Si, i numeri non sono ne di destra ne di sinistra. E per dimostrartelo ti dico che fare come ha fatto finora Tabacci, finanziare le spese ordinarie con le entrate straordinarie, è una cazzata gravissima. Potevo scusarli il primo anno, visto che il bilancio era stato impostato dalla giunta precedente, ma non gli anni successivi.Blauer ha scritto:Onestamente, mi avresti dato la stessa risposta se gli aumenti li avesse fatti la giunta Moratti?Painkiller ha scritto:
Prova a dare un occhiata ai bilanci ATM degli anni scorsi. Dopo magari cambi idea.
Io tutto questo cambiamento proprio non lo vedo..
20 buoni motivi per NON votare Maroni alla regione Lombardia
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Re: 20 buoni motivi per NON votare Maroni alla regione Lomba
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Re: 20 buoni motivi per NON votare Maroni alla regione Lomba
avendo comprato casa nuova parlo con moltissimi addetti ai lavori tutti mi parlano male del nuovo pgt e dei responsabili al catasto di pisapia
fermare l'anarchia è corretto ma tutto deve avere un criterio, fermare per fermare a mio avviso è stupido
nel mio complesso ci sono 16 terrazzi, con 16 abusi edilizi condonati negli anni 80 e 90 tutti diversi
Questo fa schifo, ma se presenti un progetto bello, che rispetta i vincoli estetici ecc ecc se mi impedisci di vivere un mio spazio fai un danno all'economia perchè io non posso creare lavoro e un danno alle casse del comune che non incassa oneri
fermare l'anarchia è corretto ma tutto deve avere un criterio, fermare per fermare a mio avviso è stupido
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Questo fa schifo, ma se presenti un progetto bello, che rispetta i vincoli estetici ecc ecc se mi impedisci di vivere un mio spazio fai un danno all'economia perchè io non posso creare lavoro e un danno alle casse del comune che non incassa oneri
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Re: 20 buoni motivi per NON votare Maroni alla regione Lomba
"Missione compiuta. E adesso la macroregione del Nord", sono state le prime parole di Roberto Maroni da governatore della Lombardia. D'altra parte il progetto di unire Piemonte, Lombardia e Veneto (con l'aggiunta del pidiellino Friuli Venezia Giulia) sotto il segno del Carroccio e di una maggiore autonomia in primis fiscale è stato uno dei cavalli di battaglia della Lega Nord in campagna elettorale. Ma cos'è una macroregione? E cosa bisogna fare per portare a compimento il progetto leghista che è andato a sostituire il sogno padano?
In sostanza, l'idea è di creare una confederazione delle quattro regioni, che si formerebbe attraverso il principio dell'autodeterminazione dei popoli e che abbia i poteri delle regioni a statuto speciale, a partire da un nuovo sistema fiscale più autonomo, che gli consentirebbe di trattenere dal 67 al 75% delle tasse, ovviamente di pari passo con un maggiore accentramento territoriale delle responsabilità. Questo il progetto a lungo termine, ma per il momento ci si può anche accontentare di quello che lo stesso Maroni ha chiamato un "sindacato territoriale", che difenda attraverso un azione comune le aree interessate. Una difesa, soprattutto, contro "l'oppressione fiscale di Roma".
La prima pietra, letteralmente, è già stata posata: il 16 febbraio a Sirmione, sul Lago di Garda. Erano presenti i tre governatori delle regioni più Maroni, ancora in veste di candidato. Ed è stato lì che il segretario della Lega ha parlato di un patto di solidarietà: "Se una regione ha un problema, diventa il problema di tutti. Dobbiamo difendere la nostra economia partendo dai rapporti di amicizia e dalla forza delle regioni del nord".
Ma concretamente, cosa succederebbe? Al momento si parla solo di una cooperazione per la risoluzione di problemi comuni, ma sul lungo termine l'obiettivo è di trasformare la macroregione seguendo l'esempio della Confederazione Svizzera, in cui tutti i cantoni hanno una larghissima indipendenza dalla capitale della nazione. Istruzione, sanità, polizia, economia e ovviamente fisco, a cui si può aggiungere una propria costituzione, un proprio governo, parlamento e tribunale. Cosa resterebbe di competenza nazionale? Sicuramente la difesa e la politica estera.
Quella delle macroregioni non è una novità assoluta. Anzi, in Europa sono qualcosa che esiste già e un'idea che sta prendendo sempre più piede, con il nome, appunto, di euroregioni: cooperazioni transfrontaliere tra territori di diverse nazione dell'Unione Europea che hanno interessi in comune. Si tratta di un ente ufficiale, istituito nel 2006 con un regolamento emanato dal Parlamento Europeo. E qualche esempio c'è già: dal 2007 esiste l'euroregione Alpi-Mediterraneo, di cui fanno parte Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta e le regioni francesi Provence-Alpes, Cote d'Amur e Rhone-Alpes. Oppure la macroregione alpina, nata il 29 giugno dell'anno passato che "unisce" le regioni del nord Italia, della Carinzia, della Slovenia e della Baviera.
Ma si tratta di strutture che hanno poteri, ovviamente, molto limitati. E che possono cooperare su temi come risorse energetiche, turismo, innovazione, accessibilità, trasporti. Non poco, ma niente di lontanamente paragonabile a quanto hanno in mente Zaia, Cota e Maroni. Che infatti, per portare a termine il loro progetto,dovranno riuscire a far modificare la Costituzione. La nostra carta prevede solo che le regioni possano fondersi attraverso referendum, ma senza che ne vengano modificati i poteri.
Invece proprio su questo insistono i leghisti, che infatti hanno presentato alla Corte di Cassazione, lo scorso 18 settembre, una proposta di riforma dal titolo "Attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia alle Regioni, istituzione delle Comunità Autonome attraverso referendum popolare". A questo punto, le difficoltà aumentano: finché si tratta di fare un "patto di sindacato" non ufficiale tra presidenti leghisti di regione nessuno lo può impedire. Ma per portare a termine il loro progetto dovranno cambiare la Costituzione, e quindi passare dal Parlamento Italiano. E lì, la faccenda si complica.
qua in lombardia siamo messi malino ...ma malino malino! più fai capire al leghista quanto siaimpossibile ciò che ti promettono e più si fidano....
In sostanza, l'idea è di creare una confederazione delle quattro regioni, che si formerebbe attraverso il principio dell'autodeterminazione dei popoli e che abbia i poteri delle regioni a statuto speciale, a partire da un nuovo sistema fiscale più autonomo, che gli consentirebbe di trattenere dal 67 al 75% delle tasse, ovviamente di pari passo con un maggiore accentramento territoriale delle responsabilità. Questo il progetto a lungo termine, ma per il momento ci si può anche accontentare di quello che lo stesso Maroni ha chiamato un "sindacato territoriale", che difenda attraverso un azione comune le aree interessate. Una difesa, soprattutto, contro "l'oppressione fiscale di Roma".
La prima pietra, letteralmente, è già stata posata: il 16 febbraio a Sirmione, sul Lago di Garda. Erano presenti i tre governatori delle regioni più Maroni, ancora in veste di candidato. Ed è stato lì che il segretario della Lega ha parlato di un patto di solidarietà: "Se una regione ha un problema, diventa il problema di tutti. Dobbiamo difendere la nostra economia partendo dai rapporti di amicizia e dalla forza delle regioni del nord".
Ma concretamente, cosa succederebbe? Al momento si parla solo di una cooperazione per la risoluzione di problemi comuni, ma sul lungo termine l'obiettivo è di trasformare la macroregione seguendo l'esempio della Confederazione Svizzera, in cui tutti i cantoni hanno una larghissima indipendenza dalla capitale della nazione. Istruzione, sanità, polizia, economia e ovviamente fisco, a cui si può aggiungere una propria costituzione, un proprio governo, parlamento e tribunale. Cosa resterebbe di competenza nazionale? Sicuramente la difesa e la politica estera.
Quella delle macroregioni non è una novità assoluta. Anzi, in Europa sono qualcosa che esiste già e un'idea che sta prendendo sempre più piede, con il nome, appunto, di euroregioni: cooperazioni transfrontaliere tra territori di diverse nazione dell'Unione Europea che hanno interessi in comune. Si tratta di un ente ufficiale, istituito nel 2006 con un regolamento emanato dal Parlamento Europeo. E qualche esempio c'è già: dal 2007 esiste l'euroregione Alpi-Mediterraneo, di cui fanno parte Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta e le regioni francesi Provence-Alpes, Cote d'Amur e Rhone-Alpes. Oppure la macroregione alpina, nata il 29 giugno dell'anno passato che "unisce" le regioni del nord Italia, della Carinzia, della Slovenia e della Baviera.
Ma si tratta di strutture che hanno poteri, ovviamente, molto limitati. E che possono cooperare su temi come risorse energetiche, turismo, innovazione, accessibilità, trasporti. Non poco, ma niente di lontanamente paragonabile a quanto hanno in mente Zaia, Cota e Maroni. Che infatti, per portare a termine il loro progetto,dovranno riuscire a far modificare la Costituzione. La nostra carta prevede solo che le regioni possano fondersi attraverso referendum, ma senza che ne vengano modificati i poteri.
Invece proprio su questo insistono i leghisti, che infatti hanno presentato alla Corte di Cassazione, lo scorso 18 settembre, una proposta di riforma dal titolo "Attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia alle Regioni, istituzione delle Comunità Autonome attraverso referendum popolare". A questo punto, le difficoltà aumentano: finché si tratta di fare un "patto di sindacato" non ufficiale tra presidenti leghisti di regione nessuno lo può impedire. Ma per portare a termine il loro progetto dovranno cambiare la Costituzione, e quindi passare dal Parlamento Italiano. E lì, la faccenda si complica.
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Re: 20 buoni motivi per NON votare Maroni alla regione Lomba
bellavista ha scritto:Praticamente non se ne parla. Ma siamo riusciti a dare veramente: Lombardia, Piemonte e Veneto ai leghisti.
come kazzo si fà! La Lombardia, e Veneto, due delle regioni più importanti d'itaGlia in mano a gente che prende a malapena il 4%..
Tutto quello che faceva paura del comunismo - che avremmo perso le nostre case, i nostri risparmi, che ci avrebbero costretto a lavorare tutto il tempo per un salario scarso, e che non avremmo avuto alcuna voce contro il sistema - è diventato realtà grazie al capitalismo.
Se esiste un Dio, un giorno sarà lui a dovermi chiedere perdono (frase letta su un muro di Auschwitz).
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