fede sei un populista certificato dalle tue stesse parole.Il Fede ha scritto: Chi ha votato Berlusconi, anche 20 anni fa, lo ha fatto o per malafede o per ignoranza (tipo le vecchie cerebrolese che vanno ai cortei a cantargli le canzoni, o roba del genere) per tutte le ragioni spiegate sopra e per mille altre che si potrebbero elencare da ora fino a domani. Chi ha votato ALTRO ha perlomeno creduto in una politica pulita. Se nel '94 fosse arrivato un leader di Sinistra che entrava in politica per evitare la galera, i miei genitori e i miei parenti (di Sinistra) non lo avrebbero mai votato. Dall'altra parte invece, questo ragionamento non c'è stato, perché non solo lo hanno legittimato, ma stanno pure continuando a sostenerlo o comunque se hanno smesso è roba di 2 giorni fa.
Parliamo di tutto, ci mancherebbe, ma sentirsi dare del populista da gente così proprio no, mi dispiace.
Beppe Grillo lancia il " Vaffa..day"
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Re:
"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw
Re: Beppe Grillo lancia il " Vaffa..day"
e perché?CianBellano ha scritto:Bisogna quindi trovare un insulto più appropriato, e alla svelta anche.
il termine non ha un significato preciso di destra e sinistra.
quindi dire che nel M5S c'è moltissimo populismo mi pare una cosa sensata.
mi trovi una affermazione che sia stata fatta che non si concretizzi in una invettiva contro "il sistema"?
vedi Scorpio nel suo ultimo post. vota M5S perché gli altri sono impresentabili. "contro" qualcosa. sempre e comunque.
ma chi costruisce intanto?
p.s. per la precisione: a Parma il sindaco è andato in minoranza (tecnicamente mancanza del numero legale). oggi le ultime decisioni urbanistiche passano direttamente in giunta e non vengono presentate ai gruppi consiliari. costruire (inteso come fare passi in avanti per risolvere situazioni) è difficile e tremendamente esposto a compromessi.
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Re: Beppe Grillo lancia il " Vaffa..day"
Forse hai equivocato.
Era solo una chiosa sferzante al documentatissimo e cavilloso post del fede.
Trovare nuove forme di invettiva, sempre più eloquenti e ortodosse, è un percorso che mi trova favorevole.
Era solo una chiosa sferzante al documentatissimo e cavilloso post del fede.
Trovare nuove forme di invettiva, sempre più eloquenti e ortodosse, è un percorso che mi trova favorevole.
Luttazzi sembra una di quelle cose che scappa quando sollevi una pietra. (Renato Schifani)
se hai tipo 40 anni e stappi lo spumante tutto convinto, senza tradire nemmeno una punta di ironia, ti trovo ridicolo. (Fuente)
Scrivi fistola anale (dboon)
Trez (Trez)
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Re: Beppe Grillo lancia il " Vaffa..day"
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Re: Beppe Grillo lancia il " Vaffa..day"
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Re: Beppe Grillo lancia il " Vaffa..day"
Populismo e democrazia - Mény Yves, Surel Yves

Questo libro è un esplorazione dell'attuale panorama politico, prevalentemente europeo, alla ricerca di un'identificazione chiara e distinta di una delle categorie politologiche più usate e abusate dell'ultimo secolo, la nozione di "populismo" . Al tempo stesso, il tentativo di cogliere quanto il populismo diventi identità di alcune formazioni politiche emerse negli anni Novanta è accompagnata ad una seria riflessione sulla difficoltà teorica che si incontra nel definire una categoria così scivolosa, che si usa, ma che quasi mai si padroneggia. Lo stimolo alla stesura di questo libro è venuto ai due autori da una potente inquietudine che ha scosso il sistema politico di alcune nazioni europee negli ultimi anni, dovuto all'insistente spettacolo della condanna mediatica dei corrotti, ed alla sostituzione del conflitto di classe con quello tra il "noi" (il popolo) e il "loro" (i dirigenti). Tuttavia, la terminologia delle scienze politiche non ha gioco facile nell'individuare il vero peso di una nozione che anche nella storia si è prestata alle più diverse utilizzazioni; il populismo non è un'ideologia, in quanto non fornisce come sfondo né una chiave di lettura che consenta di accedere ad un'interpretazione del mondo, né si può facilmente tradurre in programmi, norme o istituzioni. Tra l'altro, chi di solito viene etichettato come "populista" non rivendica mai quest'appartenenza, diversamente da quanto accade in qualunque altra ideologia. Insomma, come sostiene Kraushaar, il populismo è una specie di "frittella concettuale", schiacciata, larga e dai contorni poco identificabili, "facile da gettare in faccia all'avversario. Non ferisce, ma fa cadere l'aggredito nel ridicolo". Ma ad alcune definizioni del populismo occorre far riferimento, quanto meno per poter avviare la ricerca; e così i due autori rievocano l'interessante proposta di Georg Betz, secondo il quale il populismo è "un richiamo all'uomo normale e al suo buon senso ritenuto superiore". Molto diffusa è anche l'idea di Piérre-André Taguieff, per il quale il populismo si deve intendere come una corruzione ideologica della democrazia, tesi che i due autori prenderanno più volte in considerazione, ma la più efficace (e scientifica) pare essere invece quella fornita da Lenin: "Fu Lenin che diede [al populismo] una connotazione storica e sociologica più concreta, insistendo sul fatto che il populismo era una protesta contro il capitalismo da parte di piccoli produttori che, rovinati dallo sviluppo dell'economia capitalistica, vedevano in essa una regressione, e chiedevano contemporaneamente l'abolizione delle vecchie forme di sfruttamento feudale". (p.37, citando A.Walicki, Russia).
Uno dei capitoli più interessanti di questo lavoro è certamente il secondo, intitolato "Le dinamiche populiste della democrazia contemporanea", nel quale Mény e Surel individuano i tre fattori determinanti delle crescenti tendenze populistiche dei nostri tempi nella crisi dei sistemi e delle strutture di mediazione politica (partiti in primo luogo, ma anche sindacati, chiese e quant'altro), nella personalizzazione del potere (leaderismo e culto della personalità) e nella mediatizzazione della vita politica. Alla luce della comparsa di questi tre elementi determinanti possiamo appunto comprendere il sorgere negli ultimi vent'anni di nuove mobilitazioni e nuove strutture di aggregazione, che da destra a sinistra sono attraversate da una comune critica nei confronti dell' "oligopolio" che detiene il potere: "prendono a prestito dalle forme populiste dell'azione politica aspetti strutturali, modi di fare e discorsi. Tutti denunciano le barriere create dagli uomini e dalle formazioni al potere: modi di scrutinio, divisioni elettorali, clausole di esclusione, accesso ai media, protezione e clientelismo, chiusura del dibattito politico, consociativismo delle élite e così via" (p.91). Così le nuove formazioni politiche, sorte per lo più su cause specifice (ecologisti, caccia e pesca, pensionati, rivendicazioni fiscali) rifiutano di definirsi partiti, preferendo di gran lunga l'uso di termini come "lega", "movimento" e così via; d'altra parte non sono dei partiti veri e propri, sia in termini organizzativi che ideologici (ricordiamo la fatica di Bossi nel costruire una mitologia della Padania, partendo da una semplice rivendicazione fiscale).
Ad ogni modo, il libro è tutto da leggere, anche in virtù dei numerosi dati che fornisce, tutti di grande interesse (in particolare quelli sulla fiducia dei cittadini europei nei vari livelli delle istituzioni), nonché per comprendere meglio l'insorgere di un fenomeno politico che cammina a braccetto con la globalizzazione capitalistica.
Questo libro è un esplorazione dell'attuale panorama politico, prevalentemente europeo, alla ricerca di un'identificazione chiara e distinta di una delle categorie politologiche più usate e abusate dell'ultimo secolo, la nozione di "populismo" . Al tempo stesso, il tentativo di cogliere quanto il populismo diventi identità di alcune formazioni politiche emerse negli anni Novanta è accompagnata ad una seria riflessione sulla difficoltà teorica che si incontra nel definire una categoria così scivolosa, che si usa, ma che quasi mai si padroneggia. Lo stimolo alla stesura di questo libro è venuto ai due autori da una potente inquietudine che ha scosso il sistema politico di alcune nazioni europee negli ultimi anni, dovuto all'insistente spettacolo della condanna mediatica dei corrotti, ed alla sostituzione del conflitto di classe con quello tra il "noi" (il popolo) e il "loro" (i dirigenti). Tuttavia, la terminologia delle scienze politiche non ha gioco facile nell'individuare il vero peso di una nozione che anche nella storia si è prestata alle più diverse utilizzazioni; il populismo non è un'ideologia, in quanto non fornisce come sfondo né una chiave di lettura che consenta di accedere ad un'interpretazione del mondo, né si può facilmente tradurre in programmi, norme o istituzioni. Tra l'altro, chi di solito viene etichettato come "populista" non rivendica mai quest'appartenenza, diversamente da quanto accade in qualunque altra ideologia. Insomma, come sostiene Kraushaar, il populismo è una specie di "frittella concettuale", schiacciata, larga e dai contorni poco identificabili, "facile da gettare in faccia all'avversario. Non ferisce, ma fa cadere l'aggredito nel ridicolo". Ma ad alcune definizioni del populismo occorre far riferimento, quanto meno per poter avviare la ricerca; e così i due autori rievocano l'interessante proposta di Georg Betz, secondo il quale il populismo è "un richiamo all'uomo normale e al suo buon senso ritenuto superiore". Molto diffusa è anche l'idea di Piérre-André Taguieff, per il quale il populismo si deve intendere come una corruzione ideologica della democrazia, tesi che i due autori prenderanno più volte in considerazione, ma la più efficace (e scientifica) pare essere invece quella fornita da Lenin: "Fu Lenin che diede [al populismo] una connotazione storica e sociologica più concreta, insistendo sul fatto che il populismo era una protesta contro il capitalismo da parte di piccoli produttori che, rovinati dallo sviluppo dell'economia capitalistica, vedevano in essa una regressione, e chiedevano contemporaneamente l'abolizione delle vecchie forme di sfruttamento feudale". (p.37, citando A.Walicki, Russia).
Uno dei capitoli più interessanti di questo lavoro è certamente il secondo, intitolato "Le dinamiche populiste della democrazia contemporanea", nel quale Mény e Surel individuano i tre fattori determinanti delle crescenti tendenze populistiche dei nostri tempi nella crisi dei sistemi e delle strutture di mediazione politica (partiti in primo luogo, ma anche sindacati, chiese e quant'altro), nella personalizzazione del potere (leaderismo e culto della personalità) e nella mediatizzazione della vita politica. Alla luce della comparsa di questi tre elementi determinanti possiamo appunto comprendere il sorgere negli ultimi vent'anni di nuove mobilitazioni e nuove strutture di aggregazione, che da destra a sinistra sono attraversate da una comune critica nei confronti dell' "oligopolio" che detiene il potere: "prendono a prestito dalle forme populiste dell'azione politica aspetti strutturali, modi di fare e discorsi. Tutti denunciano le barriere create dagli uomini e dalle formazioni al potere: modi di scrutinio, divisioni elettorali, clausole di esclusione, accesso ai media, protezione e clientelismo, chiusura del dibattito politico, consociativismo delle élite e così via" (p.91). Così le nuove formazioni politiche, sorte per lo più su cause specifice (ecologisti, caccia e pesca, pensionati, rivendicazioni fiscali) rifiutano di definirsi partiti, preferendo di gran lunga l'uso di termini come "lega", "movimento" e così via; d'altra parte non sono dei partiti veri e propri, sia in termini organizzativi che ideologici (ricordiamo la fatica di Bossi nel costruire una mitologia della Padania, partendo da una semplice rivendicazione fiscale).
Ad ogni modo, il libro è tutto da leggere, anche in virtù dei numerosi dati che fornisce, tutti di grande interesse (in particolare quelli sulla fiducia dei cittadini europei nei vari livelli delle istituzioni), nonché per comprendere meglio l'insorgere di un fenomeno politico che cammina a braccetto con la globalizzazione capitalistica.
I was having fish n chips with my dad this week. He had cod, I had plaice. He said: good cod! I said, space is the plaice! - Sun Ra
Re: Beppe Grillo lancia il " Vaffa..day"
Sono d'accordo, anni 80, forse anche 90, erano un passo avanti, ora le distanze, se ancora esistono, sono relative. Su alcuni aspetti sociali avremmo ancora da imparare pero'.Il Fede ha scritto:Appunto. Per molti l'America è come un altro pianetaziggy7 ha scritto: Sì, ci osservano
Il Fede ha scritto: Trovo normale che l'America segua la politica europea, non ci vedo niente di strano.
Che lo studino e lo prendano in considerazione penso sia piu' che plausibile.gi.kappa. ha scritto:Gli americani notoriamente studiano fin dalle sue origini il MS5
Che lo prendano seriamente come esempio o monito, mi risulta piu' difficile da credere.
Da piu' di qualche anno (

Un sistema del genere teme ben poco "movimenti di rottura" simili al 5s, per evidenti motivi.
Credo che se oltre oceano debbano prendere un esempio in Europa, guardino piu' a nord dello stivale.
Non voglio denigrare del tutto il 5s, che qualche buon aspetto credo lo abbia, ma sembra soffrire di quello che e' lo stesso male della sinistra italiana. Ideali nobilissimi, e battaglie purissime, ma altrettanto poco materiali, e quindi fini a se stesse.
Stringi, stringi, a me Grillo 1euro in tasca in piu' dello scorso anno lo deve ancora mettere.
Se e quando lo fara' lo considerero' davvero un movimento di cambiamento
c è sempre tanta musica nell' aria -- a cup of tea would restore my normality-- “Non vi è alcuna strada che porta alla pace: la pace è la via” nulla contro l'utente Tenz
Re: Beppe Grillo lancia il " Vaffa..day"
Io sono per i classici: stronzo e testa di cazzo sono evergreen che funzionano benissimo, l'arte contemporanea non mi ha mai convintoCianBellano ha scritto:Forse hai equivocato.
Era solo una chiosa sferzante al documentatissimo e cavilloso post del fede.
Trovare nuove forme di invettiva, sempre più eloquenti e ortodosse, è un percorso che mi trova favorevole.

Osservandola, perfino Ratzinger si convincerebbe di quanto sia necessario l'uso dei contraccettivi ( Matt Z Bass ).
Re: Beppe Grillo lancia il " Vaffa..day"
anche bossi doveva cambiare tutto - alla fine con roma ladrona mangia anche lui
le donnre amarle tutte, ma non sposarne nessuna
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Re:
a me stava sul kazzo da subito, da quando la buonanima di Giorgio Bocca ne aveva capito l'essenza.Il Fede ha scritto: Io ho votato malissimo in passato, per esempio ricordo che anni fa scelsi Veltroni. Voto di cui mi sono pentito, eppure l'ho fatto. L'ho sentito parlare in piazza due mesi fa e ho pensato che fosse un perfetto cretino, mi sono dato da solo dell'idiota. Questo per dire che anch'io, come tutti, ho fatto scelte sbagliate. Però c'è un ma, un cavillo che è in realtà grande come una casa.
Ma come facevo a votare per l'alternativa, il mafionano che già negli anni 80 era noto per i suoi intrallazzi e legami mafiosi?
una parte consistente di chi lo ha votato l'ha fatto anche per buonafede; ahimè..Berlusconi è un mentecatto da sempre, già nel '94 tutti sapevamo (Zio compreso) che la sua entrata in politica serviva per evitargli la galera. Io negli anni '80 ero piccolo e nei primi '90 poco più che maggiorenne. Già allora si sapeva che Berlusconi giocava sporco. Tutti i giochini con Craxi, i lavoretti per mandare avanti le sue televisioni di merda erano fatti evidenti, che vedevamo noi poco più che adolescenti, figuriamoci se coloro che già votavano ne erano all'oscuro. In tutte le famiglie se ne parlava e se in qualche casa l'argomento non veniva toccato era solo per malafede, perché c'era qualcuno che "voleva fare come lui", o pensava comunque che quello fosse il modo giusto di lavorare. Parlando così di Berlusconi non mi riferisco necessariamente solo a lui, ma intendo tutta la schiera di gente allucinante che già gli girava intorno. Ancora non votavo, eppure c'era già tanta gente più grande di me che legittimandolo a raffica gli ha dato la forza di mandare il nostro paese a puttane. Devo essere gentile con queste persone? Come posso farmi dare del populista o accettare di essere trattato come un sognatore che vorrebbe qualcosa di diverso? Queste belle persone, che rappresentano l'Italia peggiore, incivile e senza nessun senso civico, dovrebbero solamente prendersi le loro responsabilità e tacere, invece di venire a dare del "populista" a chi prova a ragionare diversamente. Tutto qua. Si ritorna sempre al solito punto: si guarda agli errori degli altri (che non si capisce ancora quali siano, questi gravi errori) per sentirsi un po' meglio e per spostare il tiro, invece trovo che sia giusto, quando questo avviene, ricordare quello che hanno fatto coloro che muovono le critiche. Che bel belli, dopo aver fatto danni irreparabili, se ne vanno pure in altri paesi perché tanto "l'Italia fa schifo". Certo che fa schifo, è per colpa di gente come loro che con la peggiore ipocrisia di questo mondo ha fatto finta di non vedere cosa succedeva. Comoda la vita così...
ne conosco tanta di gente, amici cari, gente a cui affiderei le chiavi di casa, il mio bancomat col PIN, eppure lo ha votato.
essi sono amici migliori di altri miei, diciamo conoscenti, che anche se odiano B. e chi lo vota, si son comportati male , meschinamente
e nelle pioccole cose mica nelle truffe miliardarie.
Perché queste brave persone l'hanno votato?
per tanti motivi tipo:
l'informazione da letamaio che c'è in questo paese,
per la tradizione familiare,
per l'eterno sospetto che "quelli lì" siano i bolscevichi che ti tolgono la casa,
perchè subiscono il fascino perverso da tecnica psicotica per il quale hanno paura che se B cade, non possono più vedersi la TV,
per timore che non possano più vedersi Mario De Filippi, Amici, e Grande Porcello.
se poi ci aggiungi il masochismo della cosiddetta sx, che prende posizioni più a favore del colpevole, o che considera sempre l'immigrato come il Buon Selvaggio, che ti mette un Ministro come Chienge che non si capisce manco a chekazzo serve, che ti fà l'indulto senza far capire che è B. il maggior elettore del provvedimento , li capisco ancora di più.
i farabutti, gli evasori fiscali, i mafiosi quelli li capisco. Non c'è bisogno di sapere il perchè.
Io non ce l'ho con te perché sei di Sinistra, se così fosse sarebbe un'assurdità. Negli anni passati il voto alla Sinistra serviva per evitare che il meccanismo mafioso andasse avanti, o almeno, senza troppe alternative eravamo convinti di questo. Col passare del tempo, ci siamo accorti che il legame con il marciume è fortissimo e ci siamo sbagliati. Capita di essere presi in giro nella vita: dalle donne, dagli amici e sì, anche dalla politica. Facciamoci una ragione del fatto che ci hanno presi per il culo. Mi ci metto anch'io fra questi, non penso di essere più intelligente degli altri.
Con una differenza sostanziale.
Chi ha votato Berlusconi, anche 20 anni fa, lo ha fatto o per malafede o per ignoranza (tipo le vecchie cerebrolese che vanno ai cortei a cantargli le canzoni, o roba del genere) per tutte le ragioni spiegate sopra e per mille altre che si potrebbero elencare da ora fino a domani. Chi ha votato ALTRO ha perlomeno creduto in una politica pulita. Se nel '94 fosse arrivato un leader di Sinistra che entrava in politica per evitare la galera, i miei genitori e i miei parenti (di Sinistra) non lo avrebbero mai votato. Dall'altra parte invece, questo ragionamento non c'è stato, perché non solo lo hanno legittimato, ma stanno pure continuando a sostenerlo o comunque se hanno smesso è roba di 2 giorni fa.
[/quote]Parliamo di tutto, ci mancherebbe, ma sentirsi dare del populista da gente così proprio no, mi dispiace.
Ode al Fede !
Tutto quello che faceva paura del comunismo - che avremmo perso le nostre case, i nostri risparmi, che ci avrebbero costretto a lavorare tutto il tempo per un salario scarso, e che non avremmo avuto alcuna voce contro il sistema - è diventato realtà grazie al capitalismo.
Se esiste un Dio, un giorno sarà lui a dovermi chiedere perdono (frase letta su un muro di Auschwitz).
Se esiste un Dio, un giorno sarà lui a dovermi chiedere perdono (frase letta su un muro di Auschwitz).
Re: Re:
Scorpio ne conosco tanti di berlusconiani convinti, nessuno di loro ha agganci con la mafia e so benissimo che mi aiuterebbero se avessi delle difficoltà (peccato che il mio caratteraccio mi impedirebbe di chiedere l'elemosima in caso di difficoltà, quindi probabilmente non avrebbero modo di fare nulla) . Ho detto una cosa, chiarissima: costoro sapevano benissimo, quando hanno votato Berlusconi (e anche adesso che continuano a votarlo, almeno credo) che mettevano una crocetta per favorire un mafioso. Sapevamo tutti, come ho detto sopra, che Berlusconi è entrato in politica per non andare in galera. Lo sanno tutt'ora ma siccome non possono ammetterlo così candidamente si inventano le storielle dei bolscevichi e della magistratura cattiva. Una scusa ci vuole no? Sapere che la signora Elvira berlusconiana è una brava donnina di paese che fa beneficienza e ogni tanto regala un po' di soldi ai barboni, o che mi riporterebbe le chiavi di casa non basta per pensare che ha votato in buona fede, perché è evidente che non è così. Cioè, non me ne frega un cazzo del suo cuore d'oro che emerge quando una vecchietta deve attraversare la strada, le alternative non sono molte, sfido chiunque a trovarne altre:Scorpio ha scritto: una parte consistente di chi lo ha votato l'ha fatto anche per buonafede; ahimè..
ne conosco tanta di gente, amici cari, gente a cui affiderei le chiavi di casa, il mio bancomat col PIN, eppure lo ha votato.
essi sono amici migliori di altri miei, diciamo conoscenti, che anche se odiano B. e chi lo vota, si son comportati male , meschinamente
e nelle pioccole cose mica nelle truffe miliardarie.
1) E' scema
2)Non è scema e sapeva quello che votava, visto che lo sapevamo tutti, quindi è e era convinta di ciò che sosteneva.
3)E' convinta che Berlusconi sia davvero una persona onesta e in buonafede (quindi questa opzione non esiste, perché si ritorna al punto 1: è scema)
Puoi scegliere l'opzione che preferisci, tanto sono tutte e tre gravi.
Osservandola, perfino Ratzinger si convincerebbe di quanto sia necessario l'uso dei contraccettivi ( Matt Z Bass ).
Re: Beppe Grillo lancia il " Vaffa..day"
ragest a genova


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Re: Beppe Grillo lancia il " Vaffa..day"
E' interessante analizzare il caso dell'Ecuador che è il nuovo mantra di Grillo. Niente più Islanda o Venezuela di Chavez (Bartolomeo Pepe). A differenza del passato Grillo non parla più di uscita dall'euro (al massimo si limita a parlare di referendum) mentre dice che dobbiamo concentrarci sul debito. Il fatto che l'Ecuador avesse un debito pubblico di 3,5 miliardi (pari all'8% del PIL) mentre l'Italia ha 2000 mld (pari al 130% del PIL) per Grillo non fa differenza. Che l'Italia abbia l'Euro mentre l'Ecuador non appartenga ad un'area monetaria unica è una quisquiglia. Che gran parte del debito italiano sia in mani italiane (in pratica non dovremmo auto-pagarcelo
) è un dettaglio che a Grillo non interessa. Se poi l'Ecuador è diventato creditore e fornitore di petrolio alla Cina, la quale Cina rivende una parte del suo petrolio agli USA, è sufficiente per ripulire il petrolio trasformandolo in acqua distillata. Bene così, soluzioni semplici per problemi complessi.

La Cina compra il petrolio dall'Ecuador, poi fa cassa rivendendolo agli USA
http://www.fanpage.it/la-cina-compra-il ... -agli-usa/
Nel V-Day di Beppe Grillo l'Italia sembra quasi uno "stato-canaglia"
http://www.loccidentale.it/node/128422
SAPELLI: DALL'ECUADOR "UN'UTOPIA" CHE INCANTA L' ITALIA
http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... &sid=11098
“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
Re: Beppe Grillo lancia il " Vaffa..day"
detto in parole schiette, le tre opzioni del Fede sono le medesime che ho per chi ha votato M5S.
con l'aggravante che c'è chi lo ha fatto per interesse. tipo il Cdx qui a Parma.
con l'aggravante che c'è chi lo ha fatto per interesse. tipo il Cdx qui a Parma.
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Re: Re:
Il Fede ha scritto:
Scorpio ne conosco tanti di berlusconiani convinti, nessuno di loro ha agganci con la mafia e so benissimo che mi aiuterebbero se avessi delle difficoltà (peccato che il mio caratteraccio mi impedirebbe di chiedere l'elemosima in caso di difficoltà, quindi probabilmente non avrebbero modo di fare nulla) . Ho detto una cosa, chiarissima: costoro sapevano benissimo, quando hanno votato Berlusconi (e anche adesso che continuano a votarlo, almeno credo) che mettevano una crocetta per favorire un mafioso. Sapevamo tutti, come ho detto sopra, che Berlusconi è entrato in politica per non andare in galera. Lo sanno tutt'ora ma siccome non possono ammetterlo così candidamente si inventano le storielle dei bolscevichi e della magistratura cattiva. Una scusa ci vuole no? Sapere che la signora Elvira berlusconiana è una brava donnina di paese che fa beneficienza e ogni tanto regala un po' di soldi ai barboni, o che mi riporterebbe le chiavi di casa non basta per pensare che ha votato in buona fede, perché è evidente che non è così. Cioè, non me ne frega un cazzo del suo cuore d'oro che emerge quando una vecchietta deve attraversare la strada, le alternative non sono molte, sfido chiunque a trovarne altre:
1) E' scema
2)Non è scema e sapeva quello che votava, visto che lo sapevamo tutti, quindi è e era convinta di ciò che sosteneva.
3)E' convinta che Berlusconi sia davvero una persona onesta e in buonafede (quindi questa opzione non esiste, perché si ritorna al punto 1: è scema)
Puoi scegliere l'opzione che preferisci, tanto sono tutte e tre gravi.
son daccordo sui punti 1 e 3 perchè lo scemo peggiore è quello che non vuol capire!
il cieco peggiore è quello che non vuol vedere... etc...
Tutto quello che faceva paura del comunismo - che avremmo perso le nostre case, i nostri risparmi, che ci avrebbero costretto a lavorare tutto il tempo per un salario scarso, e che non avremmo avuto alcuna voce contro il sistema - è diventato realtà grazie al capitalismo.
Se esiste un Dio, un giorno sarà lui a dovermi chiedere perdono (frase letta su un muro di Auschwitz).
Se esiste un Dio, un giorno sarà lui a dovermi chiedere perdono (frase letta su un muro di Auschwitz).