[O.T.] - RACCONTO: Lo Stupro - (V.M. 18)

Scatta il fluido erotico...

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Il Fede
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#46 Messaggio da Il Fede »

Kirth hai ragione anche te, ma l'apertura mentale non c'entra con l'istinto. Spesso quest'ultimo prevale.

Muflo, mi aspettano 8 orette di lavoro pesante, appena torno cerco di ri-spiegarmi in maniera più spartana.
Osservandola, perfino Ratzinger si convincerebbe di quanto sia necessario l'uso dei contraccettivi ( Matt Z Bass ).

Muflone
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#47 Messaggio da Muflone »

Il Fede ha scritto:... appena torno cerco di ri-spiegarmi in maniera più spartana.
Cioè mi fai una spiegazione come nel film "300", con gli addominali tutti di fuori? :wink: Mi manderesti in crisi, perchè lì non posso tanto competere. L'ultimo paio di addominali nenache mi si vedono più. :oops:

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balkan wolf
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#48 Messaggio da balkan wolf »

bof io vado controtendenza e dico che la vera libidine è il controllo sempre e cmq.

premessa

sono decisamente aggressivo quando faccio sesso è la mia natura non ci posso fare un cazzo

comprendo benissimo le dinamiche sopracitate da mufolne e il fede nel sesso multiplo ( non conta poi molto la tipologia ... anche un banale 3 on one etero con 2 delle femmine dominanti sulla terza puó essere tesissimo )

bon mai provato la sensazione di abbandono totale all'istinto anzi mi inquieta e non mi piace devo sempre e cmq. controllare di testa la situazione

primo perchè è quello lo strippo mentale ovv. canalizzare le energie sommerse con piena padronanza

secondo perchè altrimenti si rischia di fare cazzate ( l'unica possibile fantasia di stupro da parte mia sarebbe parte di una più ampia distruzione della vittima con tortura e ovv. uccisione )

in generale diciamo che mi inquietà  l'interrelazione con la partner ... le sfumature la possibile ombra di frustrazione repressione che potrebbe percepire...

una violenza fredda la legge come da skizzato una violenza prevaricante la potrebbe leggere come sfogo

sono ossessionato dal mantenermi pulito formalmente

banalmente raramente insulto ma spesso picchio

il sesso e la violenza sono indissolubilmente legati ( se non fai rought sex non stai facendo sesso ) ma sono una coppia pericolosissima e non tanto per le conseguenze ma per se stessi

il confine tra essere una divinità  onnipotente e un povero becero frustrato è fottutamente sottile
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
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Il Fede
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#49 Messaggio da Il Fede »

Muflone ha scritto:
Il Fede ha scritto:... appena torno cerco di ri-spiegarmi in maniera più spartana.
Cioè mi fai una spiegazione come nel film "300", con gli addominali tutti di fuori? :wink: Mi manderesti in crisi, perchè lì non posso tanto competere. L'ultimo paio di addominali nenache mi si vedono più. :oops:
I miei addominali sono normali, nè mediocri nè eccelsi, quindi puoi competere benissimo, considerando che al contrario tuo in questo momento non sto facendo nemmeno sport...

Comunque, ritornando al discorso, ci sono vari modi di scopare fra maschi. C'è la "voglia di divorarsi" che te hai citato, e c'è l'idea di "sottomissione" ( ecco che arriviamo al branco famoso ). Nel primo caso, ecco un gruppo di maschi più o meno versatili che si divertono fra di loro, praticamente così:

http://www.redtube.com/1742

Qui i ruoli non hanno importanza, ci si diverte nel toccarsi e fare sesso come un tranquillo gioco ( vabè, tranquillo, insomma... ).

Qui invece, subentra il concetto del branco: ovvero si prende un ragazzo che ha voglia di farsi scopare in tutti i modi e si crea un effetto strano: l'eccitazione maggiore viene nel vedere i propri amici che scopano la "vittima" ( che ovviamente vittima non è ).

http://www.redtube.com/1645

La seconda alternativa la trovo decisamente eccitante...

In una gang etero i maschi interagiscono fra di loro solo mentalmente e si concentrano sulla ragazza da scopare. In una gang gay i maschi oltre a scopare il ragazzo "ricevente" ( che brutta parola, è la prima che m'è venuta )si divertono anche fra di loro fisicamente. In pratica, il gioco di squadra di cui parlavi si estende a macchia d'olio.

Mi sono spiegato bene? :001
Osservandola, perfino Ratzinger si convincerebbe di quanto sia necessario l'uso dei contraccettivi ( Matt Z Bass ).

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dostum
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#50 Messaggio da dostum »

balkan wolf ha scritto:bof io vado controtendenza e dico che la vera libidine è il controllo sempre e cmq.

premessa

sono decisamente aggressivo quando faccio sesso è la mia natura non ci posso fare un cazzo

comprendo benissimo le dinamiche sopracitate da mufolne e il fede nel sesso multiplo ( non conta poi molto la tipologia ... anche un banale 3 on one etero con 2 delle femmine dominanti sulla terza puó essere tesissimo )

bon mai provato la sensazione di abbandono totale all'istinto anzi mi inquieta e non mi piace devo sempre e cmq. controllare di testa la situazione

primo perchè è quello lo strippo mentale ovv. canalizzare le energie sommerse con piena padronanza

secondo perchè altrimenti si rischia di fare cazzate ( l'unica possibile fantasia di stupro da parte mia sarebbe parte di una più ampia distruzione della vittima con tortura e ovv. uccisione )

in generale diciamo che mi inquietà  l'interrelazione con la partner ... le sfumature la possibile ombra di frustrazione repressione che potrebbe percepire...

una violenza fredda la legge come da skizzato una violenza prevaricante la potrebbe leggere come sfogo

sono ossessionato dal mantenermi pulito formalmente

banalmente raramente insulto ma spesso picchio

il sesso e la violenza sono indissolubilmente legati ( se non fai rought sex non stai facendo sesso ) ma sono una coppia pericolosissima e non tanto per le conseguenze ma per se stessi

il confine tra essere una divinità  onnipotente e un povero becero frustrato è fottutamente sottile

Baalkaan in effetti se uno non mantiene la lucidità  se ne va metà  del divertimento ed anche avere parnter completamente andati non è così allettante...........
MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI

Baalkaan hai la machina targata Sassari?

VE LA MERITATE GEGGIA

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cytherea
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#51 Messaggio da cytherea »

balkan wolf ha scritto:
( l'unica possibile fantasia di stupro da parte mia sarebbe parte di una più ampia distruzione della vittima con tortura e ovv. uccisione )

Capperi! :o

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#52 Messaggio da theathxxx »

balkan wolf ha scritto:sono decisamente aggressivo quando faccio sesso è la mia natura non ci posso fare un cazzo

secondo perchè altrimenti si rischia di fare cazzate ( l'unica possibile fantasia di stupro da parte mia sarebbe parte di una più ampia distruzione della vittima con tortura e ovv. uccisione )
non so perchè mi è venuto in mente il film "Rocco piacere sadico"(che considero uno dei film piu' belli di sempre)
mi pare di ricordare che alla fine Kelly muore dopo l'atto sessuale o comunque viene uccisa

ho sempre trovato la massima utopia sessuale un decesso della donna durante il sesso

in verità  capita invece a volte il contrario...e l'infartino viene a lui... :alien: :roll:
"ti prego, Amore! non ce la faccio piu'! basta!"
"godi, puttana!! godi ancora!! apri bene la bocca e lascia uscire tutto quello che ti senti dentro!"

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Urbano Cairo
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#53 Messaggio da Urbano Cairo »

Il Fede ha scritto: http://www.redtube.com/1742

:o


Porca troia il trenino!!!


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Pe-peeee-pe-pe-pe-pe-pppe-peeeeee-pe-pe-pe-pe...

:DDD

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dostum
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#54 Messaggio da dostum »

Io lo avrei intitolato POMPE Funebri

La moglie del becchino
di Campaner Mario e Nigro Domenico
MortErotica ed. 2

"Lasciamo all'amore i suoi segreti, e alla donna i suoi misteri"
(J.Autran)

Era sbalordita, semplicemente sbalordita.
Di solito non andava mai a trovare suo marito nelle stanze del lavoro, per qualche anno era stata la sua aiutante e le era bastato, meglio starsene a casa con i polli e le pentole.
Invece quella volta c'era andata, una sorta di sesto senso l'aveva messa in allarme e infatti non aveva trovato nè Giacomo nè nessun altro con cui parlare.
Probabilmente quel buono a nulla era andato a ubriacarsi con gli amici in qualche taverna, oppure a tradirla con qualche parente insoddisfatta.
Era inutile negarlo, mica era tanto ingenua da non capire come ci fossero finiti dei capelli biondi nelle mutande del suo uomo.
Lo guardó un'altra volta, il corpo non la impressionava più molto e quella cosa aveva un inspiegabile fascino magnetico.
Guardandosi intorno si scoprì assolutamente insensibile alla paura che a molti incuteva quel luogo, le bare accatastate alla meglio, le grandi ragnatele sulle pareti, il buio vinto a fatica da un vecchio candelabro e soprattutto quel cadavere al centro della stanza.
Ad essere sincera le piaceva, senza paura di sentirsi macabra lo ammise a se stessa, l'unico problema era il freddo pungente che penetrava dall'esterno.
Era un inverno particolarmente rigido, brutta cosa per il becchino del paese, suo marito, che non era riuscito a seppellire ben sei cadaveri e aveva dovuto lasciarli nella cappella.
Sette ad essere precisi, contando anche quello più recente che stava al centro della stanza, di Rocco Negro, un giovane contadino tarchiato e dai capelli lunghi e corvini, figlio del compianto Antonio Negro e fratello di Giulio.
Si chiese se anche il fratello avesse quella malattia, che probabilmente era di origine genetica.
Pensó a suo marito, un uomo alto e affascinante, specie in uniforme da lavoro, ma invecchiato troppo in fretta. Lo aveva sposato per amore ma solo il denaro le aveva reso accettabile la sua professione.
Ora lei era trentacinquenne e sempre più bella, gli anni avevano aggiunto una luce più porca al suo sguardo carnale, i grossi seni reggevano benissimo e il sedere, tutto sommato, rimaneva accettabile.
Un paio di capelli bianchi nel rosso cupo non sono certo particolari che gli uomini stanno a guardare, lei gli uomini li conosceva e sapeva per dove prenderli.
Respiró a pieni polmoni l'aria viziata della stanza, laddove altri sarebbero usciti di corsa per il semplice odore, e lo guardó ancora una volta. Gli sbottonó i pantaloni e glieli tiró giù.
Incredibile, non ne aveva mai visto uno così grande.
Allungó la mano per toccarlo.
Trenta, forse trentacinque centimetri di genitale maschile.
Un vero peccato che quell'uomo fosse morto prima di averlo conosciuto.
Trentacinque centimetri.
Quella stanza la eccitava. Cominció a elaborare pensieri e sensazioni troppo morbosi perchè riuscisse a metterli bene a fuoco. Si sentì pervadere da una corrente calda che si irradiava dal ventre, e la bocca le si riempì di saliva.
La mano cominció a scorrere sull'asta turgida del cadavere, fredda come il marmo eppure capace di provocarle emozioni torride.
-Chissà  come mai è morto col cazzo duro- pensó. -Forse stava scopando. Un infarto. Deve essere meraviglioso morire scopando...
Un rumore improvviso la fece trasalire. Stavano bussando alla porta di legno che dava sulla scala della cappella. Riaggiustó i pantaloni del morto e si precipitó ad aprire.
Si aspettava Giacomo, si trovó davanti un uomo giovane e muscoloso, non molto alto, avvolto in un vecchio loden nero il cui bavero rialzato copriva a malapena il colletto di una ridicola camicia a quadri. Il cappello che portava calcato sugli occhi gli nascondeva parzialmente il viso, e la nebbia che si stava alzando dal terreno umido del cimitero gli conferiva un aspetto poco rassicurante.
-Buonasera, signora- esordì con voce incerta, togliendosi il cappello.
-Ero venuto per parlare col signor Giacomo...
-Non c'è. Sono la moglie. Posso esserle utile?
-Beh, ecco, forse si. Sono Giulio Negro, il fratello di, emh...
-Si,- fece lei con un gran sorriso e uno strano luccichio negli occhi -il fratello del povero signor Rocco. Le mie condoglianze. Morire così giovane...deve essere stato un colpo ben duro da incassare- e pronunció la parola duro con un lievissimo, ma inequivocabile, movimento della lingua fra le labbra.
-Puó immaginare, signora...
-Olga, mi chiami Olga. Come posso aiutarla?
Ecco, vede...- disse, sfilando da una tasca uno zippo di pregiata fattura -questo era suo. Ci teneva tantissimo, lo aveva da più di dieci anni, un regalo dello zio Adelmo. Vorrei che lo portasse con se...nel suo Ultimo Viaggio, capisce?
-Certo, certo. Venga giù con me, stavo proprio finendo di preparare la salma. Ecco, mi dia la mano...i gradini sono molto scivolosi e c'è poca luce...
Giunti nella cappella, la donna raccolse alcuni lumini accatastati e li accese, disponendoli tutti intorno alla camera ardente. Il tanfo di muffa e di morte, mischiato all'odore dolciastro delle candele accese procuró al fratello del defunto un conato di vomito, subito represso per contegno. Dette un'istintiva occhiata in giro: nella camera attigua, dietro il piccolo altare, sei bare chiuse, di diverso materiale, erano state accatastate senza cura, ciascuna con il rispettivo occupante.
Quell'inverno si stava portando via una discreta fetta di vecchietti del paese, la terra era troppo dura per essere scavata e sicuramente prima di riposare in pace avrebbero dovuto aspettare la primavera.
Giulio Negro non aveva ancora il coraggio di guardare nella bara al centro della piccola cappella. Concentró la sua attenzione sulla moglie del becchino, che si muoveva con disinvoltura in quella lugubre stanza. Notó che indossava un lungo vestito di pesante velluto nero, con un ampio spacco anteriore che arrivava quasi alle mutande, e lasciava intravedere generose porzioni di cosce sode e ben tornite.
Portava calze di lana nera lunghe fin sopra al ginocchio, e ai piedi scarponcini di cuoio simili a bassi anfibi. Il seno era grande e pieno, una sesta misura, a occhio e croce, in bella mostra grazie a una sensualissima scollatura a v...
-Giulio, ti sei incantato? Tuo fratello è proprio davanti ai tuoi occhi...
L'uomo ebbe un sussulto, sorpreso dal tono confidenziale e canzonatorio di Olga. Guardó il cadavere di suo fratello, già  vestito e pronto per la cerimonia funebre, ed ebbe un moto di orrore e ribrezzo. Fissó lo sguardo sul membro eretto, che premeva inverosimilmente contro la stoffa dei pantaloni.
-Come...com'è possibile?
-Cosa, Giulio?
-Il...il...
-Oh, capisco...a volte accade, sai? Rigor mortis, lo chiamano. I nervi, i tendini, si contraggono e puó capitare che anche...quella cosa lì, insomma, puó rimanere dura! Per caso stava facendo l'amore quando...
-No. No. Era con me. Eravamo a caccia nel bosco, quando all'improvviso...- si bloccó, distratto dalla donna che aveva aperto i pantaloni della salma e, impugnatane l'asta con perizia, stava cercando di rimediare a quella imbarazzante e grottesca situazione.
-Continua, Giulio...
-All'improvviso lui è stato attratto da uno strano cespuglio di bacche, carnose e di un bel colore azzurrino. Gli avevo detto di lasciar perdere, che quella roba non aveva un aspetto normale, di non toccarle perchè potevano essere avvelenate. Ma lui niente, ha cominciato a mangiarne...ma cosa fai?
All'improvviso, la donna aveva estratto da una cassetta in legno un flacone contenente una sostanza densa dal colore ambrato, che emanava profumo di zenzero, ne aveva raccolta un po' con le dita della mano destra e aveva iniziato a spalmarla sul membro e i testicoli del cadavere, con movimenti del braccio lunghi e morbidi. Mentre si prodigava in quella manovra, aveva stampata sul viso l'espressione goduta di una gran puttana.
-Oh, niente di particolare. Lo sto ammorbidendo con un balsamo, una ricetta antichissima che veniva usata già  nell'antico Egitto, per mummificare le salme. Ma continua il tuo racconto...
Con un movimento furtivo, Giulio si aggiustó il pene che premeva dolorosamente nei pantaloni, sperando di non essere visto da Olga, sempre più intenta nella lavorazione di suo fratello.
-Ne ha mangiata una dopo l'altra, voleva che provassi anch'io ma mi sono rifiutato, perchè non mi piaceva il suo sguardo, come se gli occhi stessero per schizzargli fuori dalle orbite. Allora mi sono spaventato e gli ho puntato il fucile contro, urlandogli che doveva venire via dal cespuglio, che quelle bacche erano opera del Demonio e...
Il contadino si interruppe di nuovo. Olga non aveva trovato niente di meglio della lingua per pulirsi le mani, imbrattate dell'emolliente per cadaveri. Si spingeva le dita nella gola, una alla volta, lentamente. Lo sguardo di lei e quello di Giulio si incrociarono per un istante, ma lui, in un estremo impeto di pudore, abbassó gli occhi e continuó a parlare.
-E allora lui si è messo a ridere come un matto, non lo avevo mai sentito ridere così, allora per un attimo ho pensato di sparargli sul serio, che quello non era mio fratello...
-Siete due gocce d'acqua sai?
-Beh, insomma...
-Avete la stessa espressione e lo stesso fisico, la stessa altezza, vero?
-Si, io sono... cioè ero... cioè sono... un pelo più alto.
-Bene, molto bene... dicevi? Ormai dovrebbe averlo assorbito tutto...- disse lei, compiaciuta, mentre ricominciava la sua battaglia contro la spada d'acciaio del defunto.
-Ha iniziato a correre e gridare nella boscaglia, correva velocissimo, non ho mai visto un uomo correre così veloce, quelle bacche sono veramente un frutto del diavolo, devo dirlo al prete e...
Un'altra trovata della donna bloccó il monologo del contadino.
Non riuscendo a smuoverlo di un centimetro, nemmeno con l'emolliente, si era issata a cavalcioni del morto direttamente dentro la bara, scostando l'impiccio della gonna e regalando alla fioca luce delle candele il suo bel sedere. Un cane rabbioso tremava nelle mutande di Giulio, che non potè far altro che deglutire.
-Vieni qui Giulio, tienimelo...
Giulio si avvicinó tremante alla bara. Nonostante il freddo era sudato e paonazzo in faccia. Si fermó in silenzio accanto a Olga, indeciso sul da farsi. Spazientita, la donna gli afferró la mano, sbuffando, e la mise sopra il freddo genitale che tanti problemi stava creando.
-Si è messo a correre e poi?
-E poi è caduto.
-Sì?
-Morto stecchito.
Queste ultime parole uscirono faticosamente dalla bocca di Giulio, che bloccando il pene del fratello con una mano e massaggiando il proprio con l'altra, teneva gli occhi piantati sul pavimento, anche se bruciava dalla curiosità  di capire cosa Olga stesse facendo.
-Tieni un attimo...- gli disse lei. Nello stato di muta sottomissione in cui si trovava, il giovane contadino ci mise qualche secondo a capire ció che Olga gli aveva messo in mano: le proprie mutandine.
- Oddio! Tu sei pazza...
- E' il modo migliore per renderlo morbido. E poi, perchè sprecare tanta abbondanza? Anche tu non scherzi, mi pare...- disse lei, facendo scivolare la mano sulle parti basse di Giulio. In un attimo il suo pene restó imprigionato nelle dita rapaci di lei.
Il giovane si sentì bruciare nel ventre. Entrambi, ormai, avevano perso ogni ritegno, posseduti da un marasma di sensazioni e desideri impetuosi quanto malati. La fantasia, sollecitata da quell'atmosfera macabra e morbosa, si era sostituita alla realtà .
Olga cominció a masturbarsi selvaggiamente e a masturbare Giulio, pregustandosi una doppia penetrazione da parte dei due dotatissimi fratelli, quello vivo e quello morto. Non si fermó neanche dopo aver notato che il viso e le gambe del cadavere di Rocco erano rivestite di chiazze azzurrognole in rilievo. Anzi, quel particolare sembró accentuare la sua libidine.
Con un balzo, saltó giù dalla bara e si denudó completamente. Giulio fece lo stesso, e con una foga bestiale la spinse verso il cadavere del fratello. Divaricandole le gambe, la fece sedere. Olga venne violentemente impalata, un rantolo di piacere e dolore le sgorgó dai viscere, il viso deformato in una maschera di indescrivibile lussuria.
All'improvviso, peró, quel demoniaco incantamento si ruppe. Qualcuno stava trafficando con la serratura della porta d'ingresso alla cappella.
-Olga, sei tu? Cosa cazzo succede?- urló Giacomo, il becchino.
-Mio marito...presto, infilati nella bara con tuo fratello!- ordinó la donna al contadino mostrando tempra glaciale, in un attimo ogni espressione oscena era svanita dal suo volto. Questi non ebbe il coraggio di ribattere e si avvinghió al caro estinto.
Olga richiuse a fatica il coperchio della bara, e fece in tempo a rivestirsi proprio un attimo prima che il marito, barcollante, facesse il suo ingresso.
-Cosa cazzo ci fai qui dentro, a quest'ora?- chiese l'uomo. Era visibilmente ubriaco.
-Ciao, tesoro. Mi ero stancata di star su ad aspettarti, così ho pensato di scendere a preparare la salma del Negro...
-Ma non detestavi questo lavoro?- chiese Giacomo, perplesso.
-L'ho fatto per te, amore. Pensavo ti avrebbe fatto piacere se ti portavo avanti le faccende...
-Sei strana, troppo strana, stasera. Non sembri nemmeno tu...
-Ma che dici, Giacomo...
L'uomo si appoggió al muro e si lasció scivolare sul pavimento gelido. La sensazione improvvisa di freddo lo scosse per un attimo.
-Cos'è successo qui dentro? Non è il solito posto, qualcosa non mi torna!
-Tesoro, hai bevuto troppo- disse lei avvicinandosi e tentando di abbracciarlo.
-Vattene, puttana, non mi toccare! Tu mi nascondi qualcosa- fece lui, alzandosi di scatto.
All'improvviso, il coperchio della bara al centro della stanza scattó e crolló a terra con un tonfo infernale, che rimbombó nelle orecchie di Giacomo come un'immensa campana a morto.
Giulio si alzó in piedi, nudo e ricoperto di una finissima polvere azzurra. Tossì a lungo con un suono stridente di carta vetrata e vomitó un bolo denso e catarroso. Volute di vapore bluastro si sprigionarono dalle narici.
-A...iuto...sto male...
-Cristo!- urló il becchino. -Santi del Paradiso, aiutatemi...
Giulio Negro uscì dalla bara. Olga imprecó, mentre un pensiero le balenava nella testa. Si, era l'unica soluzione!
-Giacomo, marito mio...è Rocco, il morto, che risorge!
Giacomo tiró fuori da una tasca della giacca la Beretta che portava sempre con sè. -E' un morto vivente, uno zombie! Allontanati, Olga! Signore, guida la mia mano...
Il becchino esplose tre colpi, uno dietro l'altro, ma la mano tremava e un solo proiettile raggiunse Giulio, alla spalla. Questi rovinó sull'altare, rovesciando il candelabro. Nel frattempo, il vento proveniente dalla porta in alto, aperta, aveva spento quasi tutti i lumini. Il becchino cominció a sparare alla cieca, non curandosi più della moglie.
Questa, che si era riparata dietro la bara, aveva casualmente trovato sul pavimento lo zippo del morto.
-Mio Dio Giacomo, questo luogo è infestato! Giacomo, ho paura! Satana alberga in queste mura! Dobbiamo bruciare tutto!
Giacomo cessó di sparare, senza smettere di tenere le casse sotto tiro, e si voltó verso la moglie. Per un attimo Olga temette che suo marito avesse compreso tutto. Come se quelle parole lo avessero illuminato. I suoi occhi scintillavano.
-Corri Olga, vai a prendere la benzina!
La donna si alzó in piedi, ma invece di correre fuori si mise a fissare il marito.
-Muoviti!- ringhió questi fuori dai denti. - Madonna santa, non ho ancora molti proiettili!
Ululando follemente come un lupo alla luna piena, il becchino sparó un altra volta nella tenebra. Olga non se lo fece ripetere e sgattaioló via a prendere la benzina. Aveva le lacrime agli occhi.
Non si era mai divertita tanto.

Due anni sono passati dall'incendio alla cappella mortuaria.
Lo spettacolo che si era presentato agli occhi degli addetti del Comune e del maresciallo dei Carabinieri, dopo che i Vigili del Fuoco avevano spento le fiamme, era alquanto impressionante: cenere dappertutto, frammenti sparsi di ossa umane carbonizzate o calcinate. Ma era rimasto ben poco da rimettere assieme, e le ottuse autorità  locali non ebbero alcun elemento per mettere in dubbio le dichiarazioni del becchino e della sua bella moglie. Tra l'altro gli strani frutti azzurri che avevano provocato la morte di Rocco Negro dovevano averne alterato la struttura molecolare, permettendo alle fiamme di distruggerlo completamente, quindi il numero di scheletri ricostruiti alla meglio era uguale a quello delle salme che effettivamente risultavano presenti nella cappella prima dell'incendio.
I due si guardarono bene dal fare riferimenti al morto vivente. Dissero solo che l'incendio era divampato senza alcun motivo apparente. Sulla cappella non c'era alcuna assicurazione, poichè era di proprietà  del cimitero comunale, quindi fu data per scontata la buona fede dei due coniugi.
Anche l'improvvisa scomparsa di Giulio Negro non fece molta notizia. I due fratelli vivevano come eremiti in un piccolo pascolo giù a valle, e solo raramente salivano in paese, magari per una scopata con qualche baldracca del posto.
Ma un bel giorno di primavera, Olga scoprì di possedere un dono straordinario, ultimo effetto, forse, di quella incredibile notte nella cappella del cimitero. Lei e suo marito, che sembrava essere tornato ventenne, abbandonarono le pompe funebri e si dedicarono a una nuova attività , molto più redditizia.
Oggi lui si occupa di ricevere le offerte e lei di fare i miracoli.
Hanno risistemato la loro casa, trasformandola in una sorta di tempio zeppo di croci e immagini della Madonna e dei Santi. Un prete li ha accusati di stregoneria, ha messo in guardia a lungo gli uomini, ammonendoli di evitare quel posto. Ma alla fine anche il Vescovo ha scoperto di essere fatto di carne, oltre che di spirito, e tutto è stato messo a tacere.
E' certo impressionante il colore azzurro pallido delle mani di Olga. Eppure a lei basta un tocco per rimettere in sesto carni sopite da anni e ridare fuoco anche agli spiriti più spenti. Un dono straordinario che ha suscitato la gioia di molti uomini e altrettante mogli.
Ormai la chiamano Santa Olga, Protettrice dei serpenti.


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#55 Messaggio da Kirth_Gersen »

dostum ha scritto:...
La moglie del becchino
di Campaner Mario e Nigro Domenico
MortErotica ed. 2
...
Simpatico :)

Ma sembra un racconto comico più che erotico

Muflone
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#56 Messaggio da Muflone »

Urbano Cairo ha scritto:
Il Fede ha scritto: http://www.redtube.com/1742

:o


Porca troia il trenino!!!


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:DDD
Lei ha notato il trenino? Io ho notato la doppia penetrazione! Due cazzi in un culo di maschio!

I veri sport estremi!

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A proposito, sciur presidente... complimenti per la doppietta che le ha fatto David Di Michele l'altro giorno! Ha visto che le punizioni corporali funzionano? Insista!

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#57 Messaggio da dostum »

Apro gli occhi e intravedo gli arabeschi disegni dorati che colorano il soffitto. Accenno ad eseguire un movimento con le braccia, ma non so dare impulso agli arti. Azzardo ad alzare una gamba, ma inutilmente. Sono bloccata.
La luce delle candele rende lugubre tutto l'ambiente. Mi accorgo di essere nuda, distesa su di una tavola di legno, ma non so capacitarmi di questo mio stato. Ho il capo sollevato da un cuscino. Ai lati delle spalle e alla base dei piedi scorgo dei bastoni di cera i cui lucignoli illuminano in maniera soffusa la stanza.
I bordi del tavolo sono impreziositi da paramenti funebri molto simili a quelli che arredano le impalcature funebri. Il corpo nudo di un'anziana donna è disteso sopra un catafalco identico a quello su cui sto coricata. La donna è immobile, rigida come lo sono i cadaveri. Provo a chiamarla, ma la voce sembra non uscirmi dalla gola, impedita da non so quale ostacolo. L'ambiente che mi ospita mi è vagamente famigliare, anche se non riesco a distinguere il luogo dove mi trovo. Scruto le pareti della stanza alla ricerca di una qualsiasi indizio che mi faccia capire dove mi trovo, ma inutilmente. Mi soffermo ad osservare la porta d'ingresso. Finalmente riconosco il luogo: è la camera mortuaria della clinica dove lavoro.
Ma cosa ci faccio qui? Cosa mi è successo? Sento freddo ed ho la pelle gelida. Devo avere un aspetto cadaverico, penso, osservandomi le tette che appaiono smorte come quelle di una anziana prostituta. Tutt'a un tratto luna porta si apre e in rapida successione fanno il loro ingresso nella stanza numerosi ospiti. Indossano capi di vestiario di tinta verde, del tutto simili a quelli di chi opera nelle sale operatorie. Sul capo indossano delle cuffie che ne nascondono i capelli. I volti sono parzialmente coperti da mascherine di carta.
Si dispongono ai lati del catafalco intorno al mio corpo nudo. Uno di loro, dall'apparente voce maschile, intona le note di una nenia che somiglia vagamente ad un canto funebre. Le altre persone lo imitano e all'unisono intonano il canto.
I loro occhi, le cui pupille intravedo brillare al di sopra delle mascherina che coprono bocca e naso, paiono fissare un oggetto alle mie spalle. Sollevo gli occhi all'indietro e solo allora mi accorgo che sopra il capo c'è un simulacro di marmo raffigurante un enorme fallo. Ancora una volta cerco di muovere le braccia per attirare la loro attenzione, ma inutilmente. Sono paralizzata e non riesco ad effettuare nessuno dei movimenti che sono solita eseguire. Probabilmente mi hanno drogata, penso mentre continuo ad osservarli. Ma come sono capitata qui? Chi mi ci ha portato?

Sono disperata e non ricordo come ci sono finita qui. I miei ospiti seguitano a cantare la nenia in un crescendo ossessionante, senza preoccuparsi della mia presenza, ma con lo sguardo fisso sull'enorme simulacro di marmo che sta alle mie spalle. Il suono della cantilena sembra attenuarsi, i loro occhi si volgono nella mia direzione e sul mio corpo nudo. Ho la lingua addormentata, vorrei urlare, ma la bocca sembra non reagire agli stimoli che le provengono dalla mia mente. Sono sfiduciata, vorrei piangere, ma dagli occhi non mi esce una sola goccia di pianto.
La cerimonia di cui sono partecipe deve essere una funzione religiosa, ne sono certa, ma chi sono questi uomini? E queste donne? Cosa vogliono da me? E' possibile che sia proprio io l'agnello sacrificale?
Una mano mi sfiora l'interno di una coscia. Un brivido percorre per intero il mio corpo. In breve successione altre mani mi sfiorano la pelle. Sono mani nude, bollenti come il sangue che scorre nelle loro vene. Vorrei sollevare il capo e le braccia per allontanare tutte quelle mani che in maniera indecente perlustrano il mio corpo. Qualcuno mi divarica le gambe per guardare le cavità  che tengo nascoste. I battiti del cuore, sollecitati dalle loro molestie, sembrano accelerarsi.
Una mano mi rasenta un capezzolo e sfugge via, un'altra, dopo avermi lambito la bocca, mi penetra dentro e con le unghie mi urta i denti. Altre mani stimolano la superficie plantare dei piedi provocandomi involontari riflessi e il riso. Diverse mani risalgono le cosce provocandomi un improvviso senso di calore, destandomi dall'oblio in cui sono sprofondata. Alcune dita s'insinuano nella selva di peli che mi sovrastano il pube, lambiscono le labbra della fica, penetrano all'interno e subito si ritraggono.
Qualcuno appoggia fra le mie gambe una confezione di guanti in lattice, di quelli in uso nelle sale operatorie. Con la maestria di chi è abituato ad infilare quel tipo di guanti, fanno scorrere le dita nell'involucro di lattice fino a raggiungere l'avambraccio.
La nenia cessa d'improvviso. Alcuni dei presenti lasciano cadere sul pavimento brache e mutande. Quello che appare ai miei occhi ha dell'incredibile. Mostruosi falli dalle proporzioni inusitate e dalle forme abnormi, fanno mostra di sè tutt'intorno al catafalco. Questo almeno è ció che mi pare di vedere. I falli, a causa della straordinaria lunghezza, restano nascosti alla mia vista dal piano di legno del catafalco. Riesco a vedere soltanto la radice e parte del segmento dei corpi cavernosi, mentre la cappella è celata sotto il bordo del tavolo.
Devono essere adepti ad una setta segreta, probabilmente adoratori di una divinità . Le mani che avevano perlustrato il mio corpo afferrano i falli e li appoggiano sul tavolo, vicino al mio corpo. Alcuni, orrendamente deformi, raggiungono la lunghezza di mezzo metro. Ma non posso fare a meno di stupirmi nel costatare che ogni scroto è all'apparenza normale. Gracili mani femminili circondano i falli e con una certa difficoltà  iniziano a menarli. Sono esterrefatta, ma stranamente mi accorgo di non avere più paura. Nonostante le manipolazioni i falli non paiono aumentare granchè di volume. Sono sufficientemente rigidi, lo percepisco dalle cappelle che strusciano la superficie del mio corpo.
Sono conquistata dalla scena e dallo sfregare delle cappelle sulla pelle. Sette falli di quelle dimensioni tutti per me! Incredibile, penso.

Le mani menano i cazzi con l'abilità  di chi è abituato ad armeggiare oggetti di quel calibro. Il primo ad eiaculare è un cazzo che sta alla mia destra. Lo fa rovesciando una quantità  enorme di sborra su uno dei miei capezzoli. Un'infinità  di spruzzi fuoriescono in breve successione dal meato uretrale e tappezzano la superficie dei miei seni di sperma.
Mi soffermo ad osservare il fallo da cui colano le ultime gocce di seme, ma sono investita da un nuovo getto di sperma che mi colpisce in pieno viso. E' il cazzo dell'uomo che sta alle mie spalle ad avere liberato il seme, probabilmente ne deve tenere imprigionato una grande quantità  nelle ghiandole seminali, perchè non cessa d'inondarmi con il liquido il viso e la bocca.
Assaporo con la lingua il prezioso succo di cui sono ghiotta, ma ho il rammarico di non riuscire ad inglobare la ciclopica cappella che sta a pochi centimetri dalla mia bocca. Sono bloccata e non mi riesce di raggiungere con la punta della lingua il cazzo. Nel volgere di pochi istanti i falli, all'unisono, zampillano sperma dai meati infradiciandomi tutto il corpo.
Ogni getto s'infrange sulla mia pelle ed accresce il mio stato di eccitazione. Sono bagnata di sudore e non solo. Addosso ho una smania che mi divora. L'ennesimo getto di sperma centra ancora una volta il mio viso. Urlo di piacere, ma è solo una sensazione spuria perchè nessun suono esce dalle mie labbra. Vengo di un piacere inconsueto, senza che il mio corpo sia trapassato nè da tremiti nè da scosse. E' un orgasmo cerebrale quello che scuote i neuroni del mio cervello, come non mi era mai successo prima d'ora.
La vista mi si annebbia, vedo tutto offuscato e un arcobaleno di colori tinge la mia mente. Percepisco soltanto il contatto delle mani che iniziano a cospargere lo sperma su tutta la superficie del mio corpo. Quando mi riprendo attorno a me ci sono un'infinità  di volti maschili e femminili. Sono tutti privi di mascherine e accostano le labbra sulla superficie del mio corpo. Avidi e ingordi iniziano a leccare lo sperma, prima che rinsecchisca. Ancora una volta godo di un piacere smisurato e ho il rammarico di non riuscire a manifestarlo.
La cerimonia sembra giungere al termine. Gli ospiti alzano il capo e le loro labbra brillano di uno strano riverbero, poi uno degli uomini afferra uno dei ceri posti ai lati del catafalco e con l'aiuto di un confratello me lo punta verso la fica.
Quando il cero mi penetra le labbra della fica si dilatano e a fatica l'accolgono dentro. La nenia riprende ad accompagnare i movimenti del cero ed io, ancora una volta, mi consumo di piacere come la cera delle candele intorno a me. Quando sento arrivare l'orgasmo un grido mi esce finalmente dalla bocca.
- Godoo! Godooo! Godoooooo! Godoooooooo!!!
Grido come se fossi indemoniata o peggio ancora come chi è colto da una crisi epilettica. Tutto sembra dissolversi attorno a me in una girandola di suoni e colori che viaggia nella mia mente, poi perdo i sensi.

Quando mi sveglio mi ritrovo distesa sopra una barella nell'ambulatorio dove svolgo il lavoro d'infermiera.
- Come va? Stai bene Erika? - mi sussurra una voce che percepisco famigliare.
- Dove sono?
- Sei svenuta in corsia mentre praticavi una medicazione. - mi dice Eleonora di cui riconosco la voce. - Così ti abbiamo portato in ambulatorio.
- Ma il catafalco dov'è?
- Quale catafalco?
Sotto il lenzuolo mi accorgo d'avere indosso soltanto un camice di carta. Il mio corpo è nudo, privo d'indumenti.
- Perchè sono nuda?
- Abbiamo preferito spogliarti nel caso fossero sorte complicanze.
- Be', ora sto meglio. Ho avuto un incubo. Ho immaginato d'essere nuda sopra un catafalco con qualcuno che mi sfondava la fica utilizzando una enorme candela.
Rasserenata mi lascio sfuggire un sorriso che scompare nel momento in cui tocco con le dita le labbra della passera che sento prudermi. Estraggo le dita da sotto le lenzuola e con sorpresa scopro delle tracce di cera. Sconcertata da questa scoperta rinserro le palpebre degli occhi e piango.
MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI

Baalkaan hai la machina targata Sassari?

VE LA MERITATE GEGGIA

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#58 Messaggio da Kirth_Gersen »


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#59 Messaggio da Kirth_Gersen »

La rivincita della donna stuprata: http://www.liberaeva.com/raccmz/questor.htm

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#60 Messaggio da Lonewolf »

Kirth_Gersen ha scritto:
Padoa_Schioppa ha scritto:Non vedo cosa c'entrino tutti questi discorsi con un'opera letteraria di fantasia... bah!
E' abbastanza normale che un tema così delicato possa dar fastidio a qualcuno.

Comunque secondo te com'è scritto?
Qualsiasi commento mi farebbe piacere, anche se negativo.
Opinione personale? Per averlo scritto quando avevi 16 anni...non è scritto male. Anzi.

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