Helmut ha scritto:repeat ha scritto:I comunisti, molto più dei quattro gatti missini, hanno assicurato la democrazia a questo paese con la loro militanza, la loro passione civile, la loro partecipazione e, anche, con la loro ubbidienza ad una dirigenza che...
Vero.
Ma un minimo di autocritica sul ritardo storico, sul loro legame con Mosca va fatto. Ti ricordo che il PCI era finanziato con dollari sonanti dall'Unione Sovietica, perché, tra i partiti comunisti europei, era il piu' grande e il piu' ideologicamente schierato.
Ed erano dollari sporchi del sangue di operai tedeschi, polacchi, ungheresi, cecoslovacchi massacrati dai carri armanti dell'Armata Rossa. E non voglio parlare dei gulag.

Helmut, io non sono comunista. Non lo sono mai stato. Il mio primo contatto con la politica è stato attraverso la lista anti-proibizionisti di Marco Taradash. Non potevo ancora votare, allora; ma già seguivo Radio Radicale e mi appassionavo ai dibattiti e ai programmi libertari del movimento di Marco Pannella ed Emma Bonino. La mia formazione, quindi, è liberale e libertaria. Un liberale di sinistra, certo. Un liberalsocialista. Credo che il mercato non possa essere "irresponsabile". Prima del denaro, per me, vengono sempre le persone. I loro bisogni, i loro problemi. La necessità del bene comune e del servizio pubblico. Il lavoro, e quindi la piaga della mancanza del lavoro. I poveri, prima dei ricchi. L'operaio, che lavora otto ore al giorno per 30 o 35 anni e non riuscirà mai a mettere da parte quello che un finanziere del cazzo o un affarista di merda mette via in una settimana o in un giorno.
Torniamo al PCI.
Il PCI, in quanto tale, ha fatto talmente autocritica da essersi praticamente e traumaticamente sciolto. Dopo la bolognina di Occhetto, quel che rimase del glorioso PCI entrò in una spirale di contorzionismi, di scismi (oggi si contano almeno 5 partiti "comunisti"), di ripensamenti, di fughe in avanti, di riformismi a parole, di liberalismo di facciata, di catto-comunismi di ritorno da far tremare le vene e i polsi.
Non si capiva più un cazzo.
E ancora oggi è molto difficile dire cosa sia esattamente il Partito Democratico.
Per molti versi, è ancora un "vorrei, ma non posso".
Però, stanno cercando di attraversare il guado. Piano, piano. E lo stanno facendo ripensandosi dal basso. Ripartendo dalla strada, dalle piazze, dai problemi reali delle persone. Dalle primarie (strumento indovinatissimo).
Il popolo comunista non esiste più... al di là di qualche punta di folkore locale o anagrafico. L'evocazione disperata del comunismo è una trovata del Berlusca. Gli italiani sanno bene che nessuno oggi discute di collettivizzare i mezzi di produzione o di abolire la proprietà privata.
Però esiste un generico popolo "di sinistra"... libertario, socialista (anche se i più non sanno d'esserlo), liberale, populista, anti-capitalista, anti-modernista, anti-affarista, ambientalista, buonista, benepubblicista, cattolico sociale, legalitarista... e questo popolo deve essere rappresentato e "istituzionalizzato", se non vogliamo correre il rischio di trovarci di nuovo nel pantano delle rivendicazioni (queste sì, estremiste) dell'extra-parlamentarismo violento.
Rappresentarlo tutto questo diversificato popolo in un unico partito è impossibile. Per quanto pensi di aver detto tutto, ci sarà sempre qualcuno più a sinistra, più puro o più idealista di te.
Ci sono ritardi storici. Ci sono anche colpe storiche.
... ma non possono pesare in eterno, e soprattutto non su una generazione che con quei fatti non ha nulla a che fare.
La ripresa non si vede, ma è dentro di noi.
Il governo ha aggravato la crisi per favorire la crescita.