Nazismo dilagante (OT)

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Re: Nazismo dilagante (OT)

#961 Messaggio da dostum »

L'ALLIEVO


13 anni ha inciso il simbolo nazista sull’immagine riportata su un libro di testo. In un incontro organizzato dall’istituto comprensivo, nella Bassa reggiana, il maresciallo dei carabinieri ha messo l’accento sui valori della legalità e dell’uguaglianza


REGGIO EMILIA – Razzismo, ignoranza o forse l’idea di essere il bulletto del paese potrebbero essere all’origine di un gesto compiuto da un tredicenne residente in provincia. Ha disegnato una svastica sull’immagine di un uomo di colore riportata sulle pagine di un libro di testo.

***

Tutto è successo qualche giorno fa in una scuola media di un paese della bassa reggiana. L’insegnante di lettere si accorge che su un testo scolastico di un suo alunno di terza qualcosa non va. Su una fotografia, che ritraeva una persona di colore, lo studente aveva disegnato una svastica. La docente lo ammonisce cercando di spiegargli che quel simbolo è del tutto inopportuno. Approfitta del fatto che proprio in quei giorni è previsto anche un incontro con il maresciallo della locale stazione dei carabinieri il quale, con garbo e attenzione, ribadisce quali siano i valori che stanno alla base di una convivenza democratica.

Intanto i compagni di classe dell’alunno cominciano a parlare. Qualcuno segnala che già in passato lo studente ha disegnato svastiche altrove in giro per il paese. Si tratta di un ragazzo complesso, che da tempo mostra i segni tipici del bullo, apparentemente spavaldo, sicuro di sé e in certe circostanze strafottente. Al di là di tutto, resta il fatto preoccupante di come abbia scelto la svastica per ribadire il proprio modo di interpretare la vita.

Nella scuola l’attenzione è sempre alta su temi delicati come quello dell’uguaglianza e, a prescindere dall’episodio, insegnanti, presidi e testimoni cercano di seminare quotidianamente i semi della pace, del rispetto e della promozione umana. Resta una domanda: dato che è difficilissimo che in terza media si arrivi a studiare il nazionalsocialismo, da quale altro maestro o pseudo tale, lo studente avrà avuto notizie sulla svastica
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#962 Messaggio da dostum »

I seGNI DEL SECONDO AVVENTO


Un contadino di 80 anni l'autore della mega svastica su una collina dell'Astigiano

Ai carabinieri: "Una burlonata, ora rimedio". E ha tagliato tutta l'erba per cancellare il simbolo nazista


Un contadino di 80 anni l'autore della mega svastica su una collina dell'Astigiano
La collina come si presenta ora, con la svastica cancellata


"Una burlonata subito corretta". C'è un contadino di ottant'anni passati dietro la svastica disegnata nell'erba sulla collina di San Damiano, nell'Astigiano. Quando i carabinieri si sono presentati alla sua cascina per chiedere conto di quanto era successo nel suo podere, l'anziano si è giustificato dicendo che era uno scherzo. E per dimostrare che era in buona fede ha deciso di rimediare allo sfregio, tagliando sotto gli dei carabinieri tutta l'erba della collina in modo che l'oltraggio alla memoria di tanti sparisse.
La tesi della leggerezza, però, non placa le polemiche. "I nostri nonni sono stati partigiani - spiega Federica Valsania, una vicina di casa del contadino - vogliamo condannare un gesto vergognoso che non deve passare inosservato, ma anzi risvegliare gli animi sull'importanza dell'antifascismo che è identitaria, soprattutto si queste colline teatro della Resistenza " .
Il sindaco Migliasso, eletto una settimana fa, invece getta acqua sul fuoco e prova a liquidare la vicenda. "E' un gesto di protesta contro il Rally del Grappolo che non ha alcuna connotazione politica - spiega - ma crea qualche disagio perché ci saranno strade chiuse e viabilità modificata ". Nessuna preoccupazione per la scelta del simbolo? "No, nessuna" taglia corto, ma sui social e in paese, invece, il simbolo del nazismo " tatuato" sulle colline della Resistenza provoca disagio.
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#963 Messaggio da dostum »

ONCE A GERMAN ALWAYS A GERMAN

Berlino e i segni del nazismo: perché il D-Day non viene ufficialmente celebrato in Germania


Il duomo di Berlino porta ancora i segni della seconda guerra mondiale, quando i bombardamenti alleati distrussero parti dell'edificio. Sui muri sono ancora visibili i proiettili sparati durante la liberazione della città da parte dell'Armata Rossa. Ovunque, nella capitale tedesca, resta vivo il richiamo agli orrori del nazismo e a un'epoca dolorosa, che ha cambiato per sempre i tedeschi e la stessa Germania. Jürgen Lillteicher, storico: "La città è stata completamente distrutta. Secondo i dati dei sovietici, alla fine del conflitto la città ha perso la metà dei suoi quattro milioni di abitanti, e di quelli rimasti uno su due era un lavoratore straniero o un lavoratore forzato".

Nel quartiere Tempelhof a richiamare il passato provvede una gigantesca costruzione realizzata dai lavoratori forzati francesi nel 1941 per specifico ordine di Hitler, interessato a testare la tenuta del terreno arenario sotto Berlino. Nonostante il conflitto infuriasse, il dittatore immaginava grandi opere con cui cambiare il volto della capitale. Ma la struttura che ogni berlinese associa al Terzo Reich è il monumento alla memoria degli ebrei uccisi in città: un richiamo costante alla coscienza dei tedeschi, soprattutto in un momento in cui pare essersi smarrita la memoria storica di una tragedia come il nazifascismo.. "La seconda guerra mondiale ci mostra a cosa possono portare il nazionalismo, il razzismo e l'intolleranza. L'era del dopoguerra ci mostra come la pace possa essere sostenuta. Come diciamo: da nemici ad amici. "


Il D-Day non viene ufficialmente celebrato in Germania

A maggio, solo in uno dei memoriali dedicati alle vittime sovietiche si ricorda il giorno in cui il nazismo venne sconfitto e il Paese liberato.

Se il cerimoniale del settantacinquesimo anniversario del D-Day in Normadia è pomposo, in Germania le ricostruzioni militari in divisa non sono viste di buon occhio, dicono gli storici. La rappresentazione di vicende militari è molto spesso percepita come un atto militare e quindi come una minaccia e una ripetizione degli errori del passato. L'emotività in Germania non si basa sull'eroismo, non c'è spazio per l'orgoglio, la devozione e la gioia. Secondo la professoressa Jessica Gienow-Hecht del John F. Kennedy Institute for North American Studies della Freie Universität Berlin, molto ha a che fare con lutto e traumi, che di solito non vengono negoziati apertamente. Come dice la docente, "l'emotività inglese, francese e americana al contrario si basa sull'eroismo. Il D-Day è anche rito performativo, una sorta di saga eroica che viene continuamente raccontata".

L'invasione della Normandia viene considerata come un momento di "scissione": da un lato ha valore di liberazione dell'Europa, momento chiave per lo sviluppo continentale dei successivi 60 anni. Ma d'altra parte è anche vista in Germania come un'esperienza traumatica. Ci sono tedeschi di destra per i quali la Germania dovrebbe smettere di vergognarsi del suo passato.
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#964 Messaggio da dostum »

Nazi Ninfetta

http://historyofbdsm.com/2016/05/the-nazi-girl-fetish/

Adesso sporco comunista facciamo due chiacchiere JA?

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Re: Nazismo dilagante (OT)

#965 Messaggio da dostum »

Nazzisti thai
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#966 Messaggio da Souther082 »

un bacino sulle caviglie.... :blowkiss:

Tra l'altro mi sembra di intravedere tra le altre cose....anche delle manine imho tanto carine tutte da sbaciucchiare..... :awww: :blowkiss: :blowkiss:
__________
Uno scorpione vuole attraversare un fiume, ma non sa nuotare. Chiede a una rana di traghettarlo. La rana non si fida, ma lo scorpione la rassicura: “se ti pungessi annegherei”. La rana generosamente accetta, ma a metà percorso lo scorpione la colpisce con il suo aculeo velenoso. La rana, disperata e morente, gli chiede “Perché?”. Lo scorpione, prima di morire annegato, risponde “È la mia natura” ( favola)

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Re: Nazismo dilagante (OT)

#967 Messaggio da dostum »

Ahhaaaa Baalkaan lo sapevi?


Quei ‘Rheinland Bastarde’ della Germania nazista
Gli immigrati africani all’epoca del terzo reich: discriminati, mandati ai lavori forzati, ridicolizzati, ma non perseguitati



Tutti conosciamo l’ascesa del nazionalsocialismo, le leggi razziali e lo sterminio di massa ideato dai nazisti per preservare la purezza della ‘razza’ o, come sentiamo oggi dire dalla destra europea, l’‘identità etnico culturale’. Oltre 10 milioni di vittime. All’interno di questo sterminio di massa si inserì la Shoah: l’Olocausto ebreo, con 6 milioni di vittime. Tutti hanno visto i campi di concentramento, forni crematori, camere a gas e le sale operatorie dove si facevano esperimenti sui prigionieri trasformati in cavie. Questa memoria dei crimini ed orrori commessi dal Nazismo è un utile e doveroso omaggio alle vittime e un antidoto contro il risorgere dei mostri.

Una storia poco conosciuta è, invece, la vita quotidiana degli immigrati africani nella Germania nazista. Una storia interessante e di estrema attualità.
Quando Adolf Hitler salì al potere, nel 1933, in Germania vivevano circa 35.000 immigrati africani dalle ex colonie tedesche, perse con il trattato di pace nella Prima Guerra Mondiale, ovvero Cameroon, Togo, Tanzania, Rwanda, Burundi e Namibia.

La comunità africana negli anni aveva costruito un network interno alla Germania e con le famiglie rimaste in Africa. Molti immigrati africani aderivano al partito comunista o militavano in organizzazioni anti razziste tedesche. Il nazionalsocialismo conquistò il consenso delle masse con retoriche populiste, la figura dell’‘Uomo Forte salvatore della Nazione’ e difensore della identità etnico-culturale del popolo tedesco. Il nazismo promosse il mito della razza ariana, riscrisse la storia, inventandosi un passato eroico fatto di invincibili antichi guerrieri germanici, inculcò nella testa dei cittadini l’esistenza di diverse razze, quella ariana l’unica pura e le altre ‘sub-umane’.

Dopo aver fatto passare il falso mito dell’esistenza di diverse razze umane, il nazismo è pronto a colpire determinati gruppi etnici in nome della purezza ariana. Campagne mediatiche infondono odio razziale, paure e razzismo tra la popolazione, anche e soprattutto attraverso fake news. Solo dopo essersi assicurato l’imposizione di un pensiero unico, idoneo all’ideologia, il nazismo è passato all’azione, prima con le leggi razziali e successivamente con l’Olocausto.
Tutte le ‘razze’ definite dai nazisti sub-umane e pericolose per la Germania appartengono a gruppi economici o politici rivali. Gli ebrei detenevano il controllo di gran parte della finanze e forte presenza nell’industria e commercio. I socialisti e comunisti erano forti partiti di opposizione che nel 1918-1919 avevano tentato una rivoluzione (Rosa Luxemburg).


Oltre ai concorrenti economici e oppositori politici, furono inserite altre due categorie nella ‘soluzione finale’: i disabili fisici-mentali e gli omosessuali -le due categorie erano in contrasto con la purezza razziale e morale ariana. Anche gli immigrati africani furono presi in considerazione, non per il loro numero (esiguo), ma per il loro attivismo nei partiti e associazioni di sinistra. Inoltre, il ‘neger’ (negro) secondo gli scienziati nazisti, rappresentava lo stereotipo delle razze sub-umane. Hitler spese una considerabile fortuna per finanziare spedizioni di vari scienziati in Nepal, dove si supponeva fosse l’origine della ‘razza’ ariana, senza comprendere che l’origine della razza umana è in Africa, ariani compresi.

Le prime vittime della comunità africana in Germania furono 800 bambini meticci nati dalle unioni (forzate o volontarie) tra soldati di origine africana delle truppe di occupazione francesi nella Rhineland (Renania) e le donne tedesche. I meticci rappresentavano un’onta insopportabile per la Germania nazista, umiliata nella Prima Guerra Mondiale. Il nemico aveva contaminato la purezza di ‘razza’ facendo stuprare le donne tedesche da soldataglia negra. Questo quanto diceva la propaganda. In un primo tempo questi 800 bambini furono tutti sterilizzati per evitare il ‘contagio’. Nel 1941 sparirono 365 di essi. La sterilizzazione era anche applicata ai mariti africani che sposavano donne tedesche.

Da notare che il matrimonio misto fino, al 1935, non fu mai proibito per legge, piuttosto ostentato dalla società. La legge di Norimberga del 1935 (nota come Legge Razziale) che privò i tedeschi di origine ebraica la cittadinanza colpì anche le coppie miste, furono proibite. Gli immigrati africani cominciarono essere considerati infetti di ‘sangue alieno’, e quindi pericolosi sotto un punto di vista di salute pubblica. Furono privati della cittadinanza tutti gli africani e loro discendenti naturalizzati tedeschi.

Anche se il numero di immigrati africani era veramente esiguo, essi rappresentavano una concorrenza per i lavoratori tedeschi considerando il tasso di disoccupazione che regnava nel 1933. Nonostante ciò gli immigrati potevano trovare impiego anche se le loro paghe erano inferiori. Nel 1936 viene varato un decreto legge che proibisce a qualsiasi imprenditore tedesco di assumere un africano o comunque un negro.



Paradossalmente molti immigrati africani, privati della possibilità di un lavoro legale, al posto di ingrossare le file della malavita, della resistenza o più semplicemente fuggire dalla Germania, divennero il primo nucleo di ‘lavoratori stranieri’ per il Terzo Reich. Un eufemismo per mascherare i lavori forzati. Per sostenere la produzione industriale bellica, in combutta con in grandi industriali tedeschi, i nazisti crearono campi di lavoro forzati dove furono convogliati milioni di ebrei, dissidenti politici e prigionieri di guerra, per lavorare in condizione di schiavitù fino alla loro morte. I ‘lavoratori stranieri’ potevano essere composti anche da mano d’opera sottopagata reperita dai Paesi alleati tra cui l’Italia. Tra questa manodopera sottopagata vi erano anche gli immigrati africani che volontariamente aderirono ai campi di lavoro come alternativa.

L’adesione semi-spontanea degli immigrati ai campi di lavoro dove si producevano armi e munizioni, alimentò, tra il 1939 e il 1942, la propaganda del colonialismo giusto versione tedesca. I primi telegiornali trasmessi al cinema facevano vedere gli immigrati africani dalle ex colonie tedesche lavorare in questi campi. Le ragioni della loro presenza (mancate possibilità di ottenere un lavoro regolare e leggi razziali) furono sostituite con una ipotetica devozione della ‘razza’ africana alla Germania. La propaganda nazista affermava che i negri delle ex colonie perdute erano tuttora riconoscenti al popolo ariano per aver portato la civiltà nei loro poveri Paesi.

Una riconoscenza che si concretizzava nella loro partecipazione allo sforzo industriale bellico tedesco affinché i loro padroni potessero vincere la guerra ed espandere la civiltà teutonica in tutto il mondo. La propaganda era tesa a giustificare la riconquista delle colonie africane perdute e a far dimenticare il primo genocidio compiuto dagli occidentali in Africa, nella colonia tedesca della Namibia. La riconquista delle colonie perdute rimase un sogno irrealizzato. Rommel fu fermato molto più a nord, dopo la fallita conquista dell’Egitto e del Canale di Suez…

Nel 1941 fu varata una legge dove si proibiva ai bambini africani di frequentare le scuole pubbliche, per quanto fin dal 1936 la discriminazione razziale nelle scuole fosse già un fatto. Nel 1942 la situazione dei tedeschi neri e degli immigrati africani peggiorò drasticamente. Il comandante delle Schutzstaffel (note per la loro sigla SS), Heinrich Himmler, ordinò il primo censimento di immigrati africani dalla presa di potere del nazismo. Molti immigrati tentarono di nascondere e di evitare il censimento, ma furono tutti scovati dalle SS. Come era successo per il censimento degli ebrei, anche gli immigrati africani temevano che il loro censimento fosse preludio della soluzione finale. A grande sorpresa non si registrarono arresti e deportazioni di massa nemmeno per gli attivisti di sinistra, che nel frattempo non potevano più militare in partiti e associazioni da tempo distrutte.

Gli immigrati che lavoravano nei campi di lavoro forzato continuarono a riceve la paga, seppur minima, senza alcun maltrattamento. Anche quando, verso la fine del Reich, i campi di lavoro vennero svuotati per mandare nei campi di sterminio ebrei e prigionieri di guerra, gli immigrati africani non rientrarono nei piani di annientamento, continuando a lavorare. Nessun immigrato africano finì nei campi di concentramento. Solo 20 tedeschi di origine africana o mulatti, tra loro l’attore Bayume Mohamed Husen.
Hilarius Gilges, meticcio tedesco e attivista comunista, fu la prima vittima del nazismo, rapito e ucciso nel 1933.
Vi erano frequenti casi di arresti di immigranti accusati di comportamenti antisociali ma il periodo di detenzione non era eccessivo, e rientrava nella competenza delle normali carceri per i criminali con nessun trasferimento ai campi di sterminio.

Nonostante che la follia omicida nazista dimostrasse di non essere troppo interessata agli immigrati africani, questi dovettero subire una propaganda razzista e denigratoria. Immigrati e tedeschi di origine africana venivano chiamati ‘Rheinland Bastarde’ (i bastardi del Reno) con chiara allusione ai figli misti nati da soldati africani francesi e donne tedesche durante la Grande Guerra. I media crearono caricature razziali contro gli africani, dipinti come docili scimmioni da tenere negli zoo, golosoni di banane.

Coerenti con il mai esistito complotto giudaico mondiale, i nazisti riscrissero la storia recente della Grande Guerra, facendo credere che i soldati provenienti dalla colonie francesi in Africa che combatterono ed occuparono la Renanaia fossero parte di un piano degli ebrei tedeschi per distruggere la purezza della razza ariana nella regione, tramite un processo di ‘bastardizzazione’. Gli immigrati africani erano usati nella propaganda xenofoba e antisemita, ma non subirono nessuna persecuzione sistematica e pianificata. Subivano vessazioni, discriminazioni, ma rari erano i casi di arresti arbitrari, torture, omicidi. Il movente dei pochi casi registrati erano convinzioni razziali personali di poliziotti e non causate da ordine del partito. Nessun poliziotto comunque veniva punito per il crimine.

Dopo la caduta del nazismo, molti africani rimasero in Germania per ritornare nei loro Paesi negli anni Sessanta, per partecipare alla ricostruzione delle loro patrie che avevano appena ottenuto l’indipendenza politica. L’atteggiamento del nazismo verso gli immigrati africani rimane tuttora una contraddizione ideologica inspiegabile. Da una parte la ‘razza’ nera era considerata lo stereotipo delle ‘razze’ sub-umane, dall’altra non si attuò nessuna politica di stermino nei loro confronti.

Alcuni storici hanno offerto una spiegazione plausibile, anche se non del tutto accertata. Secondo loro, i nazisti, pur considerando gli africani dei sub-umani, non nutrivano verso di loro il desiderio di annientamento. Al contrario, i nazisti vedevano con occhio benevolo gli africani, per quanto benevole possa essere chi concepisce il genocidio a livello industriale. Il nazismo vedeva negli africani dei ‘buoni selvaggi’ che la ‘razza’ superiore ariana aveva il compito di salvare, civilizzare.

Spesso confondiamo la follia omicida nazista rivolta contro gli ebrei, le popolazioni est europee e russe come un modus operandis del nazismo. Se avesse vinto avrebbe sterminato chiunque. Questa rappresentazione è totalmente fuorviante. I nazisti avrebbero sterminato tutti gli ebrei, slavi, russi, handicappati, minoranze sessuali se avessero vinto, ma necessitavano di mercati e mano d’opera. Nei Paesi occupati dell’Europa Occidentale i nazisti tendevano a creare partiti nazisti locali. Chi non era comunista o partigiano o ebreo non veniva particolarmente molestato dai nazisti nei territori occupati. Anche in Gran Bretagna e Stati Uniti la Germania di Hitler tentò di creare partiti nazisti, come British Union of Fascists (l’Unione Britannica dei Fascisti), fondata nel 1932, a Londa, da Sir Ossswald Ernald Mosley.

Sul finire della guerra, quando quello che rimaneva dell’esercito tedesco e delle SS combatteva i russi nell’est e gli alleati ll’onevest, la propaganda tedesca rivolta ai soldati africani delle colonie inglesi e francesi e agli afroamericani degli Stati Uniti rappresenta la stessa ambiguità inspiegabile riservata agli immigrati africani in Germania. I soldati black erano dipinti dalla propaganda di Goebles come dei violenti sub-umani e predatori sessuali di donne bianche. I prigionieri neri avevano più possibilità di essere giustiziati rispetto a quelli bianchi, eppure i nazisti avevano ideato una propaganda rivolta ai soldati africani delle colonie e agli afroamericani tesa a farli disertare e passare tra le file naziste.
Per convincerli si facevano i parallelismi tra il trattamento ‘amichevole’ che il Nazismo riservava agli immigrati africani in Germania e allo sfruttamento coloniale di Inghilterra e Francia o alle leggi razziali e alle radicate discriminazioni e stati di apartheid che ancora vigevano negli Stati Uniti.
Secondo alcuni storici, i nazisti avrebbero veramente accolto tra le loro file disertori africani, sia per mancanza di uomini, sia per il paternalismo coloniale da loro considerato benevolo che nutrivano verso l’Africa. Il piano non funzionò. Già giravano le immagini degli orrori dei campi di concentramento liberati dall’Unione Sovietica…

La ‘benevolenza’ riservata agli immigrati africani durante il periodo nazista è un dato di fatto inspiegabile che non giustifica le atrocità commesse dal nazismo, e però rafforza l’idea che dietro la facciata di efficienza scientifica, l’ideologia nazista fosse semplicemente pura follia.

Sempre per rimanere nel tema delle ironie che la storia ci riserva, un afroamericano è riuscito un mese fa a prendere il controllo del più grande gruppo neonazista degli Stati Uniti, il National Socialist Movement (NSM). Fondato nel 1974 a Detroit, Michigan, il NSM è un gruppo di estremisti di destra irriducibili della ‘vecchia scuola di Hitler’. Fino a non molto tempo fa la svastica era il loro simbolo e bandiera successivamente sostituita con una runa oþalan, un simbolo comune ai partiti neonazisti.
Il Pastore della Chiesa battista e attivista per i diritti degli afroamericani, James Stern, ha ottenuto la Presidenza del NSM manipolando il leader e convincendolo che fosse una buona idea cedergli la rappresentanza legale. Ora il Pastore Stern vuole chiudere l’organizzazione. Da un punto di vista legale, ha tutti i poteri per farlo essendo Presidente e Legale Rappresentante. Hitler si starà certamente rivoltando nella tomba, ovunque essa sia.
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#968 Messaggio da Blif »

dostum ha scritto:Sempre per rimanere nel tema delle ironie che la storia ci riserva, un afroamericano è riuscito un mese fa a prendere il controllo del più grande gruppo neonazista degli Stati Uniti, il National Socialist Movement (NSM). Fondato nel 1974 a Detroit, Michigan, il NSM è un gruppo di estremisti di destra irriducibili della ‘vecchia scuola di Hitler’. Fino a non molto tempo fa la svastica era il loro simbolo e bandiera successivamente sostituita con una runa oþalan, un simbolo comune ai partiti neonazisti.
Il Pastore della Chiesa battista e attivista per i diritti degli afroamericani, James Stern, ha ottenuto la Presidenza del NSM manipolando il leader e convincendolo che fosse una buona idea cedergli la rappresentanza legale. Ora il Pastore Stern vuole chiudere l’organizzazione. Da un punto di vista legale, ha tutti i poteri per farlo essendo Presidente e Legale Rappresentante. Hitler si starà certamente rivoltando nella tomba, ovunque essa sia.
Geniale, a questo punto per annientare la mafia basterebbe infiltrare un poliziotto, farlo diventare capo dei capi e poi fargliela chiudere. :DDD

Matto in tre mosse.
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#969 Messaggio da dostum »

Giù le mani da Mjolnir ADOLF!!!!! non ti bastano mai il Graal,l'Arca dell Alleanza,la lancia di Longino,Le carte da gioco di Napoleone eccheccazzo

Francia, 1944. Un commando delle SS al servizio dell'Ahnenerbe (il gruppo, voluto da Himmler, dedito alle indagini archeologiche e alle esplorazioni) è alla ricerca della sepoltura di Hrólfr, il condottiero vichingo divenuto nel X secolo primo duca di Normandia con il nome di Rollone.

Che cosa li spinge a un'impresa così rischiosa in terra d'occupazione? Reclutato dalla Resistenza francese, l'archeologo Pierre Le Bihan si immerge nella storia di quell'antico popolo guerriero e nelle lotte di potere che contrapposero chi era favorevole alla conversione al cristianesimo e chi invece voleva restare fedele alle divinità nordiche. Con l'aiuto della giovane combattente Joséphine, Pierre si metterà sulle tracce del mitico Martello di Thor, l'emblema della potenza dei sovrani scandinavi, l'arma che annienta tutti i nemici e di cui nessuno conosce la sorte.

Sarà una corsa contro il tempo, per arrivare prima dei nazisti ed evitare la catastrofe: il trionfo del Terzo Reich e la fine dell'Europa cristiana. Mille anni dopo, l'invasione dei pagani sta per ricominciare
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#970 Messaggio da dostum »

Nazzisti a Caccamo


Orrore a Caccamo: una svastica nazista nel centro storico

I cittadini caccamesi hanno appreso con sgomento e orrore che qualcuno ha imbrattato il centro storico, nei pressi della chiesa di Maria Santissima Annunziata di Caccamo, con una svastica nazista. Ciò ha creato preoccupazione, i cittadini chiedono maggiore sicurezza con l’instal delle telecamere di sorveglianza e l’attivazione di un tavolo di discussione volto alla riflessione sulla tolleranza e sulla costruzione di ponti di civiltà. Intanto, sono in corso indagini per risalire ai responsabili dell’insano gesto.
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#971 Messaggio da dostum »

Brand di successo bAALKAAN è CHIC ma anche choc
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#972 Messaggio da dostum »

bAAALKAAN Che ne pensi? IMHO è ottima cosa se i nazzisti si ammazzano tra di loro,la BBC non si poteva fare i cazzi suoi?

Volevano uccidere il Principe Harry in quanto «traditore della sua razza». Così due giovani inglesi sono stati condannati al carcere dal tribunale dell'Old Bailey di Londra. A incriminarli i messaggi di odio con cui invitavano ad assassinare il duca di Sussex, colpevole di aver avuto un bambino con l'afroamericana Meghan Markle. Inoltre, Michal Szewczuk, 19enne di Leeds, e il 18enne Dunn-Koczorowski di Londra sono stati "beccati" mentre esaltavano lo stragista nazista norvegese Anders Breivik e incoraggiavno a linciare uomini e donne bianchi che sposano o hanno rapporti con altre razze.

Entrambi di famiglie di origini polacche, si erano dichiarati colpevoli davanti all'Old Bailey, lo scorso aprile, di incoraggiamento al terrorismo. La sentenza emessa ora li condanna rispettivamente a quattro anni e a 18 mesi di carcere. Oltre che messaggi di odio, i due giovani nazisti avevano anche diffuso online istruzioni su come fabbricare ordigni. Nel suo blog, Szewczuk inneggiava anche allo stupro. Diversi i messaggi che inneggiavano a Hitler.

Il loro processo era stato avviato oltre un anno fa su denuncia della Bbc, che aveva pubblicamente denunciato la loro attività in un programma investigativo. I due facevano parte di un gruppo di attivisti neonazisti e suprematisti bianchi denominato Sonnenkrieg Division. Durante l'udienza, la pm Naomi Parsons, ha dichiarato «Questa non è un'organizzazione di blogger. È incitazione all'azione».
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#973 Messaggio da Souther082 »

dostum ha scritto:Division. Durante l'udienza, la pm Naomi Parsons, ha dichiarato «Questa non è un'organizzazione di blogger. È incitazione all'azione».
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Uno scorpione vuole attraversare un fiume, ma non sa nuotare. Chiede a una rana di traghettarlo. La rana non si fida, ma lo scorpione la rassicura: “se ti pungessi annegherei”. La rana generosamente accetta, ma a metà percorso lo scorpione la colpisce con il suo aculeo velenoso. La rana, disperata e morente, gli chiede “Perché?”. Lo scorpione, prima di morire annegato, risponde “È la mia natura” ( favola)

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Re: Nazismo dilagante (OT)

#974 Messaggio da dostum »

Norimberga si restaura la Zeppelintribune, la tribuna da cui Hitler parl al congresso del partito nazista nel 1934. I lavo- ri costeranno almeno 85 milioni di euro, sempre che il preven- tivo venga rispettato. Ne vale la pena? È sempre la domanda che si pongono i tedeschi quan- do si tratta di salvare i luoghi storici del recente passato. Ber- lino si prepara a celebrare i 30 anni della caduta del muro, il 9 novembre, ma della barriera di cemento sono rimasti pochi metri, tutto cancellato con fret- ta eccessiva. È stato abbattuto il Palast der Republik, simbolo del regime comunista, e si vo- leva smontare anche il Ponte delle Spie, sostenendo che era una brutta costruzione in ferro. Ma sono proprio i luoghi che de- siderano visitare i turisti, anche se in alcuni casi non c’è nulla da vedere. Negli speciali tour nel passato a Berlino, i gruppi van- no su un campo giochi per bam- bini, altalene e scivoli, ma sotto si trova il bunker di Hitler. La Süddeutsche Zeitung,
con stupore, scrive di comi- tive di olandesi, giapponesi e americani che sotto la pioggia visitano le tribune in rovina, una squallida costruzione che rischierebbe di crollare se non si intervenisse con lavori di so- stegno. Nelle crepe crescono le erbacce. I visitatori avanzano con prudenza sulla piattaforma fi no al punto da dove il Füh- rer arring i suoi seguaci. Non sono nostalgici del III Reich. E alcuni hanno visto il documen- tario di Leni Riefenstahl Il
trionfo della volontà, girato sul congresso. C’è anche la storia «politicamente corretta»? La città non ha voluto spendere neppure un euro. Gli 85 milioni sono stati stanziati dal Bund, dalla Federazione, e la Baviera contribuirà con 21,3 milioni, un quarto della somma necessaria. È dal 2004 che si discute del progetto per risa- nare il luogo dove trovavano posto 300 mila spettatori. Quanto spendere e come?
Le tribune non erano un ca- polavoro architettonico e il materiale originario era di qualità scadente. Il sindaco di Norimberga, il socialde- mocratico Ulrich Maly, ha spiegato che «non si abbellirà l’area», ma si renderà stabile quel che è sopravvissuto al tempo, a evitare che crolli. «Sembrerà poco», si è giusti- fi cato, «ma si tratta di una superfi cie enorme, e i costi andrebbero alle stelle». Due terzi della somma stanziata
andranno per risanare la tri- buna principale, pochi euro per metro quadrato. Il primo ministro della Baviera, il cristianosociale Markus Söder, da parte sua ribadisce che non si tratta di esaltare una vestigia del III Reich: la Zeppelintribu- ne diventerà un monito, uno strumento per capire e non dimenticare gli orrori compiu- ti. La Goldener Saal, la sala dorata, diventerà un centro di documentazione, per i turisti e anche per le scuole. È previsto un padiglione di informazione per i visitatori, e una sala in cui proiettare documentari storici. Hitler incaric l’architetto Al- bert Speer di trasformare il luogo in una sorta di cattedra- le del regime, ma gli impianti non furono poi utilizzati perché il congresso previsto per il 1939 non si tenne a causa della guer- ra. Il restauro non renderà in qualche modo omaggio a Speer? «Niente affatto», assicura Ale- xander Schmidt, il responsa- bile del centro di documenta- zione, «non vogliamo aprire un museo sull’opera dell’architetto nazista, ma spiegare quel che avvenne in questo
MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI

Baalkaan hai la machina targata Sassari?

VE LA MERITATE GEGGIA

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dostum
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Re: Nazismo dilagante (OT)

#975 Messaggio da dostum »

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