Salieri D'Amato ha scritto: ↑12/07/2025, 11:08
Dopo la previsione di lider che vedeva molto male Sinner, questi vince agevole, Alcaraz non ha chanche.
pan ha scritto: ↑12/07/2025, 4:38
Salieri D'Amato ha scritto: ↑11/07/2025, 15:59
Non riesco a vedere questa differenza che dice Bisson. Che oggi il basket, ma pue altre discipline sportive di squadra come il calcio, siano meno fantasiose con l'atletismo che predomina sono d'accordo, ma alla fine il giocatore più tecnico, più bravo fa sempre la differenza. Ma perchè nel ciclismo il confronto dovrebbe essere più agevole, pur se meno vario tecnicamente? Se confronti un filmato di una scalata di Coppi e uno di Pogacar, il primo sembra quello di un gregario di infima categoria, perchè i metodi di allenamento, l'evoluzione tecnica e dei materiali delle bici, l'alimentazione e quant'altro si sono evoluti in maniera esponenziale. E' chiaro che poi la corsa sempre quella è, pure se allenamento, piste e calzature si sono evolute anch'esse, ma come fai a comparare un Lewis a un Jacobs per dire, come fai a dire chi è stato più forte .... se non con il palmares e un periodo di dominio?
Allora: le co(r)se che fanno Coppi e Pogacar sono sempre le stesse: volate, salite, cronometro, discesoni ecc. mentre quelle che faceva Bisson e fa un qualunque fortissimo due metri di oggi sono totalmente diverse.
Il fatto che a qualcuno sia venuto in mente che se con l'allenamento specifico si fosse migliorata la percentuale da tre (oggi in NBA sono più di 20 quelli che hanno il 50%) questo avrebbe migliorato il punteggio del 33%. In tal modo il gioco, che come tutti i giochi americani era basato sulla conquista degli spazi (non a caso sono gli imperialisti per eccellenza), il gioco -dicevo- si è spostato e concentrato verso l'esterno e lo step back ne è l'icona. Da ciò discende la scomparsa dei ruoli. A che serve un pivot che segna(va) da 2? Via il pivot! A che serve il playmaker che dava la palla dentro dove si segna da 2? Via il playmaker! E così ora tutti portano la palla e tirano da 3 come prima scelta e poi a rimbalzo va chi capita, tanto il pallone tirato da 7,25 schizza in modo imprevedibile sebbene abbiano ammortizzato gli anelli. Giocano quindi 5 esterni e chi ha in quella partita i tiratori da 3 più in forma vince.
Per questo posso paragonare Coppi a Pogacar, mentre Bisson, che faceva il post basso, a chi lo paragono se quel ruolo non esiste più?
Anche Lewis e Jacobs sono paragonabili per la stessa ragione di Coppi e Pogacar e mi pare del tutto evidente che Karl sia stato molto più forte, mentre per la coppia ciclistica non so, anche perché Fausto fu fortemente penalizzato dalla guerra.
E' indubbio che un gioco di squadra è molto più vario ed enrtano in gioco più fattori rispetto ad uno sport individuale, ma mi sembra una visione "di parte", per il ciclismo hai illustrato meramente il gesto tecnico mentre per il basket l'aspetto tattico. Ti dirò che il ciclismo ha subito evoluzioni tattiche molto più marcate del basket e anche lì i ruoli sono stati stravolti. Ai tempi di Binda (almeno a sentire i racconti) si partiva e senza troppe tattiche chi ne aveva di più o aveva più fortuna di non avere forature/incidenti vinceva. Poi si è arrivati al caposquadra con gli altri meri gregari (corridori forti e in grado di vincere corse si sacrificavano per aiutare il capitano anche se non era in giornata, dovendo rinunciare ad ambizioni individuali anche se potevano vincere, a meno che non fosse proprio il capitano a dare il via libera). Poi si è arrivati ad una gestione di squadre più razionale, con diverse punte nelle squadre e gli uomini deputati ai vari compiti e spesso intercambiabili, velocista e apripista, passisti gregari e da classifica di giri, uomini da corse di un giorno, finisseur da sparata finale, ecc., ma sostanzialmente le corse si sviluppavano in questa maniera: per corse di un giorno le squadre più forti cercavano di controllare la corse per poi nel finale giocarsela con i big, che se potevano staccavano gli altri, le squadre più deboli cercavano di imbastire delle fughe a lunga gittata, sperando che andassero a buon fine; per corse a tappe squadre di velocisti in controllo aspettando la volata finale, per tappa dura, squadra del leader in controllo rintuzzando gli attacchi e le altre squadre che cercavano di fare più o meno corsa dura, cercando l'attacco finale, corridori di squadre meno forti sempre a cercare la fuga o un'exploit, quella è sempre la costante. Oggi anche questo clichè è stato stravolto, le squadre più forti hanno più leader per le varie corse e anche nell'ambito della stessa, e la tattiche sono imponderabili, assistiamo al campionissimo che parte in fuga da distanze siderali, una volta follia solo pensarlo, magli gialle e rosa che vanno all'attacco a prescindere, non esistono copioni prestabiliti e in ogni fase di corsa può succedere qualunque cosa, anche attacchi di uno o più big a 60 km dal traguardo, ruoli e gradi stravolti anche in corsa e tattiche in divenire, come il velocista che tira la volata al propio gregario (che oggi spesso è un velocista anch'esso ma di livello inferiore) che in quel momento si sente meglio.
Comunque io, al contrario di te, ero per l'impossibilità di misurare la forza in base alle semplici qualità dei giocatori, per quello ricorrevo al palmares per gli sport individuali, per quelli di squadra lo ritengo molto difficile, a meno che via sia un'evidente sproporzione di valori. Comunque, seguendo il tuo ragionamento, se per un campione il valore è dato dalla summa delle sue qualità, anche per 2 giocatori di basket in ruoli diversi fai questa somma: percentuali di tiro, abilita nello smarcamento, visione di gioco e assist, leadership in campo, freddezza nei momenti cruciali. Per il ciclismo, che dici sempre uguale, oggi, e faccio solo un esempio, un velocista, anche fosse fortissimo, ma non ha le qualità per tenere ritmi di corsa sempre più al limite (quando una volta viaggiavano a velocità scampagnata), vincerà pochissimo in relazione alle potenzialità di sprinter puro rispetto al passato.