[O.T.] Crisi economica
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Re: [O.T.] Crisi economica
In Spagna si vota a novembre, Rajoy faceva campagna per Samaras: http://www.ansamed.info/ansamed/it/noti ... b09b5.html
in campagna elettorale Rajoy deve screditare il più possibile Tsipras altrimenti Podemos guadagna.
non che ci voglia molto, perfino in Grecia si sono accorti che Tsipras non ha ottenuto un niente salvo cambiare nome alla troika (adesso si chiama "istituzioni europee")
in campagna elettorale Rajoy deve screditare il più possibile Tsipras altrimenti Podemos guadagna.
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"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)
Re: [O.T.] Crisi economica
Siamo un po' tutti figli delle istituzioni europee.
Saranno le radici cristiane.
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Re: [O.T.] Crisi economica
Rajoy ha impressionato persino KRUKKA PIG con le sue misureDrogato_ di_porno ha scritto:In Spagna si vota a novembre, Rajoy faceva campagna per Samaras: http://www.ansamed.info/ansamed/it/noti ... b09b5.html
in campagna elettorale Rajoy deve screditare il più possibile Tsipras altrimenti Podemos guadagna.
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Re: [O.T.] Crisi economica
il problema è che Podemos esattamente come Syriza non vuole uscire dall'euro, ma vorrebbe "cambiare gli accordi rimanendo nell'euro"Drogato_ di_porno ha scritto:In Spagna si vota a novembre, Rajoy faceva campagna per Samaras: http://www.ansamed.info/ansamed/it/noti ... b09b5.html
in campagna elettorale Rajoy deve screditare il più possibile Tsipras altrimenti Podemos guadagna.
non che ci voglia molto, perfino in Grecia si sono accorti che Tsipras non ha ottenuto un niente salvo cambiare nome alla troika (adesso si chiama "istituzioni europee")
e visto il fallimento che ha ottenuto Tsipras con questa strategia, penso che anche Potemos ne risentirá pessntemente
Qui habet, dabitur ei. E comunque: Stikazzi
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Re: [O.T.] Crisi economica
al di là della grancassa strombazzata dai cocoriti e dalle scimmiette di renzi:
1)secondo la corte dei conti la legge di stabilità ha realizzato un'espansione modesta (in barba ai 18 mld di taglio di tasse) perché si basa sulle micidiali clausole di salvaguardia (che prima o poi scatteranno senza che ci sia stata crescita a sufficienza). padoan dice che le disinnescherà con la mitica spending reviù (ma la corte dei conti dubita). al massimo se il PIl aumenta le disinnescherà con maggiori tasse (alla faccia del taglio).
2)si parla di "indice di fiducia" (impressione meramente soggettiva influenzata dalla propaganda) ma i consumi sono diminuiti ulteriormente. gli 80 euro non dovevano far ripartire i consumi?
3)c'è stato uno segno + del PIL (+0,1) dovuto a fattori esterni (QE di Draghi, deprezzamento euro, crollo prezzo del greggio) ma i cocoriti e le scimmiette di renzi se ne sono prontamente intestati il merito. quando c'è l'alta marea anche i relitti galleggiano. peccato che quando Letta ottenne il medesimo risultato ( http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... id=ABllmC2 ) i disc jokey di renzi parlassero in tv di crescita anemica.
4)la delega fiscale è stata attuata al 15% e le "liberalizzazioni" sono pannicelli caldi (altro che lenzuolate)
5)l'accordo con la svizzera è stato un colpo di culo frutto di manovre globali (condotte dagli USA potenza egemone da dove è partita la crisi) contro evasione ed elusione. pure lì i cocoriti e le scimmiette renziani se ne sono intestate il merito (dimenticando il lavoro dei governi precedenti). sperando che molti non preferiscano diventare contribuenti elvetici piuttosto che riportare i soldi in Italia.
1)secondo la corte dei conti la legge di stabilità ha realizzato un'espansione modesta (in barba ai 18 mld di taglio di tasse) perché si basa sulle micidiali clausole di salvaguardia (che prima o poi scatteranno senza che ci sia stata crescita a sufficienza). padoan dice che le disinnescherà con la mitica spending reviù (ma la corte dei conti dubita). al massimo se il PIl aumenta le disinnescherà con maggiori tasse (alla faccia del taglio).
2)si parla di "indice di fiducia" (impressione meramente soggettiva influenzata dalla propaganda) ma i consumi sono diminuiti ulteriormente. gli 80 euro non dovevano far ripartire i consumi?
3)c'è stato uno segno + del PIL (+0,1) dovuto a fattori esterni (QE di Draghi, deprezzamento euro, crollo prezzo del greggio) ma i cocoriti e le scimmiette di renzi se ne sono prontamente intestati il merito. quando c'è l'alta marea anche i relitti galleggiano. peccato che quando Letta ottenne il medesimo risultato ( http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... id=ABllmC2 ) i disc jokey di renzi parlassero in tv di crescita anemica.
4)la delega fiscale è stata attuata al 15% e le "liberalizzazioni" sono pannicelli caldi (altro che lenzuolate)
5)l'accordo con la svizzera è stato un colpo di culo frutto di manovre globali (condotte dagli USA potenza egemone da dove è partita la crisi) contro evasione ed elusione. pure lì i cocoriti e le scimmiette renziani se ne sono intestate il merito (dimenticando il lavoro dei governi precedenti). sperando che molti non preferiscano diventare contribuenti elvetici piuttosto che riportare i soldi in Italia.
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Re: [O.T.] Crisi economica
Drogato_ di_porno ha scritto:In Spagna si vota a novembre, Rajoy faceva campagna per Samaras: http://www.ansamed.info/ansamed/it/noti ... b09b5.html
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la partita giocata da Tsipras non è ancora finita.
si è dimostrato pragmatico.. e noi invece abbiamo Ricchiovendolo, il Grillo matto coi suoi referendum inutili come proporre e rivotare quel cazzone di Imposimato...
Stanno giocando sul ricatto: dateci più soldi altrimenti vi troverete Alba Dorata...
la questione è che Tsipras ci ha provato, il nostro pagliaccio da Rignano Sull'Ano invece si è messo a pecora ed obbedisce supinamente agli ordini.
Tutto quello che faceva paura del comunismo - che avremmo perso le nostre case, i nostri risparmi, che ci avrebbero costretto a lavorare tutto il tempo per un salario scarso, e che non avremmo avuto alcuna voce contro il sistema - è diventato realtà grazie al capitalismo.
Se esiste un Dio, un giorno sarà lui a dovermi chiedere perdono (frase letta su un muro di Auschwitz).
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Re: [O.T.] Crisi economica
Draghi scatena il bazooka
Debiti per tutti in eterno
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“Cercava la rivoluzione e trovò l'agiatezza.” Leo Longanesi
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Re: [O.T.] Crisi economica
stasera bel servizio sul TG di La7; tutt'altro che positivo , anzi, con molti , troppi dubbi sul QE.dboon ha scritto:Draghi scatena il bazooka
Debiti per tutti in eterno
Io tutto sto entusiasmo, manifestato dai soliti giornalai e tromboni di regime,
per l'ennesimo regalo alla finanza che è causa e strumento dei nostri guai non lo capisco,
o meglio capisco solo che i giornalai sono al soldi dei banchieri.
poveri noi..
Tutto quello che faceva paura del comunismo - che avremmo perso le nostre case, i nostri risparmi, che ci avrebbero costretto a lavorare tutto il tempo per un salario scarso, e che non avremmo avuto alcuna voce contro il sistema - è diventato realtà grazie al capitalismo.
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Re: [O.T.] Crisi economica
DISASTRO INEVITABILE


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Re: [O.T.] Crisi economica
RELAX DON'T TROUBLE
Nei principali paesi industriali il tasso d’interesse ufficiale è ormai a zero e in alcuni addirittura negativo. Il sistema mondiale, coordinato dal cartello delle banche centrali, lo ha abolito. Lo scopo è stimolare l’economia? No, lo scopo è rinviare il collasso sistemico indotto proprio dalle continue riduzioni dell’interesse. Vediamo perché.
1. In un mercato libero, l’interesse effettivo è il prezzo di equilibrio tra domanda e offerta di risparmio che si forma producendo di più di quanto si consumi. La differenza, il capitale monetario, affluisce nel sistema bancario formando la base del credito. L’interesse è dunque quel prezzo di equilibrio che eguaglia l’offerta alla domanda di capitale di credito per investimenti e consumi. Un interesse alto incoraggia il risparmio, uno basso lo scoraggia. Un interesse basso segnala, nell’economia, abbondanza di capitale, uno alto scarsità. Poiché il credito è una promessa di pagamento, l’interesse incorpora anche un premio per il rischio. Ora le banche, tramite l’emissione monetaria, abbassano l’interesse effettivo per offrire credito oltre il limite del capitale disponibile o risparmio. Ma se il credito erogato è superiore al risparmio la differenza è, matematicamente, inflazione. Quest’ultima entra nel mercato nella veste di nuovo potere d’acquisto e, se fosse distribuito in modo uniforme, non altererebbe le posizioni relative dei percipienti: tutti si troverebbero di fronte ad un livello di prezzi più alto e l’espansione monetaria a interesse nullo avrebbe solo l’effetto di gonfiare l’economia. Il punto è che tale potere d’acquisto gratuito o capitale fittizio viene subito assorbito dai governi e dal mercato finanziario comparativamente al resto dell’economia che subisce un risparmio forzato a interesse zero. Tuttavia per ottenere credito, deve pagarne uno alto. La differenza tra i due tassi corrisponde a repressione finanziaria. Spinta all’eccesso, l’espansione di capitale fittizio salassa l’economia reale fino alla depressione, fenomeno caratterizzato, tra l’altro, dalla scomparsa del risparmio. La soppressione dell’interesse annulla il principio di capitalizzazione da cui dipende l’esistenza del sistema assicurativo e pensionistico. Ruba il futuro alla collettività.
2. Il legame tra l’interesse a zero e la depressione non è però percepito perché l’interesse è correlato inversamente a tutti i valori. Se l’interesse è del 4 per cento, un capitale che rende ogni anno un reddito perpetuo di 40, ha un valore di 1000. Se l’interesse è ridotto della metà, al 2 per cento, il capitale raddoppia a 2.000; all’1 per cento raddoppia a 4000; al 0.5 per cento a 8000 e così via. Tipico è il caso dei bond che vengono sempre rinnovati. Anche i titoli azionari aumentano poiché il loro reddito, che è il valore attuale del flusso scontato dei dividendi futuri, è tanto più alto quanto più basso è l’interesse. E così, in generale, per tutti i valori finanziari: salgono al diminuire dell’interesse. In questi ultimi anni, i tagli seriali ai tassi ufficiali hanno quindi creato un effetto ricchezza e di solvibilità fittizia anche quando l’insolvibilità era generale. Non incorporando più il premio per il rischio hanno stimolato l’azzardo morale bancario e finanziario che richiede sempre più credito.
3. La componente chiave del mercato del credito è il “collaterale” che garantisce la liquidità del credito senza perdite in caso di inadempienza dell’obbligato. In periodi di crisi la ricerca di buon collaterale si fa spasmodica. È il collaterale a lubrificare il mercato del credito. Ora, fino a qualche decennio fa il collaterale primario era costituito dai titoli sovrani, privi di rischio per definizione. Ma oggi hanno perso tale qualità in quanto i debiti dei governi, aumentati oltre il limite di solvibilità grazie a tassi infimi, si trovano a rischio di default. Anche i paesi più affidabili, in verità ben pochi, sono a rischio in quanto creditori di paesi insolventi. Pertanto tutti i titoli sovrani, che puntellano l’infrastruttura finanziaria mondiale, devono essere a loro volta collateralizzati per stabilizzarne il valore.
4. Con che cosa? Con i derivati che sono contratti di assicurazione per coprirsi dal rischio di credito. Quando una banca acquista titoli sovrani li assicura presso istituti specializzati, gli hedge funds, stipulando, ad esempio, credit default swap e pagando il prezzo della copertura o premio in caso di rialzo dell’interesse e ribasso dei titoli. Questo mercato di premi, dilatatosi in proporzione al debito mondiale è diventato un mercato a sé, attirando le banche stesse che trattano derivati per incassare i premi. Data la velocità di transazioni del mercato finanziario il commercio dei premi è redditizio. Tuttavia, poiché l’acquisto dei derivati è finanziato a debito, assorbe credito che richiede sempre più collaterale la cui qualità degrada progressivamente. Infatti, lo stesso titolo potendo essere riusato per più garanzie perde man mano, capienza e grado di liquidità, il che richiede altro collaterale. Si è così creato un infinito sistema di sub garanzie per trasferimento dei rischi che ha trasformato il mercato finanziario in una piramide composta di vari strati di derivati in cui ogni strato sottostante garantisce quello superiore. La somma di questi strati ammonta, oggi, a 555 trilioni di dollari. Cosa garantisce questa enorme passività? Lo strato posto alla base della piramide, ossia il debito sovrano globale di 100 trilioni di dollari. E cosa garantisce il tutto? Un Prodotto interno lordo mondiale di 77 trilioni di dollari. Ovviamente escludendo tutti gli altri derivati associati alla famiglia di strumenti finanziari esistenti: futures swaps, options, carry trade, ecc. che fa salire il valore complessivo dei derivati a oltre il quadrilione di dollari, una cifra difficile da concepire ma tutta avallata dal Pil mondiale. Ma è come garantire un’esposizione di oltre 1000 dollari con 1 dollaro. La crisi del 2008 fu causata dall’implosione dei credit default swap che ammontavano tra 50-60 trilioni di dollari. Oggi il valore dei derivati sul debito è dieci volte superiore ma lo stato dell’economia complessiva si è aggravato.
5. Risulta in conclusione chiaro perché il cartello bancario ha soppresso l’interesse: qualche punto base abbasserebbe il valore dei titoli e del collaterale facendo scricchiolare sinistramente la piramide globale: nel pianeta non esisterebbe denaro sufficiente per pagare i premi in caso di rialzo dei tassi e di ribasso dei titoli. Ma più l’interesse permane a livello zero più cresce l’instabilità; d’altra parte l’economia è così debole da non sopportarne uno più alto. Le banche centrali non hanno più spazi di manovra: se portassero i tassi a livello negativo, gli acquirenti di debito sovrano pagherebbero i governi… per avere il privilegio di investire nei loro titoli! Oltre che drammatico è ridicolo. Il cartello bancario dovrebbe accollarseli in toto per evitarne l’implosione. Si è oltrepassato irrevocabilmente il punto di non ritorno, qualsiasi manovra è rischiosa. Il potenziale di rovina è enorme e non ha precedenti nella storia. Come il collasso che ne deriverà.

Nei principali paesi industriali il tasso d’interesse ufficiale è ormai a zero e in alcuni addirittura negativo. Il sistema mondiale, coordinato dal cartello delle banche centrali, lo ha abolito. Lo scopo è stimolare l’economia? No, lo scopo è rinviare il collasso sistemico indotto proprio dalle continue riduzioni dell’interesse. Vediamo perché.
1. In un mercato libero, l’interesse effettivo è il prezzo di equilibrio tra domanda e offerta di risparmio che si forma producendo di più di quanto si consumi. La differenza, il capitale monetario, affluisce nel sistema bancario formando la base del credito. L’interesse è dunque quel prezzo di equilibrio che eguaglia l’offerta alla domanda di capitale di credito per investimenti e consumi. Un interesse alto incoraggia il risparmio, uno basso lo scoraggia. Un interesse basso segnala, nell’economia, abbondanza di capitale, uno alto scarsità. Poiché il credito è una promessa di pagamento, l’interesse incorpora anche un premio per il rischio. Ora le banche, tramite l’emissione monetaria, abbassano l’interesse effettivo per offrire credito oltre il limite del capitale disponibile o risparmio. Ma se il credito erogato è superiore al risparmio la differenza è, matematicamente, inflazione. Quest’ultima entra nel mercato nella veste di nuovo potere d’acquisto e, se fosse distribuito in modo uniforme, non altererebbe le posizioni relative dei percipienti: tutti si troverebbero di fronte ad un livello di prezzi più alto e l’espansione monetaria a interesse nullo avrebbe solo l’effetto di gonfiare l’economia. Il punto è che tale potere d’acquisto gratuito o capitale fittizio viene subito assorbito dai governi e dal mercato finanziario comparativamente al resto dell’economia che subisce un risparmio forzato a interesse zero. Tuttavia per ottenere credito, deve pagarne uno alto. La differenza tra i due tassi corrisponde a repressione finanziaria. Spinta all’eccesso, l’espansione di capitale fittizio salassa l’economia reale fino alla depressione, fenomeno caratterizzato, tra l’altro, dalla scomparsa del risparmio. La soppressione dell’interesse annulla il principio di capitalizzazione da cui dipende l’esistenza del sistema assicurativo e pensionistico. Ruba il futuro alla collettività.
2. Il legame tra l’interesse a zero e la depressione non è però percepito perché l’interesse è correlato inversamente a tutti i valori. Se l’interesse è del 4 per cento, un capitale che rende ogni anno un reddito perpetuo di 40, ha un valore di 1000. Se l’interesse è ridotto della metà, al 2 per cento, il capitale raddoppia a 2.000; all’1 per cento raddoppia a 4000; al 0.5 per cento a 8000 e così via. Tipico è il caso dei bond che vengono sempre rinnovati. Anche i titoli azionari aumentano poiché il loro reddito, che è il valore attuale del flusso scontato dei dividendi futuri, è tanto più alto quanto più basso è l’interesse. E così, in generale, per tutti i valori finanziari: salgono al diminuire dell’interesse. In questi ultimi anni, i tagli seriali ai tassi ufficiali hanno quindi creato un effetto ricchezza e di solvibilità fittizia anche quando l’insolvibilità era generale. Non incorporando più il premio per il rischio hanno stimolato l’azzardo morale bancario e finanziario che richiede sempre più credito.
3. La componente chiave del mercato del credito è il “collaterale” che garantisce la liquidità del credito senza perdite in caso di inadempienza dell’obbligato. In periodi di crisi la ricerca di buon collaterale si fa spasmodica. È il collaterale a lubrificare il mercato del credito. Ora, fino a qualche decennio fa il collaterale primario era costituito dai titoli sovrani, privi di rischio per definizione. Ma oggi hanno perso tale qualità in quanto i debiti dei governi, aumentati oltre il limite di solvibilità grazie a tassi infimi, si trovano a rischio di default. Anche i paesi più affidabili, in verità ben pochi, sono a rischio in quanto creditori di paesi insolventi. Pertanto tutti i titoli sovrani, che puntellano l’infrastruttura finanziaria mondiale, devono essere a loro volta collateralizzati per stabilizzarne il valore.
4. Con che cosa? Con i derivati che sono contratti di assicurazione per coprirsi dal rischio di credito. Quando una banca acquista titoli sovrani li assicura presso istituti specializzati, gli hedge funds, stipulando, ad esempio, credit default swap e pagando il prezzo della copertura o premio in caso di rialzo dell’interesse e ribasso dei titoli. Questo mercato di premi, dilatatosi in proporzione al debito mondiale è diventato un mercato a sé, attirando le banche stesse che trattano derivati per incassare i premi. Data la velocità di transazioni del mercato finanziario il commercio dei premi è redditizio. Tuttavia, poiché l’acquisto dei derivati è finanziato a debito, assorbe credito che richiede sempre più collaterale la cui qualità degrada progressivamente. Infatti, lo stesso titolo potendo essere riusato per più garanzie perde man mano, capienza e grado di liquidità, il che richiede altro collaterale. Si è così creato un infinito sistema di sub garanzie per trasferimento dei rischi che ha trasformato il mercato finanziario in una piramide composta di vari strati di derivati in cui ogni strato sottostante garantisce quello superiore. La somma di questi strati ammonta, oggi, a 555 trilioni di dollari. Cosa garantisce questa enorme passività? Lo strato posto alla base della piramide, ossia il debito sovrano globale di 100 trilioni di dollari. E cosa garantisce il tutto? Un Prodotto interno lordo mondiale di 77 trilioni di dollari. Ovviamente escludendo tutti gli altri derivati associati alla famiglia di strumenti finanziari esistenti: futures swaps, options, carry trade, ecc. che fa salire il valore complessivo dei derivati a oltre il quadrilione di dollari, una cifra difficile da concepire ma tutta avallata dal Pil mondiale. Ma è come garantire un’esposizione di oltre 1000 dollari con 1 dollaro. La crisi del 2008 fu causata dall’implosione dei credit default swap che ammontavano tra 50-60 trilioni di dollari. Oggi il valore dei derivati sul debito è dieci volte superiore ma lo stato dell’economia complessiva si è aggravato.
5. Risulta in conclusione chiaro perché il cartello bancario ha soppresso l’interesse: qualche punto base abbasserebbe il valore dei titoli e del collaterale facendo scricchiolare sinistramente la piramide globale: nel pianeta non esisterebbe denaro sufficiente per pagare i premi in caso di rialzo dei tassi e di ribasso dei titoli. Ma più l’interesse permane a livello zero più cresce l’instabilità; d’altra parte l’economia è così debole da non sopportarne uno più alto. Le banche centrali non hanno più spazi di manovra: se portassero i tassi a livello negativo, gli acquirenti di debito sovrano pagherebbero i governi… per avere il privilegio di investire nei loro titoli! Oltre che drammatico è ridicolo. Il cartello bancario dovrebbe accollarseli in toto per evitarne l’implosione. Si è oltrepassato irrevocabilmente il punto di non ritorno, qualsiasi manovra è rischiosa. Il potenziale di rovina è enorme e non ha precedenti nella storia. Come il collasso che ne deriverà.

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Re: [O.T.] Crisi economica
In questi momenti, sento la mancanza di Husker e Giulio Tremonti... 

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Re: [O.T.] Crisi economica
Compra oro e siediti qui in riva al fiume, insieme a me e Dos.Blif ha scritto:In questi momenti, sento la mancanza di Husker e Giulio Tremonti...
“Il più bravo, anche se è il più bravo e ne si ammiri il talento, non può prendersi tutto”
Re: [O.T.] Crisi economica
L'Italia non andrà a picco...la terranno in piedi (a costo di rinunciare temporaneamente a qualche vantaggio) perchè è una fonte di immensi guadagni.
"Big trouble in little vachina"
"ANNO STATI I ROMS!!"
#COLPADELSINDICO!!!!1!
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Re: [O.T.] Crisi economica
Capitan è un po' che volevo chiedertelo non è che uno con 200 Marenghi si sistema?Capitanvideo ha scritto:Compra oro e siediti qui in riva al fiume, insieme a me e Dos.Blif ha scritto:In questi momenti, sento la mancanza di Husker e Giulio Tremonti...
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Re: [O.T.] Crisi economica
Se vi interessa, conosco uno che vende un asino che caga marenghi.
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