cytherea ha scritto:questo punto siamo tutti d'accordo;
Scusa cyt, mi sembra che lo scontro verta proprio su questo. Io concepisco il carcere (la privazione della libertà ) come una PUNZIONE perchè sono convinto che si debba PRIMA punire e POI rieducare (oltre, naturalmente, a evitare la reiterazione del reato). Altrimenti non ha alcun significato, perchè dovrebbero stare in carcere? Spiegatemi perchè mai dovrebbero stare in carcere, se per carcere s' intende la semplice detenzione? A che pro una condanna espressa in anni? Perchè mai si chiama "pena detentiva"???
20 anni, che diventano 10, poi 5 con la buona condotta, fino agli arresti domiciliari...a che scopo? Tanto vale provvedere istantaneamente al loro reinserimento, senza riferimento alla detenzione.
Per Rex il carcere deve avere esclusivamente una funzione di recupero; prima li si recupera meglio è per tutti; non concepisce il carcere come punizione fine a se stessa. Sono due posizioni diverse, e non è detto che la mia sia migliore.
Sulla castrazione chimica e i suoi possibili rischi mi documenteró...
Per ogni persona che scappa dagli arresti domiciliari, ce ne sono altre 1000 che se li fanno tutti gli anni di arresti.
E ci mancherebbe altro, aggiungo.
So anch' io che le cose buone si danno sempre per scontate, ma questo è un lavoro simile a quello del medico: non vi sarà mai perfezione, ma occorre combattere l' inefficienza perchè le conseguenze non siano letali.
forse troppo solertemente, gli aveva concesso i domiciliari
Sono i rischi connessi all' accertamento del pericolo di reiterazione. In fondo, prima di deviare, non si parlava di questo?