hermafroditos ha scritto: ↑24/02/2024, 19:12
Floppy Disk ha scritto: ↑24/02/2024, 17:00
popolo, non
cittadinanza
ECCO
Questo abuso che si fa della parola "popolo" in lieu di "cittadini"/"cittadinanza" dal 2018 in particolar modo mi perplime non poco, e credo che i famosi analisti si siano occupati troppo poco della problematicità di tale abitudine.
Centinaia di persone sono morte nel corso dei secoli per far sì che si potesse uscire dalle società di antico regime e chiamare "cittadini" ciò che un tempo veniva indicato come generico "volgo". Non solo pare che oggi sia perfettamente accettabile, ma molti paiono rivendicare con orgoglio il loro "essere popolo", "fare parte del popolo".
Io vedo il tutto come un enorme lapsus freudiano collettivo, almeno nel caso dei politici, soprattutto considerando quanto questa parola sia usata a destra: è palese che vedano gli elettori come un mero gregge utile solo a portare voti e consensi, senza aver particolare interesse per i loro diritti.
Essere considerato parte del popolo, un ente indistinto e passivo in cui nascondersi, e non membro di una cittadinanza attiva consapevole è un richiamo ancestrale troppo ghiotto per gli italiani, aggravato poi dal nostro secolare scarso senso sociale, l'unità politica tardiva e la vicinanza della Chiesa Cattolica. Del resto basta guardare il nostro sistema legislativo: a dir poco bizantino, un eterno vetro opaco tra il cittadino e lo Stato in cui spesso e volentieri escono decreti e circolari "interpretative" che erodono potere all'organo legislativo - quello rappresentante della cittadinanza - per darlo ad enti singoli rappresentati da un numero ristretto di persone che così facendo acquisiscono potere, un potere che non verrà mai restituito. Non parliamo poi del sistema giudiziario in cui la discrezionalità del magistrato ha un grosso potere sulla sentenza. In Italia si è eternamente oggetti e non soggetti: dello Stato, delle leggi, della politica, della magistratura, della Chiesa, dell'imprenditore arraffone, persino del vicino di casa che ha la Ferrari anche se fattura 30k quindi contribuisce nel suo piccolo a fottere il Paese ma è tuo compaesano quindi "che ci fa, deve pur tirare avanti". Ecco spiegato l'eterno scollamento tra persona e Stato, un baratro figlio di secoli in cui l'italiano ha per sua convenienza o
obtorto collo piegato la testa. Non è mai colpa nostra, sempre di qualcun altro: le multinazionali, gli speculatori, gli USA, la UE, la NATO, i cinesi, Zelenksy (pagliaccio) e così via.
Ovviamente ci sono aspetti di valore. A livello di intelligenza pura gli italiani credo siano tra i primi al mondo, specie proprio al Sud che non a caso ha sfornato la maggior parte e i migliori uomini e donne dello Stato. Peccato che gran parte di questo talento sia frammentato e diretto in direzioni che come dei boomerang ci tornano indietro per farci male.