[O.T.] La felicità  ì reale solo quando condivisa?

Scatta il fluido erotico...

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Squirto
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#46 Messaggio da Squirto »

Husker_Du ha scritto:Ovviamente squirto hai ragione sul concetto di linguaggio, di cultura che apprendiamo da piccoli perche' impossibilitati a crescere da soli ect. etc.....

Ma il punto fondamentale e' quello posto da Balkan, vale dire la possibilita' di scelta.....secondo Balkan la condivisione non puo' essere una scelta ma e' inevitabilelmente definita dalle dinamiche dell'esistenza stessa....

Personalmente non condivido in linea di principio l'idea di non possibilita' di scelta e quindi di non padronanza individuale sulla scelta di condivisione del proprio essere con gli altri e quindi sulla propria felicita'.....

Nonostante la nostra cultura, il nostro modo di pensare ci sono dati dall'ambiente in cui cresciamo.....vi e' sempre e comunque la possibilita' di cambiare il proprio modo di agire e di pensare nel tempo......
E questo puo' avvenire anche mantenendo le vere basi che formano qualsiasi tipo di cultura: Logica (e razionalita') di pensiero e linguaggio...
L'asceta (sempre il solito esempio del piffero ma rende l'idea) non agisce in maniera illogica o irrazionale e nel suo percorso non elimina il proprio linguaggio con il
quale traduce i propri pensieri....

La Scelta di non condivere non e' equivalente alla scelta di NON ESSERE (che e' logicamente impossibile)....

E' possibile come dice Balkan che il concetto di Nirvana abbia un senso solo se riconosciuto da piu' persone e che senza condivisione di questo concetto lo stesso non abbia alcun significato.....ma e' anche possibile che tale concetto sia in realta' una verita' assoluta che esiste indipendentemente dal suo riconoscimento effettivo...

Ovviamente poi possiamo disquisire per secoli sull'idea che l'uomo e' e non sceglie di essere., etc. etc.....da parmenide ad heidegger abbiamo migliaia di esempi...

Ed ovv. w i culi tondi e w le tette grosse....

azz husk, post densissimo e come sempre c'è tantissimo da dire

vediamo: sulla possibilità  di scelta ho una posizione che è difficile da spiegare anche a me stesso... nel senso che la ho abbastanza chiara ma è difficile da enucleare. penso che sì, in qualche modo abbiamo una libertà  di scelta (quella che altri chiamano 'libero arbitrio'), ma che questa libertà  di scelta non sia mai totale.

questo è un discorso più generale che va a finire inevitabilmente sul senso che diamo alla parola 'colpa'. provo a spiegarmi: se scelgo di ammazzare mia moglie per prendermi i suoi soldi, diremo che sono uno stronzo, che sono cattivo, che sono calcolatore e malvagio, etc. e chi invece non lo fa è più bravo, è buono, etc. E queste sono attribuzioni sociali (più o meno condivise), in sè la realtà  è neutra, non esistono il Bene e il Male.

Naturalmente, poi, la realtà  è anche sempre complessa, per cui uno puó non farlo semplicemente per scarso coraggio, per paura di non riuscire, per senso di colpa, etc. quel che invece mi chiedo è: "cosa spinge X a fare quel gesto"? io sono materialista, e credo che il nostro 'pensiero', la nostra volontà  abbiano una base fisico-chimica, e che questa agisca in stretta connessione con ció che chiamiamo più genericamente 'cultura'. ovvero: io sono il corpo che sono, più le esperienze che faccio nel corso della mia vita, più le elaborazioni che faccio di queste esperienze, più il vissuto emotivo che connota la mia esistenza, etc.

ma nonostante veda la necessità  sociale di impedire a una persona di fare certi gesti, non vedo la 'colpa' (quello 'scegliere di scegliere male') come normalmente viene vista. la vedo più come un accidente.

sull'uomo che non condivide, sono d'accordo con te, è assurdo parlare di "non essere". dico peró che la qualità  dell'essere sarebbe diversa. crescere e vivere in società  umane non è come crescere coi lupi.

così come fare l'eremita allontanandosi dagli uomini con cui per un certo tempo si è vissuto (e portando dentro linguaggio, parole, ricordi, etc.), non è come 'essere sempre stati soli'.

si è, ma si è in modo sostanzialmente diverso.

sul Nirvana e la possibilità  di senso 'condiviso': è vero, puó esistere per una singola persona, come puó essere una 'verita' assoluta che esiste indipendentemente dal suo riconoscimento effettivo'. ma questa, se nessuno la riconosce, non è, almeno per noi che abbiamo neocorteccia e capacità  simbolica ipertrofica. e in fondo poco importa. E' possibilissimo che quel Nirvana abbia un suo senso specifico anche se vissuto ed esperito da una sola persona. a questo proposito, ricordo le belle pagine di Foucault sulla follia, ma anche certe proposte psichiatriche sulla 'realtà ' di certe percezioni, e così via...
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Drogato_ di_porno
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#47 Messaggio da Drogato_ di_porno »

non esser nato, non essere, essere niente

l' unica forma di felicità  possibile
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#48 Messaggio da balkan wolf »

drogato scusa ma xlpz???
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#49 Messaggio da Drogato_ di_porno »

mi sfugge l' xlpz 8)
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#50 Messaggio da balkan wolf »

PUPPA!!!!!!!!! :-)

se rispondevi con un "cosa?" veniva ancora meglio ovv.

scusate cercavo di innalzare intelletualmente il dibattito 8)
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#51 Messaggio da dolcefatina79 »

Caro Prof. io il film non l'ho visto e non so in quale contesto sia inserita la frase... sono dispiaciuta per il tuo momento difficile, ma ti ringrazio del fatto che ne sia scaturita l'oppurtunità  di confrontarsi su un tema come questo, che non è per nulla scontato.

Cercheró di allontanarmi dai toni sarcastici e intellettualoidi... per coniugare insieme il tema della felicità  e della condivisione, partendo proprio dal sesso.

Credo che non cia sia piacere più grande del far coincidere il proprio piacere con il piacere dell'altro e questo diventa tanto più bello e forte quanto più avviene spontaneamente, senza forzature, come due puzzle che si incastrano perfettamente.
Nessuno lo dice mai, ma il sesso e il piacere, non è solo un fatto di dimensioni... è molto ridutttivo vederlo così, ci sono i propri tempi personali che sono molto più importanti, e poi ci sono i gusti e le preferenze che devono coincidere... la questione si fà  complessa.
Ma stiamo parlando di una complessità  meravigliosa, che rende ogni incontro unico e speciale.
Sentire il calore di un'altra persona è un piacere insostituibile, sentire esplodere il suo piacere e condividerlo è felicità .
Una felicità  sana
sono un cuore vagabondo che di regole non ne ha,la mia vita è una roulette....

...Com'è bello far l'amore, da Trieste in giù...!

tutti dicono che l'amore va a braccetto con la follia"¦ma per una ch'è già  matta, tutto questo che vuoi che sia"¦ tante volte l'incoscienza è la strada della virtù"¦

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#52 Messaggio da Squirto »

ancora più sul semplice, la felicità :

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#53 Messaggio da balkan wolf »

"Una felicità  sana"

espressione pericolosa imho
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#54 Messaggio da dolcefatina79 »

.... puó essere un'espressione pericolosa...
o peggio altamente offensiva...
dipende da chi la recepisce... e come la interpreta... da quanta consapevolezza ha ...

non prendertela se accendo il fuoco ...!

La questione involontariamente sollevata, sulla sottile linea di demarcazione fra ció ch'è sano e ció ch'è malato, mi
sembra molto interessante.

Risparmiatemi le citazioni che non dicono nulla e la bella favola che la malattia non esiste... ch'è una categoria mentale inventata... etc... etc...

E' molto nobile accettare tutte le diversità , anche la malattia, ma non si puó certo disconoscerla.

Ripensate invece a quella volta in cui, incontrando qlcn l'avete pensato, che fosse veramente malato.
sono un cuore vagabondo che di regole non ne ha,la mia vita è una roulette....

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#55 Messaggio da donegal »

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#56 Messaggio da Drogato_ di_porno »

la felicità  è una mitologia con molto potere
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#57 Messaggio da immobile0 »

Tutti coloro che mi sono stati vicini hanno sempre sostenuto di VOLERE la mia felicità .........., mi sà  che ci sono riusciti!!!!

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#58 Messaggio da Satana in autobus »

:lol:
Ultima modifica di Satana in autobus il 27/01/2009, 14:29, modificato 1 volta in totale.

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#59 Messaggio da Prof.Fontecedro »

dolcefatina79 ha scritto:Caro Prof. io il film non l'ho visto e non so in quale contesto sia inserita la frase... sono dispiaciuta per il tuo momento difficile, ma ti ringrazio del fatto che ne sia scaturita l'oppurtunità  di confrontarsi su un tema come questo, che non è per nulla scontato.

Cercheró di allontanarmi dai toni sarcastici e intellettualoidi... per coniugare insieme il tema della felicità  e della condivisione, partendo proprio dal sesso.

Credo che non cia sia piacere più grande del far coincidere il proprio piacere con il piacere dell'altro e questo diventa tanto più bello e forte quanto più avviene spontaneamente, senza forzature, come due puzzle che si incastrano perfettamente.
Nessuno lo dice mai, ma il sesso e il piacere, non è solo un fatto di dimensioni... è molto ridutttivo vederlo così, ci sono i propri tempi personali che sono molto più importanti, e poi ci sono i gusti e le preferenze che devono coincidere... la questione si fà  complessa.
Ma stiamo parlando di una complessità  meravigliosa, che rende ogni incontro unico e speciale.
Sentire il calore di un'altra persona è un piacere insostituibile, sentire esplodere il suo piacere e condividerlo è felicità .
Una felicità  sana
Quello di cui stai parlando si chiama AMORE!!! condiviso con la complicità  è una sensazionme fantastica!molto più adrenalinica dell'adrenalina!
Ineteressante la tua definizione, penso ci sia molto di vero...

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tao
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#60 Messaggio da tao »

io prpendo per l'idea che tutti i sentimenti, le sensazioni ed i feelings vari abbiano una matrice endogena, intrinsicamente legata a fattori meramente biopsichici................d'altro canto eventualmente anche la percezione di una cosidetta "felicità  condivisa" non potrebbe essere ridotta ad un'origine provenienza esogena, in quanto la percezione è essa stessa un fattore intimo proprio dell'inner core della persona.............

la realtà  esterna coincide appunto con la percezione della stessa e come tale ha anch'essa una radice meramente endogena..........
"Dietro ogni italiano si nasconde un cretino"
Ennio Flaiano.

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