[O.T.] Referendum elettorale

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zio
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Re: [O.T.] Referendum elettorale

#901 Messaggio da zio »

Capitanvideo ha scritto:
zio ha scritto:mi ripeto:
ma dove erano le potenti reti di informazione del regime berlusconiano a spiegare i contenuti del referendum?
perchè ha chiesto l'astensione? non era meglio un confronto diretto?
voleva dire contarsi? e contarsi sul governo o sul referendum?
possa rimanere senz'acqua chi ha votato al referendum per far cadere il governo!
Ma no, hanno votato per acqua bene comune.

Il problema e' questo: se persino gli intellettuali di sinistra, così colti e preparati, sono stati strumentalizzati da politicanti da operetta, figuriamoci i poveri bovari, analfabeti, sempliciotti (ma furbi evasori) elettori di silvio.

Come fai a spiegargli concetti così alti? A gesti?

scusa puoi ripetere? non ho mica capito....


:lol:
p.s. quando puoi vieni a trovarmi al Mirabello. secondo pontile lato mare. è un oceanis55 8) (scherzo maresciallo scherzo!)
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Capitanvideo
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Re: [O.T.] Referendum elettorale

#902 Messaggio da Capitanvideo »

zio ha scritto: p.s. quando puoi vieni a trovarmi al Mirabello. secondo pontile lato mare. è un oceanis55 8) (scherzo maresciallo scherzo!)
Dai, ma sei veramente qui al Mirabello?
“Il più bravo, anche se è il più bravo e ne si ammiri il talento, non può prendersi tutto”

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zio
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Re: [O.T.] Referendum elettorale

#903 Messaggio da zio »

Capitanvideo ha scritto:
zio ha scritto: p.s. quando puoi vieni a trovarmi al Mirabello. secondo pontile lato mare. è un oceanis55 8) (scherzo maresciallo scherzo!)
Dai, ma sei veramente qui al Mirabello?
non ho la barca....managgia.
ma adoro la vela.
ci vengo spesso.
lo scorso anno ho fatto il corso per la patente oltre 12 miglia all'accademia del mare!
e lì facevo le prove a mare.
poi son venuto a Lerici x la scuola caprera.
e al mirabello ci son tornato per una regata.
e quando posso vengo al ristorante Aqua sulla terrazza con la zia.

a me la spezia piace e credo abbia ENORMI possibilità, nonostante una ricostruzione bellica orribile a cominciare dalla vs. cattedrale....ma spadolini, fratello del politico famoso, non ha concesso agli spezzini una deroga alla sua adorazione per la tecnologia.
e non credo che Genova vi darà mai la possibilità di alzare la testa.
fate una scissione e venite in Toscana! :lol:
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Antonchik
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Re: [O.T.] Referendum elettorale

#904 Messaggio da Antonchik »

Giulio Tremonti ha scritto:Qualche giorno fa un bell'articolo sul Sole descriveva alcune possibili conseguenze del referendum sull'acqua.
[Scopri]Spoiler
Le migliaia di sindaci, presidenti di Provincia, assessori e consiglieri che hanno dovuto dire addio all'incarico dopo le elezioni di maggio hanno una seconda chance: per loro si riaprono le porte dei consigli di amministrazione delle società partecipate dalle amministrazioni locali.

All'indomani di un maxi-turno elettorale, che ha coinvolto il 15% degli enti locali italiani, non è un risultato da poco: tra spoil system e mandati in scadenza naturale, si possono stimare 1.500-2mila posti in palio nei prossimi mesi solo nelle società, all'interno di una partita che in tutti i Comuni e le Province vale oltre 11.500 posti (ce ne sono altri 7mila nei consorzi).

A offrire una seconda opportunità agli ex politici sono i 25,9 milioni di «sì» vergati domenica e lunedì dagli italiani sul primo quesito referendario, che era intitolato alla «privatizzazione dell'acqua» ma in realtà chiedeva l'abolizione dell'intera disciplina recente dei servizi pubblici locali: con la 'semi-riforma' del 2008 e la riscrittura del decreto Ronchi nel 2009, il referendum ha buttato a mare anche tutti i regolamenti attuativi, compreso quello che provava a impedire agli ex politici di ricollocarsi nei consigli di amministrazione delle partecipate.

Esclusi l'energia e le farmacie, che con un'interpretazione generosa erano stati esonerati dalle nuove regole, tutti gli altri settori vedono riaprirsi a sorpresa una strada ormai considerata chiusa.

Non che la nuova griglia delle incompatibilità fosse un esempio di particolare severità. Arrivata solo nel settembre 2010, con due anni di ritardo sul calendario previsto che aveva «salvato» i rinnovi legati alle amministrative 2009 e 2010, il regolamento era stato oggetto di un braccio di ferro infinito e di continue riscritture, ma almeno provava ad arginare la prassi del 'riciclaggio' societario di ex politici.

La regola finale era semplice: qualsiasi amministratore locale, in giunta o in consiglio, in maggioranza o in opposizione (per evitare spinte nella carriera favorite da un rovescio elettorale che porta l'ex minoranza a gestire l'ente), avrebbe dovuto fermarsi per almeno tre anni prima di ambire a una poltrona in consiglio di amministrazione.

La stessa regola, poi doveva applicarsi a chi avesse ricoperto un incarico in una delle 337 Unioni che raggruppano 1.708 Comuni italiani (più di un quinto del totale) e chiudeva le porte dei cda per un triennio anche a chi avesse preso posto in una commissione di gara organizzata dalla stessa società.

La larga vittoria del «sì» nel primo quesito referendario restituisce libertà totale alle nomine, e cancella anche tutti i limiti alle incompatibilità di 'secondo livello', meno visibile rispetto a quello relativo ai consigli di amministrazione ma ugualmente importante per una gestione il più possibile libera da conflitti di interesse.

Dopo essersi occupato dei cda, infatti, il regolamento cancellato insieme alle norme a cui si riferiva impediva anche di affidare incarichi di gestione dei servizi nelle partecipate agli amministratori e ai dirigenti dell'ente socio, ai loro parenti fino al quarto grado, ai consulenti e ai collaboratori dell'ente locale e a chi avesse partecipato a commissioni di gara. Anche in questo caso, l'incompatibilità sopravviveva per tre anni al mandato politico o all'incarico amministrativo che l'aveva generata.

Un terzo filtro agiva invece sulle commissioni di gara, e impediva l'accesso a tutti i dipendenti dell'ente e agli ex dipendenti usciti dal Comune o dalla Provincia negli ultimi due anni. Cancellata, infine, anche una norma entrata anche nell'agenda dei vari provvedimenti 'anti-corruzione' discussi ma mai approvati nell'ultimo anno, che avrebbe escluso dalle commissioni di gara chiunque avesse concorso, in base a una sentenza non sospesa, ad atti illegittimi in precedenti selezioni.

Dopo questa sforbiciata, l'unica incompatibilità di peso che rimane in vigore nell'ordinamento delle partecipate è quella introdotta nel 2007, che impedisce di far sedere nei cda chi ha chiuso bilanci in perdita negli ultimi tre anni. La regola, introdotta dall'allora ministro per gli Affari regionali e Autonomie locali, Linda Lanzillotta, all'inizio aveva creato un dibattito acceso ma è poi stata progressivamente attenuata, sbarrando la strada per esempio ai soli amministratori protagonisti di bilanci con perdite crescenti, e appare ora praticamente accantonata nella prassi degli enti locali (e dei loro controllori).
Acqua passata ormai :blowkiss:
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.

Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.

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Pasko
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Re: [O.T.] Referendum elettorale

#905 Messaggio da Pasko »

In Italia il principio per fare buona politica è dire l'esatto contrario di quanto afferma Berlusconi. Se Berlusconi affermasse che la terra gira intorno al sole, ci ritroveremmo circondati da gente che diffonde il geocentrismo. Su facebook.
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Re: [O.T.] Referendum elettorale

#906 Messaggio da Requiemforadream »

Dopo quest'assurdità dell'utente prima di me preferisco votare Pannella che credere a certe cose... Scusate il paradosso

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Re: [O.T.] Referendum elettorale

#907 Messaggio da Pasko »

Pasko ha scritto:In Italia il principio per fare buona politica è dire l'esatto contrario di quanto afferma Berlusconi. Se Berlusconi affermasse che la terra gira intorno al sole, ci ritroveremmo circondati da gente che diffonde il geocentrismo. Su facebook.
Requiemforadream ha scritto:Dopo quest'assurdità dell'utente prima di me preferisco votare Pannella che credere a certe cose... Scusate il paradosso
c.v.d.
Quello che il bruco chiama fine del mondo il resto del mondo chiama farfalla.
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Re: [O.T.] Referendum elettorale

#908 Messaggio da tiffany rayne »

Quindi fatemi capire, bisognava confermare la legge che OBBLIGAVA TUTTI I COMUNI A PRIVATIZZARE.

Ma l'importante si sa è denunciare chi strumentalizza il voto.

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zio
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Re: [O.T.] Referendum elettorale

#909 Messaggio da zio »

tiffany rayne ha scritto:Quindi fatemi capire, bisognava confermare la legge che OBBLIGAVA TUTTI I COMUNI A PRIVATIZZARE.

Ma l'importante si sa è denunciare chi strumentalizza il voto.
e se anche fosse.....ci se ne accorge solo a referendum fatto???????
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Re: [O.T.] Referendum elettorale

#910 Messaggio da super_super »

Pannella come politico vale 100 Berlusconi , come piazzista meglio Berlusconi

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Capitanvideo
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Re: [O.T.] Referendum elettorale

#911 Messaggio da Capitanvideo »

tiffany rayne ha scritto:Quindi fatemi capire, bisognava confermare la legge che OBBLIGAVA TUTTI I COMUNI A PRIVATIZZARE.

Ma l'importante si sa è denunciare chi strumentalizza il voto.
Bisognava spiegare i fatti nella loro realtà. Bisognava DIRE che le aziende già privatizzate lo sarebbero rimaste. Bisognava dire (il PD doveva dirlo, quelli della democrazia, della trasparenza) che "COL CAZZO che faremo tornare pubblica Hera, noi ci puppiamo il 7% alla faccia vostra"
Chi le doveva dire, il governo del Bunga Bunga? Le doveva dire l'opposizione, quella onesta, quella che governerà al prossimo giro.

Invece sembra che il fatto della strumentalizzazione non ti faccia ne caldo ne freddo.

27 milioni di persone hanno chiesto di rendere l'acqua pubblica. Poi si scopre che non e' proprio così, ma a giochi fatti. La gente e' andata CREDENDO di votare per l'acqua pubblica, senza se e senza ma.

Non e' che se le porcherie le fa il PD (anche perche' hanno le mani in pasta) non devi incazzarti.

Spendi due parole anche contro di loro, dai. Prova a sentirti libero per una volta, vedrai che sensazione :lol:

Nel frattempo:

Nonostante i referendum a Civitavecchia si privatizza

La grande partecipazione popolare ai referendum del 12 e 13 giugno e il chiaro no alla privatizzazione dell'acqua espresso da più di 27 milioni di cittadini, non sembrano fermare l'amministrazione di Civitavecchia. A soli due giorni dalla consultazione referendaria l'amministrazione comunale ha infatti pubblicato il bando per la cessione del 60 per cento della Holding Civitavecchia Servizi, che raggruppa le ex municipalizzate, servizio idrico compreso.

A seguito delle proteste il sindaco ha sospeso la delibera per 10 giorni, mentre i comitati locali ne chiedono con forza lo stralcio, nel rispetto della volontà di quei milioni di persone che il 12 e 13 giugno hanno detto sì all'acqua bene comune e alla sua gestione fuori dalle regole di mercato.

Lunedì 20 giugno, alle ore 16.30, è convocata una prima assemblea cittadina presso l'Aula Pucci del Comune di Civitavecchia.

In difesa del risultato referendario per una gestione pubblica e partecipata del servizio idrico!
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Re: [O.T.] Referendum elettorale

#912 Messaggio da Capitanvideo »

E il 14 Giugno, in perfetto orario da presa per il culo, i Comuni Italiani pubblicano una pappardella su cosa cambierà con la vittoria del SI.

Mi raccomando, non ditelo prima, ditelo dopo che l'acqua non tornerà pubblica.

http://www.acquabenecomune.org/raccolta ... izie-flash

Nota interpretativa dell'Anci sull'esito referendario

Il 14 Giugno l'Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ha diffuso una nota interpretativa sull'esito dei due quesiti referendari sull'acqua e sulle sue ricadute sulle amministrazioni locali.

Prime osservazioni sull’affidamento dei servizi pubblici locali e sulla tariffa del servizio idrico

integrato in esito al referendum abrogativo del 12 e 13 giugno 2011.

Prologo

In seguito agli esiti referendari si ritiene opportuno indicare ai Comuni alcune valutazioni circa gli effetti normativi concreti che gli stessi referendum generano nei confronti degli enti e delle situazioni in essere.

In tal senso Anci ha predisposto questa breve nota interpretativa con l’unico scopo di facilitare una lettura sistematica delle norme nazionali e comunitarie, delle abrogazioni e delle pronunce della Corte Costituzionale per mettere a disposizione dei Comuni degli strumenti operativi volti a rassicurare gli enti stessi nell’interpretazione delle norme che saranno chiamati a svolgere in sede territoriale.

Non è intenzione dell’Associazione prendere alcuna posizione politica rispetto ai referendum ma semmai continuare a dare un contributo per la definizione di soluzioni che tengano conto del punto di vista dei Comuni.

Premessa

La recente pronuncia referendaria ha sancito l’abrogazione dell’art. 23 bis del dl 112/2008 – convertito in legge 133/2008, come modificato dal dl 135/2009 cd decreto Ronchi, convertito in legge 166/2009 smi - in materia di affidamento dei servizi pubblici locali di rilevanza economica e l’abrogazione dell’articolo 154 del d.lgs. 152/2006, cd codice ambientale, nella parte in cui riconosceva, nella tariffa del sistema idrico integrato, la remunerazione del capitale investito secondo un tasso di rendimento prestabilito.

L’effettiva portata della consultazione popolare è dunque più vasta rispetto alla sola richiamata pubblicizzazione dell’acqua ed investe le modalità di affidamento dei servizi pubblici locali a rilevanza economica, ad esempio trasporti pubblici locali e rifiuti.

Non sono investite dall’esito referendario e restano valide le discipline settoriali inerenti la distribuzione del gas, la distribuzione di energia elettrica, il trasporto ferroviario regionale e la gestione delle farmacie comunali, già escluse dall’applicazione dell’articolo 23 bis ed oggetto di specifiche normative.

All’esito del referendum, i comuni sono più liberi di scegliere la formula organizzativa che ritengono più opportuna, ivi compresa la gara, e sempre in ossequio ai principi europei in materia di tutela della concorrenza.

I Comuni sono investiti di una nuova “libertà responsabile”, che responsabilmente utilizzeranno e del cui utilizzo saranno chiamati a rispondere. Allo stesso modo, i comuni non si opporranno a nuovi tentativi di disciplina nel senso della “modernizzazione” dei servizi pubblici locali, a condizione che non si pretenda di intervenire sulla carne viva degli enti locali senza il parere degli stessi.

Rimane inalterato l’avviso dell’Associazione circa la necessità di un intervento effettivamente riformatore; in particolare, dell’introduzione di un’Authority di settore, che vigili sulla correttezza di tutti gli affidamenti (anche in house) e sulle tariffe.

Anche dopo la pronuncia referendaria i Comuni sono chiamati, da un lato, a garantire alle comunità locali l’accesso ai beni ed ai servizi pubblici e, dall’altro, a ricercare un rapporto fra costi e tariffe che consenta alle gestione di essere in pareggio.

Qualsiasi forma di gestione venga individuata, infatti, resta ferma la necessità di una sana e corretta gestione economico-finanziaria che deve garantire una qualità elevata dei servizi ed investimenti nelle reti e negli impianti.

Normativa di riferimento

L’abrogazione del succitato articolo 23 bis smi e, come ritenuto dalla dottrina prevalente, del conseguente regolamento di delegificazione, il dpr 168/2010 previsto dalla stessa norma principale, rende necessario il chiarimento di alcuni aspetti inerenti gli effetti e le possibilità che si aprono per i

Comuni in materia di affidamento dei servizi.

Il Ronchi stabiliva che le modalità ordinarie di gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, ivi incluso del servizio idrico integrato, fossero:

- l’affidamento a soggetti privati attraverso gara;

- l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, con socio privato operativo scelto attraverso gara a doppio oggetto e detentore di almeno il 40% del capitale.

La possibilità di ricorrere all’affidamento in house era relegata a deroga eccezionale sulla base di determinate caratteristiche morfologiche, previa analisi di mercato e parere obbligatorio e non vincolante dell’Antitrust (per valori superiori ai 200.000 euro annui, come previsto dal dpr 168/2010).

Aspetto importante è che la norma in questione stabiliva e regolamentava, previsione non contemplata dall’ordinamento comunitario, un periodo transitorio per la scadenza obbligatoria degli affidamenti diretti non conformi alla norma stessa, disciplinandone termini e modalità.

L’abrogazione della norma e del sistema transitorio ivi previsto, rende particolarmente importante la

valutazione che i Comuni dovranno compiere circa la validità fino alla scadenza prevista degli affidamenti in essere.

Effetti della consultazione sulle gestioni in essere

In merito alle gestioni esistenti, dal referendum non consegue infatti l’automatica scadenza o l’illegittimità degli affidamenti in essere.

Resteranno innanzitutto attivi, fino alla scadenza naturale, gli affidamenti dei servizi effettuati a societàpubbliche in house providing che soddisfano i requisiti fissati dalla giurisprudenza comunitaria (controllosul gestore analogo a quello svolto sui propri organi, svolgimento dell’attività in via prevalente per l’amministrazione o le amministrazioni socie, capitale societario totalmente pubblico).

Nessun obbligo dunque per i Comuni di ridurre le proprie partecipazioni secondo tempi e modalità

prestabilite, per poter portare a scadenza i contratti in essere (la norma abrogata prevedeva per le società quotate in borsa di ridurre le azioni in mano pubblica, entro il 31/12/2015, a non più del 30% nonchè per quelle non quotate la cessione, entro il 31/12/2011, di almeno il 40% delle quota pubblica a privati; nessuno di questi obblighi è sopravvissuto all’esito del referendum).

Più complesso è stabilire se l’abrogazione referendaria restituisca ai comuni la possibilità di una gestione, oltre che mediante società a totale partecipazione pubblica, anche in economia o mediante azienda speciale. Il punto è controverso, ma – al di là delle recenti prese di posizione del giudice amministrativo, che hanno sottolineato l’inesistenza di un divieto in tal senso nell’ordinamento interno (CdS, sez. V, 26 gennaio 2011, n. 552) – non v’è dubbio che l’abrogazione dell’art. 23bis e la “non reviviscenza” dell’art. 113, c. 5, TUEL, non consentono di immaginare la persistenza di un divieto alla gestione in economia o mediante azienda speciale, che pure la Corte Costituzionale aveva ricostruito in forza della sostanziale continuità di disciplina tra gli artt. 35, l. 448/01 e 14, d.l. 269/03, e l’art. 23bis; continuità oggi spezzata, appunto, dall’esito referendario e dalla contestuale abrogazione della disciplina del TUEL e di quella del d.l. 112/08.

Alla luce delle considerazioni su esposte le amministrazioni si trovano comunque a dover compiere un’analisi dei propri affidamenti ed a verificarne esclusivamente la conformità rispetto ai dettami comunitari.

Ad esempio erano e restano illegittime le società non in house providing e potrebbero esserlo le società miste il cui socio sia stato selezionato senza gara o in base a requisiti non specifici (cd socio generalista).

Il referendum sostanzialmente ha posto le modalità di gestione in house e le altre sullo stesso piano purchè entro specifici parametri comunitari.

Ciò comporta anche che le società pubbliche in house saranno soggette alle limitazioni previste dalle sole norme comunitarie per la partecipazione alle gare per l’affidamento di altri servizi in altri enti locali, essendo stata abrogata la norma del Ronchi che vietava a tali società la possibilità di ottenere ne direttamente né con gara l’affidamento di ulteriori servizi o di servizi in ambiti territoriali diversi dal proprio.

Le modalità di affidamento post-referendum

La Corte Costituzionale nella sentenza di ammissibilità sul quesito referendario (sentenza n. 24/2011), analizzando gli effetti dell’abrogazione dell’articolo 23 bis, ha previsto che non consegue alcuna reviviscenza delle norme abrogate da tale articolo mentre vige l’applicazione immediata nell’ordinamento nazionale della normativa comunitaria (meno restrittiva rispetto a quella oggetto di referendum) sulle regole concorrenziali minime in tema di gara ad evidenza pubblica per l’affidamento della gestione di servizi pubblici di rilevanza economica.

Quest’ultima non impone la privatizzazione dei servizi pubblici locali, ma consente agli Stati membri di mantenere la gestione pubblica e non prevede una soglia minima di partecipazione dei privati nelle società miste.

In sostanza adesso i Comuni, possono affidare la gestione dei servizi pubblici locali, incluso il servizio idrico integrato, sul quale occorrono tuttavia specifiche considerazioni, mediante:

- gara ad evidenza pubblica, in questo caso in base alle normative inerenti gli appalti o le concessioni di servizi;

- società mista mediante selezione con gara a doppio oggetto del socio privato non generalista (quindi operativo) che collabora con il soggetto pubblico, in applicazione delle disposizioni inerenti il Partenariato Pubblico Privato, senza dunque vincoli relativi alla percentuale di capitale detenuta dal privato stesso;

- gestione in house providing purchè in possesso dei requisiti previsti dall’ordinamento comunitario.

Il Servizio idrico integrato

Discorso specifico merita il servizio idrico integrato per il quale valgono le considerazioni sin qui svolte, con la peculiarità però che il referendum ha sancito l’abrogazione della «remunerazione del capitale investito» nella determinazione della tariffa del servizio, prevista dal cd decreto ambientale.

Tale servizio pubblico può essere affidato secondo le modalità scelte dalla stazione appaltante, ma al gestore – pur rimanendo la previsione della copertura dei costi di gestione – non potrà essere riconosciuto nessun corrispettivo a fronte degli investimenti programmati.

Per comprendere però appieno la portata di tale previsione è necessario analizzare le possibili conseguenze della normativa che rimane in vigore.

Da un lato infatti il servizio deve essere svolto obbligatoriamente in forma associata attraverso Ambiti Territoriali Ottimali governati dalle abrogande Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale (AATO), l’abrogazione dell’art. 23bis, non tocca la diversa norma di soppressione delle autorità d’ambito, con la previsione che le siano stabilite dalla AATO applicando il metodo normalizzato nazionale, oggetto di revisione.

Dall’altro, il recente dl 70/2011, cd decreto sviluppo in corso di conversione alla Camera, ha disposto la costituzione dell’Agenzia azionale di vigilanza sulle risorse idriche, che tra i suoi compiti ha quello di predisporre il metodo normalizzato in conformità ai principi del costo finanziario, della fornitura del servizio e dei relativi costi ambientali e del costo delle risorse.

Dalla declinazione, da parte dell’Agenzia, di questa previsione normativa conseguiranno le modalità di finanziamento degli investimenti e la conseguente rilevanza economica o meno del servizio idrico integrato.

Nel frattempo la determinazione delle tariffe resta in capo alle Autorità d’ambito di cui è stata già disposta la cessazione dell’attività al 31/12/2011, con conseguente regionalizzazione delle decisioni in materia di sostituzione delle stesse, il che rende urgente un intervento chiarificatore .
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Re: [O.T.] Referendum elettorale

#913 Messaggio da Blif »

Capitanvideo ha scritto:
tiffany rayne ha scritto:Quindi fatemi capire, bisognava confermare la legge che OBBLIGAVA TUTTI I COMUNI A PRIVATIZZARE.

Ma l'importante si sa è denunciare chi strumentalizza il voto.
Bisognava spiegare i fatti nella loro realtà. Bisognava DIRE che le aziende già privatizzate lo sarebbero rimaste. Bisognava dire (il PD doveva dirlo, quelli della democrazia, della trasparenza) che "COL CAZZO che faremo tornare pubblica Hera, noi ci puppiamo il 7% alla faccia vostra"
Chi le doveva dire, il governo del Bunga Bunga? Le doveva dire l'opposizione, quella onesta, quella che governerà al prossimo giro.

Invece sembra che il fatto della strumentalizzazione non ti faccia ne caldo ne freddo.

27 milioni di persone hanno chiesto di rendere l'acqua pubblica. Poi si scopre che non e' proprio così, ma a giochi fatti. La gente e' andata CREDENDO di votare per l'acqua pubblica, senza se e senza ma.

Non e' che se le porcherie le fa il PD (anche perche' hanno le mani in pasta) non devi incazzarti.

Spendi due parole anche contro di loro, dai. Prova a sentirti libero per una volta, vedrai che sensazione :lol:
Temo che l'amor di discussione ti trascini verso la mala fede.
Bisognava dire che le aziende già privatizzate lo sarebbero rimaste? E perché?
Se in un comune si vuole tornare al pubblico, ora si può farlo. Ovviamente, non è automatico.

Che 27 milioni di persone abbiano chiesto l'acqua pubblica mi sembra una forte distorsione della realta':
27 milioni di persone hanno chiesto che l'acqua POSSA ESSERE pubblica.
Che la gente sia andata a votare credendo una cosa piuttosto che un'altra è un'idea che ti sei fatto tu.
Sarà così a Spezia, probabilmente perché lì le cose non funzionano. L'ho già detto: cambiatele, ora che potete.

Trovo il risultato di questo referendum quanto di più liberale si potesse fare con un referendum.

L'unica aggiunta che farei sarebbe introdurre l'obbligo di gara.
Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)

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Re: [O.T.] Referendum elettorale

#914 Messaggio da Capitanvideo »

Blif ha scritto: Temo che l'amor di discussione ti porti alla mala fede.
Bisognava dire che le aziende già privatizzate lo sarebbero rimaste? E perché?
Se in un comune si vuole tornare al pubblico, ora si può farlo. Ovviamente, non è automatico.

Che 27 milioni di persone abbiano chiesto l'acqua pubblica mi sembra una forte distorsione della realta':
27 milioni di persone hanno chiesto che l'acqua POSSA ESSERE pubblica.
Che la gente sia andata a votare credendo una cosa piuttosto che un'altra è un'idea che ti sei fatto tu.
Sarà così a Spezia, probabilmente perché lì le cose non funzionano. L'ho già detto: cambiatele, ora che potete.

Trovo il risultato di questo referendum quanto di più liberale si potesse fare con un referendum.

L'unica aggiunta che farei sarebbe introdurre l'obbligo di gara.
Il comitato promotore ha come immagine e slogan:

" 2 si per l'acqua bene comune"
"Campagna referendaria: L'acqua non si vende"

Pero' in mezza Italia non e' bene comune e si vende. E si continuerà a farlo.

Lo spot audio, che passava in RADIO:

(Trovi tutto qui, anche lo spot audio: http://www.acquabenecomune.org/raccolta ... &Itemid=93 )

Salve!

Salve! Me ne fa 5 litri?

5 litri, 5 euro

5 euro? Ma ogni giorno costa di piu'!

"L'acqua e' un bene comune e non si vende. Firma per i 3 referendum che dicono SI all'acqua PUBBLICA. Dal x al y troverai in tutte le piazze italiane i banchetti di raccolta firme. Per informazioni: Acquabenecomune.org. Perche' si scrive acqua ma si legge DEMOCRAZIA"

E qui rido, abbi pazienza :lol:

Ora, mi sembra che sia tutto molto chiaro, nessuna accenno allo status quo, ma messaggi chiari e netti sulla volontà di volere acqua PUBBLICA, senza SOVRAPREZZI.

Insomma, alla fine hanno fatto i furbi anche quelli che hanno raccolto le firme. Avanti così.
“Il più bravo, anche se è il più bravo e ne si ammiri il talento, non può prendersi tutto”

tiffany rayne
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Re: [O.T.] Referendum elettorale

#915 Messaggio da tiffany rayne »

Guarda Capitano sei cosi avvelenato che se ti morde un Mamba il povero serpente ci rimane secco.

Inutile perdere tempo con te per cercare di fare un ragionamento un minimo serio, io passo. Se ha la necessaria pazienza lascio il campo al chiarissimo Blif.

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