Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
In questi giorni si fa un gran parlare dei femminicidi puntando tutto sul patriarcato e sull'uomo bianco panzone ma quasi zero commistione con il nuovo che avanza.
Poco fa ascoltavo un elenco di come la maggior parte dei reati, relativamente alla popolazione presente, sia commessa da immigrati.
Insomma, quando si guarda ad esempio la tipologia di reato contro il patrimonio si nota che nel 70% dei casi è opera di italiani per il 30% da stranieri.
Il punto è che gli stranieri sono solo l'8% della popolazione ergo il loro impatto sui numeri è relativamente più alto. (molto più alto). Dovrebbe essere l'8% non il 30%.
In più vorrei capire: gli stranieri con cittadinanza italiana in quale categoria sono inseriti? Ho il leggerissimo dubbio che siano conteggiati come "italiani" falsando ulteriormente il dato.
Un po' come scoprire che il casino di questi giorni a Milano sia colpa degli italiani. Tecnicamente si, ma sappiamo tutti che a fare casino sono italiani di seconda generazione.
Siccome in questo discorso si parlava soprattutto di violenza sulle donne/femminicidi ecco che la solita femminista di sinistra che chiude gli occhi sul "maschilismo" (io lo chiamo così, non patriarcato) di natura religiosa dei "nuovi italiani" faceva presente che in questa specifica categoria la maggior parte dei delitti è commessa da italiani. (anche qui vorrei capire se parlava in termini assoluti o relativi e se i "nuovi italiani" sono conteggiati tra gli italiani).
Ma facciamo finta che quell'8% di stranieri commetta meno dell'8% dei femminicidi.
Bene, a sto punto dico la mia opinione.
I casi Turetta, Impagniatello ecc. ecc. sono figli dell'emancipazione femminile. Mi spiego meglio. La donna italiana/occidentale tende, giustamente, a non accettare di vivere sottomessa o di sentirsi proprietà del proprio marito/fidanzato e la conseguente reazione del minus habens che sfocia in un femminicidio diventa così più probabile.
Diverso il discorso se si guarda alla donna "islamica" che accettando di fatto di fare "la donna del padrone" riduce notevolmente le reazioni di chi "comanda". C'è quindi più patriarcato da combattere in un modo di vivere nuovo per l'Europa che non in un singolo delitto slegato da tutto.
Insomma i casi come quello di Samira non sono meno dei casi Giulia perchè gli italiani sono peggiori perchè figli del patriarcato ma solo perchè la convivenza ha regole diversamente accettate dalle possibili vittime.
La Giulia non sta al "suo posto" e finisce per essere ammazzata, la donna musulmana sta al "suo posto" e non succede nulla.
Chiaramente non mi appoggio su nessuno studio della società (magari esiste) ma mi pare ovvio il motivo per cui finisca in tragedia più spesso un rapporto tra uomo/donna occidentale che non nel mondo islamico.
Ma chi vuole combattere il patriarcato dovrebbe mettere il focus sul "nuovo che avanza" non farsi distrarre dai residui del patriarcato occidentale. (che non scomparirà comunque con le campagne di sensibilizzazione).
Qua si sta trasformando la società occidentale europea in un mondo culturalmente arretrato ma il focus continua ad essere il Turetta di turno.
In conclusione chi si è buttato in questa battaglia contro il patriarcato dovrebbe evitare di chiudere gli occhi sul maschilismo che avanza complice l'aumento degli immigrati non nascondersi dietro a dati che spiegano poco la realtà dei rapporti di coppia/famiglia nel mondo odierno.
My 4 cent.
Poco fa ascoltavo un elenco di come la maggior parte dei reati, relativamente alla popolazione presente, sia commessa da immigrati.
Insomma, quando si guarda ad esempio la tipologia di reato contro il patrimonio si nota che nel 70% dei casi è opera di italiani per il 30% da stranieri.
Il punto è che gli stranieri sono solo l'8% della popolazione ergo il loro impatto sui numeri è relativamente più alto. (molto più alto). Dovrebbe essere l'8% non il 30%.
In più vorrei capire: gli stranieri con cittadinanza italiana in quale categoria sono inseriti? Ho il leggerissimo dubbio che siano conteggiati come "italiani" falsando ulteriormente il dato.
Un po' come scoprire che il casino di questi giorni a Milano sia colpa degli italiani. Tecnicamente si, ma sappiamo tutti che a fare casino sono italiani di seconda generazione.
Siccome in questo discorso si parlava soprattutto di violenza sulle donne/femminicidi ecco che la solita femminista di sinistra che chiude gli occhi sul "maschilismo" (io lo chiamo così, non patriarcato) di natura religiosa dei "nuovi italiani" faceva presente che in questa specifica categoria la maggior parte dei delitti è commessa da italiani. (anche qui vorrei capire se parlava in termini assoluti o relativi e se i "nuovi italiani" sono conteggiati tra gli italiani).
Ma facciamo finta che quell'8% di stranieri commetta meno dell'8% dei femminicidi.
Bene, a sto punto dico la mia opinione.
I casi Turetta, Impagniatello ecc. ecc. sono figli dell'emancipazione femminile. Mi spiego meglio. La donna italiana/occidentale tende, giustamente, a non accettare di vivere sottomessa o di sentirsi proprietà del proprio marito/fidanzato e la conseguente reazione del minus habens che sfocia in un femminicidio diventa così più probabile.
Diverso il discorso se si guarda alla donna "islamica" che accettando di fatto di fare "la donna del padrone" riduce notevolmente le reazioni di chi "comanda". C'è quindi più patriarcato da combattere in un modo di vivere nuovo per l'Europa che non in un singolo delitto slegato da tutto.
Insomma i casi come quello di Samira non sono meno dei casi Giulia perchè gli italiani sono peggiori perchè figli del patriarcato ma solo perchè la convivenza ha regole diversamente accettate dalle possibili vittime.
La Giulia non sta al "suo posto" e finisce per essere ammazzata, la donna musulmana sta al "suo posto" e non succede nulla.
Chiaramente non mi appoggio su nessuno studio della società (magari esiste) ma mi pare ovvio il motivo per cui finisca in tragedia più spesso un rapporto tra uomo/donna occidentale che non nel mondo islamico.
Ma chi vuole combattere il patriarcato dovrebbe mettere il focus sul "nuovo che avanza" non farsi distrarre dai residui del patriarcato occidentale. (che non scomparirà comunque con le campagne di sensibilizzazione).
Qua si sta trasformando la società occidentale europea in un mondo culturalmente arretrato ma il focus continua ad essere il Turetta di turno.
In conclusione chi si è buttato in questa battaglia contro il patriarcato dovrebbe evitare di chiudere gli occhi sul maschilismo che avanza complice l'aumento degli immigrati non nascondersi dietro a dati che spiegano poco la realtà dei rapporti di coppia/famiglia nel mondo odierno.
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Dòni, sa tirìa e cul indrìa, la capela la'n va avantei / Donne, se tirate il culo indietro, la cappella non va avanti. BITLIS
Quando la fatica supera il gusto e ora di lasciar perdere la Patacca e attaccarsi al lambrusco. Giacobazzi
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Mamma mia che tristezza. Sempre il “dicono che… ma dovrebbero invece guardare a…”
Io le persone che conosco che sono contro il maschilismo sociale, così non diciamo patriarcato, sono incidentalmente anche per promuovere politiche di accoglienza e integrazione degli immigrati e non negano certo che ce ne sarebbe un gran bisogno. Magari sono anche contro la fame nel mondo e per i diritti delle donne iraniane. Ma che c’entra comunque con i buchi neri della nostra società?
E arrivo al triste discorso su Turetta / Cecchettin, che è lo stesso che fanno anche in Iran o Arabia Saudita: tenere le donne “al loro posto” è il sistema più sicuro per proteggerle. E anche questa idea della Cecchettin di lasciare il fidanzato non a caso non è consentita nemmeno in Pakistan o in Yemen.
Mi piacerebbe una società che si adoperasse per rendere le donne libere e sicure, che guardasse ai modelli di Svezia o Islanda, non del Bangladesh o Oman, piena di cinquantenni panzoni che spiegano alle donne come stare al loro posto
Io le persone che conosco che sono contro il maschilismo sociale, così non diciamo patriarcato, sono incidentalmente anche per promuovere politiche di accoglienza e integrazione degli immigrati e non negano certo che ce ne sarebbe un gran bisogno. Magari sono anche contro la fame nel mondo e per i diritti delle donne iraniane. Ma che c’entra comunque con i buchi neri della nostra società?
E arrivo al triste discorso su Turetta / Cecchettin, che è lo stesso che fanno anche in Iran o Arabia Saudita: tenere le donne “al loro posto” è il sistema più sicuro per proteggerle. E anche questa idea della Cecchettin di lasciare il fidanzato non a caso non è consentita nemmeno in Pakistan o in Yemen.
Mi piacerebbe una società che si adoperasse per rendere le donne libere e sicure, che guardasse ai modelli di Svezia o Islanda, non del Bangladesh o Oman, piena di cinquantenni panzoni che spiegano alle donne come stare al loro posto
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Ero sicuro che non fossi d'accordo. Forse non ci hai nemmeno capito nulla.
Già il tuo incipit che cazzo significa.
Il succo del mio discorso era una mia opinione su quale patriarcato (così ti faccio contento) concentrarsi, quindi nessun "dicono". (ho solo specificato che la mia opinione si basa sulla mia percezione del mondo che ci circonda)
Tempo due righe e infatti torni a parlare del Turetta come esempio del patriarcato. Che esiste santo DIo. Ma basta con ste battaglie contro i mulini a vento per evitare di parlare del problema vero. Non è infatti il problema principale in una Europa che si sta islamizzando. (con la religione USATA per mantenere le donne al loro posto)
Della società a cui sono abituati i nuovi italiani non ti frega un cazzo se quando si parla del problema tiri fuori il Turetta. (come fanno tutti da quando è salita alla ribalta la "lotta al patriarcato").
La regola, che è insita nella società islamica è il problema su cui mettere il focus se nello stesso tempo vogliamo accogliere persone con questa cultura medioevale.
è la regola che puoi, devi, modificare, non la presenza del Turetta che serve solo per frignare contro il panzone bianco cinquantenne.
P.s. Che poi non ho capito. Cosa ti fa "tristezza" del mio discorso? Se penso che la lotta al patriarcato (tanto cara ad altri) debba focalizzarsi su altre priorità ti da così tanta uggia da usare la parola tristezza?
Ti da fastidio che sia politicamente scorretto verso il mondo islamico? (almeno la parte che ancora oggi decide vita morte e miracoli dell'altra metà del cielo?)
Che è enormemente più ampia rispetto alla presenza di qualche Turetta?
Già il tuo incipit che cazzo significa.
Il succo del mio discorso era una mia opinione su quale patriarcato (così ti faccio contento) concentrarsi, quindi nessun "dicono". (ho solo specificato che la mia opinione si basa sulla mia percezione del mondo che ci circonda)
Tempo due righe e infatti torni a parlare del Turetta come esempio del patriarcato. Che esiste santo DIo. Ma basta con ste battaglie contro i mulini a vento per evitare di parlare del problema vero. Non è infatti il problema principale in una Europa che si sta islamizzando. (con la religione USATA per mantenere le donne al loro posto)
Della società a cui sono abituati i nuovi italiani non ti frega un cazzo se quando si parla del problema tiri fuori il Turetta. (come fanno tutti da quando è salita alla ribalta la "lotta al patriarcato").
La regola, che è insita nella società islamica è il problema su cui mettere il focus se nello stesso tempo vogliamo accogliere persone con questa cultura medioevale.
è la regola che puoi, devi, modificare, non la presenza del Turetta che serve solo per frignare contro il panzone bianco cinquantenne.
P.s. Che poi non ho capito. Cosa ti fa "tristezza" del mio discorso? Se penso che la lotta al patriarcato (tanto cara ad altri) debba focalizzarsi su altre priorità ti da così tanta uggia da usare la parola tristezza?
Ti da fastidio che sia politicamente scorretto verso il mondo islamico? (almeno la parte che ancora oggi decide vita morte e miracoli dell'altra metà del cielo?)
Che è enormemente più ampia rispetto alla presenza di qualche Turetta?
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
La semplificazione "coprirsi volto e testa con velo, chador e burqa fa parte della loro religione" è un ottimo modo per giustificare la sottomissione. Perché "gli altri" mai si sognerebbero di giustificare i Turretta vari. Dopodiché i Turretta esistono e non solo vanno condannati ma devono esserlo in modo esemplare e il più pubblico possibile. E qui ci vorrebbe un pò di prevenzione ed attenzione in più. Ieri non richiesto per mia figlia mi sono sparato 200 km in auto e 150 ne farò tra 2 ore. Per me nulla di tremendo ma purtroppo pur non vivendo nella più violenta delle società non siamo neanche esenti dal pericolo in modo assoluto. I Turretta però non fanno regola, la sottomissione delle donne con l'islam si
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
"Sottomissione" (che non è la missione di Sotto
) è una categoria astratta.
Intendo che per una personalità disturbata anche una donna sottomessa non lo è mai abbastanza.
Vedi anche il caso Carol Maltesi.
Sullo "spiegare come stare al proprio posto", purtroppo, tutti lo fanno. Anche chi ha la pretesa di dire agli altri cosa vuol dire essere liberi, di omologarsi alla propria idea di libertá.
Aggiungo che la volontà di fare il bene degli altri non è sufficiente e la convinzione di fare il bene degli altri è addirittura deleteria. Senza la disponibilitá ad accettare un modo diverso dal proprio di intendere le cose, non si può aiutare in nessun modo l'autodeterminazione del prossimo (manco la propria, ma lasciamo perdere), semplicemente si vorrebbe che gli altri incarnassero la propria idea di quel che è giusto, e pur con i migliori intenti consapevoli, è una delle principali catene con cui si rendono schiavi gli altri.

Intendo che per una personalità disturbata anche una donna sottomessa non lo è mai abbastanza.
Vedi anche il caso Carol Maltesi.
Sullo "spiegare come stare al proprio posto", purtroppo, tutti lo fanno. Anche chi ha la pretesa di dire agli altri cosa vuol dire essere liberi, di omologarsi alla propria idea di libertá.
Aggiungo che la volontà di fare il bene degli altri non è sufficiente e la convinzione di fare il bene degli altri è addirittura deleteria. Senza la disponibilitá ad accettare un modo diverso dal proprio di intendere le cose, non si può aiutare in nessun modo l'autodeterminazione del prossimo (manco la propria, ma lasciamo perdere), semplicemente si vorrebbe che gli altri incarnassero la propria idea di quel che è giusto, e pur con i migliori intenti consapevoli, è una delle principali catene con cui si rendono schiavi gli altri.
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Mmmh .... i Turetta temo siano solo le punte dell'iceberg (per fortuna!). Ancora troppa ne avverto intorno, soffusa ma presente, di mentalità maschilista e retrograda.
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
+1Salieri D'Amato ha scritto: ↑28/11/2024, 10:37Mmmh .... i Turetta temo siano solo le punte dell'iceberg (per fortuna!). Ancora troppa ne avverto intorno, soffusa ma presente, di mentalità maschilista e retrograda.
E nell'Islam non è poi così la regola.
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Beh concordo, anche perché molti non separano la fantasia dalla realtá, ed in una visione egoriferita la volontà della donna non esiste.
Esempio: io posso avere una fantasia su una donna. E ci sta.
Però ho sentito gente dire a voce alta:"io me la sarei scopata", "se fossi lì me la chiaverei", ecc., non contemplando neanche per sbaglio l'idea del rifiuto. No, se lui è lì se la bomba, a prescindere.
Esempio: io posso avere una fantasia su una donna. E ci sta.
Però ho sentito gente dire a voce alta:"io me la sarei scopata", "se fossi lì me la chiaverei", ecc., non contemplando neanche per sbaglio l'idea del rifiuto. No, se lui è lì se la bomba, a prescindere.
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Io sono il primo, ripeto, a chiedere un cambio di passo sulla violenza di genere. Ma questo iceberg a me non sembra così tale. Certo, fosse anche l'1% non andrebbe bene, ma sempre 1% è facendo ovviamente clamore. L'iceberg che non vedi (tranne quando si va nei centri commerciali e si vedono decine e decine di donne col burqa) è quello dell'islam dove ribellarsi non è materialmente possibile. Se si vuole paragonare le spose bambine, le yazide rapite, le mogli donate ai miliziani dello stato islamico e tutto ciò che anche da noi ha una coda come dice giustamente sottodi9 agli svalvolati nostrani che ti posso dire, va bene dai.....Salieri D'Amato ha scritto: ↑28/11/2024, 10:37Mmmh .... i Turetta temo siano solo le punte dell'iceberg (per fortuna!). Ancora troppa ne avverto intorno, soffusa ma presente, di mentalità maschilista e retrograda.
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
BEI MODELLI DELLA MINCHIAGeishaBalls ha scritto: ↑28/11/2024, 7:20Mamma mia che tristezza. Sempre il “dicono che… ma dovrebbero invece guardare a…”
Io le persone che conosco che sono contro il maschilismo sociale, così non diciamo patriarcato, sono incidentalmente anche per promuovere politiche di accoglienza e integrazione degli immigrati e non negano certo che ce ne sarebbe un gran bisogno. Magari sono anche contro la fame nel mondo e per i diritti delle donne iraniane. Ma che c’entra comunque con i buchi neri della nostra società?
E arrivo al triste discorso su Turetta / Cecchettin, che è lo stesso che fanno anche in Iran o Arabia Saudita: tenere le donne “al loro posto” è il sistema più sicuro per proteggerle. E anche questa idea della Cecchettin di lasciare il fidanzato non a caso non è consentita nemmeno in Pakistan o in Yemen.
Mi piacerebbe una società che si adoperasse per rendere le donne libere e sicure, che guardasse ai modelli di Svezia o Islanda, non del Bangladesh o Oman, piena di cinquantenni panzoni che spiegano alle donne come stare al loro posto
"Il paradosso dei Paesi nordici, primi per parità ma indietro sulla violenza di genere"
https://alleyoop.ilsole24ore.com/2022/0 ... i-nordici/
https://tg24.sky.it/cronaca/2023/11/24/ ... uropa-dati
https://www.arcipelagomilano.org/archives/51451Le violenze sessuali in Italia sono in crescita. Nel 2013, guardando ai dati raccolti dal Ministero dell’Interno e relativi quindi solamente agli episodi denunciati, se ne contavano 4.448. Nel 2022 si è arrivati a 6.291.
Ma cosa succede negli altri Paesi? Basandosi sulle cifre raccolte fino al 2021 dall’Eurostat, l’Italia non è tra i primi Paesi per numero di violenze sessuali. Lo Stato dove l’incidenza, ogni 100mila abitanti, è più alta è la Svezia, che supera i 200 casi. Dietro ci sono l’Islanda, sopra i 150, e la Francia, oltre i 100 (Parigi supera di 10 volte la media italiana). Poi ancora Danimarca, Novergia, Finlandia, Belgio. Va detto però che il confronto tra Paesi in questi casi è particolarmente complesso. Bisogna considerare infatti che i comportamenti che costituiscono reati di violenza sessuale variano da un ordinamento giuridico all’altro. Poi c’è la questione delle denunce. Ci sono realtà, come in Est Europa, dove denunciare è molto complesso e altre, come la Scandinavia, dove invece è più semplice. Anche di questo si è parlato nella puntata del 23 novembre di Numeri, approfondimento di Sky TG24
Se si guarda agli autori (uomini) delle violenze sessuali, lo squilibrio è ancora più marcato: il 40% di chi ha commesso un reato di questo tipo è straniero.

Le persone che conosci non sanno nemmeno leggere il giornale e sono LA CAUSA PRINCIPALE della violenza sulle donne.GeishaBalls ha scritto: ↑28/11/2024, 7:20Io le persone che conosco che sono contro il maschilismo sociale, così non diciamo patriarcato, sono incidentalmente anche per promuovere politiche di accoglienza e integrazione degli immigrati e non negano certo che ce ne sarebbe un gran bisogno. Magari sono anche contro la fame nel mondo e per i diritti delle donne iraniane. Ma che c’entra comunque con i buchi neri della nostra società?
Ultima modifica di giorgiograndi il 28/11/2024, 11:34, modificato 1 volta in totale.
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L’unico comunista o marxista buono, è quello in una tomba senza nome
--
Linegoco: "...e se anche fosse (il fallimento della produzione pornografica) chi se ne importa? Nessuno sano di mente si mette a pagare qualcuno solo perché altrimenti fallisce...è ridicolo, ci si dovrebbe impoverire per arricchire altri?"
--
"Usare questo o quello studio come bandiera per sostenere una tesi piuttosto che l'altra è sbagliato."
--
Oscar: Quello che i miei studi non mi hanno ancora detto con certezza e’ se sono gli italiani a generare PD (senza articolo davanti come sinonimo di sostanza di scarto) o se e’ il PD a generare gli italiani.
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Chiuderlo? È un topic di discussione (OT), nessuno si è mai sognato di postare materiale hard.hermafroditos ha scritto: ↑28/11/2024, 11:24C'è il thread delle 13enni su SZ eh (peraltro non ho mai capito perché resta aperto come se nulla fosse e non si decidano a chiuderlo)
Che poi lì dentro si è sempre fuori tema, si postano notizie sulle 15enni.
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Gargarozzo ha scritto: ↑28/11/2024, 11:32Chiuderlo? È un topic di discussione (OT), nessuno si è mai sognato di postare materiale hard.hermafroditos ha scritto: ↑28/11/2024, 11:24C'è il thread delle 13enni su SZ eh (peraltro non ho mai capito perché resta aperto come se nulla fosse e non si decidano a chiuderlo)
Che poi lì dentro si è sempre fuori tema, si postano notizie sulle 15enni.
Per Hermanuccio la Montessori andava arrestata, altro che Bibbiano. All'equivalente islamico una medaglia ovviamente
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Il paragone con lo Yemen rende ovviamente trascurabile la situazione del “maschilismo sociale” dei nostri paesi, ovviamente. Ma è la tecnica del benaltrismo, che è una modalità triste. Vale anche per sminuire il dolore per la perdita di un cane, confrontandolo a quello della perdita di un figlio (argomento in altro topic)
Il numero di femminicidi in un anno è inferiore alle donne schiacciate mentre attraversano sulle strisce in tre mesi (dico a caso, tanto per capirci ma i morti per incidenti sono molte migliaia e non poche centinaia come le donne uccise dai compagni). E quindi?
Il numero di femminicidi in un anno è inferiore alle donne schiacciate mentre attraversano sulle strisce in tre mesi (dico a caso, tanto per capirci ma i morti per incidenti sono molte migliaia e non poche centinaia come le donne uccise dai compagni). E quindi?
Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Bah, credo che la tecnica della negazione associata al benaltrismo valga più al contrario e questi ultimi scambi in cui addirittura si associa il topic delle tredicenni su superzeta alle donne bambine nei paesi islamici sta a dimostrarlo.
E quindi usiamo le parole giuste, sempre. Un reato è un reato, un problema è un problema, negare il problema non risolve il problema.
E quindi usiamo le parole giuste, sempre. Un reato è un reato, un problema è un problema, negare il problema non risolve il problema.
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