
Ogni tanto mi và di aggiornare sto topic, o perlomeno lo uso per buttar giù pensieri del momento. Lo só che c'è il topic apposito, ma alcune cose preferisco scriverle quì.
L'input di questo mi è venuto oggi poco prima di pranzo. Quel cagacazzi di mio padre come al solito non si ricorda mai niente, ne il giorno del mio compleanno ne le cose che riguardano lui...stavo per andare a pranzare da mia madre quando mi chiede se cerco in macchina le chiavi poiche non si ricorda dove le ha lasciate. Insomma, parto, parcheggio, e mi metto un pó a frugare in macchina (quella che prima era sua e poi ha dato a me), convinto di non trovarle, e infatti non le trovo. Purtroppo ho trovato altro. Mentre frugavo in uno scompartimento sulla destra nel bagagliaio (chissà perche poi cercavo lì un mazzo di chiavi), frugando il fondo tocco qualcosa di gommoso, e così, tirando fuori, mi trovo in mano un bel preservativo sigillato, dei vecchi tempi di mio padre quando andava a puttane mentre mia madre era in casa a piangere.
L'ho tenuto un pó in mano, alcuni ricordi tornavano a mente, ho pensato un pó il da fare, l'ho rimesso dove era e sono andato a mangiare, più scoglionato e silenzioso del solito. Non ho detto niente a mia madre perche sarebbe stato inutile, ma in ogni caso come sempre si è accorta che qualcosa in me non andava.
Successivamente pensavo di fare un giochetto, di portarlo sù in casa e dire al vecchio: "Guarda, le chiavi non le ho trovate, peró ho trovato sempre roba tua dei vecchi tempi in cui te la spassavi" e gliel'avrei gettato sul tavolo..ma non sono il tipo da fare queste cose...oramai è roba passata...
A parte questo fatto, la mia visione in generale della vita è sempre peggio, e non c'è cazzeggio ne occupazione ne interesse che puó togliermi questa visione. La cosa strana è che, dal momento che non ho lo stimolo di cambiare la situazione, forse và bene tutto così, come se fossi un cazzo di nevrotico felice e allegro di vivere male...
Non só se sia nichlismo o che altro, ma penso che se fossi schiattato a 18 anni, non mi sarei perso niente.
I miei interessi hanno la durata di poche ore, poi tracollano. Non c'è niente di stabile ne riferimenti precisi. La famiglia è una prigione dorata, mi sento sottomesso, il lavoro non c'è e lo penso come un'angoscia per il resto della mia vita, e magari devo pure ringraziare di trovarlo. L'amore un'utopia..ma di queste cose parlo di seguito...
Qualche giorno fà sono stato in una libreria, mi è capitato per le mani un libro di grafologia e aprendolo a caso mi è capitato sotto gli occhi una cosa bizzarra.
Definendo infatti chi segna le "aste" poco marcate, viene scritto a proposito che la persona ha uno scollamento dalla vita, o comunque che dà priorità al pensiero e all'interiorità , e che se ció puó essere una scelta di vita nell'adulto, nel giovane puó destare preoccupazione perche mostra un precoce distaccamento dalla vita senza averla mai conosciuta.
Ora io non só se segno le "aste" poco marcate, anzi sono anni che non scrivo calligrafico e la mia grafia è rimasta alle elementari...peró da quando ho letto quelle parole, mi sono sentito scosso. Difatti io nno sono mai stato "concretamente" giovane, così come lo si intende. Niente viaggi, vacanze o uscite con amici, canti sulla spiaggia, uscite fisse, locali, imbrocchi, canne, motorini...niente. Mai tirato un tiro ad una sigaretta, mai dormito con nessuno in stanza all'infuori di mia sorella, mai avuto legami, anche superficialmente...quindi niente "riti" e esperienze.
Di mio padre ho già detto...in famiglia sono una specie di sguattero, ha voluto prendere il computer lui, totalmente negato, che tanto ci sono io da fargli da tecnico/tuttologo...gli scarico i film, gli sistemo il computer, gli faccio i lavoretti...ho l'identità e la personalità annullata dalla frustrazione...non só, non sono padrone della mia vita, non traggo piacere in niente a tal punto che mi chiedo a che livelli sia la mia ossitocina. Dal momento infatti che tutto ció che una persona fà , lo fà per amore, io non facendo niente non provo niente, perche non provo amore per niente...anche se molte teste di cazzo dicono che non faccio niente perche "non ho voglia"..come le macchine, capito, schiacci un pulsante e il papero và quì, va là , fa questo, fa quest'altro...
Mia sorellaccia è una rompipalle, non le si puó stare accanto per più di qualche minuto ed è irritante. E' la classica persona che non vorrei mai essere e che purtroppo mi ci stó vedendo sempre di più.
Poi dovrei accennare qualcosa sulla cultura attuale che vige ora, in un sistema capitalista/consumistico/conformista eccetera. Prendiamo gli esempi della tivù. E li prendo per un motivo che spiego...da qualche tempo và alla grande il format dei reality show o talent sow. Questi programmi del cazzo ti insegnano che esisti se ti metti in mostra, facendo dell'individuo nient'altro che prodotto commerciale. In una società consumista, dove le merci per essere prese in considerazione devono essere pubblicizzate, si estende negli uomini un comportamento che li porta a credere di esistere solo se si mettono in mostra...quel che che vale per le merci vale anche pergli uomini che avendo rinunciato alla loro individualità , sostituiscono la stessa con la pubblicazione dell'immagine. Ció significa che l'individuo ormai si riconosce più nella propria immagine e non cerca più se stesso come un tempo, ma tramite questo lerciume, la pubblicità che costruisce la sua immagine. Da quì la proliferazione di questi programmi, sopratutto talent show, che ti spingono a metterti in mostra per creare immagine, e quindi prodotto che nel migliore dei casi è destinato al consumo.
Io non só cantare, non só ballare, non só scrivere, disegnare, recitare, non só fare un cazzo. Anzi, più che non saper fare ció, non mi interessa farlo perche concepisco il "fare" non un atto per me, ma per un sistema. Da quì la frustrazione perche quando sai che qualsiasi cosa fai non la fai per te, subentra la frustrazione e la negazione del valore personale.
E quindi non esisto, non sono un "prodotto" di consumo, non c'è spazio per me e percepisco che non vale la pena sbattersi troppo.
Vedo la quasi totalità dei miei coetanei che fanno 300 cose, corsi di questo e di quest'altro, sembrano tutti bravi, apprezzati e inseriti. Quelli che non fanno niente, sono per lo più disadattati o cessi o fancazzisti destinati al nulla...in poche parole, sono degli esclusi...io che non faccio niente ho sensi di inferiorià e parto già con il pensiero di non aver niente da dare a nessuno...come quando vai al mercato e non hai soldi...
Questo uno dei lati della cultura del consumismo. Venendo al capitalismo/tecnico, girando tutto attorno a soldi e lavoro prevalentemente industriale (dicono tutti che non c'è solo questo nella vita, molto probabilmente sono talmente dentro a questa cosa che nemmeno se ne rendono conto), alla fine ogni individuo è nient'altro che semplice esecutore di azioni prestabilite, e quindi viene meno la coscienza e il valore individuale, cessando il "fare da se" e iniziando il "quel che deve essere fatto".
Per questo mi girano le palle e mi sfavo quando il pirla di Helmut non fà altro che segnalarmi annunci di ricerca manodopera operai e troiai vari, non sapendo che così mi spinge nient'altro che a rompermi i coglioni e fare qualcosa contro i miei valori, e contribuendo a mantenere un sistema che mi fà schifo e che è causa di parte dei miei problemi. Ah, lo stesso dicasi di lavori nel commercio...anzi questo a maggior ragione, ripenso all'esperienza in Mediaworld quasi con angoscia al pensare che ho contribuito a vendere beni progettati per avere una fine ed essere ricomprati dopo poco...
Francamente a 25 anni sono stufo di tutto, e in futuro sarà anche peggio. Penso spesso alla morte, al suicidio, spazzare via tutto, ma quando non hai palle per vivere, non ce le hai per ammazzarti. Mandare affanculo mio padre, la sorellaccia, le angosce, la paura del futuro, il lavoro, la competitività del cazzo, i ritmi frenetici...
Penso al dolore futuro, alla morte dei miei parenti, essere solo, e sono sicuro che dovró anestetizzare il dolore con un qualche tipo di droga, se non con la morte.
D'altronde non posso nemmeno ricorrere alle cure psicoterapiche, per diversi motivi: non credo alla loro utilità , nessuno è mai stato capace di dirmi qualcosa di veramente utile, e figurarsi se pago a sentirmi dire cose che mi dicono aggratis perdipiù rompendomi i coglioni invano, visto che solitamente non riesco a spiegarmi a fondo e non capendo l'altro quel che voglio dire, ottenendo solo una risposta che non mi è utile o che non è relativa al problema.
Non credo nella psicologia, che semplicemente non fà altro che curare una persona all'interno di una SOCIETA', e non una persona all'interno di un MONDO. Semplicemente ció che generalmente fanno è aggiustare le proprie ideee e ridurre le proprie dissonanze per armonizzare la persona all'ordinamento funzionale del mondo.
Quindi che fare? Non só..da romantico, ho sempre pensato all'amore come spinta emotiva di creazione, ma come detto all'inizio, dovrei avere carenze di ossitocina non provando più nessun sentimento positivo verso qualunque cosa, facendo di me un involucro senza anima. Mi stó chiedendo se sono filofobico..ma anche se sapessi la risposta non mi cambierebbe niente.
D'altra parte poi, venendo alle donnacce, non penso di rientrare nei loro gusti non essendo appetitibile in quanto ho carenze per quanto riguarda i loro fattori di scelta partner (avvenenza, prestanza, sicurezza di se, responsabilità eccetera). Anche quì entra la contrattazione tipica del consumismo, dove ci si sceglie in base a diversi fattori come merci in mostra al supermercato...
Potrei buttare giù 2 frasi sul sesso..le continue esperienze deludenti con prostitute mi hanno provocato accidia e noia rispetto al sesso, dove anch'esso è ormai qualcosa di futile...ció che per gli altri è fonte di piacere, per me è fonte di sentimenti negativi, e questo sembra valere per tutto...a questo punto non só se davvero c'entra il porno, come quando aprii il topic, perche in ogni caso se mi sono messo a guardare il porno, ho trovato che nella vita non c'era di meglio....
Sono inutili anche i rapporti sociali perche è proprio in mezzo agli altri che mi sento più solo. Talvolta mi sento un alieno, o un cazzo di sottoprodotto, uno scarto..sono stato quasi 3 anni dallo psic, ma a parte la frustrazione e senso di inutilità non è servito..sono stato in consultorio, è stata una buona esperienza, ma non è servito...e se come detto all'inizio, mi andasse bene così? Ma come cazzo è possibile?
Io só che non stó bene, che non sono felice, che sono una specie di formica, che il futuro sarà uno schifo e mi troveró solo..come puó andarmi bene?
Vabbè, sono stanchino, ho scritto un monte come al solito e non ho scritto tutto quel che avevo in mente, mi fà male la testa, spero di non aver fatto casino e di essere stato chiaro...bona...