Un rituale del genere in una popolazione primitiva (seppur così evoluta nel suo rapporto con la natura) permetteva all'individuo di accedere a blocchi di libido altrimenti inaccessibili, rendendolo così capace di metabolizzare le sue attività future e, di conseguenza, di dominare l'ambiente circostante.
Che la tua associazione logica spontanea ci porti esempio di questo rituale di passaggio terribile nella modalità ma fondamentale per il passaggio all'età adulta, in funzione del matrimonio presente (di tua cugina) e di quello futuro (tuo), è molto, molto interessante.
Drogato_di_porno è vincolato ad una tribù di stampo matriarcale, ed in questo caso un'elemento del gruppo dotato di discreto potere fa valere il suo diritto di dirigere il nostro malcapitato verso una vagina accuratamente scelta sulla base di criteri più collettivi che personali.
Tuttavia, il nostro, si mantiene aggrappato alla sua immagine (concordo con Mavco) pur di resistere al suo totale asservimento. Tituba, e le sue parole ci lasciano intendere che sta per prepararsi all'evento, ma non sappiamo le sue effettive intenzioni.
Non sappiamo se vincerà la battaglia trasformandosi in Drogato_di_figa, passando dall'attività (auto)masturbatoria a quella erotica e padrona di sè, imponendo i valori del patriarcato, del suo patriarcato.
Qui si spiega anche in un punto di vista differente la rivalità con Helmut (e ancora concordo con Mavco): il Logos, il Verbo, l'Architetto, la Birra e le Puttane sono immagini plasmate dall'accesso al pensiero razionale (o almeno si vorrebbe) tipicamente maschile ed emancipato dall'influsso delle matrone.
Che il nostro Drugat non si genufletterebbe, fermandosi al primo passaggio, ma concretizzerebbe il suo immenso patrimonio umano in forma addirittura individuale piuttosto che maschile ma collettiva, è probabile.
Ma per ora sappiamo che non ha ancora affrontato la battaglia per dimostrare di essere un valoroso.

Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.
Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.