idem, tra l'altro condizionata da un'esperienza diretta che non può essere un campione omnicomprensivo e dal raggruppamento elementare (e un po' spiccio) di tutte le persone con un pensiero diverso dal proprio, per dire poteva aggiungere gli interisti e i papà pancini.
per esempio, molte persone che si considerano "di sinistra" (termine di per sè estremamente nebuloso e che ognuno declina alla propria maniera) tendono a riconoscersi in un "progressismo" che riguarda sia l'aspetto sociale, che quello tecnico-medico.
Tuttavia, farei fatica a considerarlo un fattore maggioritario e se sì, a farne delle percentuali. Anche perché molti strepitano, urlano, fanno del proprio pensiero una bandiera, ne parlano con chiunque, e già così è un inferno, perché tutti hanno la pretesa della verità in tasca, questa cosa mi pare piuttosto trasversale.
Poi per fortuna c'è chi si fa i cazzi suoi, che non esibisce, che non ha pulpiti, che non si vergogna di non avere verità in tasca e che quand'anche ha convinzioni molto profonde le esprime solo quando ha senso farlo, cioè raramente e con chi è disposto ad ascoltare.