A me suscita quasi lo stesso effetto anche solo a pensarlo.Gabriele79 ha scritto:uno schizzo di sciolta dritto nell'ugola... mi domando come non si possa vomitare all'istante
Ma se ció avviene tra persone consenzienti, francamente me ne infischio.
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Non giudichiamo tutto un popolo solo perche' producono porno cosiddetto di "nicchia"...altrimenti scadiamo nel solito conformismo etnologico (siciliani=mafiosi, cinesi=cazzo piccolo, turchi=fumatori etc....)balkan wolf ha scritto:certo che il tuo sangue krukko si è proprio annaquato... ma neanche una "golia" piccola piccola? un tarzanellino? uno skizzetto di sciolta?
esattamente.balkan wolf ha scritto:io critico il "la merda fa schifo punto" ( indimostrabile ) non il "la merda fa schifo a me" ( fattacci tuoi ovv. )...
chiedi a estdipendente (Gabriele79 ha scritto:Solo una domanda, un po' provocatoria.
E quando è una figa che puzza, magari pelosissima, per nulla curata, mai usato detergente intimo o lavande, ecc.?
balkan wolf ha scritto:tornando alla merda non credo che le dinamiche che la circondano a livello sessuale considerino molto il problema puzza
danny ha scritto:dall'autobiografia di santa margherita maria alacoque:
http://it.wikipedia.org/wiki/Margherita_Maria_Alacoque
Nella sua autobiografia raccontó che a partire dal 27 dicembre 1673, giorno di San Giovanni Evangelista, colui che secondo il vangelo aveva appoggiato il capo sul cuore di Cristo, le apparve ripetute volte Gesù mostrandole il suo Sacro Cuore. Da allora Margherita Maria per ben 17 anni avrebbe avuto colloqui con Dio che, nel chiamarla "discepola prediletta", le avrebbe rivelato i "segreti del suo cuore divino", ed insegnato la "scienza dell'amore".
Ella scrisse:
« Ero talmente schifiltosa, che la minima sporcizia mi sconvolgeva lo stomaco. Lui mi rimproveró tanto su questo punto, che una volta, volendo pulire il vomito d'una malata, non riuscii a impedirmi di farlo con la lingua e di mangiarlo, dicendogli: «Se avessi mille corpi, mille amori, mille vite, io li immolerei per esservi schiava». E allora trovai in quell'azione tali delizie, che avrei voluto trovarne di simili ogni giorno, per imparare a vincermi, senza altro testimone che Dio. »
« E una volta in cui ero stata colta da nausea mentre accudivo una malata che aveva la dissenteria, mi rimproveró così aspramente, che, per riparare a questa colpa, mi vidi costretta, mentre andavo a buttare via ció che quella aveva fatto, a bagnarvi a lungo la lingua dentro e a riempirmene la bocca. Avrei ingoiato tutto se Lui non mi avesse ricordato l'obbedienza, che non mi permetteva di mangiare nulla senza permesso. Dopodichè mi disse: « Sei davvero pazza a fare queste cose!». Io gli risposi: «O mio Signore, lo faccio per farvi piacere e conquistare il vostro cuore divino, che spero non mi rifiuterete. Ma Voi, mio Signore, cosa non avete fatto per conquistare il cuore degli uomini e, nonostante ció, loro ve lo rifiutano e molto spesso vi cacciano via» »
« E tenevo le corde strette così a lungo, che s'immergevano profondamente nella mia carne, che vi ricresceva sopra, e riuscivo a strapparle solo con molta violenza e crudeli dolori; lo stesso facevo con le catenelle che legavo alle braccia e che toglievo portandomi via pezzi di carne. Dormivo sopra un asse o sopra bastoni nodosi, e poi mi battevo con la disciplina, cercando rimedio ai conflitti e ai dolori che sentivo dentro me. Tutto quanto potevo soffrire esteriormente, sebbene le umiliazioni e le contraddizioni di cui ho parlato prima fossero continue e aumentassero invece di diminuire, mi pareva un sollievo in confronto alle pene che soffrivo dentro me e che mi facevo violenza per sopportare in silenzio e tenere nascoste, come il mio buon Maestro m'insegnava. »
« Oh, mio unico amore, quanto vi sono grata per avermi protetta sin dalla prima gioventù, divenendo signore e padrone del mio cuore, pur sapendo che questo vi avrebbe opposto una strenua resistenza! Non appena ho appreso a conoscermi, Voi avete mostrato alla mia anima la bruttezza del peccato, così imprimendo un tale orrore nel mio cuore, che ogni minima macchia mi causava un tormento insopportabile; e per acquietare la vivacità della mia infanzia bastava che mi dicessero che offendeva Dio. Ció mi fermava subito e mi faceva desistere da quanto avevo voglia di fare. E senza sapere cosa volessero esattamente dire, mi Sentivo di continuo forzata a pronunciare queste parole: «O mio Dio, vi consacro la mia purezza e vi faccio voto di perpetua castità ». E una volta le pronunciai tra le due elevazioni della Santa Messa, che, come al solito, ascoltavo a ginocchia nude nonostante il freddo che poteva fare. Non capivo cos avevo fatto nè cosa voleva dire la parola «voto», tantomeno voto di castità ; la mia vera inclinazione era nascondermi in un bosco e me lo impediva solo il timore di potervi incontrare degli uomini. »