[O.T.] Fiat, il nuovo corso
Moderatori: Super Zeta, AlexSmith, Pim, Moderatore1
-
- Impulsi superiori
- Messaggi: 2102
- Iscritto il: 16/04/2008, 1:20
Re: [O.T.] Fiat, il nuovo corso
Pomigliano, firmato nuovo contratto
Sì da parte di Fim, Uilm, Ugl metalmeccanici e Fismic. Permane il no della Fiom
MILANO - Fim, Uilm, Ugl metalmeccanici, Fismic, l'Associazione dei quadri Fiat e il Lingotto hanno firmato il nuovo contratto di lavoro per i 4.600 dipendenti dello stabilimento di Pomigliano, che a partire da gennaio 2011 saranno riassunti dalla Newco, sulla base dell'accordo di giugno che sblocca investimenti per 700 milioni per la produzione della nuova Panda. Non ha firmato il contratto la Fiom che contesta la legittimità del nuovo accordo.
Firma storica che permette a Marchionne di buttare fuori la Fiom dalla fabbrica e segna, forse, la fine dell'approccio ideologico alle contrattazioni.
Sì da parte di Fim, Uilm, Ugl metalmeccanici e Fismic. Permane il no della Fiom
MILANO - Fim, Uilm, Ugl metalmeccanici, Fismic, l'Associazione dei quadri Fiat e il Lingotto hanno firmato il nuovo contratto di lavoro per i 4.600 dipendenti dello stabilimento di Pomigliano, che a partire da gennaio 2011 saranno riassunti dalla Newco, sulla base dell'accordo di giugno che sblocca investimenti per 700 milioni per la produzione della nuova Panda. Non ha firmato il contratto la Fiom che contesta la legittimità del nuovo accordo.
Firma storica che permette a Marchionne di buttare fuori la Fiom dalla fabbrica e segna, forse, la fine dell'approccio ideologico alle contrattazioni.
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)
[url=http://www.youtube.com/watch?v=b63FTD58nKU]Un posticino tutto speciale[/url]
[url=http://www.youtube.com/watch?v=b63FTD58nKU]Un posticino tutto speciale[/url]
Re: [O.T.] Fiat, il nuovo corso
speriamo.......
oggi leggevo quante auto/pro operaio sfornano in fiat brasile e fiat polonia.
e' imbarazzante..
oggi leggevo quante auto/pro operaio sfornano in fiat brasile e fiat polonia.
e' imbarazzante..
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
-
- Impulsi superiori
- Messaggi: 2102
- Iscritto il: 16/04/2008, 1:20
Re: [O.T.] Fiat, il nuovo corso
Sì, trattasi (trattavasi) di stabilimenti tenuti artificialmente in stato vegetativo permanente.
Pomigliano e Mirafiori sono la dimostrazione che anche gli altri sindacati non ne potevano più di Fiom e dei suoi metodi. Sarebbe più corretto dire che è stata buttata fuori da Marchionne e le altre sigle.
Pomigliano e Mirafiori sono la dimostrazione che anche gli altri sindacati non ne potevano più di Fiom e dei suoi metodi. Sarebbe più corretto dire che è stata buttata fuori da Marchionne e le altre sigle.
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)
[url=http://www.youtube.com/watch?v=b63FTD58nKU]Un posticino tutto speciale[/url]
[url=http://www.youtube.com/watch?v=b63FTD58nKU]Un posticino tutto speciale[/url]
- Parakarro
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 13538
- Iscritto il: 04/02/2008, 11:27
- Località: Mi sono perso da anni
Re: [O.T.] Fiat, il nuovo corso
ma i particolari dell'accordo si riescono a trovare online?!
spero che marchionne licenzi e riassuma con altri contratti anche chi:
ha dato l'ok per la sedici, la Brava,la croma
ha eliminato la thesis, la idea, la croma, la multipla, la 166,la GT senza un'erede lasciando spazio alle concorrenti
ha ristilizzato la Gpunto
spero che marchionne licenzi e riassuma con altri contratti anche chi:
ha dato l'ok per la sedici, la Brava,la croma
ha eliminato la thesis, la idea, la croma, la multipla, la 166,la GT senza un'erede lasciando spazio alle concorrenti
ha ristilizzato la Gpunto
-
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 24091
- Iscritto il: 29/02/2008, 22:25
Re: [O.T.] Fiat, il nuovo corso
Pare che la colpa di tutto in Italia sia del sindacato (quelli di sinistra) e dell'ideologia (di sinistra) se l'economia non funziona.
Povera Confindustria, senza questi tra le palle renderebbe l'Italia il paese piu' ricco del mondo. Come dicevano negli anni '70 (molto piu' politicizzati di quelli attuali) "in Italia nessuno ha voglia di lavorare", ottima scusa per giustificare la propria incapacità imprenditoriale.
In poche parole: lavoratori ringraziate gli industriali che vi danno il lavoro e non rompete le palle. La crisi è tutta colpa vostra.
Che schifo il capitalismo italiano.
Povera Confindustria, senza questi tra le palle renderebbe l'Italia il paese piu' ricco del mondo. Come dicevano negli anni '70 (molto piu' politicizzati di quelli attuali) "in Italia nessuno ha voglia di lavorare", ottima scusa per giustificare la propria incapacità imprenditoriale.
In poche parole: lavoratori ringraziate gli industriali che vi danno il lavoro e non rompete le palle. La crisi è tutta colpa vostra.
Che schifo il capitalismo italiano.
- cinico
- Impulsi superiori
- Messaggi: 1861
- Iscritto il: 28/09/2008, 14:45
- Località: dove volano i ciuchi
Re: [O.T.] Fiat, il nuovo corso
Per me a Marchionne non frega molto di Mirafiori e Pomigliano. Si è piuttosto assunto un compito "politico": scardinare il contratto nazionale ed indebolire ulteriormente il sindacato. Si gioca una partita che riguarda solo in minima parte la FIAT, il cui destino in Italia penso sia già segnato.
Riguardo all'ideologia, credo che nessun sindacato se ne possa chiamare fuori.
Riguardo all'ideologia, credo che nessun sindacato se ne possa chiamare fuori.
"Non ti azzardare. Non con Campanellino!"
Charles Bukowski, Pulp
Charles Bukowski, Pulp
- Parakarro
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 13538
- Iscritto il: 04/02/2008, 11:27
- Località: Mi sono perso da anni
Re: [O.T.] Fiat, il nuovo corso
trovato e "quasi" letto tutto:
http://www.ilsole24ore.com/art/economia ... d=AYKUMVvC
devo dire che non mi dispiace anche se crea un precedente rischioso...e in più così com'è mi sembra creare ancora più confusione negli eventuali investitori stranieri che non solo si devono districare tra burocrazia antica e risorse umane scadenti ma anche con eccezioni e "favoritismi"...
Il tutto mentre Marchionne inaugura la mega industria brasiliana per produrre auto obsolete in sud america
http://www.ilsole24ore.com/art/economia ... d=AYKUMVvC
devo dire che non mi dispiace anche se crea un precedente rischioso...e in più così com'è mi sembra creare ancora più confusione negli eventuali investitori stranieri che non solo si devono districare tra burocrazia antica e risorse umane scadenti ma anche con eccezioni e "favoritismi"...
Il tutto mentre Marchionne inaugura la mega industria brasiliana per produrre auto obsolete in sud america
-
- Impulsi superiori
- Messaggi: 2102
- Iscritto il: 16/04/2008, 1:20
Re: [O.T.] Fiat, il nuovo corso
Bah, io non attribuirei volontà politiche a Marchionne e non darei significati troppo ampi alla vicenda. Mirafiori e Pomigliano erano decotte. In questo piano industriale gli impianti devono essere utilizzati a ciclo continuo per raggiungere una produttività decente e all'interno del contratto nazionale non era possibile realizzarlo. Aggiungiamoci l'assenteismo, i permessi elettorali etc. a peggiorare la situazione. L'alternativa era andare altrove.
Di fronte a questo, una parte dei sindacati, anzichè comprendere di non avere più potere contrattuale e ridiscutere i contratti, si è irrigidita su questioni di principio portando lo scontro alle conseguenze estreme.
Di fronte a questo, una parte dei sindacati, anzichè comprendere di non avere più potere contrattuale e ridiscutere i contratti, si è irrigidita su questioni di principio portando lo scontro alle conseguenze estreme.
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)
[url=http://www.youtube.com/watch?v=b63FTD58nKU]Un posticino tutto speciale[/url]
[url=http://www.youtube.com/watch?v=b63FTD58nKU]Un posticino tutto speciale[/url]
Re: [O.T.] Fiat, il nuovo corso
Inesatto.cinico ha scritto:Si gioca una partita che riguarda solo in minima parte la FIAT, il cui destino in Italia penso sia già segnato
In realtà il piano FIAT è di produrre più auto in Italia.
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Econo ... 51279.html
Nella strategia mondiale, la produzione minima per restare un competitor mondiale è di ca. 6.500.000/anno, delle quali almeno 1.400.000 in Italia.
Questo è il principale motivo del contendere: è richiesta maggiore produttività.
I sindacati italiani come sempre restano al palo e sono sempre meno credibili tra la classe lavoratrice (nonostante i piagnistei di tiffany nel post più sopra, continuano a perdere iscritti, ed è solo colpa loro

Nessuna strategia di sindacato europeo (ricordiamo le enormi differenze salariali tra Fiat italiana e Fiat polacca, nonostante la maggiore produttività a Est) completamente fuori da ogni logica tradeunioniusta, legati a doppio filo con la politica, pronti a chiedere aiuto ai governi in carica a ogni segno di conflittualità, incapaci di incidere tra i giovani etc...un disastro...
"Innalzare templi alla virtù e scavare oscure e profonde prigioni al vizio."
-
- Impulsi superiori
- Messaggi: 2102
- Iscritto il: 16/04/2008, 1:20
Re: [O.T.] Fiat, il nuovo corso
Sagge parole di Bonanni, tanto per dire che i sindacati non sono tutti uguali. Con chi imposta le discussioni su pregiudizi ideologici è inutile discutere.
BONANNI: CAMUSSO PIEGHI I RIBELLI DELLA FIOM
''La Fiom-Cgil? Sono di un provincialismo preoccupante ragionano come negli anni '50, come se a investire fosse ancora lo Stato con qualche apporto dell'azienda'.
...
Noi quando abbiamo avuto problemi analoghi lo abbiamo fatto.Nel 1991 abbiamo deferito ai probi viri e cacciato i metalmeccanici milanesi del gruppo di Giorgio Tiboni"

BONANNI: CAMUSSO PIEGHI I RIBELLI DELLA FIOM
''La Fiom-Cgil? Sono di un provincialismo preoccupante ragionano come negli anni '50, come se a investire fosse ancora lo Stato con qualche apporto dell'azienda'.
...
Noi quando abbiamo avuto problemi analoghi lo abbiamo fatto.Nel 1991 abbiamo deferito ai probi viri e cacciato i metalmeccanici milanesi del gruppo di Giorgio Tiboni"

...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)
[url=http://www.youtube.com/watch?v=b63FTD58nKU]Un posticino tutto speciale[/url]
[url=http://www.youtube.com/watch?v=b63FTD58nKU]Un posticino tutto speciale[/url]
- Parakarro
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 13538
- Iscritto il: 04/02/2008, 11:27
- Località: Mi sono perso da anni
Re: [O.T.] Fiat, il nuovo corso
di certi sindacati ne hanno le palle piene pure i lavoratori rappresentati...
alla CARVICO (azienda importante nel tessile) per la prima volta la cgil ha meno rappresentanti della Uil... poche palle... sono anacronistici e hanno rotto il cazzo...
alla CARVICO (azienda importante nel tessile) per la prima volta la cgil ha meno rappresentanti della Uil... poche palle... sono anacronistici e hanno rotto il cazzo...
- katmandu69
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 6869
- Iscritto il: 13/08/2009, 19:56
Re: [O.T.] Fiat, il nuovo corso
Parakarro ha scritto:di certi sindacati ne hanno le palle piene pure i lavoratori rappresentati...
alla CARVICO (azienda importante nel tessile) per la prima volta la cgil ha meno rappresentanti della Uil... poche palle... sono anacronistici e hanno rotto il cazzo...
lo dici a me para



il passato non può essere cambiato,il presente offre solo rimpianti e perdite,solo nei giorni a venire un'uomo può trovare conforto quando i ricordi svaniscono.CRASSO!
- cinico
- Impulsi superiori
- Messaggi: 1861
- Iscritto il: 28/09/2008, 14:45
- Località: dove volano i ciuchi
Re: [O.T.] Fiat, il nuovo corso
La sinistra ai piedi di Marchionne
Antonio Lettieri (da Il manifesto 8/1/2011)
Vi è qualcosa di tristemente paradossale nel modo come Marchionne ha diviso il Pd, oltre ai sindacati. Per Susanna Camusso, Marchionne ha rivelato un atteggiamento autoritario e antidemocratico, in altre parole, ricattatorio. Per una parte del Pd si tratta, al contrario, di un richiamo alla realtà della globalizzazione e alla necessità di adeguarvi la strategia del sindacato. L'unica obiezione per questa posizione è l'esclusione della Fiom dalla rappresentanza dei lavoratori. Obiezione sacrosanta - sarebbe stupefacente il contrario - ma insufficiente. Questa è solo la punta dell'iceberg.
Per ragionare del piano di Marchionne bisogna partire dal fatto che il suo destino di manager internazionale è definitivamente legato alla Chrysler. Sarà Detroit a decretare il suo successo o il suo fallimento. La Chrysler viene da un passato travagliato. Negli ultimi decenni è stata ripetutamente sull'orlo del fallimento. Emarginata dal grande mercato americano, non può stupire che quando nel 2009 Barack Obama decise, dopo la procedura di fallimento, il salvataggio della Gm e della Chrysler, nessun imprenditore americano si fece avanti per porre mano alla Chrysler con la quale si era cimentata la tedesca Daimler, produttrice della Mercedes Benz, rimettendoci miliardi di dollari, prima di ritirarsi nel 2007.
Ma per le ambizioni di Marchionne si trattava di un'occasione imperdibile. La Chrysler era ceduta a titolo gratuito con una dotazione del 20 per cento delle azioni e la possibilità di acquisire prima il 35 per cento, e poi la maggioranza del pacchetto azionario (ora nelle mani del sindacato dell'auto), una volta ripagato il debito di oltre sette miliardi di dollari ai governi americano e canadese. Non è difficile comprendere come per Marchionne riuscire a rilanciare la "Terza grande" di Detroit, acquisendone il controllo è l'impresa della sua vita. E come la Fiat vi gioca un ruolo complementare e, per alcuni aspetti, residuale.
Proviamo a riassumere alcuni dati. Nel 2010 la Chrysler ha prodotto all'incirca un milione di auto (e veicoli leggeri). A metà di questo decennio ne aveva prodotte più di due milioni. Marchionne si è fissato l'obiettivo di arrivare a 2.800.000, poco meno del triplo della produzione corrente, entro il 2014. Per gli analisti più scettici è un traguardo velleitario. Ma nello schema strategico di Marchionne è un obiettivo essenziale per raggiungere il traguardo di cinque milioni e mezzo/sei milioni di unità fissato per l'alleanza Fiat-Chrysler.
Nel disegno strategico di Marchionne, il ramo più importante del gruppo Fiat è quello brasiliano, dove la Fiat è tra i produttori il numero uno, precedendo Volkswagen e General Motors. Non a caso, per la fabbrica di Betim alla periferia di Belo Horizonte, che è una delle più grandi fabbriche automobilistiche del mondo, la Fiat ha stanziato investimenti che consentiranno un aumento della capacità produttiva fino a un milione di unità. Un'altra fabbrica sarà costruita nello stato di Pernambuco per 200 mila unità. Con un milione e duecento mila auto, il doppio di quelle costruite nel 2010 in Italia, Fiat consolida il suo primato sul mercato brasiliano. Se a Detroit spetterà, con la Chrysler, il ruolo di capofila dell'alleanza, il Brasile diverrà il sito più importante del gruppo Fiat.
Se i due terzi del piano produttivo sono affidati alla Chrysler e al ramo brasiliano della Fiat, all'Europa non può che spettare un ruolo di supporto con diverse variabili. La Polonia consoliderà la sua posizione con una produzione di 600.000 unità a Tychy. Il "progetto Serbia", per il quale esiste un accordo col governo serbo che conferisce i due terzi della proprietà a Fiat e un terzo allo Stato, prevede a regime la produzione di 200.000 unità negli stabilimenti ristrutturati della vecchia Zastava. Altre 100.000 unità sono in produzione a Bursa in Turchia. Ciò che rimane del grande progetto "globale" Chrysler-Fiat (a partire dalle 600.000 unità attuali, ma l'Alfa Romeo dovrebbe passare alla Volkswagen) potrà essere distribuito fra gli stabilimenti italiani, a seconda delle circostanze e delle convenienze.
Non può sorprendere che Marchionne rifiuti di mostrare il suo piano di investimenti in Italia. Sarebbe dura anche per i suoi più volenterosi estimatori del Pd e dei sindacati firmatari degli accordi di Pomigliano e Mirafiori prendere atto che della vecchia Fiat - Fabbrica Italiana Auto di Torino - non rimarrà che una pallida ombra, con il centro trasmigrato a Detroit e la principale diramazione in America latina.
Rispetto al killeraggio della Fiat la globalizzazione evocata con forza da Sergio Romano e da Eugenio Scalfari è un alibi inconsistente. La Toyota, la Volkswagen, la Ford e la Gm, come il gruppo Psa e la Renault francesi sono imprese "globali"che producono e vendono in diversi continenti, ma a nessuno verrebbe in mente di negare che, in primo luogo, si tratta di imprese i cui centri di riferimento, di ricerca e di sviluppo sono in Giappone, in Germania, negli Stati Uniti e in Francia.
Nel 2010 il gruppo Fiat avrà collocato sul mercato dell'Unione europea all'incirca un milione di auto, i due maggiori gruppi francesi tre milioni e i produttori tedeschi sei milioni. Dobbiamo questo scarto drammatico all'ingordigia dei sindacati italiani - in particolare, della Fiom - ignari dell'avvento della globalizzazione? Al rifiuto di adeguare i salari italiani a quelli polacchi e - perché no? - cinesi? Ma il Sole 24 ore (28 ottobre) onestamente ci ricorda che alla Volkswagen Il salario lordo di base degli operai della linea di montaggio è di 2.700 euro al mese e quello degli operai della manutenzione di 3.300-3.500 euro. E non si tratta solo di salario. I rappresentanti dei lavoratori occupano il 50 per cento dei seggi del Consiglio di sorveglianza (come in tutte le grandi imprese tedesche), dove si discute la strategia dell'impresa, gli investimenti e le garanzie dell'occupazione. Quando un'impresa sostituisce un diktat alla pratica di un normale negoziato e al sindacato che dissente è negata la cittadinanza in fabbrica, il problema non è la globalizzazione, ma l'americanizzazione delle relazioni industriali.
Ma vi è qualcosa di più, qualcosa di tristemente grottesco. Tra la Germania, punta di diamante dell'industria europea e gli Usa in piena crisi, una parte della sinistra e del sindacato sceglie il modello americano di Marchionne. Il modello della contrattazione aziendale che ha messo in ginocchio l'Afl-Cio, quello che fu il potente sindacato americano ridotto all'otto per cento di iscritti nel settore privato. L'America dove, dopo Reagan e nonostante Barack Obama, chi sciopera può essere sostituito a tempo indeterminato dai crumiri. Dove, si può lavorare nello stesso posto di lavoro con la metà del salario.
Landini ha detto: provate voi a lavorare alla catena di montaggio prima di parlare di ritmi, cadenze, pause, turni. Una questione banalmente demagogica per chi ragiona secondo i grandi paradigmi della globalizzazione e della modernizzazione. Eppure questo è il mestiere del sindacato. In ogni caso, basterebbe chiedersi se Marchionne avrebbe potuto presentare il suo progetto di marginalizzazione, se non di definitiva distruzione, della Fiat e di smantellamento del sistema di relazioni industriali, a un normale governo di destra come quello tedesco o francese, o a un sindacato come l'Ig Metall, senza essere sbeffeggiato e considerato un semplice provocatore, bizzarro e arrogante. In Italia assume, invece, le sembianze di un "modernizzatore" e di un riformatore lungamente atteso. Ed è stupefacente che non sia stato già proposto come candidato alla guida di un futuribile ipotetico governo di centro-sinistra.
Antonio Lettieri (da Il manifesto 8/1/2011)
Vi è qualcosa di tristemente paradossale nel modo come Marchionne ha diviso il Pd, oltre ai sindacati. Per Susanna Camusso, Marchionne ha rivelato un atteggiamento autoritario e antidemocratico, in altre parole, ricattatorio. Per una parte del Pd si tratta, al contrario, di un richiamo alla realtà della globalizzazione e alla necessità di adeguarvi la strategia del sindacato. L'unica obiezione per questa posizione è l'esclusione della Fiom dalla rappresentanza dei lavoratori. Obiezione sacrosanta - sarebbe stupefacente il contrario - ma insufficiente. Questa è solo la punta dell'iceberg.
Per ragionare del piano di Marchionne bisogna partire dal fatto che il suo destino di manager internazionale è definitivamente legato alla Chrysler. Sarà Detroit a decretare il suo successo o il suo fallimento. La Chrysler viene da un passato travagliato. Negli ultimi decenni è stata ripetutamente sull'orlo del fallimento. Emarginata dal grande mercato americano, non può stupire che quando nel 2009 Barack Obama decise, dopo la procedura di fallimento, il salvataggio della Gm e della Chrysler, nessun imprenditore americano si fece avanti per porre mano alla Chrysler con la quale si era cimentata la tedesca Daimler, produttrice della Mercedes Benz, rimettendoci miliardi di dollari, prima di ritirarsi nel 2007.
Ma per le ambizioni di Marchionne si trattava di un'occasione imperdibile. La Chrysler era ceduta a titolo gratuito con una dotazione del 20 per cento delle azioni e la possibilità di acquisire prima il 35 per cento, e poi la maggioranza del pacchetto azionario (ora nelle mani del sindacato dell'auto), una volta ripagato il debito di oltre sette miliardi di dollari ai governi americano e canadese. Non è difficile comprendere come per Marchionne riuscire a rilanciare la "Terza grande" di Detroit, acquisendone il controllo è l'impresa della sua vita. E come la Fiat vi gioca un ruolo complementare e, per alcuni aspetti, residuale.
Proviamo a riassumere alcuni dati. Nel 2010 la Chrysler ha prodotto all'incirca un milione di auto (e veicoli leggeri). A metà di questo decennio ne aveva prodotte più di due milioni. Marchionne si è fissato l'obiettivo di arrivare a 2.800.000, poco meno del triplo della produzione corrente, entro il 2014. Per gli analisti più scettici è un traguardo velleitario. Ma nello schema strategico di Marchionne è un obiettivo essenziale per raggiungere il traguardo di cinque milioni e mezzo/sei milioni di unità fissato per l'alleanza Fiat-Chrysler.
Nel disegno strategico di Marchionne, il ramo più importante del gruppo Fiat è quello brasiliano, dove la Fiat è tra i produttori il numero uno, precedendo Volkswagen e General Motors. Non a caso, per la fabbrica di Betim alla periferia di Belo Horizonte, che è una delle più grandi fabbriche automobilistiche del mondo, la Fiat ha stanziato investimenti che consentiranno un aumento della capacità produttiva fino a un milione di unità. Un'altra fabbrica sarà costruita nello stato di Pernambuco per 200 mila unità. Con un milione e duecento mila auto, il doppio di quelle costruite nel 2010 in Italia, Fiat consolida il suo primato sul mercato brasiliano. Se a Detroit spetterà, con la Chrysler, il ruolo di capofila dell'alleanza, il Brasile diverrà il sito più importante del gruppo Fiat.
Se i due terzi del piano produttivo sono affidati alla Chrysler e al ramo brasiliano della Fiat, all'Europa non può che spettare un ruolo di supporto con diverse variabili. La Polonia consoliderà la sua posizione con una produzione di 600.000 unità a Tychy. Il "progetto Serbia", per il quale esiste un accordo col governo serbo che conferisce i due terzi della proprietà a Fiat e un terzo allo Stato, prevede a regime la produzione di 200.000 unità negli stabilimenti ristrutturati della vecchia Zastava. Altre 100.000 unità sono in produzione a Bursa in Turchia. Ciò che rimane del grande progetto "globale" Chrysler-Fiat (a partire dalle 600.000 unità attuali, ma l'Alfa Romeo dovrebbe passare alla Volkswagen) potrà essere distribuito fra gli stabilimenti italiani, a seconda delle circostanze e delle convenienze.
Non può sorprendere che Marchionne rifiuti di mostrare il suo piano di investimenti in Italia. Sarebbe dura anche per i suoi più volenterosi estimatori del Pd e dei sindacati firmatari degli accordi di Pomigliano e Mirafiori prendere atto che della vecchia Fiat - Fabbrica Italiana Auto di Torino - non rimarrà che una pallida ombra, con il centro trasmigrato a Detroit e la principale diramazione in America latina.
Rispetto al killeraggio della Fiat la globalizzazione evocata con forza da Sergio Romano e da Eugenio Scalfari è un alibi inconsistente. La Toyota, la Volkswagen, la Ford e la Gm, come il gruppo Psa e la Renault francesi sono imprese "globali"che producono e vendono in diversi continenti, ma a nessuno verrebbe in mente di negare che, in primo luogo, si tratta di imprese i cui centri di riferimento, di ricerca e di sviluppo sono in Giappone, in Germania, negli Stati Uniti e in Francia.
Nel 2010 il gruppo Fiat avrà collocato sul mercato dell'Unione europea all'incirca un milione di auto, i due maggiori gruppi francesi tre milioni e i produttori tedeschi sei milioni. Dobbiamo questo scarto drammatico all'ingordigia dei sindacati italiani - in particolare, della Fiom - ignari dell'avvento della globalizzazione? Al rifiuto di adeguare i salari italiani a quelli polacchi e - perché no? - cinesi? Ma il Sole 24 ore (28 ottobre) onestamente ci ricorda che alla Volkswagen Il salario lordo di base degli operai della linea di montaggio è di 2.700 euro al mese e quello degli operai della manutenzione di 3.300-3.500 euro. E non si tratta solo di salario. I rappresentanti dei lavoratori occupano il 50 per cento dei seggi del Consiglio di sorveglianza (come in tutte le grandi imprese tedesche), dove si discute la strategia dell'impresa, gli investimenti e le garanzie dell'occupazione. Quando un'impresa sostituisce un diktat alla pratica di un normale negoziato e al sindacato che dissente è negata la cittadinanza in fabbrica, il problema non è la globalizzazione, ma l'americanizzazione delle relazioni industriali.
Ma vi è qualcosa di più, qualcosa di tristemente grottesco. Tra la Germania, punta di diamante dell'industria europea e gli Usa in piena crisi, una parte della sinistra e del sindacato sceglie il modello americano di Marchionne. Il modello della contrattazione aziendale che ha messo in ginocchio l'Afl-Cio, quello che fu il potente sindacato americano ridotto all'otto per cento di iscritti nel settore privato. L'America dove, dopo Reagan e nonostante Barack Obama, chi sciopera può essere sostituito a tempo indeterminato dai crumiri. Dove, si può lavorare nello stesso posto di lavoro con la metà del salario.
Landini ha detto: provate voi a lavorare alla catena di montaggio prima di parlare di ritmi, cadenze, pause, turni. Una questione banalmente demagogica per chi ragiona secondo i grandi paradigmi della globalizzazione e della modernizzazione. Eppure questo è il mestiere del sindacato. In ogni caso, basterebbe chiedersi se Marchionne avrebbe potuto presentare il suo progetto di marginalizzazione, se non di definitiva distruzione, della Fiat e di smantellamento del sistema di relazioni industriali, a un normale governo di destra come quello tedesco o francese, o a un sindacato come l'Ig Metall, senza essere sbeffeggiato e considerato un semplice provocatore, bizzarro e arrogante. In Italia assume, invece, le sembianze di un "modernizzatore" e di un riformatore lungamente atteso. Ed è stupefacente che non sia stato già proposto come candidato alla guida di un futuribile ipotetico governo di centro-sinistra.
"Non ti azzardare. Non con Campanellino!"
Charles Bukowski, Pulp
Charles Bukowski, Pulp
Re: [O.T.] Fiat, il nuovo corso
bla bla bla...
arrendetevi al vostro "nuovo" padrone senza colpo ferire e potrete vivere, altrimenti annientati.
"Ogni resistenza è inutile, verrete assimilati!"
(se ricordo bene,a conti fatti, in aiuti statali la fiat ha ricevuto circa mezzo milione di euro a operaio(il vecchio miliardo di lire) e in cambio doveva semplicemente non licenziare, tutto ciò addirittura in regime di monopolio (in Italia) , con l'avvento dell'euro e l'abbattimento dei dazi doganali che la proteggevano non si accontenta solo di potere licenziare, ma pretende di avere nuovi schiavi-terroni però su base nazionale, dato che, adesso, un operaio italiano è un peso rispetto a un operaio di dɪˈtʰɹɔɪt.
Senza contare che in USA ad esempio per una Detroit con le pezze al culo c'è una silicon valley che domina il mondo.
Gli incentivi statali, dalle altre parti, sono serviti a mantenere classi operaie che non sembrano essere, senza futuro e senza speranza, come quelli nostri (vedasi alla voce stipendi), oltreoceano addirittura gli aiuti statali erano prestiti da rimborsare...etc etc
La fiat è l'esempio massimo (secondo me) di come il crollo dell'italia sarà traumatico, scopriremo di botto di essere diventati poveri e questo tra non più di 15-20 anni , le cosiddette infrastrutture industriali, di cui siamo sempre stati carenti, sono oggetto di erosione dall'interno (industria pesante, telecomunicazioni, autostrade, compagnie aeree), in pratica è come poco prima della fine della WW2 quando i topi scappavano dalla nave che sarebbe affondata,
i vari marchionne, colaninno, tronchetti, tanzi, benetton etc etc non sono poche mele marce in un cesto, sono semplicemente la punta dell'iceberg, ovunque si sta erodendo dal di dentro e ogni volta il salvatore di turno viene presentato come il cristo del capitalismo italiano, o con lui o la disfatta, passa qualche anno e l'inculata del falso messia diventa del tutto evidente.
chi sa perchè, quasi, tutti i dirigenti delle altre industrie automobilistiche sono ingegneri e alla fiat il timoniere è un commerciale...?
a me sembra una bella domanda...
arrendetevi al vostro "nuovo" padrone senza colpo ferire e potrete vivere, altrimenti annientati.
"Ogni resistenza è inutile, verrete assimilati!"
(se ricordo bene,a conti fatti, in aiuti statali la fiat ha ricevuto circa mezzo milione di euro a operaio(il vecchio miliardo di lire) e in cambio doveva semplicemente non licenziare, tutto ciò addirittura in regime di monopolio (in Italia) , con l'avvento dell'euro e l'abbattimento dei dazi doganali che la proteggevano non si accontenta solo di potere licenziare, ma pretende di avere nuovi schiavi-terroni però su base nazionale, dato che, adesso, un operaio italiano è un peso rispetto a un operaio di dɪˈtʰɹɔɪt.
Senza contare che in USA ad esempio per una Detroit con le pezze al culo c'è una silicon valley che domina il mondo.
Gli incentivi statali, dalle altre parti, sono serviti a mantenere classi operaie che non sembrano essere, senza futuro e senza speranza, come quelli nostri (vedasi alla voce stipendi), oltreoceano addirittura gli aiuti statali erano prestiti da rimborsare...etc etc
La fiat è l'esempio massimo (secondo me) di come il crollo dell'italia sarà traumatico, scopriremo di botto di essere diventati poveri e questo tra non più di 15-20 anni , le cosiddette infrastrutture industriali, di cui siamo sempre stati carenti, sono oggetto di erosione dall'interno (industria pesante, telecomunicazioni, autostrade, compagnie aeree), in pratica è come poco prima della fine della WW2 quando i topi scappavano dalla nave che sarebbe affondata,
i vari marchionne, colaninno, tronchetti, tanzi, benetton etc etc non sono poche mele marce in un cesto, sono semplicemente la punta dell'iceberg, ovunque si sta erodendo dal di dentro e ogni volta il salvatore di turno viene presentato come il cristo del capitalismo italiano, o con lui o la disfatta, passa qualche anno e l'inculata del falso messia diventa del tutto evidente.
chi sa perchè, quasi, tutti i dirigenti delle altre industrie automobilistiche sono ingegneri e alla fiat il timoniere è un commerciale...?
a me sembra una bella domanda...
"Date un briciolo di potere a un idiota e avrete creato un tiranno" - Sir Winston Churchill
Re: [O.T.] Fiat, il nuovo corso
}}Tristan ha scritto: chi sa perchè, quasi, tutti i dirigenti delle altre industrie automobilistiche sono ingegneri e alla fiat il timoniere è un commerciale...?
a me sembra una bella domanda...
perche' e' giusto cosi
lo e' anche da noi
Gli Ing. devono progettare e basta...ovvio ci vuole sinergia col capo e si deve remare dalla stessa parte, ma che gli Ing. facciano gli ing. e basta....
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.