Esatto, e il succo del mio discorso è che il bacino di utenza è legato soltanto in parte alla territorialità (tifosi della squadra della propria città o emigranti).Parakarro ha scritto:il problema è che chi segue il calcio è tifoso e non appassionato.
a parte rare eccezioni le partite di calcio sono pallose come una tappa pianeggiante del giro di lombardia... senza tifo il calcio non se lo fila nessuno..
Il fair-play finanziario è un'enorme cagata
Difatti i club che dall'avvento del calcio in tv fino ad oggi hanno collezionato un gran numero di vittorie, o hanno fatto sfoggio del blasone (o presunto tale, nel caso dell'Inter), hanno aumentato il proprio numero di tifosi raccogliendo consensi anche al di fuori delle mura cittadine.
E sono proprio quei club che si sono indebitati più degli altri: le vittorie non sono state gratuite ma pagate a peso d'oro attraverso un continuo lievitare dei prezzi dei cartellini e degli ingaggi.
In alcuni casi, come quello disastroso del Barcellona, nemmeno uno stadio di proprietà e 175 milioni di diritti tv più un merchandising globale hanno evitato la bancarotta.
As usual la situazione peggiore è in Italia, dove l'unica fonte di guadagno sono i diritti tv.
Udinese e Napoli si salvano soltanto perchè la somma degli ingaggi dei titolari è, per ognuna, inferiore a quello di Ibrahimovic. Ovviamente per il salto definitivo di qualità i campioni vanno acquistati in gran numero e stipendiati, in alternativa vanno formati ma in questo caso la spesa è addirittura maggiore poichè parliamo di miglioramenti alle strutture d'allenamento che possono costare centinaia di milioni d'euro. E il salto di qualità è d'obbligo, perchè se viene meno il bacino d'utenza per tolleranza acquisita (leggi: noia), vengono meno anche i guadagni.