Sui modi di Grillo siamo d'accordo. Sulle zone d'ombra dei grillini, non so: ho seguito i candidati locali e, per quanto possa valere il mio giudizio, sono persone perbene. Per il resto, se non li vedo all'opera, non posso liquidarli come ignoranti e incompetenti. Magari faranno meglio e più di altri. Due certezze, però, le ho: non sono degli “Yes, man!”; non mi sono mai piaciuti i Favia.
Sul reddito di cittadinanza, Grillo ha risposto:
Gli italiani non votano a caso, queste elezioni lo hanno ribadito, scelgono chi li rappresenta. In Italia ci sono due blocchi sociali. Il primo, che chiameremo blocco A, è fatto da milioni di giovani senza un futuro, con un lavoro precario o disoccupati, spesso laureati, che sentono di vivere sotto una cappa, sotto un cielo plumbeo come quello di Venere. Questi ragazzi cercano una via di uscita, vogliono diventare loro stessi istituzioni, rovesciare il tavolo, costruire una Nuova Italia sulle macerie. A questo blocco appartengono anche gli esclusi, gli esodati, coloro che percepiscono una pensione da fame e i piccoli e medi imprenditori che vivono sotto un regime di polizia fiscale e chiudono e, se presi dalla disperazione, si suicidano. Il secondo blocco sociale, il blocco B, è costituito da chi vuole mantenere lo status quo, da tutti coloro che hanno attraversato la crisi iniziata dal 2008 più o meno indenni, mantenendo lo stesso potere d'acquisto, da una gran parte di dipendenti statali, da chi ha una pensione superiore ai 5000 euro lordi mensili, dagli evasori, dalla immane cerchia di chi vive di politica attraverso municipalizzate, concessionarie e partecipate dallo Stato. L'esistenza di questi due blocchi ha creato un'asimmetria sociale, ci sono due società che convivono senza comunicare tra loro.
Il gruppo A vuole un rinnovamento, il gruppo B la continuità. Il gruppo A non ha nulla da perdere, i giovani non pagano l'IMU perché non hanno una casa, e non avranno mai una pensione. Il gruppo B non vuole mollare nulla, ha spesso due case, un discreto conto corrente, e una buona pensione o la sicurezza di un posto di lavoro pubblico. Si profila a grandi linee uno scontro generazionale, nel quale al posto delle classi c'è l'età. Chi fa parte del gruppo A ha votato in generale per il M5S, chi fa parte del gruppo B per il Pld o il pdmenoelle. Non c'è nessuno scandalo in questo voto. E' però un voto di transizione. Le giovani generazioni stanno sopportando il peso del presente senza avere alcun futuro e non si può pensare che lo faranno ancora per molto. Ogni mese lo Stato deve pagare 19 milioni di pensioni e 4 milioni di stipendi pubblici. Questo peso è insostenibile, è un dato di fatto, lo status quo è insostenibile, è possibile alimentarlo solo con nuove tasse e con nuovo debito pubblico, i cui interessi sono pagati anch'essi dalle tasse. E' una macchina infernale che sta prosciugando le risorse del Paese. Va sostituita con un reddito di cittadinanza.
Se non ho capito male, vuole rifarsi al modello francese. Ne beneficerebbero i disoccupati, gli esodati e in misura minore i neodiplomati e i neolaureati (a seconda del reddito familiare, ovviamente). Durerebbe due, al massimo tre anni, con un importo tra gli 800 e i 1000 Euro mensili.
A tal proposito, vi rimando ad un interessante articolo scritto da Giovanni Perazzoli per MicroMega:
Reddito di cittadinanza, il modello sociale europeo che l’Italia ignora
E ripeto la domanda: in alternativa al M5S, chi si doveva votare e perché?