donegal ha scritto:Tra un po' parlerete di partigiani che si sono autoinflitti torture, ragazze che hanno inventato stupri selvaggi, suicidi di massa a Marzabotto, Boves e S.Anna, fucili difettosi nazifascisti che hanno per errore colpito al petto la migliore gioventù italiana
Non di certo io.
Attento però che rischi di passare come uno che giustifica le tante vendette contro gente innocente fatte da alcuni criminali al termine della guerra, molti dei quali erano stati partigiani.
E' nei libri di storia la violenza che seguì la sconfitta del nazi-fascismo in Italia: ci sono famiglie che magari avevano un fascista che aveva fatto qualcosa contro qualcuno durante il regime che videro ammazzati uno o due innocenti. E' ingiustificabile e quei criminali hanno infangato il nome dei partigiani e sono rimasti impuniti.
In molte località ci sono vie dedicate a vittime innocenti delle violenze della piccola guerra civile che seguì alla liberazione in Italia, non sono opinioni queste: ci furono qualche migliaia di vittime innocenti, o che comunque non meritavano la morte.
donegal ha scritto:Personalmente, se avessi visto impiccare il mio compagno d'armi o ammazzare la sua famiglia o torturare barbaramente una staffetta quindicenne, alla resa dei conti qualche merdoso assassino o qualche spia infame, anche a guerra finita, lo sarei andato a cercare
Stai cambiando discorso: ho parlato chiaramente di innocenti ammazzati, di gente uccisa per delle vendette a causa del fatto che c'era gente armata anche a guerra di liberazione finita. Moltissimi partigiani comunisti non restituirono le armi e speravano in una sollevazione armata per instaurare un regime comunista: non ho detto "tutti i partigiani comunisti" ma alcuni di loro si. Era la violenza insita nella loro ideologia che li portò a seguire la filosofia secondo cui "il fine giustifica il mezzo": questo non può non essere detto. Ancora oggi avvengono violenze a manifestazioni di piazza fatte in nome dell'ideologia comunista.
donegal ha scritto:in quello il movimento partigiano è stato sin troppo responsabile, altro che carneficina di innocenti... non nego che ci siano stati episodi sbagliati e vergonosi ma ciò non toglie che troppe persone schifose se la siano cavata.
Paiono appurate diverse migliaia di esecuzioni sommarie avvenute a guerra di liberazione finita. E' nei libri di storia intendo.
Siccome parliamo di una minoranza assoluta dei partigiani, non ha molto senso difendere quei criminali amnistiati da Togliatti.
donegal ha scritto:Non lo dice Donegal ma la Storia (e chi la studia) che al Baffone sovietico non passava neanche nell'anticamera del cervello di prendere il controllo della nazione che ospitava il Vaticano, gli bastava semplicemente un partito satellite che rompesse i coglioni in contrapposizione agli americani: lo so che è una cosa banale ricordarlo, ma è ancora più banale vedere che ci si dimentica sempre di questo particolare e qualcuno tira fuori il fantomatico rischio di cosacchi che abbeverano i loro cavalli in Piazza San Pietro...
E' certo e appurato che non c'è mai stato il rischio che qualcuno rubasse le mucche al nonno di Barabino o il servizio di cristalli di Casa Venezia
E' un fatto storico che fra i partigiani ce n'era una parte comunista che mirava ad una dittatura all'insegna del socialismo reale. Puoi negarlo, dire che questo è irrilevante perchè tanto non era possibile, ecc. ecc. ma è nei libri di storia. Che poi se ne parli pochissimo è un altro paio di maniche ma è un dato di fatto.
Chiaramente non sono loro quelli che meritano il grosso degli applausi.
Parli di spartizione del mondo, di rapporti internazionali, di ingerenze: quello ha impedito che fosse possibile un simile incubo, certo, ma c'è chi ci ha lavorato per provarci, il fatto che sia stato sconfitto dalla storia è un fatto in più che non cancella la considerazione che ben pochi ora applaudirebbero quella componente della resistenza. Una parte di ideologizzati comunisti pure nei campi di prigionia si divideva e poneva steccati con gli altri oppositori al regime fascista (leggere gli scritti di Pertini e di altri socialisti sui loro periodi di prigionia al confino).
zio ha scritto:detto questo è altrettanto ovvio che ricondurre la resistenza e i partigiani a questi episodi, seppur numerosi e ben riconducibili, mi pare assolutamente fuori luogo e soprattutto antistorico.
Certo, questo è vero.
E' appurato storicamente come una minima parte di partigiani si sia macchiata dopo la guerra di violenze sommarie e vendette. Così come solo una parte lottava per l'instaurazione di una dittatura comunista.
zio ha scritto:ma a leggere internet in questi giorni sembra che l'italia del 2014 sia divisa fra fascisti e comunisti.
Eh no, attenzione: è un po' troppo semplicistico dividere i partecipanti al dibattito in "fascisti" e "comunisti".
Dimentichi ad esempio i cattolici, i liberali, i socialisti, gli azionisti, chi non ha alcuna particolare simpatia politica ma che critica comunque una certa componente illiberale principalmente "rossa" che ha compiuto eccidi e violenze a nazi-fascismo sconfitto, ecc.
La verità storica è che c'erano antifascisti che resistevano per un ideale di libertà e di democrazia. Poi c'erano altri che volevano rimpiazzare l'abominio fascista con quello comunista.
L'unica resistenza alla quale oggi ci si possa richiamare con forte attualità è quella liberale, democratica, quella che mirava ad un'alternativa per l'Italia all'insegna dello stato di diritto. Quella componente liberale, era una parte cospicua della resistenza: solo che i comunisti e i fascisti hanno fatto credere nei decenni successivi che il 90% dei partigiani fossero comunisti.
Colossale falsità storica.
La storia ha invece portato al potere e all'egemonia culturale una classe politica in cui la parte comunista, illiberale, non solo ha avuto una parte importantissima, anomalia tutta italiana, ma addirittura ha mirato ad annientare i propri rivali a sinistra (principalmente le correnti e la storia dell'azionismo liberale). Quella sinistra di potere era tutto fuorchè liberale e ha distorto la storia della guerra di liberazione quasi cancellando le altre componenti di quella variegata unione di forze che è stata la resistenza italiana* (vi presero parte anche tanti militari e tanti cittadini non ideologizzati). Sinistra di potere che è stata sconfitta dalla storia e ora, ad oltre venti anni di distanza dall'abbandono del nome "comunista" nel loro partito e dall'inizio di una profonda revisione interna, c'è chi fra di loro si vergogna ancora per i loro errori politici del secondo dopoguerra e per il non avere mai fatto una pubblica riflessione e mea culpa per l'anacronismo di cui si sono macchiati: l'essere rimasti formalmente un partito comunista fin dopo la caduta del Muro, al contrario di ciò che fecero tanti altri loro colleghi europei ben più innovatori e progressisti di loro.
E' anche per colpa di quella sinistra, per le sue ambizioni illiberali, per le sue miopie se ora la Festa non viene percepita da tutti come una festa nazionale unificante (quale invece è).
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per fortuna nei libri di storia rimangono gli studi, le fonti primarie, le testimonianze di quello che davvero fu la Resistenza in Italia