pigneto...OSCAR VENEZIA ha scritto:Allora no, avevo capito Esquilino.misha71 ha scritto:io 00176...OSCAR VENEZIA ha scritto:o.t. Sei quasi un mio vicino di casamisha71 ha scritto:io non voglio entrare in polemica ma il casapoundino 'MEDIO' col cazzo che è tollerante.
scusami balkan, io non so se tu li conosci/ci hai a che fare. Io bazzico l'esquilino e prati (dove c'è casa d'italia prati) e la medietà di questi personaggi la vedo quasi quotidianamente...e tranquilli popo nu so'...
[O.T.] In fondo a destra, un posto pulito, illuminato bene
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misha71
"La pretesa della felicità : ecco la grande illusione! Essa complica tutta la vita! Rende la gente così velenosa, canaglia, insopportabile. Non c'è felicità nell'esistenza, non ci sono che dolori più o meno tardivi, segreti, differiti, dissimulati" Cèline
"La pretesa della felicità : ecco la grande illusione! Essa complica tutta la vita! Rende la gente così velenosa, canaglia, insopportabile. Non c'è felicità nell'esistenza, non ci sono che dolori più o meno tardivi, segreti, differiti, dissimulati" Cèline
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non frequento ambienti di destra o estrema destra, non sono nazi ma ho solo una passione apolitica personale per hitler (a livello ossessivo e feticciale)
nel 2005 dei ragazzi di casa pound vennero in un campeggio in toscana dove c'ero anch'io. li conobbi di vista: parlavano sempre della roma e della lazio, di ultras, di scontri, dei poliziotti stronzi. una sera provarono a pestare un negro rasta, roba da poco e disorganizzata 8infatti il negro non si fece niente e i tizi si presero il cazziatone dal guardiano del campeggio).
non ci vedevo molto di culturale in loro e spero che nella loro -casa- ci siano elementi culturalmente più validi o perlomeno squadristi più spietati
nel 2005 dei ragazzi di casa pound vennero in un campeggio in toscana dove c'ero anch'io. li conobbi di vista: parlavano sempre della roma e della lazio, di ultras, di scontri, dei poliziotti stronzi. una sera provarono a pestare un negro rasta, roba da poco e disorganizzata 8infatti il negro non si fece niente e i tizi si presero il cazziatone dal guardiano del campeggio).
non ci vedevo molto di culturale in loro e spero che nella loro -casa- ci siano elementi culturalmente più validi o perlomeno squadristi più spietati
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si vabbè ma peró una volta a un mio amico gli stalinisti del conchetta gli hanno menato e allora dico che i disubba sono cattivi
no no ma va bene così
puttana galera che argomenti
che poi tralaltro qua dentro a poter parlare di estrema destra con cognizione di causa sono in due superflower e harlock ... già io sono troppo fuori dai giri attuali
la posizione classica fiammista futurista mi è sempre sembrata tra le più mobili non pregiudiziali e interessanti del panorama ''estremismo politico italico anni 90-00'' poi chiaramente se da due mesi a casa pound ce sta er teribbile e er catena chiaramente non lo so
peró ho l'impressione che molti parlano senza sapere un beato cazzo
no no ma va bene così
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che poi tralaltro qua dentro a poter parlare di estrema destra con cognizione di causa sono in due superflower e harlock ... già io sono troppo fuori dai giri attuali
la posizione classica fiammista futurista mi è sempre sembrata tra le più mobili non pregiudiziali e interessanti del panorama ''estremismo politico italico anni 90-00'' poi chiaramente se da due mesi a casa pound ce sta er teribbile e er catena chiaramente non lo so
peró ho l'impressione che molti parlano senza sapere un beato cazzo
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
Alan Moore the killing joke
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mr. brownstone ha scritto: una sera provarono a pestare un negro rasta, roba da poco e disorganizzata 8infatti il negro non si fece niente e i tizi si presero il cazziatone dal guardiano del campeggio).
non ci vedevo molto di culturale in loro e spero che nella loro -casa- ci siano elementi culturalmente più validi o perlomeno squadristi più spietati
In effetti....
Questi giovini di oggi, con i telefonini, i computer che ci guardano le zozzerie, non hanno voglia di applicarsi e ci manca la fantasia.
Acchiappi il negro e non riesci a fargli male, va mica bene....
"This machine kills fascists" scritto su tutte le chitarre di Woody Guthrie
Ehi, campione, che cosa è il pugilato?..." la boxe...uhm....la boxe è quella cosa che tutti gli sport cercano di imitare" (S. Liston)
"Gli fuma gli fuma, va come gli fuma l'angelomario va, gli fuma , gli fuma, altroche'" (cit. ziggy7)
"Ho un'età elegante" (cit. Lilith, Miss Spring)
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fisicamente erano belli piazzati (uno faceva anche rugby ad alti livelli) e qualcuno sicuramente aveva anche una base marziale. peró la cosa fu troppo d'impeto e in un bar abbastanza affollato.... e il negro ebbe modo di difendersi impugnando una seggiola.... non voglio bocciarli solo per quell'episodio peró perlomeno dal punto di vista squadristico furono da rimandare.
urgono lezioni dai maestri visto che ormai sono fuori

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Ai miei tempi ci si divertiva con un niente.CanellaBruneri ha scritto:mr. brownstone ha scritto: una sera provarono a pestare un negro rasta, roba da poco e disorganizzata 8infatti il negro non si fece niente e i tizi si presero il cazziatone dal guardiano del campeggio).
non ci vedevo molto di culturale in loro e spero che nella loro -casa- ci siano elementi culturalmente più validi o perlomeno squadristi più spietati
In effetti....
Questi giovini di oggi, con i telefonini, i computer che ci guardano le zozzerie, non hanno voglia di applicarsi e ci manca la fantasia.
Acchiappi il negro e non riesci a fargli male, va mica bene....
Oggi i gioveni hanno tutto, non sviluppeno più la fantasia.
"Sono un uomo estetico asmatico linfatico cosmetico amo la Libia la fibbia delle scarpine delle donnine cretine sono disinvolto raccolto assolto per inesistenza di reato ho una speciale predilezione per la fanciulla del vespro il Polo Nord la carta moschicida."
http://www.youtube.com/watch?v=AHMiP_qQXKI
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NO.GaiusBaltar ha scritto:Sarebbe ora cazzo! Così certi paeselli impararebbero l'educazione....OSCAR VENEZIA ha scritto:ROMA - Via libera definitivo del Senato al disegno di legge sullo sviluppo, che prevede tra l'altro il rilancio del nucleare civile in Italia.
Era ora!
Quello che ni piacerebbe vedere adesso sarebbe la creazione di una arsenale nucleare italiano strumento imprescindibile per una politica estera sovrana e indipendente.
Sarà difficile ma finchè c'è Silvio tutto è possibile
magari zio Putin ci vende qualcosa di usato come nuovo no?
Per avere un deterrente nucleare che sia veramente deterrente servono 3 cose:
1) Un numero imprecisato di bombe atomiche.
2) Un numero congruo di ICBM in grado di trasportare dette bombe.
3) Una flotta di sottomarini nucleari in grado di lanciare detti ICBM anche dopo la distruzione della madrepatria.
L'Italia non puó permettersi ne di crearlo ne di mantenerlo.
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Non se lo puó permettere economicamente? Non sono d'accordo.Painkiller ha scritto:NO.GaiusBaltar ha scritto:Sarebbe ora cazzo! Così certi paeselli impararebbero l'educazione....OSCAR VENEZIA ha scritto:ROMA - Via libera definitivo del Senato al disegno di legge sullo sviluppo, che prevede tra l'altro il rilancio del nucleare civile in Italia.
Era ora!
Quello che ni piacerebbe vedere adesso sarebbe la creazione di una arsenale nucleare italiano strumento imprescindibile per una politica estera sovrana e indipendente.
Sarà difficile ma finchè c'è Silvio tutto è possibile
magari zio Putin ci vende qualcosa di usato come nuovo no?
Per avere un deterrente nucleare che sia veramente deterrente servono 3 cose:
1) Un numero imprecisato di bombe atomiche.
2) Un numero congruo di ICBM in grado di trasportare dette bombe.
3) Una flotta di sottomarini nucleari in grado di lanciare detti ICBM anche dopo la distruzione della madrepatria.
L'Italia non puó permettersi ne di crearlo ne di mantenerlo.
Si è permessa tante cose più inutili
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[img:46e728ebf6]http://www.casapound.org/cpitalia/guevara_s.jpg[/img:46e728ebf6]
[i:46e728ebf6]Quarant'anni fa veniva ucciso Che Guevara. Il comandante guerrigliero aveva cercato di esportare il fenomeno rivoluzionario cubano sia in Africa che in America Latina che, essendo egli argentino, considerava nella sua interezza un po' come la sua patria. I fuochi di guerriglia dovevano accendere la rivoluzione: è quel "fuochismo" che avrebbe affascinato Giangiacomo Feltrinelli, molto poco leninista ma romantico e garibaldino assai.
Il Che e i fascisti
In quarant'anni il Che è stato oggetto di tutte le svalutazioni possibili, è stato ridotto a logo pubblicitario, a simbolo di riconoscimento di tribu urbane ultracapitaliste. Allora, quando morì, ma anche prima, quando abbracciò il suo sogno rivoluzionario abbandonando un ministero a Cuba, Ernesto Guevara poteva contare su tante antipatie, molte delle quali tra i farisei del suo campo, ma anche di tante simpatie tra coloro che la stupida logica degli schemi vedeva come suoi avversari. Allora quando la demenza e la sclerosi del dogmatismo alla Tartuffe non era di moda tra gli eredi delle rivoluzioni nazionali, furono in molti a sostenere il Che. Da Jean Thiriart, il fondatore di Jeune Europe e del partito nazionale europeo che avrebbe schierato volontari in Palestina a Juan Peron. Costui, fascista tra i fascisti, esule in Spagna dopo esser stato rovesciato dall'oligarchia clerico/militare legata a Washington, aveva stretto un patto strategico con Fidel Castro ed elogiava particolarmente il Che la cui lotta, secondo il suo parere ufficiale, utilizzava il marxismo come puro e semplice strumento per un ideale superiore. Fu proprio Peron, l'ultimo degli statisti fascisti, ad accogliere il Che nella Spagna franchista - con il beneplacito del Caudillo - e a metterlo in contatto in Algeria con Boumedienne. Del resto Guevara aveva sostenuto Peron contro i comunisti pochi anni prima in Argentina e uno dei suoi fuochi guerriglieri, appunto nel paese natio soggetto a dittatura, fu opera dei peronisti. Il Che vivo, la crème del fascismo post-bellico era con lui, il Che morto gli vennero dedicate molte riflessioni e qualche agiografia come "Une passion pour El Che " di Jean Cau di sensibilità nazionalsocialista.
Bianchi o neri?
Potrei quindi onorare Che Guevara sulla base dei miei illustri predecessori e sentirmi per questo molto più fascista dei fascisti che lo denigrano. Ma non sarebbe sufficiente né corretto. Non lo voglio onorare solo perché i migliori fascisti lo onorarono ma perché lo merita di per sé. Conosco le obiezioni, ne sento di continuo: da quando il neofascismo è scaduto nell'ombra reazionaria del codinismo borghese e ha smarrito la sua anima - e il suo più profondo significato esistenziale e sacro - le banalità sminunenti si susseguono. Una di esse è che non si può onorare il Che, non si può non essere contenti della morte del Che, perché egli si batteva per distruggere i nostri valori. Nostri? Valori? Suvvia: scherziamo? Il Che si batteva per liberare il suo continente dall'occupazione americana, dall'oppressione oligarchica e dalle ingiustizie. Possiamo non condividere l'indirizzo dato dal Che alla sua lotta, il suo impianto ideologico e programmatico, ma non possiamo non sentire nostra la sua lotta; e se non la sentiamo tale delle due l'una: o di quella lotta non sappiamo niente o abbiamo sbagliato proprio campo, siamo guardie bianche e non camicie nere!
Lotta e Vittoria
Infine non si può non onorare il Che perché un uomo che abbandona cariche, onori, denari e privilegi per andarsene a vivere nelle selve, tra i monti, con un pugno di compagni di lotta, passando giornate intere con qualche goccio d'acqua e, se dice bene, una galletta, un uomo che sogna e che resta fedele al suo sogno mettendo carne, muscoli, nervi al suo servizio, non può non essere onorato. Lo detta chiaramente quel sentimento della vita, dell'onore e del sacro che è alla base dell'Idea del mondo che fece grande la nostra antichità e la nostra più recente primavera. Quell'Idea del mondo che - dalla Bhagavad Gita tramite i Luperci le Legioni mithraiche, la Cavalleria fino ai Werwolf - ha significato tutto il meglio che memoria d'uomo ricordi e che si condensa nella "Dottrina di Lotta e Vittoria" (che non coincide con il successo tangibile ma con il trionfo su di sé).[/i:46e728ebf6]
[i:46e728ebf6]Quarant'anni fa veniva ucciso Che Guevara. Il comandante guerrigliero aveva cercato di esportare il fenomeno rivoluzionario cubano sia in Africa che in America Latina che, essendo egli argentino, considerava nella sua interezza un po' come la sua patria. I fuochi di guerriglia dovevano accendere la rivoluzione: è quel "fuochismo" che avrebbe affascinato Giangiacomo Feltrinelli, molto poco leninista ma romantico e garibaldino assai.
Il Che e i fascisti
In quarant'anni il Che è stato oggetto di tutte le svalutazioni possibili, è stato ridotto a logo pubblicitario, a simbolo di riconoscimento di tribu urbane ultracapitaliste. Allora, quando morì, ma anche prima, quando abbracciò il suo sogno rivoluzionario abbandonando un ministero a Cuba, Ernesto Guevara poteva contare su tante antipatie, molte delle quali tra i farisei del suo campo, ma anche di tante simpatie tra coloro che la stupida logica degli schemi vedeva come suoi avversari. Allora quando la demenza e la sclerosi del dogmatismo alla Tartuffe non era di moda tra gli eredi delle rivoluzioni nazionali, furono in molti a sostenere il Che. Da Jean Thiriart, il fondatore di Jeune Europe e del partito nazionale europeo che avrebbe schierato volontari in Palestina a Juan Peron. Costui, fascista tra i fascisti, esule in Spagna dopo esser stato rovesciato dall'oligarchia clerico/militare legata a Washington, aveva stretto un patto strategico con Fidel Castro ed elogiava particolarmente il Che la cui lotta, secondo il suo parere ufficiale, utilizzava il marxismo come puro e semplice strumento per un ideale superiore. Fu proprio Peron, l'ultimo degli statisti fascisti, ad accogliere il Che nella Spagna franchista - con il beneplacito del Caudillo - e a metterlo in contatto in Algeria con Boumedienne. Del resto Guevara aveva sostenuto Peron contro i comunisti pochi anni prima in Argentina e uno dei suoi fuochi guerriglieri, appunto nel paese natio soggetto a dittatura, fu opera dei peronisti. Il Che vivo, la crème del fascismo post-bellico era con lui, il Che morto gli vennero dedicate molte riflessioni e qualche agiografia come "Une passion pour El Che " di Jean Cau di sensibilità nazionalsocialista.
Bianchi o neri?
Potrei quindi onorare Che Guevara sulla base dei miei illustri predecessori e sentirmi per questo molto più fascista dei fascisti che lo denigrano. Ma non sarebbe sufficiente né corretto. Non lo voglio onorare solo perché i migliori fascisti lo onorarono ma perché lo merita di per sé. Conosco le obiezioni, ne sento di continuo: da quando il neofascismo è scaduto nell'ombra reazionaria del codinismo borghese e ha smarrito la sua anima - e il suo più profondo significato esistenziale e sacro - le banalità sminunenti si susseguono. Una di esse è che non si può onorare il Che, non si può non essere contenti della morte del Che, perché egli si batteva per distruggere i nostri valori. Nostri? Valori? Suvvia: scherziamo? Il Che si batteva per liberare il suo continente dall'occupazione americana, dall'oppressione oligarchica e dalle ingiustizie. Possiamo non condividere l'indirizzo dato dal Che alla sua lotta, il suo impianto ideologico e programmatico, ma non possiamo non sentire nostra la sua lotta; e se non la sentiamo tale delle due l'una: o di quella lotta non sappiamo niente o abbiamo sbagliato proprio campo, siamo guardie bianche e non camicie nere!
Lotta e Vittoria
Infine non si può non onorare il Che perché un uomo che abbandona cariche, onori, denari e privilegi per andarsene a vivere nelle selve, tra i monti, con un pugno di compagni di lotta, passando giornate intere con qualche goccio d'acqua e, se dice bene, una galletta, un uomo che sogna e che resta fedele al suo sogno mettendo carne, muscoli, nervi al suo servizio, non può non essere onorato. Lo detta chiaramente quel sentimento della vita, dell'onore e del sacro che è alla base dell'Idea del mondo che fece grande la nostra antichità e la nostra più recente primavera. Quell'Idea del mondo che - dalla Bhagavad Gita tramite i Luperci le Legioni mithraiche, la Cavalleria fino ai Werwolf - ha significato tutto il meglio che memoria d'uomo ricordi e che si condensa nella "Dottrina di Lotta e Vittoria" (che non coincide con il successo tangibile ma con il trionfo su di sé).[/i:46e728ebf6]
Siam del popolo gli arditi contadini ed operai non c'è sbirro non c'è fascio che ci possa piegar mai.