tao ha scritto: come buon senso popolare facevo riferimento al linguaggio semplicistico della politica che evita le sofisticazioni per compiacere gli adepti del messaggio rozzo, diretto ed immediato (es. la lega nord che propone l'equazione immigrati=criminalità a prescindere dalla valenza logica effettiva e reale del messaggio, giusto con l'intento finalistico di catalizzare il più facile dei consensi).........
E, IMHO, fai gia' un primo, grossolano errore (con tutto rispetto) mescolando semplicita' semantica e semplicita' concettuale.
Un secondo lo fai nel confondere l'effetto con la causa.
Andiamo con ordine:
1) il linguaggio della politica *deve* essere diretto ed immediato perche' la comunicazione sia fruibile a tutti gli aventi diritto al voto. E' la *comunicazione* (o la comunicabilita') che permette la democrazia.
In caso contrario si ha un emarginazione implicita delle classi meno colte (e spesso meno abbienti), encore une fois la cosiddetta Base.
Il caso contrario te l'esprimo da ing, vuoi?
Linguaggio sofisticato : manipolazione delle masse = messa in latino : temporalismo clericale, compris?
Guarda com'e' elegante esprimere un concetto tramite un equazione. Intuitivo (a parte la simbolistica), sintetico, e fa andare in bestia gli intellettualoidi che da eoni detengono il copyright della comunicazione (dal politichese al corano in arabo classico, e spesso hanno un blocco psicologico per il simbolismo matematico)
2) La lega Nord non propone un'equazione per manipolare le masse, ma al contrario, si fa interprete di un sentimento di massa e lo cavalca.
Tu confondi le metodologie politiche con quelle pubblicitarie: nelle seconde di creano i bisogni per poi soddisfarli. Nelle prime si "snaffano" gli umori, si cavalcano ed eventualmente pilotano un po'.
E' molto diverso.
N.B.: questo processo, l'ultimo. Avviene sempre con le metodologie di una campagna (commerciale,militare,politica - Sun Tzu docet)... ed e' quindi parto di una mente intellettuale. E sofisticatella, magari.
PS: una curiosita' personale, fin dall'inizio hai visto una contrapposizione implicita tra Ingegnere e Intellettuale, perche'? Che definizione daresti di intellettuale?
il ruolo di intellettuale che io ho in mente è un ruolo indispensabile ad un corretto funzionamento della democrazia..............
Impressive.
Diventa ancor piu' interessante avere una definizione di cio' che nella tua mente e' un intellettuale.
l'intellettuale è colui che vigila sugli eventuali misfatti del potere, colui che reclama l'attenzione sulle falle del sistema, sulle ingiustizie più subdole che la mentalità filistea dell'opinione pubblica non riconosce immediatamente
WWWOOOWWW un Intellettuale Judge Dredd style!
Armato di un superliquidator a forma di Galil e caricato ad inchiostro graffiante.
Una figata... ma chi ti dice che l'intellettuale oltre ad essere tale, ossia - poniamo - dotato di laurea umanistica (una di quelle che si prendono per corrispondenza) sia anche dotato di cucuzza, capacita' analitica, apertura mentale, bassa propensione ai preconcetti e - magari - non sia un mercenario?
Ti faccio degli esempi:
Ruini e senza dubbio un intellettuale, Ratzingher pure (e piuttosto quotato, perlopiu'). A. Manzoni (testafassada come poche, era un intellettuale)... (puntini) Einstein era un fisico.
(d'altronde di queste figure ne è piena la storia
Gia', come di intellettuali asserviti al potere.
Ad ogni fottuto potere.
L'intellighentia (ops, guarda che curiosa assonanza) di sinistra ne ha fatto perfino una scuola e il solito gioseppino (il genio del male) per primo ne teorizzo' l'uso sistematico e strumentale. Ma, come dici tu, certo non l'invento': da Virgilio al servizio della gens Julia, a Taillerand (alias "letame in guanti di seta") e mille ancora.
penso al J'accuse di Zola riguardo l'affaire Dreyfus
E non ti viene in mente che per un intellettuale come Zola ce n'era un altro come Henry Rochefort il quale opero' esattamente sul fronte avverso.
Ed erano entrambi "intellettuali". Chi dei due "vigilava sui misfatti del potere"? Non mi dire Zola perche' ha vinto, sai bene che chi vince ha sempre ragione. Se - a parte l'ingiustizia - avesse vinto Rochefort (come il formaggio che puzza, hai notato?)
lui sarebbe stato il faro della ragione. Te ne rendi conto?
Ed e' sempre cosi'.
L'intellettuale in se non ha valore intrinseco cosi' come un pezzo di carta non va valore se non viene supportato da un know how. E, peggio, l'idea dell'intellettuale-probiviro tout-court e' grossolana, semplicistica e pure piuttosto pericolosa.
Ergo devi, ancora, operare dei distinguo.
Ma come? Chi ha l'imprimatur di intellettuale-giudice e chi no? Ti basi sulla "coscienza delle masse" (le bassa manovalanza come l'hai chiamata, la manipolabile orda)? Quella che altri cavalcano cosi' bene?
Solo per capire...
per ció che concerne Goebbels ti assicuro che la frase "quando sento parlare di cultura metto mano alla pistola" è dannatamente autentica
Lo so benissimo, ma giuseppino si riferiva solo alla cultura antagonista (come tutti coloro che dicono cose del genere) e poi osannava intellettuali come Celine (che in effetti fu ottimo scrittore, che fu intellettuale e che era filonazi)
Stessa identica cosa ad ogni violento cambio di potere: rivoluzione francese, rivoluzione russa, rivoluzione cinese. Roghi di libri, intellettuali ghigliottinati, fucilati, deportati in un campo di rieducazione.
Ora la domanda che ti faccio e' semplice: nella tua mente (cit) le tre rivoluzioni citate sono altrettanti esempi di revanchismo retrogrado e conformista? Nota: vanno frontali contro il mondo intellettuale. E sono guidate da intellettuali. Che si contrapongono ad altri. Con la massa di mezzo. Ti piace giocare a scacchi?
permettimi solamente di spendere una parola in favore del povero Celine..................
Prego. Povero non direi, ma sicuramente un personaggio di caratura come - ma molto diverso - da Gentile. Assassinato. Ma tu guarda, i casi...
di destra ce lo vedo moco poco
Chi? Celine?!
"L'ècole des cadavres" vatti a vedere le recensioni.
Ah, si, genere letterario?
E' un pamphlet.
se come dici tu anche il nazional-socialismo aveva una base ideologica e culturale di riferimento (cosa in parte innegabile) non credo proprio si identificasse con il buon Louis Ferdinand che fu essenzialmente un dissacratore, un fustigatore della natura umana nel suo complesso alieno alle logiche progressiste
Con affetto, credo che tu non sappia con precisione cio' di cui stai parlando. Celine non e' solo il lettarario e bellissimo "viaggio al termine della notte". E' pamphlet antisemiti, filonazi, antibolscehichi perfettamente integrato nel tessuto sociopolitico del suo tempo e con le sue idee. Ovvio che il nazismo non si identificava in lui, ma se ne serviva e come si servi' (suo malgrado) di Nietzsche. E a Celine andava benissimo cosi', anzi, faceva il suo mestiere seguendo le sue convinzioni o per dirla con le tue parole
vigilava sugli eventuali misfatti del potere, reclamava l'attenzione sulle falle del sistema, sulle ingiustizie più subdole che la mentalità filistea dell'opinione pubblica non riconosce immediatamenteOgni fottura ideologia, tao, al pari delle religioni e' uno squisito frutto intellettuale a prescindere dal colore. E lo sono i suoi dogmi e le sue fedi, le prigioni dell'uomo.
Per questo dare la stella da sceriffo alla categoria e' quantomeno un azzardo. Meglio toni il salumaio, se ha buon senso.
PS: che ti avevo detto degli ing snob?