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[O.T.] Santa Giulia e Montecity
Inviato: 08/06/2005, 10:33
da australiano
ma come diavolo fanno a costruire ancora, che milano3 fu già un grosso flop e non mi pare ci sia stato questo grande incremento di popolazione!
mah
Inviato: 08/06/2005, 15:58
da Despe1
E' un'area urbana (mica 16 km fuori città come Milano3, che comunque non mi pare sia stato un flop, nè a livello commerciale, nè a livello di numeri di residenti...), se fanno le cose per bene, perchè no ? La domanda di case c'è sempre e in teoria potrebbe riqualificare un quartiere (Rogoredo) che è messo maluccio.
Io sono un pó scettico per altri motivi. In Italia (all'estero il discorso è leggermente diverso) molti di questi interventi di risanamento delle periferie, di riqualificazione urbanistica, sono stati dei mezzi flop. Non c'è bisogno di avere studiato urbanistica per vedere che, nel 90% dei casi, le riqualifiche di una zona periferica sono fallimenti (esempi: quartiere Biscione a Genova (arch.Daneri), quartiere ZEN a Palermo, quartiere Le Vele a Napoli, La zona Bovisa e la riqualificazione dell'Ortica a Milano, S.Donato (Arch. Kenzo Tange... lasciato a metà ...) insomma quasi tutte le 'città ideali' alla fine si sono rivelate essere dei mezzi fallimenti urbanistici....).
Inviato: 08/06/2005, 16:12
da cimmeno
in questi piani di risanamento non si tiene conto del fatto che in genere è la popolazione a deteriorare il territorio, non il contrario.quindi riqualificare un quartiere e non provvedere a rimodularlo dal punto di vista demografico, vuol dire essere certi che tra qualche anno sarà nella stessa situazione.
Inviato: 09/06/2005, 5:14
da nik978
Despe1 ha scritto:E' un'area urbana (mica 16 km fuori città come Milano3, che comunque non mi pare sia stato un flop, nè a livello commerciale, nè a livello di numeri di residenti...), se fanno le cose per bene, perchè no ? La domanda di case c'è sempre e in teoria potrebbe riqualificare un quartiere (Rogoredo) che è messo maluccio.
Io sono un pó scettico per altri motivi. In Italia (all'estero il discorso è leggermente diverso) molti di questi interventi di risanamento delle periferie, di riqualificazione urbanistica, sono stati dei mezzi flop. Non c'è bisogno di avere studiato urbanistica per vedere che, nel 90% dei casi, le riqualifiche di una zona periferica sono fallimenti (esempi: quartiere Biscione a Genova (arch.Daneri), quartiere ZEN a Palermo, quartiere Le Vele a Napoli, La zona Bovisa e la riqualificazione dell'Ortica a Milano, S.Donato (Arch. Kenzo Tange... lasciato a metà ...) insomma quasi tutte le 'città ideali' alla fine si sono rivelate essere dei mezzi fallimenti urbanistici....).
a genov ail biscione è il meglio
decisamente meglio
Il CEP di prà e la Diga di begato (begato 9) (finita in un libro delgi orrori architettonici) e poi tutto il quartiere DIamante sono i peggio..
la cosa bizzara di begato è la scelta del posizionamento.
nella valle il vento è perenne..
esposizione non a sud...
il bello è che l'edificio "diga" è concepito conoscnedo la conformazione e la presenza dle vento, infatti a metà è presente un terrazzo costruito APPOSTA

per spezzare il vento..
(ditemi voi che vibilità ha un terrazzo dle genere...ora tra l'altro è chiuso visto che era ritrovo di tossicodipendenti..)
nota cinematografica:alla diga è girato l'inizio dle film:"in principio erano le mutande.."..
Inviato: 09/06/2005, 5:24
da nik978
° piano - scalini fracassati. 2° piano - cartone disfatto. 3° piano - sono già stanco e mentre salgo tutto crolla dietro di me. Si sfascia ogni cosa. Cammino a 1 limite delle macerie. Nastro da pacchi che chiude una porta. Un 5 scarabocchio in fretta. Un cane rosicchia una bottiglia di plastica. Una lite furibonda al 7°, 8°, 9°, maledico il giorno in cui ho smesso di frequentare judo, alla terza lezione, nuoto, alla quarta, addirittura body-building alla prima. Non ho fiato. Ma mi viene naturale creare un ritmo con i passi. Ogni alzata, ogni pedata.
Batto la mano sinistra sul corrimano, producendo un suono che si aggiunge a quello dei miei piedi sul marmo. Suono percussivo di carne e sangue che pulsa. Improvviso una canzone che come tante altre non avrà spartito, anche perchè suono la chitarra da appena un paio di mesi e solo la voce è da sempre il mio vero unico strumento. Trovo in modo casuale la melodia, cerco rime ed assonanze colme di nonsense. Volendo potrei chiamarla sperimentazione ritmicaoticasuale del testo. Mi viene da ridere pensando a questo e alla discussione nata con un amico a proposito dei Rage Against The Machine, crossover o rap-core? Detesto le etichette.
Soldi, Soldi, Soldi. Interesse e guadagno. Arte? Bah! Penso unicamente al suo sorriso heavy -metal. Penso che se non muovo il culo non impareró mai più a suonale la chitarra, o guitara come la chiamo io. 11. Apro la porta rossa con la svastica incisa sopra. Sono sul pianerottolo. Incrocio la vecchietta della porta accanto. La saluto. Apro la porta ed entro in casa. Enrico non c'è. Mi concedo più disordine del solito. E' da più di un anno che ho le chiavi di casa sua. Entro ed esco quando voglio. Qui posso usare il suo stereo o suonare la chitarra di sua madre. Se qualche volta la situazione a casa mia è particolarmente insostenibile posso persino dormirci. La sua testardaggine così heavy. il suo sorriso così heavy- metal.
Non sono un grande amante di questo genere troppa tecnica, poca poesia. Miriam era veramente freak. Monica pop. Barbara blue. Silvia progressive. Odio le etichette, ma sono perfette applicate alle mie ex. Al piano di sotto qualcuno "pompa a palla" una cassetta del Duplè. Cristo! Alzo a 5 il volume dell'amplificatore, ma i Mad Season subito non ce la fanno. I primi minuti di Wake Up hanno un volume di registrazione troppo basso. Aspetto l'apice del ritornello. Decisamente surclassa senza problemi lo schifo di sotto. Un esagerato risveglio di sensazioni corre lungo la mia spina dorsale e tutto attorno al muscolo cardiaco. Va molto meglio. Sono le cinque e mezza. Mi faccio un tè. Quando finisco di bere finisce anche la musica. Guardo fuori dalla finestra della cucina, guardo le case popolari che si ammassano sulle colline di Begato. Disposte al suolo in qualche ordine a me oscuro ma assurdamente prestabilito. La prima volta che ho visto la "diga" mi è venuto in mente Blade Runner. Ritorno in sala e mi sdraio sul letto dopo aver cambiato cassetta. Tom Waits. Lui sì che è un cristo con tutte le carte in regola.
Cazzo se lo è! Mentre la musica riempie la stanza ripenso ad un canzone, ad una musica che ho abbozzato con quei pochi accordi che conosco. Lascio correre ancora qualche brano ma poi spengo lo stereo e prendo in mano la chitarra. Azzecco si qualche nota, ma ben presto mi rendo conto che la musica non è così fluida come la immaginavo. E' meglio lasciar perdere. Gironzolo per la stanza. Mi sdraio nuovo. Mi addormento. Quando mi sveglio sono le sette passate.
Esco di corsa, mentre oltre Scarpino il sole tramonta tra l'aria e lo smog. Prendo la macchina, guardo con tristezza il suo cofano schiacciato, ci mancava solo un tamponamento. Se non ci fosse Enrico. Con la sua casa. Il suo stereo. La chitarra.
Sarebbe un vero casino. Non riesco a capire come posso non avere un impianto decente e neppure un'autoradio, il walkman è rotto da più di due anni. Sento le cassette tramite uno scassato radioregistratore di infima marca che alimentato dalle pile mi segue anche in macchina.
Continuo a comprare CD, e dischi in vinile soprattutto. Ancora il suo sorriso heavy-metal. Non riesco a togliermelo dalla mente. I suoi occhi. Suona una grande musica nella mia testa. Ma non è haeavy-metal, neppure psichedelia, le penso tutte mentre torno a casa. Che genere allora? Mentre mi metto a tavola isolo il pensiero attorno a questa musica. Il fastidioso vociare inutile e polemico dei miei non mi sfiora neppure. Guardo scomparire il cibo sul mio piatto. Finito di mangiare vado in camera. Il suo naso. Eppure cosa mi succede di preciso. Sono incasinato e mentre mi incasino di più esco accompagnando il tutto da un veloce ciao. So dove trovare l'assurda ragione di quella musica. La raggiungo. Il suo sorriso, il suo naso, i suoi occhi, i suoi 40 kg scarsi. Corta ma ricca di contenuti. Mentre la guardo penso che tra un mese si toglierà l'apparecchio dalla bocca. Sarà perfetta. Non mi piace l'heavy-metal. Forse sapró qualche accordo in più e forse suoneró la musica che ho in testa mentre penso a lei. Anche il mio pezzo sarà breve. Corto ma ricco di contenuti.
Inviato: 09/06/2005, 5:30
da nik978
Daneri, Fuselli, Morozzo della Rocca, Andreani, Pateri, Pulitzer, Sibilla sono i progettisti che hanno dato forma sotto il coordinamento di Luigi Carlo Daneri ed Eugenio Fuselli all'insediamento abitativo di Forte Quezzi.
L'Ina-Casa aveva acquistato una porzione di territorio pari a 33 ettari che si estendevano attorno alla fortificazione di Quezzi, ma gran parte dei terreni acquistati non furono utilizzati, è lo stesso Fuselli che lo dichiara (1).
Nel febbraio 1949 è approvata la legge n.43 Provvedimenti per incrementare l'occupazione operaia. Case per lavoratori, prende così avvio un imponente piano di costruzione di parti importanti, dimensionalmente, di città italiane.
Il piano Fanfani, allora ministro del lavoro del governo De Gasperi, voleva rimediare alla situazione dei disoccupati alla fine della guerra, attraverso piani di insediamenti residenziali atti a risollevare l'economia italiana. " Reputai utile -afferma Fanfani- rivolgere il mio sguardo alle costruzioni edilizie, visto che... esse sono le più capaci a fungere da volano nel sistema economico" (2).
L'Ina-Casa nasce all'inizio dall'Istituto Nazionale delle Assicurazioni, e la copertura finanziaria dei piani è fornita dallo Stato, dai datori di lavoro e dai dipendenti attraverso una trattenuta del salario, una specie di fondo sociale solidale con i disoccupati. Sono costituiti due comitati quello di attuazione (alla cui presidenza è chiamato Filiberto Guala) organo che emana le norme e i contributi finanziari; il comitato di gestione, invece, si occupa dei piani dal punto di vista architettonico,controlla gli enti periferici e conferisce gli incarichi (alla cui presidenza è nominato Arnaldo Foschini), in cui partecipano rappresentanze del mondo del lavoro, sia i datori che i lavoratori, oltre a rappresentanti del governo (ministeri del tesoro,del lavoro e dei lavori pubblici). Vengono indetti dei concorsi per reperire gli architetti e formare l'elenco dei progettisti così ogni partecipante doveva dimostrare di saper progettare quattro differenti tipologie abitative:
tipo A casa isolata a due piani con due alloggi per piano
tipo B casa a schiera a due piani
tipo C casa isolata a quattro piani con tre alloggi per piano
tipo C casa continua a tre piani con due alloggi per piano.
Si venivano così a formare gli elenchi dei professionisti, in gran parte giovani e alle prime esperienze, che da subito potevano confrontarsi con la progettazione dell'alloggio-tipo.
L'Ina-casa pubblica dei manuali di progettazione dove sono indicati le tipologie e le regole cui i progettisti si devono attenere, inoltre, per agevolare la partecipazione della maggior parte di lavoratori, favorendo la manodopera a scapito della meccanizzazione, l'organizzazione dei cantieri e le tecniche di costruzione privilegiate sono di tipo tradizionale.
"Nei 20.000 cantieri si consolida sempre più il modello costruttivo ... basato sulla ibrida contaminazione di muratura e cemento armato (3) ".
Gli anni cinquanta in Italia hanno consentito ai giovani e ai più affermati architetti di sperimentare attraverso le residenze e i quartieri Ina-Casa le soluzioni architettoniche teorizzate, pur nei limiti consentiti dai Piani.
La città progettata sulle pendici di Quezzi (1956-68), rappresenta un nuovo modo di concepire gli insediamenti residenziali fino ad allora realizzati a blocchi rettangolari, come nel caso del quartiere,sempre INA-Casa, Bernabó Brea, realizzato dallo stesso Daneri qualche anno prima (1950-57).
Il quartiere genovese, rappresenta un'eccezione in quanto rompe la tradizione costruttiva voluta dall'Ina-Casa rispetto agli insediamenti realizzati nel resto del paese, sia nella forma che nella scelta dei materiali, annoverandolo tra gli archetipi più importanti e sperimentali dell'architettura moderna.
Solo un giovane Giancarlo De Carlo nell'edificio a cinque piani di Sesto San Giovanni (1950-51) e nelle case Ina a Baveno (1951-53) riesce a interpretare il tema della residenza in chiave moderna e innovatrice come faranno Daneri e Fuselli qualche anno più tardi. Per la maggior parte degli interventi si tratta di architetture tradizionali, sia per tecniche costruttive sia per forma, che non contribuiscono a modificare la concezione dell'abitare, solo in alcuni casi ció avviene: nelle case a patio di Adalberto Libera nel quartiere Tuscolano di Roma realizzato da De Renzi e Muratori (1950-60) e nel quartiere di via Harrar a Milano realizzato da Figini, Pollini e Ponti(1951-55).
Oggi, a quasi cinquant'anni (il "biscione" è del 1956-57 mentre l'ultimo dei cinque edifici previsti viene terminato solo nel 1968) dalla loro costruzione, le unità abitative sono ancora modernissime nella concezione e nel modo in cui sono disposte sul territorio, seguendo nell'andamento serpentino, le curve di livello.
La scelta di adottare questa forma fu proposta da Eugenio Fuselli che dopo sopralluoghi accurati giunse a una delle tante riunioni serali con i compagni di gruppo, il cui coordinatore era Daneri, convincendoli che fosse meglio ridurre la superficie utile concentrandosi sul versante sud, attraverso una disposizione di case a schiera continue. Questa non è una supposizione ma è supportata da una conferenza tenuta da Fuselli al Rotary Club di Genova (4), è una scoperta che modifica la storiografia del "biscione", che è da sempre ritenuto opera univoca di Daneri, in realtà lui era il coordinatore di un gruppo di professionisti preparati dal punto di vista culturale e tecnico i quali attraverso un grande lavoro di equipe hanno contribuito a rendere efficace l'intervento architettonico del quartiere. Daneri era il personaggio più conosciuto ma appare di rilevante importanza rivalutare il contributo di Eugenio Fuselli. Laureatosi a Padova in Ingegneria nel 1926, l'anno successivo si iscrive alla Scuola Superiore di Architettura di Roma ed entra nel gruppo di Luigi Piccinato con cui partecipa alla proposta per il Piano Regolatore di Roma al Congresso Internazionale di Urbanistica del 1929, partecipó successivamente al Concorso per la sistemazione dell'area della Foce a Genova, realizzato poi da Daneri.
Il piano d'insediamento di Forte Quezzi prevedeva la costruzione di cinque edifici, tutti realizzati, di cui l'edificio A, il "Biscione" appunto, progettato da Daneri e Fuselli.
La disposizione curvilinea consentiva, grazie all'orientamento a sud, un'ottima illuminazione naturale e per la posizione panoramica il pieno godimento delle visuali sulla città .
Un aspetto non secondario è dato dalla strada che affianca l'edificio come una vera "promenade architecturale", un nastro di asfalto che collega le varie parti del complesso, contribuendo a rendere omogeneo il progetto, così come il ripetuto andamento curvilineo delle altre unità abitative sottostanti.
La difficoltà di progettare il bordo della città , come avviene in questo caso, ha portato i progettisti a individuare un modello ripetibile per tutti e cinque gli edifici, un atteggiamento culturale innovativo che guarda al paesaggio con rispetto, molto di più di altri interventi collinari genovesi,che non mirano certo a un'integrazione nel contesto ma a un dominio su di esso, da Voltri 2 alla "diga" di Gambacciani a Begato.
La scelta di adottare il cemento a vista, la partizione orizzontale delle travi che ne esaltano l'orizzontalità , l'edificio sollevato da terra, lo pongono in sintonia con i principi dell'architettura di Le Corbusier, maestro del Movimento Moderno cui Daneri, in occasione della realizzazione di Piazza Rossetti, scrisse una lettera con allegate delle fotografie. Nella risposta, l'architetto franco-svizzero, ne elogiava il carattere appartenente, con pieno diritto, alla poetica architettonica da lui professata.
"L'architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico dei volumi assemblati nella luce. I nostri occhi sono fatti per vedere le forme nella luce: le ombre e le luci rivelano le forme...l'immagine ci appare netta e tangibile, senza ambiguità (5)".
La luce, modella le superfici pure, del "beton brut", filosofia di un modo di intendere l'architettura dove la rugosità della materia, data dalla fiammatura delle tavole di legno della casseratura, conferiscono all'insieme una chiarezza delle intenzioni dell'architetto.
Daneri e Fuselli hanno sperimentato soluzioni tecnologiche molto interessanti e radicali, nell'incastro pilastro-trave che costituisce l'ossatura strutturale del complesso che viene così suddiviso in unità d'abitazione uguali per tutta la lunghezza, ció contribuisce a rendere l'intero edificio un unicum modellato sull'orografia.
Un'altra importante riflessione è legata alla scelta progettuale di spezzare la continuità spaziale con l'inserimento di due spazi pubblici coperti che ne percorrono l'intera lunghezza, due promenades architecturale: la prima alla quota di ingresso degli alloggi, ma già sopraelevata rispetto alla strada, e la seconda tra un blocco di alloggi e l'altro (ciascun blocco è costituito da tre piani); si crea così un alleggerimento nel prospetto con il taglio centrale che diventa spazio pubblico adibito, in origine al passeggio, e al gioco dei bambini, in realtà poco sfruttato, ma dal quale si ha una straordinaria visuale sulla città .
Il biscione resta l'esempio più significativo del mai realizzato plan Obus di Algeri di Le Corbusier dove enormi edifici seguivano i profili curvilinei del territorio collegati da infrastrutture stradali di cornice, panoramiche sul paesaggio sottostante.
E'doveroso fare un'ultima riflessione, ma non meno importante anzi fondamentale, legata al completamento del progetto che prevedeva tra un insediamento e l'altro ampi spazi di verde, mai realizzati, questo ha provocato l'assedio da parte di costruzioni sorte appena sotto il quartiere risultato della speculazione edilizia di quegli anni.
Il progetto prevedeva, alla quota degli ingressi delle singole unità abitative e per tutta la lunghezza dell'edificio, la collocazione di attività commerciali; mentre la realizzazione di un centro sociale e di una chiesa era prevista nell'area sottostante. Solo molti anni dopo la chiesa è stata realizzata.
Le mancate realizzazioni avrebbero contribuito a rendere più vivibile il quartiere che spesso è stato attaccato, duramente, a causa delle condizioni di vita sociali che l'architettura avrebbe determinato. Niente di più sbagliato, l'architettura non ha fallito, dimostrazione ne è il fatto che gli abitanti sono soddisfatti della spaziosità degli alloggi, della posizione geografica in cui si trova il quartiere riconoscendo nel progetto daneriano una qualità dell'abitare.
Il fallimento è avvenuto nelle strutture sociali che non sono state insediate, che avrebbero consentito agli abitanti di non vivere l'isolamento dal centro-città , dai negozi,dalle attività ricreative ed educative.
Oggi a quasi cinquant'anni dalla sua nascita alcune attività necessarie, farmacia, alimentari, bar, circolo arci, sono state realizzate. Se questo fosse avvenuto fin dal 1956 l'opinione pubblica avrebbe giudicato l'intervento in modo differente.
Inviato: 09/06/2005, 14:44
da Despe1
molto belli i tuoi spunti Nick...
Peró, vedi, buona parte di quello che tu citi sono mostri architettonici, sbagliati sin dall'abc della progettazione, mentre il problema vero è che anche quando si è progettato discretamente, il flop è arrivato lo stesso (es. S.Donato - Metanopoli era un fior di progetto). La città italiana non è come le metropoli europee, policentriche, risultato di strati di aggregazione relativamente recenti. La città italiana ruota attorno ad un centro storico antichissimo, viabilità , servizi, flussi della popolazione, dinamiche sociali, tutto è plasmato in funzione di questo. Nuovi insediamenti periferici, anche quando sono stati progettati e costruiti bene, sono rimasti quartieri dormitorio, senz'anima.... sono, nel migliore dei casi, fiori che appassiscono se non viene ripensata interamente la città . Niente da fare, la dittatura del centro storico in Italia ha sconfitto legioni di architetti, da Norman Foster a Kenzo Tange. Anche se non è buon motivo per non provarci, Montecity forse farà la stessa fine.
Inviato: 09/06/2005, 15:30
da nik978
vero..
in effetti già a genova non è facile costruire....in più in quei casi si è proprio sbagliato tutto (ma vi consiglio veramente di vederle dal vivo certe cose..sono angoscianti..)
il centro vince(oltre ai motivi principali che dici tu) perchè l'italia (ma non credo solo lei) soffre di una terribile difficoltà di spostamento, e quindi al quartiere periferico ci vai solo a dormire. per motivi di "tempi della giornata"
l'unica strada è forse la fuga dai centri storici causa altisismi prezzi degli immobili..l'inquinamento..
ma la vedo dura..
Inviato: 28/10/2006, 22:36
da nik978
uppete..(ho i miei motivi..

)
Inviato: 29/10/2006, 13:22
da Super Zeta
Quando nel 95 mi misi in cerca della mia prima casa San Donato costava più di molte zone centrali di Milano
Io ridevo e ringraziavo tutti quelli che facevano diventare di moda zone simili
A distanza di 10 anni la mia zona è quadruplicata di valore (speculazioni senza senso) San Donato è lì che langue
Volete i prossimi che se la sono presa e continuano a prendersela nel culo? Gli acquirenti dei loft superlusso
Inviato: 29/10/2006, 15:53
da Kronos
Despe1 ha scritto: La città italiana non è come le metropoli europee, policentriche, risultato di strati di aggregazione relativamente recenti. La città italiana ruota attorno ad un centro storico antichissimo, viabilità , servizi, flussi della popolazione, dinamiche sociali, tutto è plasmato in funzione di questo.
parlando tempo fa con progettisti ed ingegneri civili mi facevano notare come nel resto dei paesi civili oramai tirano su un quartiere piu' o meno periferico pensato per durare al massimo un 50/60 anni e a tempo debito lo radono al suolo in blocco per ricostruire e far posto alla generazione successiva di edifici e di popolazione: in questo modo la citta' si rinnova periodicamente e a rotazione nei quartieri, si risparmia territorio e le principali arterie di comunicazione ed i servizi restano sostanzialmente gli stessi: da noi basta vedere una foto satellitare della lingua di cemento che si snoda da milano fino al tagliamento per rendersi conto che al solito facciamo le cose all'italiana :|
Inviato: 29/10/2006, 17:11
da Scorpio
il problema vero è una questione morale x cui l'edilizia è il top delle speculazioni.
non solo in itaGlia, ma anche nel resto del mondo, ed in posti impensati, i prezzi delle case anche nuove stanno aumentando in maniera esponenziale e non si capisce nemmeno con che logica!
Ad esempio continuo ad incazzarmi per gli aumenti di prezzo delle case nuove: le maetrie prime che usano son sempre diminuite di prezzo, i lavoratori dell'edilizia non mi sembra che guadagnino di+, senza contare che cè un sottobosco e di evasione impressionante...e i prezzi aumentano!?!
capisco che la finanza non sia più interessante ma vorrei capire quando scoppierà la bolla speculativa edile!
Inviato: 29/10/2006, 21:16
da fiatAGRI
le vele a napoli vele raccomando...
Fumo ottimo

Inviato: 15/07/2007, 16:15
da nik978
per i genovesi cmq, gambacciani ha una grossa responsabilita' (intendo in senso neutro..non sto dando accezzioni engative al termine responsabilita') nel mutamento visivo negli utlimi 40 anni
dal grattacielo sip
a corte lambruschini (che ho visto demolire e costruire avednoci abitato a fianco fino al 1998..)
al matitone
ad opere a quarto alto etc...
e ovviamente alla sopracitata diga di begato
il biscione invece e' di daneri(come gia' detto..)

il biscione e' qualcosa di pazzesco..colpisce tutti quelli che arrivano a genova...
e io se riesco (cosa che mi capita di rado) ci porto la gente...
http://www.giampierorselli.it/Geweb/Biscione.htm
quando ero piccolo la nonna mi portava sugli autobus collinari a fare i giri
356/383 e 385
la cosa buffa che in que periodo erano famose quelle zone per essere tutt'altro che tranquille (a genova tra gli anni 70 e 80 l'eroina picchio' duro non solo nel centro storico.....)..ma ora hce ci penso, forse mia nonna non lo sapeva.......
Inviato: 15/07/2007, 19:53
da hangtime
Santa Giulia sara' un quartiere di lusso e affari... il primo palazzo pronto dovrebbe essere la nuova sede di Sky, a seguire la rinascente e poi le abitazioni.... io ringrazio sentitamente perche' ho un appartamento vicino e i prezzi sono saliti immediatamente... immaginate Milano 3 a portata di tram dal centro...