Povera Maria Grazia!!!
Inviato: 25/08/2005, 0:04
Cucinotta:"Io vittima del razzismo"
L'attrice si sfoga su Vanity Fair
"Dopo il successo del Postino, non mi chiamava più nessuno". La bella attrice scoperta da Troisi vuota il sacco su "Vanity Fair" e si toglie qualche sassolino nella scarpa parlando delle traversie attraversate nei primi anni di carriera. "Ero terrona, tettona e non avevo studiato recitazione", dice la Cucinotta che sarà presente a Venezia nelle vesti di produttrice del film "All the Invisible Chidren".
Perchè dopo "Il Postino" se ne andó in America, chiede il settimanale. "Perchè in Italia non mi facevano lavorare - afferma Maria Grazia - Tornata dall'Oscar, pensavo che sarei stata sommersa dalle proposte. Invece niente, non mi chiamava nessuno". L'attrice 37enne, sposata con l'imprenditore Giulio Violati e mamma di una bimba di quattro anni, sottolinea il "razzismo" del quale sarebbe stata vittima: "Appena aprivo bocca - dice - mi facevano il verso per l'accento, dicevano che ero stata miracolata da Troisi. Invece io avevo fatto la mia gavetta, anche se venivo dalla televisione".
Un riferimento anche a Sophia Loren, cui molti la paragonavano a inizio carriera: "Erano altri tempi - afferma la Cucinotta - e, soprattutto, lei aveva un produttore alle spalle (il marito Carlo Ponti, ndr) che l'ha saputa costruire come un personaggio. Io non ho mai frequentato i giri del cinema, nè registi, nè produttori". Nell'intervista a "Vanity Fair" l'attrice si lascia andare anche a qualche riferimento alla sua vita sentimentale: "Io sono una passionale: se mi dovessi innamorare di un altro, non mi fermerebbe nulla. Mio marito è della stessa opinione. Siamo sposati da 10 anni, con un accordo: nel momento in cui il nostro cuore batterà per un altro, chiuderemo. Io piangeró o lui piangerà , pazienza. Ma non vivremo nell'ipocrisia".
Prossimo impegno professionale per Maria Grazia sarà al Lido di Venezia dove presenterà fuori concorso "All the Invisible Chidren", il film che ha appena prodotto, composto da sette episodi, tutte storie di bambini, firmati da registi di fama mondiale: Emir Kusturica, Spike Lee, Ridley Scott, John Woo, Kà tia Lund, Mehdi Charef e l'italiano Stefano Veneruso.
L'attrice si sfoga su Vanity Fair
"Dopo il successo del Postino, non mi chiamava più nessuno". La bella attrice scoperta da Troisi vuota il sacco su "Vanity Fair" e si toglie qualche sassolino nella scarpa parlando delle traversie attraversate nei primi anni di carriera. "Ero terrona, tettona e non avevo studiato recitazione", dice la Cucinotta che sarà presente a Venezia nelle vesti di produttrice del film "All the Invisible Chidren".
Perchè dopo "Il Postino" se ne andó in America, chiede il settimanale. "Perchè in Italia non mi facevano lavorare - afferma Maria Grazia - Tornata dall'Oscar, pensavo che sarei stata sommersa dalle proposte. Invece niente, non mi chiamava nessuno". L'attrice 37enne, sposata con l'imprenditore Giulio Violati e mamma di una bimba di quattro anni, sottolinea il "razzismo" del quale sarebbe stata vittima: "Appena aprivo bocca - dice - mi facevano il verso per l'accento, dicevano che ero stata miracolata da Troisi. Invece io avevo fatto la mia gavetta, anche se venivo dalla televisione".
Un riferimento anche a Sophia Loren, cui molti la paragonavano a inizio carriera: "Erano altri tempi - afferma la Cucinotta - e, soprattutto, lei aveva un produttore alle spalle (il marito Carlo Ponti, ndr) che l'ha saputa costruire come un personaggio. Io non ho mai frequentato i giri del cinema, nè registi, nè produttori". Nell'intervista a "Vanity Fair" l'attrice si lascia andare anche a qualche riferimento alla sua vita sentimentale: "Io sono una passionale: se mi dovessi innamorare di un altro, non mi fermerebbe nulla. Mio marito è della stessa opinione. Siamo sposati da 10 anni, con un accordo: nel momento in cui il nostro cuore batterà per un altro, chiuderemo. Io piangeró o lui piangerà , pazienza. Ma non vivremo nell'ipocrisia".
Prossimo impegno professionale per Maria Grazia sarà al Lido di Venezia dove presenterà fuori concorso "All the Invisible Chidren", il film che ha appena prodotto, composto da sette episodi, tutte storie di bambini, firmati da registi di fama mondiale: Emir Kusturica, Spike Lee, Ridley Scott, John Woo, Kà tia Lund, Mehdi Charef e l'italiano Stefano Veneruso.