[O.T.] l'onere inverso della prova applicato alla religione
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- jhonnybuccia
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Re: [O.T.] l'onere inverso della prova applicato alla religi
quante belle pagine di interessantissimo e argomentatissimo nulla.
incerto al 76%.
- Painkiller
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Re: [O.T.] l'onere inverso della prova applicato alla religi
Ho citato i sentimenti per fare un esempio di una cosa che esiste ma non è conoscibile scientificamente (a quanto mi risulta, se tu hai ricerche che affermano il contrario ti sarei grato se le postassi).Bonaventura ha scritto:
Un piccolo p.s. per chi ha scritto che i sentimenti esistono ma non sono dimostrabili scientificamente: mai sentito parlare di neurologia? Inconscio? Sociologia? etc.etc.etc... I sentimenti sono un prodotto umano troppo umano (come direbbe zio Friederich), non portatemi per favore come prova ontologica il fatto che ci si commuove davanti un tramonto o alla bellezza del creato altrimenti, come dicevamo da bambini quando giocavamo alla lotta, "vale tutto"...
Per il resto non ho nessuna intenzione di dimostrare l'esistenza di Dio in alcun modo, anzi, ho cercato per anni di dimostrarne l'inesistenza e ancora adesso sarei felicissimo se qualcuno ci riuscisse.

- Painkiller
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Re: [O.T.] l'onere inverso della prova applicato alla religi
Mica tanto.jhonnybuccia ha scritto:quante belle pagine di interessantissimo e argomentatissimo nulla.
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Re: [O.T.] l'onere inverso della prova applicato alla religi
Stavo raccogliendo un pò di materiali e di idee per dire la mia sull'argomento, quando mi sono imbattuto in una serie di scritti (tutti di uno stesso autore) veramente ma veramente interessanti. Non saprei aggiungere nulla di più, pertanto mi limito a postarvi il link ad uno di quelli che mi sembra più pertinente. Vi raccomando però caldamente di dare un'occhiata anche agli altri.
http://www.pluchino.it/blablabla/SULLE- ... -SACRA.pdf
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Re: [O.T.] l'onere inverso della prova applicato alla religi
Nein grazie.......... troppo metafisico e masturbatorio!
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Che fu sì altiera al mondo e sì orgogliosa »
Ariosto "Orlando furioso"
Morte Rodomonte.
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Re: [O.T.] l'onere inverso della prova applicato alla religi
Per Bonaventura
A mio parere gli errori che fai sono questi:
Errore1:
Tu dici
Esempio: se dico che il cielo NON è blu, devo dimostrarlo già nel momento in cui lo dico - come devo dimostrarlo se dico che il cielo È blu.
Errore2:
tu stesso postuli che religione e scienza necessitino di espistemologie differenti, e poi appena si esce dalla filosofia e si arriva alla teologia ti stupisci che il paradigma di riferimento diventa improvvisamente non scientifico??? (Per l"incoerente al proprio interno" chiedo delucidazioni)
Inoltre:
A mio parere gli errori che fai sono questi:
Errore1:
Tu dici
ed a mio parere l'errore già sta qui; tu presupponi a priori di parlare di cose immaginarie, ma in Logica l'"immaginario" non esiste, este solo il vero e il non vero. Su questo bisogna discutere, e non si può chiedere dimostrazione solo a chi asserisce "A", e non a chi asserisce "¬ A".Bonaventura ha scritto: tanto a chi sostiene che una cosa immaginaria esiste quanto che una cosa immaginaria non esiste
Esempio: se dico che il cielo NON è blu, devo dimostrarlo già nel momento in cui lo dico - come devo dimostrarlo se dico che il cielo È blu.
Errore2:
tu stesso postuli che religione e scienza necessitino di espistemologie differenti, e poi appena si esce dalla filosofia e si arriva alla teologia ti stupisci che il paradigma di riferimento diventa improvvisamente non scientifico??? (Per l"incoerente al proprio interno" chiedo delucidazioni)
Inoltre:
I sentimenti esistono ma non sono dimostrabili scientificamente: la neurologia non dimostra scientificamente i sentimenti e nemmeno gli interessa; l'inconscio non è una teoria, è parte di un sistema, e come tale proprio non sta a dimostrare nulla. La sociologia proprio non mi sembra essere nè scientifica nè trattare i sentimenti.Bonaventura ha scritto: Un piccolo p.s. per chi ha scritto che i sentimenti esistono ma non sono dimostrabili scientificamente: mai sentito parlare di neurologia? Inconscio? Sociologia? etc.etc.etc...
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Re: [O.T.] l'onere inverso della prova applicato alla religi
jhonnybuccia ha scritto:quante belle pagine di interessantissimo e argomentatissimo nulla.

"Per vivere con onore bisogna struggersi, turbarsi, battersi, ricominciare da capo e buttare via tutto,
e di nuovo ricominciare a lottare e perdere eternamente."
"Un gourmet che pensa alle calorie è come una puttana che guarda l'orologio."
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Re: [O.T.] l'onere inverso della prova applicato alla religi
Stef ha scritto:jhonnybuccia ha scritto:quante belle pagine di interessantissimo e argomentatissimo nulla.


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Re: [O.T.] l'onere inverso della prova applicato alla religi
jhonnybuccia ha scritto:quante belle pagine di interessantissimo e argomentatissimo nulla.
Quoto. Infatti si parla di dio e di religione. Quindi si parla di interessantissimo e argomentatissimo nulla

Qui habet, dabitur ei. E comunque: Stikazzi
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Re: [O.T.] l'onere inverso della prova applicato alla religi
/threadjhonnybuccia ha scritto:quante belle pagine di interessantissimo e argomentatissimo nulla.
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)
[url=http://www.youtube.com/watch?v=b63FTD58nKU]Un posticino tutto speciale[/url]
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Re: [O.T.] l'onere inverso della prova applicato alla religi
Freschissimo vincitore del premio Ig Nobel per il management!Pensiero Dominante ha scritto:Stavo raccogliendo un pò di materiali e di idee per dire la mia sull'argomento, quando mi sono imbattuto in una serie di scritti (tutti di uno stesso autore) veramente ma veramente interessanti. Non saprei aggiungere nulla di più, pertanto mi limito a postarvi il link ad uno di quelli che mi sembra più pertinente. Vi raccomando però caldamente di dare un'occhiata anche agli altri.
http://www.pluchino.it/blablabla/SULLE- ... -SACRA.pdf

MANAGEMENT PRIZE: Alessandro Pluchino, Andrea Rapisarda, and Cesare Garofalo of the University of Catania, Italy, for demonstrating mathematically that organizations would become more efficient if they promoted people at random.
REFERENCE: “The Peter Principle Revisited: A Computational Study,” Alessandro Pluchino, Andrea Rapisarda, and Cesare Garofalo, Physica A, vol. 389, no. 3, February 2010, pp. 467-72.
http://improbable.com/ig/winners/#ig2010
Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)
Re: [O.T.] l'onere inverso della prova applicato alla religi
a mio parere molta confusione deriva dall'aver voluto separare la conoscenza dall'esperienza e la ragione dal sentimento.
"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw
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Re: [O.T.] l'onere inverso della prova applicato alla religi
Sul Principio di Peter francamente non mi sono soffermato, per ora mi sono letto i saggi su Scienza Sacra, Superorganismi, Immortalità e Teilhard de Chardin. Ora però ho bisogno di staccare... me ne andrò un pò su "Cazzi dei Forumisti".Blif ha scritto:
Freschissimo vincitore del premio Ig Nobel per il management!![]()
MANAGEMENT PRIZE: Alessandro Pluchino, Andrea Rapisarda, and Cesare Garofalo of the University of Catania, Italy, for demonstrating mathematically that organizations would become more efficient if they promoted people at random.
REFERENCE: “The Peter Principle Revisited: A Computational Study,” Alessandro Pluchino, Andrea Rapisarda, and Cesare Garofalo, Physica A, vol. 389, no. 3, February 2010, pp. 467-72.
http://improbable.com/ig/winners/#ig2010
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Re: [O.T.] l'onere inverso della prova applicato alla religi
edit
Ultima modifica di Bonaventura il 07/10/2010, 0:01, modificato 1 volta in totale.
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Re: [O.T.] l'onere inverso della prova applicato alla religi
@ gambo:
Su errore 1:
Sostituire "immaginarie" con "vere" non sposta di una virgola il ragionamento. Il tuo esempio del cielo blu e non blu è calzante fino al punto in cui implica che paradigmi differenti devono avere entrambi assiomi (e sulla base di questi regole e oneri di prova) per poter essere sostenuti, ma qui stiamo parlando del fatto che io dico "eccoti il cielo", di colore vuoi ma il cielo lo vediamo sia tu che io, mentre tu mi dici "eccoti il cielo" e quando io ti dico "si lo vedo" tu mi aggiungi "se non fosse un'altra cosa che tu non vedi ma io si non ci sarebbe il cielo"...
Su errore 2:
se si parla di "onere di prova" bisogna mettersi d'accordo su cosa va fornito. Qui manca un tassello fondamentale: io non mi aspetto una prova scientificamente misurabile, riproducibile in laboratorio etc, ma un'argomentazione che dimostri incontrovertibilmente che, laddove abbiamo il postulato "dio" questo sia l'unica risposta metafisicamente possibile. Sennò ricadiamo nel nominalismo di cui sopra.
Sull'incoerenza della teologia mi sembra superfluo dilungarsi: chi sostiene di voler avvalorare tesi non scientifiche cercando riscontri accettati scientificamente già si muove per definizione su un paradigma non coerente. E' come se volessimo misurare in metri il vuoto e dove non tornano i conti mettere noi i numerini mancanti, pretendendo che contestualmente si modificassero tutte le distanze di ciò che si è misurato empiricamente fino a quel momento.
Sui sentimenti: la neurologia sta sempre più dimostrando come fenomeni emotivi e fisiologici siano connessi, quindi se la parte che vedo è quella fisica e quella che non vedo è quella emotiva sono portato ad immaginare che la prima generi la seconda e non che la seconda, magicamente creata, sia a sé stante rispetto alla prima. L'inconscio è una teoria, ed è una delle possibili spiegazioni dell'origine dei sentimenti. La sociologia, che è una disciplina, l'ho citata perché spiega come la collettività influenzi credenze e comportamenti individuali che a loro volta interagiscono sul nostro cervello (o sul nostro inconscio, se preferisci) attivando quello che ho già descritto sopra.
Su errore 1:
Sostituire "immaginarie" con "vere" non sposta di una virgola il ragionamento. Il tuo esempio del cielo blu e non blu è calzante fino al punto in cui implica che paradigmi differenti devono avere entrambi assiomi (e sulla base di questi regole e oneri di prova) per poter essere sostenuti, ma qui stiamo parlando del fatto che io dico "eccoti il cielo", di colore vuoi ma il cielo lo vediamo sia tu che io, mentre tu mi dici "eccoti il cielo" e quando io ti dico "si lo vedo" tu mi aggiungi "se non fosse un'altra cosa che tu non vedi ma io si non ci sarebbe il cielo"...
Su errore 2:
se si parla di "onere di prova" bisogna mettersi d'accordo su cosa va fornito. Qui manca un tassello fondamentale: io non mi aspetto una prova scientificamente misurabile, riproducibile in laboratorio etc, ma un'argomentazione che dimostri incontrovertibilmente che, laddove abbiamo il postulato "dio" questo sia l'unica risposta metafisicamente possibile. Sennò ricadiamo nel nominalismo di cui sopra.
Sull'incoerenza della teologia mi sembra superfluo dilungarsi: chi sostiene di voler avvalorare tesi non scientifiche cercando riscontri accettati scientificamente già si muove per definizione su un paradigma non coerente. E' come se volessimo misurare in metri il vuoto e dove non tornano i conti mettere noi i numerini mancanti, pretendendo che contestualmente si modificassero tutte le distanze di ciò che si è misurato empiricamente fino a quel momento.
Sui sentimenti: la neurologia sta sempre più dimostrando come fenomeni emotivi e fisiologici siano connessi, quindi se la parte che vedo è quella fisica e quella che non vedo è quella emotiva sono portato ad immaginare che la prima generi la seconda e non che la seconda, magicamente creata, sia a sé stante rispetto alla prima. L'inconscio è una teoria, ed è una delle possibili spiegazioni dell'origine dei sentimenti. La sociologia, che è una disciplina, l'ho citata perché spiega come la collettività influenzi credenze e comportamenti individuali che a loro volta interagiscono sul nostro cervello (o sul nostro inconscio, se preferisci) attivando quello che ho già descritto sopra.