I Sardi possono stuprare
Moderatori: Super Zeta, AlexSmith, Pim, Moderatore1
-
- Nuovi Impulsi
- Messaggi: 115
- Iscritto il: 24/01/2007, 18:28
- Località: Pescara
- Drogato_ di_porno
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 78419
- Iscritto il: 20/06/2002, 2:00
Lunedì sera ho visto lo speciale di Minoli sul rapimento di Farouk Kassam. Avevo già seguito con attenzione quelli di Cesare Casella e Augusto De Megni. Quello di Farouk fu un sequestro strano, per i rapporti del padre con l' Aga Khan, l' intervento dei servizi segreti, il ruolo di Graziano Mesina ecc.
Ultimamente sto leggendo o guardando film sul terrorismo islamico di matrice sunnita. Ci sono alcuni aspetti della Sardegna che me lo ricordano. In particolare l' abbigliamento delle donne della Barbagia (Orgosolo?), che non usano Chador o Burqua, ma un mantello nero ugualmente terrorizzante (un tizio sardo mi aveva pure detto come si chiama, l' ho scordato). Pare che la società sia matriarcale, le donne svolgono un ruolo preminente, soprattutto come "detonatore della violenza".
C' era il caso di Matteo Boe latitante per amore di Laura Manfredi. negli anni '70 c' era un famoso bandito (anarchico o indipendentista, non ricordo) che si era alleato con le BR. Banditi "romantici", agli occhi del popolo simboli di una lotta contro le ingiustizie sociali.
In realtà questo Boe + altri 2 pastori tenevano Farouk in condizioni disumane, 6 mesi in posizione fetale, coricato sulla nuda terra, in una grotta, costretto a cagare e pisciare lì, senza potersi alzare, fissando il muro di pietra, nutrito a scatolette o avanzi di porco. Condizioni simili a quelle di Cesare Casella e De Megni, cambia solo la durata del sequestro.
Mi ha impressionato la lunga serie di rapimenti con mutilazioni, orecchie tagliate eseguite dai sardi (da Getty, Belardinelli, Calissoni e molti altri, qualche sequestro si è pure concluso con la morte dell' ostaggio). La mutilazione è specifica dei sardi. Questi pastori col bisturi mi ricordano i sunniti col machete pronti a decapitare gli ostaggi.
Insomma, chiedo ai sardi del forum, le zone più interne, ancestrali della Sardegna, possono ricordare visivamente le grotte della guerriglia sunnita Afghana?
Ultimamente sto leggendo o guardando film sul terrorismo islamico di matrice sunnita. Ci sono alcuni aspetti della Sardegna che me lo ricordano. In particolare l' abbigliamento delle donne della Barbagia (Orgosolo?), che non usano Chador o Burqua, ma un mantello nero ugualmente terrorizzante (un tizio sardo mi aveva pure detto come si chiama, l' ho scordato). Pare che la società sia matriarcale, le donne svolgono un ruolo preminente, soprattutto come "detonatore della violenza".
C' era il caso di Matteo Boe latitante per amore di Laura Manfredi. negli anni '70 c' era un famoso bandito (anarchico o indipendentista, non ricordo) che si era alleato con le BR. Banditi "romantici", agli occhi del popolo simboli di una lotta contro le ingiustizie sociali.
In realtà questo Boe + altri 2 pastori tenevano Farouk in condizioni disumane, 6 mesi in posizione fetale, coricato sulla nuda terra, in una grotta, costretto a cagare e pisciare lì, senza potersi alzare, fissando il muro di pietra, nutrito a scatolette o avanzi di porco. Condizioni simili a quelle di Cesare Casella e De Megni, cambia solo la durata del sequestro.
Mi ha impressionato la lunga serie di rapimenti con mutilazioni, orecchie tagliate eseguite dai sardi (da Getty, Belardinelli, Calissoni e molti altri, qualche sequestro si è pure concluso con la morte dell' ostaggio). La mutilazione è specifica dei sardi. Questi pastori col bisturi mi ricordano i sunniti col machete pronti a decapitare gli ostaggi.
Insomma, chiedo ai sardi del forum, le zone più interne, ancestrali della Sardegna, possono ricordare visivamente le grotte della guerriglia sunnita Afghana?
“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
questo parallellismo tra Sardi e Sunniti col machete,non regge.
Mi spiace che sia venuto (il dubbio) a una persona come te, che reputo colta e attenta.
Ma tant'è.
Provo a risponderti (non ho la competenza di Squirto, ma ci provo)
Sul velo:
Da quando in Italia è esploso il dibattito sul velo islamico (non da oggi) è capitato spesso di sentire i soliti relativisti argomentare il proprio giustificazionismo ricordandoci il capo e il volto coperti delle donne italiane ( italiane, non solo Sarde) del secolo scorso.
Dopo questa premessa, eccovi qui una storia vera di una donna occidentale felice di essere coperta dalla testa ai piedi.
Sarda, classe ‘911, carattere di ferro, cattolica praticante, marito e figli rispettosi e ossequiosi della sua autorità , A. viveva immersa nelle sue solide tradizioni culturali.
Una donna cresciuta con indosso gonne lunghe e scialli per coprire i capelli, il busto e qualche volta il viso, quando andava per strada.
Una madre di famiglia, divoratrice di libri, decisionista e programmatrice che in casa, in giardino, nell'orto, al di qua del cancello, insomma, mostrava la testa e le braccia scoperte ma poi, prima di varcare quel confine, meccanicamente scompariva sotto le coltri colorate del suo tradizionale abbigliamento.
Ebbe quattro figlie che non vestì mai come lei, ritenendo quello che veniva definito "alla continentale" il modo di vestire più adatto per il loro tempo.
Non fu certo la tv (praticamente sconosciuta nell'isola degli anni cinquanta) a influenzarne la decisione, quanto la lettura di riviste come "Famiglia cristiana" di cui fu fedelissima abbonata per oltre 50 anni.
Quando però la vita la portò a trasferirsi in quel "Continente" del quale pochissimo sapeva, ebbero inizio i suoi veri problemi.
Questa donna, ormai ultracinquantenne, si scontrò con una realtà sociale accessibile ai suoi figli, anche se tra problemi fisiologici di integrazione (prestissimo risolti), ma chiusa verso la sua diversità così appariscente.
Le vicine di casa pedalavano per strada portando pantaloni o gonne corte, i capelli sciolti e spesso anche essi corti, mentre lei si muoveva goffa e a disagio sotto gli sguardi stupiti e a volte canzonatori della gente.
I figli e soprattutto il marito la incalzavano ogni giorno affinchè dismettesse quel ridicolo "travestimento" e si adeguasse agli usi del suo nuovo paese.
"O ti compri una gonna corta e un fazzoletto qualsiasi oppure con me non esci più" la minacciava il marito. "Non voglio che tutti ti guardino come se tu fossi una maschera di carnevale".
Che giorni! Che settimane! Che mesi di sofferenza per l'orgogliosa e caparbia donna della Sardegna dalle tradizioni secolari! Quello che si pretendeva da lei era davvero tanto. Le si chiedeva nè più nè meno che di denudarsi! Questo le suggerivano il suo senso del pudore e la sua dignità feriti.
Infine cedette. Si cucì le gonne corte, depose scialli, corpetti e gonnellone sul fondo dell'armadio, si ammodernò la crocchia di capelli e uscì tra la gente col pianto nel cuore e, qualche volta, anche negli occhi.
Gli anni passarono e la nostra A. dimenticò, stupendosi lei stessa, quel passato che ritornava ad emozionarla solo quando, come tutti i sardi sanno, assisteva alle grandi feste in costume ancora piene di vita nella sua Sardegna.
Si potrebbe, da questa storia comune a migliaia di donne emigrate dal proprio paese del sud, azzardare affinità con la condizione delle donne musulmane obbligate da minacce e da sure a indossare veli di ogni sorta ovunque si trovino?
Forse una c'è, ma riguarda solo quelle donne le quali, come la protagonista di questo raccontino, avendo conosciuto nella loro vita solo quel modo di vestire, si sentirebbero violentate se obbligate a scoprire ciò che mai avevano mostrato prima, specie se tutta la famiglia le vieta di farlo.
[u:b6422d10d6]Il resto è solo segregazione[/u:b6422d10d6]. Autosegregazione e sottomissione della donna musulmana, oppressa da dure leggi che vanno ben oltre il rispetto di tradizioni da cartolina per turisti agostani.
Sul taglio delle orecchie, bè, passo.
Parlare di [i:b6422d10d6]macellai[/i:b6422d10d6] che nulla hanno da spartire con un Popolo come il mio, credimi, non ne ho voglia.
Mi spiace che sia venuto (il dubbio) a una persona come te, che reputo colta e attenta.
Ma tant'è.
Provo a risponderti (non ho la competenza di Squirto, ma ci provo)
Sul velo:
Da quando in Italia è esploso il dibattito sul velo islamico (non da oggi) è capitato spesso di sentire i soliti relativisti argomentare il proprio giustificazionismo ricordandoci il capo e il volto coperti delle donne italiane ( italiane, non solo Sarde) del secolo scorso.
Dopo questa premessa, eccovi qui una storia vera di una donna occidentale felice di essere coperta dalla testa ai piedi.
Sarda, classe ‘911, carattere di ferro, cattolica praticante, marito e figli rispettosi e ossequiosi della sua autorità , A. viveva immersa nelle sue solide tradizioni culturali.
Una donna cresciuta con indosso gonne lunghe e scialli per coprire i capelli, il busto e qualche volta il viso, quando andava per strada.
Una madre di famiglia, divoratrice di libri, decisionista e programmatrice che in casa, in giardino, nell'orto, al di qua del cancello, insomma, mostrava la testa e le braccia scoperte ma poi, prima di varcare quel confine, meccanicamente scompariva sotto le coltri colorate del suo tradizionale abbigliamento.
Ebbe quattro figlie che non vestì mai come lei, ritenendo quello che veniva definito "alla continentale" il modo di vestire più adatto per il loro tempo.
Non fu certo la tv (praticamente sconosciuta nell'isola degli anni cinquanta) a influenzarne la decisione, quanto la lettura di riviste come "Famiglia cristiana" di cui fu fedelissima abbonata per oltre 50 anni.
Quando però la vita la portò a trasferirsi in quel "Continente" del quale pochissimo sapeva, ebbero inizio i suoi veri problemi.
Questa donna, ormai ultracinquantenne, si scontrò con una realtà sociale accessibile ai suoi figli, anche se tra problemi fisiologici di integrazione (prestissimo risolti), ma chiusa verso la sua diversità così appariscente.
Le vicine di casa pedalavano per strada portando pantaloni o gonne corte, i capelli sciolti e spesso anche essi corti, mentre lei si muoveva goffa e a disagio sotto gli sguardi stupiti e a volte canzonatori della gente.
I figli e soprattutto il marito la incalzavano ogni giorno affinchè dismettesse quel ridicolo "travestimento" e si adeguasse agli usi del suo nuovo paese.
"O ti compri una gonna corta e un fazzoletto qualsiasi oppure con me non esci più" la minacciava il marito. "Non voglio che tutti ti guardino come se tu fossi una maschera di carnevale".
Che giorni! Che settimane! Che mesi di sofferenza per l'orgogliosa e caparbia donna della Sardegna dalle tradizioni secolari! Quello che si pretendeva da lei era davvero tanto. Le si chiedeva nè più nè meno che di denudarsi! Questo le suggerivano il suo senso del pudore e la sua dignità feriti.
Infine cedette. Si cucì le gonne corte, depose scialli, corpetti e gonnellone sul fondo dell'armadio, si ammodernò la crocchia di capelli e uscì tra la gente col pianto nel cuore e, qualche volta, anche negli occhi.
Gli anni passarono e la nostra A. dimenticò, stupendosi lei stessa, quel passato che ritornava ad emozionarla solo quando, come tutti i sardi sanno, assisteva alle grandi feste in costume ancora piene di vita nella sua Sardegna.
Si potrebbe, da questa storia comune a migliaia di donne emigrate dal proprio paese del sud, azzardare affinità con la condizione delle donne musulmane obbligate da minacce e da sure a indossare veli di ogni sorta ovunque si trovino?
Forse una c'è, ma riguarda solo quelle donne le quali, come la protagonista di questo raccontino, avendo conosciuto nella loro vita solo quel modo di vestire, si sentirebbero violentate se obbligate a scoprire ciò che mai avevano mostrato prima, specie se tutta la famiglia le vieta di farlo.
[u:b6422d10d6]Il resto è solo segregazione[/u:b6422d10d6]. Autosegregazione e sottomissione della donna musulmana, oppressa da dure leggi che vanno ben oltre il rispetto di tradizioni da cartolina per turisti agostani.
Sul taglio delle orecchie, bè, passo.
Parlare di [i:b6422d10d6]macellai[/i:b6422d10d6] che nulla hanno da spartire con un Popolo come il mio, credimi, non ne ho voglia.
Non votate per me. Io sono fuori dal Cerchio Magico.
non ci siamo......
non ci siamo......
le persone che si sono arricchite dall' anonima sarda penso che non siano più di 2 o 3, se sono ancora vive.....
sulle condizioni di vita dei rapiti, non le giustifico ma cazzo, è un rapimento mica un grand'hotel, nella barbaria del gesto è quasi comprensibile.....
chi ci ha smenato è un intero popolo, il mio, orgoglioso, chiuso e fiero delle proprie diversità ....
l'interno dell'isola poi conserva degli aspetti ancestrali difficilmente assimilabili e comprensibili dalle stesse nuove generazioni di sardi, figurarsi da persone "esterne".......
anche secondo me il parallelismo con i musulamani col machete in mano trova il tempo che trova....
non ci siamo......
le persone che si sono arricchite dall' anonima sarda penso che non siano più di 2 o 3, se sono ancora vive.....
sulle condizioni di vita dei rapiti, non le giustifico ma cazzo, è un rapimento mica un grand'hotel, nella barbaria del gesto è quasi comprensibile.....
chi ci ha smenato è un intero popolo, il mio, orgoglioso, chiuso e fiero delle proprie diversità ....
l'interno dell'isola poi conserva degli aspetti ancestrali difficilmente assimilabili e comprensibili dalle stesse nuove generazioni di sardi, figurarsi da persone "esterne".......
anche secondo me il parallelismo con i musulamani col machete in mano trova il tempo che trova....
it's not easy to be me.......
- Drogato_ di_porno
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 78419
- Iscritto il: 20/06/2002, 2:00
Calma, figliuoli. Anche in Arabia la percentuale di terroristi è infinitesimale. Mi chiedevo solo se regge il paragone tra ristrettissime nicchie dell' isola e gruppi altrettanto ristretti dell' Islam. Più che altro da un punto di vista prettamente iconografico. Non sono mai stato in Sardegna, per questo vi chiedevo.
Cmq Farouk Kassam era in studio da Minoli. L' intervista mi è riuscita straziante. Lui si sforzava di scherzare, ha detto "sono un ragazzo normale", ma la vista dell' orecchio mozzato mi ha fatto provare una rabbia che non posso descrivere. Almeno De Megni e Casella non portano un "marchio" fisico. (che è appunto tipico dell' anonima sarda).
Cmq Farouk Kassam era in studio da Minoli. L' intervista mi è riuscita straziante. Lui si sforzava di scherzare, ha detto "sono un ragazzo normale", ma la vista dell' orecchio mozzato mi ha fatto provare una rabbia che non posso descrivere. Almeno De Megni e Casella non portano un "marchio" fisico. (che è appunto tipico dell' anonima sarda).
“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
io - e come me tutti i sardi - provo orrore verso le violenze di alcuni sunniti (giusto, drogato, mica i sunniti sono tutti violenti).
i sardi sono 'occidentali', e anzi la civiltà sarda è tra le prime dell'occidente (precedente a quella romana e precedente a quella etrusca), se ne trovano testimonianze anche nei testi egizi, greci, etc. (tralascio di dire, tra l'altro, di quanto comunque 'occidente' e 'oriente' siano per molti aspetti simili, e diversi da come ce li presentano solitamente)
dal punto di vista iconografico, la sardegna dell'interno è sicuramente aspra, ma vorrei dire che tutta questa "ancestralità " è in buona parte una costruzione dall'esterno che ha risvolti anche nell'interno - un classico processo culturale di tipo post-coloniale, costruzione e ricostruzione dell'immaginario legato a un gruppo sociale.
invito tutti a fare un salto in barbagia (di famiglia sono per metà barbaricino): per quanto una certa durezza (e spaventosa bellezza) della natura abbia ripercussioni evidenti sul carattere delle persone e sulla cultura millenaria che portano dentro, trovo del tutto inverosimile l'accostamento tra fanatici islamici e sardi dell'interno. anche il solo parlarne lo leggo come un non riuscire a uscire da certi idealtipi e stereotipi duri a morire. è ancora lo stesso meccanismo: i razzisti dell'ottocento che classificavano i sardi come 'africani' e dunque violenti, rozzi e barbari "per natura".
questo non vuol dire che non ci sia una specificità sarda, ma che bisogna andarci cauti sulle attribuzioni, altrimenti si finisce col creare cose inesistenti, e poi - cosa ancor peggiore - si finisce col crederci.
l'unica violenza 'ancestrale' che vedo in sardegna è legata al macello degli animali, che a me (uomo più vicino alla costa, cresciuto in ambiente meno duro, etc.) risulta terribile - ma solo nel senso che io non riuscirei mai ad ammazzare un agnellino o un maialetto perchè guardandolo negli occhi non riuscirei
ma questo non mi pare sia tipico solo della sardegna, gli animali si mangiano un po' ovunque e vengono ammazzati ovunque più o meno con gli stessi metodi.
e non è neanche vero che "i sardi" sono chiusi. ci sono sardi chiusi e sardi 'aperti', come in tutti i posti. paradossalmente, potrebbero essere più 'chiusi' gli inglesi dei sardi (ma non è vero, anche per loro vale lo stesso discorso). la nostra stessa lingua è dimostrazione di apertura millenaria e incorporazione, di scambio e contaminazione produttiva.
scusate la lunghezza, naturalmente.
i sardi sono 'occidentali', e anzi la civiltà sarda è tra le prime dell'occidente (precedente a quella romana e precedente a quella etrusca), se ne trovano testimonianze anche nei testi egizi, greci, etc. (tralascio di dire, tra l'altro, di quanto comunque 'occidente' e 'oriente' siano per molti aspetti simili, e diversi da come ce li presentano solitamente)
dal punto di vista iconografico, la sardegna dell'interno è sicuramente aspra, ma vorrei dire che tutta questa "ancestralità " è in buona parte una costruzione dall'esterno che ha risvolti anche nell'interno - un classico processo culturale di tipo post-coloniale, costruzione e ricostruzione dell'immaginario legato a un gruppo sociale.
invito tutti a fare un salto in barbagia (di famiglia sono per metà barbaricino): per quanto una certa durezza (e spaventosa bellezza) della natura abbia ripercussioni evidenti sul carattere delle persone e sulla cultura millenaria che portano dentro, trovo del tutto inverosimile l'accostamento tra fanatici islamici e sardi dell'interno. anche il solo parlarne lo leggo come un non riuscire a uscire da certi idealtipi e stereotipi duri a morire. è ancora lo stesso meccanismo: i razzisti dell'ottocento che classificavano i sardi come 'africani' e dunque violenti, rozzi e barbari "per natura".
questo non vuol dire che non ci sia una specificità sarda, ma che bisogna andarci cauti sulle attribuzioni, altrimenti si finisce col creare cose inesistenti, e poi - cosa ancor peggiore - si finisce col crederci.
l'unica violenza 'ancestrale' che vedo in sardegna è legata al macello degli animali, che a me (uomo più vicino alla costa, cresciuto in ambiente meno duro, etc.) risulta terribile - ma solo nel senso che io non riuscirei mai ad ammazzare un agnellino o un maialetto perchè guardandolo negli occhi non riuscirei
ma questo non mi pare sia tipico solo della sardegna, gli animali si mangiano un po' ovunque e vengono ammazzati ovunque più o meno con gli stessi metodi.
e non è neanche vero che "i sardi" sono chiusi. ci sono sardi chiusi e sardi 'aperti', come in tutti i posti. paradossalmente, potrebbero essere più 'chiusi' gli inglesi dei sardi (ma non è vero, anche per loro vale lo stesso discorso). la nostra stessa lingua è dimostrazione di apertura millenaria e incorporazione, di scambio e contaminazione produttiva.
scusate la lunghezza, naturalmente.
You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
- Sharky79
- Impulsi avanzati
- Messaggi: 620
- Iscritto il: 18/07/2007, 10:05
- Località: Sesto San Giovanni (Mi)
Grande Squirto... è da un po' che non leggo/scrivo per motivi vari...Squirto ha scritto:ajo', balkan:
http://www.irs.sr/domo/
(poi tra nuragici e celtici c'è da scoprire un mondo molto interessante)
trovo 'sto link in un forum di tecnologia delle reti informatiche...
naturalente penso a te e a wardog...

volevo postarlo proprio in questo topic visto che si parla dei sardi...
ma con google che ti trovo... che l'avevi già postato tu...

grande!!!
Sono il signor Wolf, risolvo problemi. (The Wolf)
Essere leali è molto importante. Perció, tu ora vai fuori e dici: "Buonanotte, ho passato una bellissima serata". Infili la porta, entri in macchina, vai a casa, ti fai una sega e finisce la storia... (Vincent Vega)
Essere leali è molto importante. Perció, tu ora vai fuori e dici: "Buonanotte, ho passato una bellissima serata". Infili la porta, entri in macchina, vai a casa, ti fai una sega e finisce la storia... (Vincent Vega)
- Drogato_ di_porno
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 78419
- Iscritto il: 20/06/2002, 2:00
Ok, grazie delle info. Il paragone era irrazionale, dettato dallo sdegno. Chiedo venia.
Più di mille parole vale una frase di Farouk: la sua disumana esperienza non ha minimamente intaccato il suo amore per l' isola, che lui continua a considerare la sua terra e nella quale torna spessissimo.
Più di mille parole vale una frase di Farouk: la sua disumana esperienza non ha minimamente intaccato il suo amore per l' isola, che lui continua a considerare la sua terra e nella quale torna spessissimo.
“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
Drogato_ di_porno ha scritto:Ok, grazie delle info. Il paragone era irrazionale, dettato dallo sdegno. Chiedo venia.
Più di mille parole vale una frase di Farouk: la sua disumana esperienza non ha minimamente intaccato il suo amore per l' isola, che lui continua a considerare la sua terra e nella quale torna spessissimo.
Ora ti riconosco, Drugat !
Lo sdegno che hai provato tu nel sentire Faruk, ci divora ogni volta che qualche nostro conterraneo si macchia di aberrazioni simili.
Un Abbraccio
Ortheus
Non votate per me. Io sono fuori dal Cerchio Magico.
l'unica violenza 'ancestrale' che vedo in sardegna è legata al macello degli animali, che a me (uomo più vicino alla costa, cresciuto in ambiente meno duro, etc.) risulta terribile - ma solo nel senso che io non riuscirei mai ad ammazzare un agnellino o un maialetto perchè guardandolo negli occhi non riuscirei
e si Scorpio, peró poi il porcheddu al latte te lo scassi volentieri vero???????
e si Scorpio, peró poi il porcheddu al latte te lo scassi volentieri vero???????
it's not easy to be me.......
sono squirto e non scorpio, mauri 
e certo che mi piace il porcetto, non vedo cosa ci sia di strano nel non riuscire ad ammazzare un animale peró apprezzare la carne. d'altronde, non riuscirei neanche a fare il minatore, per mille motivi, ma non è che non uso derivati del carbone. esiste la divisione del lavoro, c'è chi fa un lavoro e chi un altro. ho detto che non riesco io personalmente a fare della violenza a un animale, ma non che sia giusto o sbagliato farlo.
non ripudio la violenza fisica "a priori", dico che ho dei problemi ad essere violento.

e certo che mi piace il porcetto, non vedo cosa ci sia di strano nel non riuscire ad ammazzare un animale peró apprezzare la carne. d'altronde, non riuscirei neanche a fare il minatore, per mille motivi, ma non è che non uso derivati del carbone. esiste la divisione del lavoro, c'è chi fa un lavoro e chi un altro. ho detto che non riesco io personalmente a fare della violenza a un animale, ma non che sia giusto o sbagliato farlo.
non ripudio la violenza fisica "a priori", dico che ho dei problemi ad essere violento.
You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
già ... e nessun sardo che lo sgozza staccandogli la testa davanti a una videocamera...il mauri ha scritto:e quel camorrista di Foggia che assolda sgherri per far picchiare un suo compagno di squadra???

You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
vedi drogato, una peculiarità fondamentale della società tradizionale sarda in rapporto alla violenza perpetrata nei confronti del prossimo consiste spesso e volentieri nel processo di "deresponsabilizzazione" che investe il crimine violento..........
ossia il giudizio sociale assolve pressochè in toto il criminale dalle proprie colpe attribuendo le responsabilità del compimento dell'atto violento o criminoso a cause di forza maggiore che sovrastano il libero arbitrio di ciascuno...............
uno sguardo d'insieme di stampo marcatamente relativista per cui il criminale sfugge all'esecrazione, alla riprovazione generale ed alla condanna sociale che altrove gli verrebbero riservate per finire ad essere etichettato molto piu sottilmente come "omine de mala sorte", ossia quasi alla stregua di una marionetta ostaggio della tirannide inclemente e perigliosa del caso...........
chiaro come la società tradizionale prevedesse il cosidetto "connottu" ossia un codice non scritto che affrancava dal biasimo dallo sdegno e dalla riprovazione comuni determinate tipologie di reati, stigmatizzando invece altri frangenti e circostanze.........
ma d'altronde il criminale sardo rappresentava una sorta di ideale romantico, era il cavaliere solitario impegnato in una personalissima battaglia nichilista contro l'ordine costituito, un'immagine ed una figura di grande dignità ...............una dignità che appare al giorno d'oggi irrimediabilmente perduta per effetto del contatto fatale e nefasto con le logiche del profitto che la modernita ha definitivamente imposto..........
ossia il giudizio sociale assolve pressochè in toto il criminale dalle proprie colpe attribuendo le responsabilità del compimento dell'atto violento o criminoso a cause di forza maggiore che sovrastano il libero arbitrio di ciascuno...............
uno sguardo d'insieme di stampo marcatamente relativista per cui il criminale sfugge all'esecrazione, alla riprovazione generale ed alla condanna sociale che altrove gli verrebbero riservate per finire ad essere etichettato molto piu sottilmente come "omine de mala sorte", ossia quasi alla stregua di una marionetta ostaggio della tirannide inclemente e perigliosa del caso...........
chiaro come la società tradizionale prevedesse il cosidetto "connottu" ossia un codice non scritto che affrancava dal biasimo dallo sdegno e dalla riprovazione comuni determinate tipologie di reati, stigmatizzando invece altri frangenti e circostanze.........
ma d'altronde il criminale sardo rappresentava una sorta di ideale romantico, era il cavaliere solitario impegnato in una personalissima battaglia nichilista contro l'ordine costituito, un'immagine ed una figura di grande dignità ...............una dignità che appare al giorno d'oggi irrimediabilmente perduta per effetto del contatto fatale e nefasto con le logiche del profitto che la modernita ha definitivamente imposto..........
Ultima modifica di tao il 05/12/2007, 18:02, modificato 1 volta in totale.
"Dietro ogni italiano si nasconde un cretino"
Ennio Flaiano.
Ennio Flaiano.