Mavco Pizellonio ha scritto:
[DISCLAIMER: QUESTA PAPPARDELLA E' LUNGA E LO SO DA ME, MA NON SIETE TENUTI A LEGGERLA. SUSER HA FATTO LA CAZZATA DI PORMI UNA DOMANDA E LUI, E SOLO LUI, E' OBBLIGATO A LEGGERLA. ALLA FINE DELLA PAPPARDELLA VERRA' SPONSORIZZATO UN LIBBBRO, QUINDI SIAMO ANCHE IT. CERTO CHE SE AVETE AVUTO IL CORAGGIO DI SEGUIRE IL TOPIC SULL'ISLAM E SU QUANTO DOBBIAMO PIANGERE PER NON PIANGERE PIU' UN'OCCHIATA POTRESTE ANCHE DARLA.]
Premesso che ovviamente non sono uno psicocazzo e parlo solo per esperienza e deduzione personale.
E' banale ma vero, deriva dal rapporto con i genitori ecc...
Ma il conflitto non è uno e il risultato non è scontato. Quello che ho descritto è solo un tipo di risultato possibile, derivato da un tipo di rapporto, da un tipo di conflitto.
Non sono sicuro che ''capirlo'' possa portare a risolverlo per arrivare quindi a ''raggiungere i propri obiettivi''.
Esempio di conflitto diametralmente opposto a quello pizelloniano (spero la cosa non infastidisca l'interessato):
MiniMe ha scritto:Non mi va giù.
Questo senso di fallimento che ho intorno non va via.
La testa è rivolta ai casini che ho a casa, a mia mamma che ha solo un cuore grosso come una casa, ma l'incapacità di trasformare l'amore di mamma in iniziativa.
Mio padre è un bastardo di merda, traditore, incapace di prendersi cura dei propri figli e della propria ex famiglia a favore di non si sa bene cosa.
E' abbastanza evidente come da una situazione come questa sia potuto venir fuori un Minime fortemente pragmatico, ''maturo'' secondo il comune senso del termine (e c'è da immaginare che lo sia stato già da giovanissimo), con un fortissimo senso del dovere e con una spiccata insofferenza verso quanti intorno a lui si lasciano andare, non concretizzano, non mostrano di avere cura per se stessi e per chi sta loro intorno. Sono i bamini abituati a prendersi cura dei propri genitori. Non si perdonano mai niente e in genere non sanno stare fermi, men che meno per vedere se e quanto sono deboli, perchè non lo accetterebbero. In nessun caso, comunque, troveremo in Minime quella ''doppiezza'' che a te interessa. Non ci sono vettori orientati in senso opposto qui, il vettore Minime è orientato in una direzione precisa e il nostro piccolo amico impegherà quindi al meglio le sue energie, e di sicuro riuscirà (a meno che l'anima foggiana non prenda il sopravvento) (

).
Torniamo alla doppiezza che a te interessa, e ai suoi perchè. Perchè?
La prima risposta è: BOH!
La seconda risposta è tentata di ricollegarsi al concetto di narcisismo e a tutte le simpatiche cosine che sono state dette e classificate a riguardo. In rozzissima sintesi, il narcisista è un individuo che ricerca il potere, il successo. E' stato ferito, umiliato ad un certo punto o in un periodo continuato della sua esistenza ed ha silenziosamente giurato che non permetterà più che questo accada. La prima cosa che viene sacrificata sull'altare dell'invulnerabilità sono - ci viene spiegato - i sentimenti. Il narcisista non capisce questa cosa strana e irrazionale, non la vede e non sa apprezzarla. Ma ha bisogno, fra le altre cose, di essere amato, come tutti. Allora intende questo bisogno nell'unico modo che gli è consentito, attraverso misure, confronti, vittorie, cose ''misurabili'' insomma (in questo senso parlare di desiderio d'amore è forse una mia imprecisione, il narcisista non lo capisce. Vuole essere rispettato, temuto, invidiato, ma vabè). Si capisce allora perchè i suoi meccanismi di difesa creano un'immagine di sè grandiosa e inattaccabile (o forse non si capisce perchè ho saltato qualche passaggio logico, ma pazienza, fatelo voi). La cosa bella del narcisista doc è che riesce facilmente, in quanto la sconfitta - che vista l'importanza della competizione dovrebbe costituire l'incubo più grande, il crollo più totale - viene semplicemente negata. L'mportante è avere il controllo, o l'illusione del controllo. Negati i sentimenti, negato il fallimento, negata la realtà . E vince, perchè non vedere i propri limiti fino a un certo punto vuol dire non averne (poi sono cazzi del paese che lo elegge presidente del consiglio, ci dice la scienza).
Esiste peró una categoria più sfigata di narcisismo, ed è quello che almeno nella classificazione di Alexander Lowen viene definita ''personalità borderline''. Identica la pappardella sull'umiliazione (quello che i signori col camice bianco che mi hanno dato questa bella camicia robusta chiamano ''ferita narcisistica''), identica la ricerca del potere e identica la necessità di essere ''amati'' attraverso cose ''misurabili'': devo essere potente, così mi rispetteranno; devo essere intelligente, così mi apprezzeranno; devo essere brillante, così vorranno stare con me e così via mentalmente pippando. MA - e qui viene il bello - il borderline oscilla fra il sentirsi il migliore del mondo e l'essere niente. Non ha i meccanismi di difesa del buon narcisista. Desidera e insegue il successo e la grandezza ma queste illusioni crollano repentinamente, lasciando il nostro eroe rantolante come un gattino annaffiato tuttù-tattattà . E tuttavia si vede bene come tutto questo ha senso all'interno di una mentalità che concepisce il rapporto con gli altri in termini di misure.
Ma non abbiamo detto che il fallimento, per i nostri soldatini, equivale all'impotenza tanto temuta, alla solitudine più totale, alla paura più paurosa (sono un po' a corto di aggettivi)?
E' per questo che il nostro principino si fa artefice del proprio stesso fallimento. Egli
potrebbe riuscire in quel che vuole, ma in quel condizionale è racchiusa anche la possibilità di una sconfitta. E siccooome - ripetiamolo - vincere e perdere sono cose così importanti, egli non si azzarda a rischiare, preferisce perdere a metà : fallire si, ma non subire l'impotenza di chi è vittima di una forza esterna. Fallire, ma mantanere il controllo, in un modo o nell'altro. ''Sono uno stupido, se avessi fatto così e cosà , sarei riuscito nel mio intento'' si dice. Ma il soggetto, ed è questo l'importante, è sempre ''io''. E rimarrà sempre l'illusione che la prossima volta, volendo,
potrà .
Ed ecco il momento curturale:
Alexander Lowen,
Il Narcisismo - L'identità rinnegata, Feltrinelli.