Ah, comprendo bene il tuo essere infastidito, gentile Guy, dall’italianizzazione di “choc”, ma immaginare che “scioccante” (derivato da choquer, ma questo derivato dall’inglese “to shock” e questo a sua volta da una più antica parola tedesca) derivi da “sciocco”, è fuorviante. L’etimologia è un scienza spesso ingarbugliata ma “sciocco” (= insulso, insipido, cretinetto) e “scioccato” (= restare sbalorditi, derivazione per assonanza da “shock” inglese, a sua volta, come detto sopra, presa in prestito dai francesi some “choc”) provengano da filoni etimologici distinti, non tra loro correlati. Uno scrittore italiano scrisse, circa mezzo secolo fa, che era infastidito dal crescente uso di “scioccante” al posto di “agghiacciante”, che gli sembrava più “italiano”. Ma tutto questo viene complicato ulteriormente dal fatto che “sciocc
are” è invece antico vocabolo italiano dialettale (dell’area di Grosseto) significante “urtare” o “scuotere”.
L’Accademia della Crusca è ambivalente nel da farsi (registra che tra diverse redazioni giornalistiche c’è chi consiglia adottare il francese: denuncia choc, frasi choc, decisione choc, terapia choc; chi invece l’originario inglese: riprendersi da uno shock, è stato per me un vero shock, sono ancora sotto shock). Ma sia l’AdC sia il Grande dizionario della Lingua Italiana a cura di Battaglia danno come ormai reso legittimo dall’uso e la consuetudine (sebbene il Migliorini lo segnala come “derivazione impropria”), la parola “scioccante”.
Se esigiamo la purezza linguistica allora bisogna che gli italiani rinuncino a usare “bistecca” (italianizzazione dell’inglese “beef-steak”), e insistere che a loro volta gli inglesi gettano “biscuit” per tornare al vocabolo italiano da cui deriva, “biscotto”. Anzi, ora che ci penso, potevano inserirlo tra le condizioni del Brexit, no?

E i milanesi dovrebbero smettere di dire “Bonjour finesse!” ogni volta che qualcuno dice una cosa volgare, immaginando sia una frase tipica francese (che invece, come certamente mi confermerai, non lo è).
Per quanto riguarda le memorie di Brigitte Lahaie “Moi La Scandaleuse” il volume è stata pubblico in formato epub qualche anno fa (dunque leggibile solo su dispositivo Kindle) ma nonostante diversi siti dichiarano di offrire una versione PDF scaricabile vuoi a pagamento vuoi gratis (piratata), in effetti quando segui quei link si tratta della solita buffala—il PDF non c’è, sono siti “tranello” che cercano di infettarti con malware.
Un paio d’anni fa un collega ha cercato di contattare la casa editrice La Musardine (che nel 2018 ristamparono il volume, originariamente edito nel 1987 da Filipacchi) per sentire se erano interessati a dare licenza per un volume in italiano, ma non ha mai avuto riscontro. Peccato, secondo me venderebbe anche bene…