacolano l'ingresso di Ankara nell'Unione Europea. Pretesti cavalcati in Occidente soprattutto dalla Francia e dalla Cdu tedesca, che hanno peró seri fondamenti.

La libertà  di espressione su argomenti delicati è lungi dall'essere garantita e Reporter senza frontiere continua a denunciare casi di arresti arbitrari e di intimidazioni nei confronti dei giornalisti. Emblematica è la vicenda dello scrittore Ohran Pamuk, noto in Italia soprattutto per il romanzo Neve, tradotto in una ventina di lingue.

Per avere affermato durante un'intervista a un quotidiano svizzero che i turchi hanno massacrato 30 mila curdi e 1 milione di armeni, è stato accusato di «insulto all'identità  nazionale».
«Un reato che a norma dell'articolo 301/1 del codice penale» spiega il suo editore Tugrul Pasaoglu «contempla una condanna a 36 mesi di carcere. Il processo dovrebbe cominciare il 16 dicembre».




Ma Ankara ha fretta di arrivare a Bruxelles.
La sua impazienza si è manifestata lo scorso 15 settembre con un bizantinismo diplomatico: l'invito ufficiale in Turchia a Papa Ratzinger «nel corso del 2006», benchè fosse noto il desiderio di Benedetto XVI di effettuare il viaggio il prossimo 30 novembre, in occasione della festa di Sant'Andrea, venerato dai cattolici e dalle Chiese orientali.
Un chiaro tentativo di spingere il Vaticano a modificare la tiepida posizione del Pontefice sull'adesione del paese musulmano alla Ue.

Tra i giovani (in Turchia l'età  media è 19 anni) e gli intellettuali di Istanbul le perplessità  europee sono invece accolte con crescente indifferenza.
E con un pizzico di residuo sciovinismo. «La Ue è un club di vecchi burocrati» osserva Mehmet, studente di fisica. «Ne abbiamo davvero bisogno? àˆ piuttosto l'Europa ad aver bisogno della Turchia».

Sarà  l'Occidente, come in passato, ad approdare a Costantinopoli? Il ministro degli Esteri inglese Jack Straw sostiene che «l'ingresso nella Ue di una democrazia laica che rispetta l'Islam sancirà  la sconfitta dei profeti di uno scontro tra civiltà ». Ma ci sono anche ragioni più concrete.

Il 25 maggio è stato inaugurato il megaoleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan.
A pieno regime pomperà  un milione di barili di greggio dal Caspio alla costa mediterranea della Turchia, destinata perció a diventare un paese chiave per le forniture energetiche dell'Europa e del mondo occidentale.
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Scorpio
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#5 Messaggio da Scorpio »

rimango sempre più convinto che invece di entrare in Europa, saremmo dovuti entrare in Africa formando una federazione con la Libia di Gheddafi..
Tutto quello che faceva paura del comunismo - che avremmo perso le nostre case, i nostri risparmi, che ci avrebbero costretto a lavorare tutto il tempo per un salario scarso, e che non avremmo avuto alcuna voce contro il sistema - è diventato realtà grazie al capitalismo.

Se esiste un Dio, un giorno sarà lui a dovermi chiedere perdono (frase letta su un muro di Auschwitz).

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Oliver Cromwell
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#6 Messaggio da Oliver Cromwell »

La Turchia non entrerà  presto nell'UE.
Vi ricordo che non sono un popolo europeo,la Turchia non è fisicamente in Europa,sono musulmani e nel corso dei secoli hanno sempre costituito una minaccia per l'Europa..non certo una possibilità  di sviluppo.
Hano massacrato milioni di armeni,kurdi..per non parlare delle stragi in Grecia,Bulgaria,Ungheria,Serbia,etc.etc..Le loro donne mediamente fanno cagare.
Mi fanno schifo,e se combinano qualcosa è solo grazie alle basi militari NATO-USA..(vergognosa la telefonata di Condoleeza Rice a Barroso..); più vedo i disastri e il declino causati dalle boiate della UE,più ammiro Svizzera,Norvegia,Islanda,etc.etc..,non a caso paesi dove si vive molto meglio che in Itaglia..
Viva l'Europa,ma quella vera.
Ultima modifica di Oliver Cromwell il 05/10/2005, 16:01, modificato 1 volta in totale.
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brainsex
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#7 Messaggio da brainsex »

O. C.
non a caso paesi dove si molto meglio che in Itaglia..


dove si cosa ?

dove si chi ?

dove si quando?

e soprattutto

dove si perche ??

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Squirto
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#8 Messaggio da Squirto »

Oliver Cromwell ha scritto:Hano massacrato milioni di armeni,kurdi..
DickFotta difensore degli oppressi :lol:
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#9 Messaggio da balkan wolf »

ma vaffanculo ai turki diciamolo apertamente echecazzo!!!!!!

così a braccio:

sono più di 70 milioni con gli altri immigrati mussulmani rischieremmo di trovarci con un europa con 1/5 abbondante mussulmano ( che VOTA e so cazzi amici laici di destra e di sinistra )

non ci servono strategicamente ( c'è la cara BG a controllare il mar nero e gli yankees lo sanno benissimo )

i giochi energetici li taglieranno fuori ( il famoso petrolio del caucaso arriva da sotto il mar nero e passa dai balkani )

sono dei buzzurri che i diritti civili non sanno neppure dove stiano di casa

ci creerebbero problemi con cipro ( che se non erro è gia UE ) e parzialmente coi greci

senza vincoli di frontiera si sposterebbero in massa ( essendo sostanzialmente dei poveri ) snaturando completamente alcune realtà  europee ( germania in primis )

sono straodiati ( giustamente :-) ) dai balkanici e dagli slavi in genere ( che sono gia entrati e stanno entrando in UE )

sono i nostri nemici naturali da sempre un motivo ci sarà  no?

VLAD TEPES RULEZ!!!!!!!!! :-)
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
Alan Moore the killing joke

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#10 Messaggio da brainsex »

ci creerebbero problemi con cipro ( che se non erro è gia UE )


e' in UE per la parte controllata dalla Grecia , credo

Black Ice
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#11 Messaggio da Black Ice »

La Turchia è distante anni luce dall'Europa poichè essa non condivide molti dei valori che stanno alla base dell'Unione Europea. Lo strapotere dei militari, lo scarso spirito democratico, l'acceso nazionalismo, le velleità  espansionistiche, il disprezzo per le minoranze, la negazione del genocidio armeno, il mancato rispetto dei diritti umani, la pulizia etnica nei confronti dei curdi; tutti questi non sono dei fatti di poco conto; non possono essere nè sottaciuti nè sottovalutati. Bisogna ammettere con franchezza e senza ipocrisie che questo atteggiamento della Turchia, aggressivo ed intollerante, è una sua plurisecolare costante, che permea sia la sua classe dirigente che la popolazione comune e perció non è ragionevolmente ipotizzabile che con alcune riforme legislative essa possa, nel giro di alcuni anni cambiare!!! Ritengo quindi che allo stato attuale non vi siano le prerogative per l'ingresso della Turchia in Europa!

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#12 Messaggio da Squirto »

balkan wolf ha scritto:VLAD TEPES RULEZ!!!!!!!!! :-)
ecco DRACUL che banchetta davanti ai cadaveri degli ottomani impalati :D

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#13 Messaggio da Barabino »

Sia la Turchia che la Cina sono due paesi che sui giornali senti dire sempre le stesse cose: segno evidente che i poteri forti di li' hanno un controllo capillare dell'informazione...

diverse cose le dovremmo imparare dai poteri forti turchi (governo o militari o servizi segreti che siano): si sono messi in testa una cosa ed e' da 40 anni che insistono, insistono, insistono... altra cosa, se vanno a fare la guerra in Irak ci vanno con un perche', non solo per non dispiacere a Washington.

Il problema secondo me e' che la Turchia e' un paese grosso e ancora in gran parte rurale: se arrivano in massa sarebbe traumatzzante quasi quanto l'arrivo dei "terroni" nel dopoguerra... i "terroni" anatolici li conosco e non sono cattivi ma fanno diventre pazzi... non ci si capisce mai... al contrario la gente dell'est arrivata finora si e' adattata bene perche' sono tutta gente gia' urbanizzata... il socialismo reale urbanizzava a forza la gente molto piu' che da noi!

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#14 Messaggio da breglia »

Ho letto che l'Austria era tra i paesi più ostili all'ingresso della Turchia...come mai?
Cmq l'ingresso è previsto per il 2014.
Iniziate le trattative anche per l'ingresso della Croazia...
Quoto Cromwell, tutti in Islanda a pescare aringhe e ascoltare Bjork...
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#15 Messaggio da Er Monnezza »

La cosa piu' allucinante è che la Turchia è lo stesso paese che fino a pochi mesi fa aveva intenzione di reintrodurre nel codice penale il reato di adulterio,proposta per fortuna poi accantonata su pressione dell'UE ma che a mio parere è eloquentissima :( Breglia sono stato in Austria quest'estate,mai visti tanti musulmani e donne con il velo in vita mia,ricordo ancora che una sera andai a Stephanplatz per un giretto fra i bar e localetti vari e tornai a casa allucinato da quianti ce n'erano,nelle disocteche poi nn ti dico,i turchi e i negri(musumani ovv.) erano arrapati come i pazzi,il ballo del canga e dell'italiotto medio è nulla al confronto,ovv. di donne turche manco l'ombra.... :( Non voglio che i sinistrorsi e i buonisti del forum strumentallizzino il mio post,ci tengo quindi a puntualizzare che nn è il colore della pelle il problema,quindi nn parlate di razzismo,l'aberrazione è la loro forma mentis,incociliabile con quella di un occidentale
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