[O.T.] Il Cambiamento che ci cambia

Scatta il fluido erotico...

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El Diablo
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Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia

#76 Messaggio da El Diablo »

CianBellano ha scritto:
El Diablo ha scritto:C'è a chi è piaciuto, e ha voluto condividere con Canella l'emozione che ha trasmesso.
A chi no, ce ne faremo una ragione.
Il silenzio lo lasciamo ai muti, o, in questo caso, ai monchi.
Se questa frecciatina fosse rivolta anche a me, trovo che il tuo commento fosse stato assolutamente condivisibile.
Perché commovente poteva benissimo esserlo stato.

Dovevo solo questa precisazione, chiedo scusa agli amanti dell'IT tra cui probabilmente c'è la pimpi, che ha aperto questo topic ed ha poteri illimitati.
E' che mi cago il cazzo quando si deve sempre sindacare su dei commenti che alcuni forumisti lasciano ad altri.
A me è piaciuto, mi ha dato un'emozione e ho voluto farlo sapere (a modo mio), al diretto interessato.
Ad altri è piaciuto, e a modo loro lo hanno scritto.
Non si chiama leccare il culo o sbocchinare Canella, si chiama emozione.
Mi fermo qui perchè siamo solo OT.
Se qualcuno mi risponderà, io lo farò privatamente, meglio.
"Più le cose cambiano, più restano le stesse"
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tiffany rayne
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Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia

#77 Messaggio da tiffany rayne »

Antonchik ha scritto:
tiffany rayne ha scritto:
Antonchik ha scritto:Sinceramente io sono d'accordo con la Pimpi...

Tutti supereroi qua dentro? Gente che decide quando cambiare e se farlo? Ho tre soluzioni: siete degli illusi, degli spacconi, o degli ingenui (prego notare la differenza con la parola "illuso".

Si cambia quando sei in situazioni in cui sei costretto a farlo, quando devi fare una virata brusca alla tua vita mentre la paura ti suggerisce di buttare l'ancora.

Quando la virata ti viene naturale, occhio che sei già cambiato senza accorgertene PRIMA e lo stravolgimento non ti pesa.

Per esperienza pesonale dico che il cambiamento spaventa molto perchè rappresenta l'approdo in una "no man's land" dove tutto quello che hai imparato prima potrebbe non servirti...

Non ho suggerimenti da dare, dato che sono un ragazzo troppo giovane per poter insegnare qualcosa a qualcuno in materia, l'unica cosa che forse posso dire è che l'atteggiamento da spaccone non è altro che la testimonianza, sotto forma di volpe contro l'uva, di chi ha una fottuta paura di affrontare dei cambiamenti e si è gettato in una situazione di stasi per paura.
Si tratta di un tuo modo di vedere la cosa, tu hai una fottuta paura dei cambiamenti e pensi che la devono avere anche gli altri. Per cui se non cambiano lo fanno solo per paura e devono fare gli spacconi (in un forum poi).

Non funziona cosi. Spesso si cambia spesso proprio per la ragione opposta, come se il cambiamento fosse per se stesso un valore positivo. Invece significa solo insicurezza.

Ecco faccio anche io il maestro. :lol:
Io ho i baffi ma non penso che li debba avere anche tu solo perchè ce li ho io, e non dico che se non ce li hai sei un cazzone. ;)

Nessuno deve avere niente, e non ho messo in discussione il fatto che sia un mio modo di vedere la cosa, tralaltro il tuo sottolineare ciò non dimostra che io abbia torto.

Funziona che siamo tutti esseri umani e, come gli animali (perchè SIAMO animali), abbiamo paura se andiamo in un luogo nuovo dove non sappiamo quali bestie ci sono, dove si trova la caverna più vicina e dove possiamo trovare acqua e viveri. Nessuno mi convincerà mai del contrario, la paura è un sentimento fatto apposta per migliorare l'attenzione e la reattività, per farci superare situazioni di difficoltà. Purtroppo può anche bloccarci.

Il resto è fuffa da spacconi. Il tuo "io non sono mai cambiato" invece è soltanto poco realismo. :o
Anton ho solo detto che i miei cambiamenti li ho decisi di mia spontanea volontà, non che sono nella stessa situazione di dieci anni fà e che fra dieci anni sarò come ora.

Lasciami almeno questa illusione. Sulla paura hai ragione, tutti hanno paura specialmente quelli che dicono di non averne. Ho forse detto che io non ho paura dei cambiamenti? solo che spesso la paura si manifesta anche nel voler cambiare a tutti i costi.

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Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia

#78 Messaggio da Antonchik »

Ah allora ok, ora rivedo la tua obiettività da cronista. 8)
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.

Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.

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dada
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Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia

#79 Messaggio da dada »

Piccola postilla. Quando parlo d'idolatria nei confronti di Canella, faccio soltanto un'ammissione.

Che gli altri non si sentano coinvolti.

:)

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Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia

#80 Messaggio da tiffany rayne »

Antonchik ha scritto:Ah allora ok, ora rivedo la tua obiettività da cronista. 8)
Però la prossima volta leggi meglio i post, non essere troppo impulsivo (come tuo solito). :-D

Voltaire
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Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia

#81 Messaggio da Voltaire »

Tornando IT, se posso, oggi ho notato una cosa. Da quando ho fatto il mio primo grande cambiamento - andare via di casa per l'università - ho iniziato a passare i fine settimana per lo più da solo e triste. Ora che ho fatto il secondo grande cambiamento - andare via dall'Italia - ogni volta che arriva il venerdì pomeriggio provo un senso di angoscia senza confini.

Fate conto che è sabato pomeriggio, quindi intuite come sto.
Se io non ci fossi, sarebbe meglio non inventarmi.

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Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia

#82 Messaggio da tiffany rayne »

Voltaire ha scritto:Tornando IT, se posso, oggi ho notato una cosa. Da quando ho fatto il mio primo grande cambiamento - andare via di casa per l'università - ho iniziato a passare i fine settimana per lo più da solo e triste. Ora che ho fatto il secondo grande cambiamento - andare via dall'Italia - ogni volta che arriva il venerdì pomeriggio provo un senso di angoscia senza confini.

Fate conto che è sabato pomeriggio, quindi intuite come sto.
Solidarietà a Voltaire, fatti coraggio.

Il cambiamento non implica sempre una migliore qualità della vita, proprio questo intendevo.

Se uno si trova in una situazione che ritiene soddisfacente non si può dire che non cambia solo perchè ha paura. Specie se poi questo giudizio viene da una persona che neanche ti conosce.

Il mito del cambiamento visto come la panacea di tutti i mali sarebbe da rivedere. Specie se poi questo mito viene proposto da quelli che non cambiano mai.

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Pim
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Re: (ot) il Cambiamento che ci cambia

#83 Messaggio da Pim »

Voltaire ha scritto:
Pimpipessa ha scritto:siete tutti fatalisti e tutti quanti , o quasi, dei supereroi,

gente che vive da sola da quando era poco più che bambina,
gente che viene sballottata di qui e di là da anni,
relazioni amorose che finiscono e vi fanno un baffo,
Io vengo sballottato di qua e di là da anni. Non mi piace. Preferirei non essere un supereroe ma avere una casa mia e comprare il quotidiano sempre dallo stesso giornalaio.

supereroe era riferito a tanti ma non a te,

tu i cambiamenti li subisci ,
eccome :wink:

Tiffany, e gli altri, facile però reagire bene ai cambiamenti che decidi,
ma la vita non ti ha mai messo davanti a un cambiamento che non ti aspettavi ?

che fate , lasciamo perdere il pre, non lo avete deciso quindi non c'è, ma come fate ad affrontarlo?


forse ha ragione casta, l'essere umano è davvero più forte di quanto non ci si aspettti....

tiffany rayne
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Re: (ot) il Cambiamento che ci cambia

#84 Messaggio da tiffany rayne »

Pimpipessa ha scritto:
Voltaire ha scritto:
Pimpipessa ha scritto:siete tutti fatalisti e tutti quanti , o quasi, dei supereroi,

gente che vive da sola da quando era poco più che bambina,
gente che viene sballottata di qui e di là da anni,
relazioni amorose che finiscono e vi fanno un baffo,
Io vengo sballottato di qua e di là da anni. Non mi piace. Preferirei non essere un supereroe ma avere una casa mia e comprare il quotidiano sempre dallo stesso giornalaio.

supereroe era riferito a tanti ma non a te,

tu i cambiamenti li subisci ,
eccome :wink:

Tiffany, e gli altri, facile però reagire bene ai cambiamenti che decidi,
ma la vita non ti ha mai messo davanti a un cambiamento che non ti aspettavi ?

che fate , lasciamo perdere il pre, non lo avete deciso quindi non c'è, ma come fate ad affrontarlo?


forse ha ragione casta, l'essere umano è davvero più forte di quanto non ci si aspettti....
Il giorno che mi capiterà un cambiamento imprevisto ti saprò rispondere. Io ho solo detto che finora ho affrontato cambiamenti che avevo previsto e su cui avevo un certo controllo.

Tutto qui.

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pan
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Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia

#85 Messaggio da pan »

Cambiamenti che cambiano - ha titolato Pimpipessa.

Già qui è visibile il nucleo della questione : la bidirezionalità della parola cambio.

Molti di voi hanno parlato del cambio di casa, del trasloco.

Uno degli ultimi capitoli del più noto libro di Michael Ende, La Storia infinita, s’intitola La casa che muta e presto si scopre che questa casa, cambiando forma, incide sulla personalità di chi vi abita: mutando muta.

Se riflettiamo attentamente su questo fenomeno, ci accorgiamo che noi cambiamo casa e la casa cambia noi che a nostra volta la cambiamo anche senza sostituirla (arredamento, ristrutturazione) al fine di riceverne un nuovo influsso (di nuovo un cambiamento) …
In questa ottica, la dicotomia mutamenti volontari (voluti) / involontari (subiti) perde moltissimo della importanza che quasi tutti vi annettono, caricandola per giunta di valenze emotive.

In effetti questo problema è secondario. Il dato di certezza è che i mutamenti, temuti o agognati che siano, sono attivi in ogni momento della vita -pur nella salvaguardia del filo identitario a base genetica- e indipendentemente dal fatto che ne siamo consapevoli o meno.

Alcuni sono iscritti nell’ordine naturale, altri molto meno, ma, in ogni caso, quello che conta veramente è il tipo di relazione che riusciamo ad instaurare con essi, perché da quel risultato dipende la nostra realtà.

L’esempio classico è quello dell’uomo, del gatto, dell’uccello e della mosca che vedono lo stesso albero in maniere terribilmente diverse, ricevendo dai loro sensi immagini completamente differenti, eppure ugualmente funzionali a ciascuno di essi. Motivo per cui ciascuno di essi è portato a credere che la propria immagine sia la Realtà, che invece risiede nella specificità della correlazione tra l’immagine e l’albero, la cui realtà, seppure dovesse esistere “di per se stessa”, rimane sconosciuta.

Questo è l’unico modo razionale per spiegare perché di fronte allo stesso cambiamento possiamo ritrovare innumerevoli reazioni differenti, anche nello stesso individuo, in circostanze diverse (mutate) o in tempi diversi, che, essendo mutati, lo hanno mutato.

Dobbiamo riconoscere che i primi ad aver intuito queste cose sono stati gli orientali tanto cari a Jhonnybuccia. Essi per primi si resero conto che la Realtà, quale ci appare per mezzo dei sensi, era illusoria (concetto di Maya) e destinata a trasformarsi continuamente(concetto di Impermanenza) fino a sparire.

L’occidente prese tutt’altra strada ma ha dato anch’esso contributi determinanti per la conoscenza delle trasformazioni.

Per limitarci ad un altro argomento da più parti sollevato -la perdita di persone affettivamente significative- vale la pena ricordare gli studi della scuola analitica e in particolare i lavori di Melanie Klein sulla relazione del lattante con il seno materno e quelli di Wilhelm Reich sui fenomeni di attaccamento e separazione che spostano indietro le lancette dell’indagine, ricollocando (di nuovo come gli orientali) l’inizio dell’esperienza umana al momento del concepimento - la cosiddetta luminanza di bacino - durante il coito fecondante. L’impianto dell’ovocita fecondato è il primo grande attaccamento, la nascita è la prima grande separazione e via dicendo. Tutta la vita è vista come una sinusoide tra queste due polarità, le cui modalità di elaborazione segnano in genere la tendenza a penalizzare o privilegiare l’una o l’altra modalità nelle relazioni significative.

Accertato dunque che è impossibile non cambiare, resta da dire che i cambiamenti veramente critici (dove critico ha valenza neutra) sono quelli che ci fanno assumere un nuovo status.

Abbiamo quelli fisiologici -infanzia, adolescenza, giovinezza, maturità, senilità- ciascuno con i propri codici statutari e quelli parafisiologici o patologici, parimenti normati dalle società. Pochi hanno accennato alla malattia come cambiamento di status estremamente destabilizzante e questo mi ha sorpreso anche se me lo spiego con la giovane età della maggior parte dei forumisti. :)

Siccome ho fatto riferimento a buccia, mi sento in dovere di manifestargli un dissenso sul suo invito all’astensione dalle emozioni, che, formulato così asetticamente, sa più di stoicismo-epicureismo che di dottrine orientali.

Vidi pochi anni fa in TV quel monaco vietnamita che – si dice - indusse il pentimento nel segretario di stato USA Mc Namara nella fase più dura del conflitto. Ebbene, dopo dolorose vicissitudini (esilio a Parigi da parte del governo comunista del suo paese) gli fu concesso di rientrare in patria. Ad un certo punto l’intervistatore gli pone delle domande sulle guerre da poco intraprese dagli alleati contro Afghanistan e Iraq, alla qual cosa risponde di essere meravigliato negativamente dalla facilità con cui Bush e Blair avevano preso decisioni tanto gravi per interi popoli senza prima interrogare il loro dolore, citando anche i figli “difficili” dei due leader.

Di nuovo una lezione dall’oriente: le emozioni vanno ascoltate perché sono messaggeri per la coscienza razionale. Sintetizzano dati raccolti dall’esterno e dall’interno che l’Io cosciente non ha tempo di analizzare separatamente e li trasmettono in una forma dotata di risonanza affettiva di cui la ragione terrà debito conto.

Anche la giornata appena conclusa, scompaginata dal post di Canella, può essere letta con queste chiavi, ma non credo sia rilevante parlarne adesso.
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)

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Satana in autobus
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Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia

#86 Messaggio da Satana in autobus »

Un Battiato in gran forma relativista:


http://www.youtube.com/watch?v=UOQOr55lrGo



Di Passaggio

Tauto teni zon kai
teteenekos kai egregoros
kai kateeeudon kai neon kai
geeeraion tade gar
metapesonta ekeina esti
kakeina palin tauta.


Passano gli anni,
i treni, i topi per le fogne,
i pezzi in radio,
le illusioni, le cicogne.
Passa la gioventù,
non te ne fare un vanto:
lo sai che tutto cambia,
nulla si può fermare.
Cambiano i regni,
le stagioni, i presidenti, le religioni, gli urlettini
dei cantanti......
e intanto passa ignaro
il vero senso della vita.
Si cambia amore, idea, umore,
per noi che siamo solo di passaggio.
L'Informazione, il Coito, la Locomozione.
Diametrali Delimitazioni,
Settecentoventi Case.
Soffia la Verità
nel Libro della Formazione.
Passano gli alimenti,
le voglie, i santi, i malcontenti.
Non ci si può bagnare
due volte nello stesso fiume,
né prevedere i cambiamenti di costume.
E intanto passa ignaro
il vero senso della vita.
Ci cambiano capelli, denti e seni,
a noi che siamo solo di passaggio.

Eipaz Kleombrotoz _pas hélie chàire Kleombrotos
wmbraÉiwthz hlat aj ufhlou
Hombrakiotes hèlat ' af ' hupselù
teiceoz eiz Aden, teicheos eis Aìden,
axion ouden idwn Janatou axion udèn idòn thanàtu
ÉaÉon, alla Platwnoz kakòn allà Plàtonos
(hen to peri psuches gramm
'analexamenos)
I'll be your mirror, reflect what you are.

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Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia

#87 Messaggio da vertigoblu »

un anno fa sono morti a distanza di due mesi mio nonno,che è stata una persona importantissima e che ho amato molto,e mio padre.mio nonno è stato uno stillicidio,mio padre coerente con la sua vita priva di responsabilità nei confronti dei figli,se ne andato all'improvviso lasciandomi nella merda.

ne è conseguito che ho dovuto affrontare diversi cambiamenti, cambiare casa,maggiori responsabilità ,accettare compromessi.

riguardo ai cambiamenti non posso dire di averli affrontati,li ho semplicemente presi in pieno come in uno scontro stradale.

non ne esco rafforzato,anzi, sono pieno di paure di ogni tipo, e disilluso su molti aspetti che prima non mettevo in bubbio,tipo l'amicizia tra esseri umani,la solidarietà ed altre menate.

mi senti decisamente invecchiato fuori e dentro.
"Se è vero che l'arte commerciale rischia sempre di finire prostituta, non è meno vero che l'arte non commerciale rischia di finire zitella"
Erwin Panofsky

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Re: (ot) il Cambiamento che ci cambia

#88 Messaggio da Blif »

Pimpipessa ha scritto: ...

Tiffany, e gli altri, facile però reagire bene ai cambiamenti che decidi,
ma la vita non ti ha mai messo davanti a un cambiamento che non ti aspettavi ?

che fate , lasciamo perdere il pre, non lo avete deciso quindi non c'è, ma come fate ad affrontarlo?


forse ha ragione casta, l'essere umano è davvero più forte di quanto non ci si aspettti....
Si chiama principio antropico (http://it.wikipedia.org/wiki/Principio_antropico):
se siamo qui a parlare di cambiamenti, è perché abbiamo superato tutti quelli che abbiamo incontrato prima, grandi o piccoli che fossero.

Ci prendiamo la medaglietta da supereroi solo perché chi non supera i cambiamenti è a far terra da fiori.
Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)

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Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia

#89 Messaggio da rico »

sono egoista come pochi... e per di più drogato di emozioni... penso con la mia testa e agisco troppo spesso d'impulso (soprattutto con le donne!!). Cambiare è una ragione di vita ma poi, a furia di diventare vecchio.. ti rendi conto che tutto questo cambiare e, stringi stringi, questo essere incoerente altro non è che il massimo del abitudinarietà... faccio sempre lo stesso mestiere, sia pur gestito in toto da me e quindi abbastanza variabile, vivo nel mio appartamento e mi sto costruendo una casetta in campagna isolato dal mondo per non avere nessuno a portata di vista, devo sempre avere un paio di moto in garage, l'auto sportiva, qualche figa che mi gira per le mani e che gestisco a mio piacimento, tre soldi per poter prendere un'aereo tutte le volte che mi viene voglia, e una notevole dose di stronzaggine e cinismo per sorvolare sopra troppe cose che altrimenti mi farebbero star male.
Boh..poi che cazzo ne so io??
Rico

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Re: [O.T.] Il Cambiamento che ci cambia

#90 Messaggio da kisho »

il cambiamtento. bè nel mio caso non c'è stata nessuna possibilità di scegliere, dopo otto anni di fidanzamento di cui tre di convivenza credi che lei sia un punto di riferimento imprescindibile. invece no. la vita alle volte porta delle sorprese inaspettate. lei mi ha lasciato, non pensavo di farcela. la mia più grande paura era... e ora? cosa farò? bè ho fatto. ho reagito, ho cercato una nuova possibilità, una nuova città e mi rendo conto di essere cambiato. forse in peggio, ma sono cambiato. ho scoperto un forte lato egoistico di me che non conoscevo. forse il fatto di sentirmi diverso mi ha aiutato ad affrontare i cambiamenti.

detto questo.. da ieri sono a milano. vivo uno stato di eccitazione misto a smarrimento. ho cambiato città e sto in una città che non conosco che ancora non so se mi accoglierà. non conosco praticamente nessuno, io che sono abituato a conoscere tanta gente. bè è la quarta città che cambio nella mia vita e sono riuscito sempre a a circondarmi di persone positive. ci riuscirò anche qui. il lavoro mi terrorizza. non mi danno soldi e non mi danno certezze apparte tre mesi in cui mi insegneranno davvero un mestiere, e ovviamente, questo è quello che mi tiene più in ansia.

ma devo dire che sto imparando a vivere con entusiasmo giorno per giorno. oggi è così e voglio godermi l'oggi. domani sarà un problema domani.
Scrisser per ogni muro e in ogni via
Come l'Angela Zaffa, nel Trent'uno
A i sei d'Aprile, habbia sfamato ognuno.

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