svolta sull'omicidio di San Donnino avvenuto il 30 agosto, dove è stata rinvenuta la salma bruciata di una ragazza di 31 anni rumena (presumibilmente violentata, uccisa sul posto almeno una decina di giorni prima) che faceva la prostituta.
Giallo di San Donnino, l’uomo tradito dal libro della figliastra. Il 34enne è indagato anche per la violenza sessuale del 28 agosto ed era in carcere per il sequestro di persona del 2 settembre
Modena, 10 ottobre 2018 - Una violenza sessuale, avvenuta a Zocca il 24 agosto, l’omicidio di San Donnino (avvenuto il 30 agosto, dove è stata rinvenuta la salma bruciata di una prostituta di 31 anni rumena, Neata Vasilica Nicoleta) e il tentato sequestro di una 18enne, accaduto in strada a Savignano sul Panaro, il 2 settembre scorso
Sono questi gli episodi a carico di un 34enne di Savignano sul Panaro, Raffaele Esposito, con piccoli precedenti per furto e con problemi di tossicodipendenza, attualmente in carcere in misura cautelare. Le indagini dei carabinieri, coordinate da un pool di magistrati (i pm Claudia Natalini e Marco Imperato e il procuratore capo Lucia Musti) sono cominciato proprio con il rinvenimento del corpo carbonizzato della 31enne, grazie ad un chiodo endomidollare, infatti, gli inquirenti sono riusciti a risalire alla sua identità.
Per collegare il delitto all’uomo poi finito in carcere sono stati determinanti i resti bruciati di un libro di scuola appartenenti alla figlia della compagna del 34enne, rinvenuti sul luogo del ritrovamento della salma. Successivamente gli inquirenti hanno controllato gli spostamenti dell’auto del 34enne, utilizzando il Gps per avere conferma dei sospetti. L’uomo si è difeso sostenendo che la giovane prostituta sarebbe stata uccisa da alcuni ‘protettori’, una versione che però non ha minimamente convinto gli inquirenti, che infatti non la ritengono veritiera. Il 34enne ha compiuto la violenza sessuale ai danni di una donna di Zocca che conosceva.
La 18enne che ha tentato di sequestrare (e che è riuscita a divincolarsi in strada), invece, era una passante e non c’era alcun tipo di conoscenza tra i due. Gli uomini dell’Arma non escludono che il 34enne avrebbe potuto ucciderla, dopo il sequestro, considerando che Savignano sul Panaro è un paese di piccole dimensioni dove tutti si conoscono e dunque, una volta eventualmente liberata, la giovane avrebbe potuto facilmente indicare lui quale responsabile del sequestro.
Gli investigatori hanno chiuso il cerchio delle indagini partite il 10 settembre scorso, quando, a seguito di una segnalazione di un ciclista di passaggio, a ridosso del percorso natura sul Panaro a San Donnino, è stato trovato il cadavere carbonizzato della giovane prostituta (presumibilmente violentata, uccisa sul posto almeno una decina di giorni prima).
Che gli inquirenti fossero quasi da subito sulle tracce del presunto autore dell’omicidio era trapelato già nei giorni successivi al rinvenimento. In particolare era emerso di un sopralluogo degli uomini del Ris di Parma a Savignano sul Panaro, luogo dove risiederebbe una persona sospettata. La notizia risale al 19 settembre scorso, ma il sopralluogo è avvenuto già prima.
https://www.ilrestodelcarlino.it/modena ... -1.4232304