Antonchik ha scritto:Blif ha scritto:Antonchik ha scritto:Avevo trovato un corso universitario interessante, interdisciplinare tra statistica, demografia, geografia, politica, scienze sociali, insomma un mix che trovavo soddisfacente.
Salvo poi scoprire che l'offerta formativa è stata tagliata quest'anno.
Poi dice che uno non deve ritirarsi in un monastero tibetano.
Anto', capisci a mme... ci sarà un motivo se l'han tagliato, no?
Statte accuorto...

Cioè non si fatica dopo. Ok gli statistici non hanno mercato del lavoro? (chiedo perchè supponevo di si)
Anton, non ho capito se ci fai o ci sei... diciamo un po' e un po', come lo studente medio italiano.
Le lauree non si tagliano mai (se appena possibile), perché è fatica riscrivere i manifesti,
perché si fa una figura di merda coi colleghi, il ministero e il mondo,
e perché si perde peso interno rispetto ai colleghi che si occupano di altre cose.
Se si taglia una laurea, non è perché gli studenti escono e scoprono che non hanno lavoro
(quelli son fatti loro), ma perché gli studenti non entrano neppure.
Ora, gli studenti, appena sentono profumo di pappa predigerita accorrono a frotte,
e per non farli accorrere bisogna che si sia davvero sparsa la voce della sòla.
CianBellano ha scritto:Aggiungo che un corso che mescola sapientemente statistica, demografia, geografia, politica e scienze sociali serve soprattutto a dei furboni/paraculati che dovrai seguire attentamente per passare gli esami.
Ecco, confesso che ho sonno e non ho capito se i furboni/paraculati che dice Cianby sono gli studenti o i docenti,
ma vanno bene entrambe le interpretazioni, perché il maccherone e la lasagna Dio li fa e poi li accompagna.
Lato docenti (quelli che ci si trovano per scelta, e non perché sono stati comandati lì):
i corsi che mescolano sapientemente discipline diverse vengono progettati e gestiti
- o da gruppi minoritari di aree diverse, che si alleano fra loro sperando di farsi un mercato
svincolato dai gruppi maggioritari delle rispettive aree
- o da gruppi maggioritari che vogliono guadagnare altro mercato "diversificando il prodotto",
in base alle fumose teorie del marketing che da diversi anni si cerca di applicare all'istruzione
(coi begli effetti che possiamo vedere).
Lato studenti: i corsi che mescolano sapientemente discipline diverse vengono scelti
- o da studenti che non hanno voglia di farsi il culo impadronendosi di una disciplina sola in tutta la sua ampiezza,
- o da studenti che si fidano delle suddette fumose teorie di marketing e si sono convinti
che se non ti specializzi non sei nessuno.
Riassumendo, si tratta del classico pacco e contropacco all'italiana,
in cui ognuna delle due parti pensa di truffare l'altra, e in effetti tutte e due si truffano a vicenda.
Ti darò un consiglio tagliato con l'accetta: una laurea che abbia un nome più lungo di due parole
è quasi certamente una puttanata; se ce l'ha lungo due parole, nel 50% dei casi è una puttanata.
Di lauree vere, quelle che finiscono col serto di alloro intorno alle tempie, ce ne sono forse due o tre dozzine.
Antonchik ha scritto:La specialistica l'hanno lasciata però

Allora ti do la versione ufficiale, poi vedi tu: l'ultima riforma ha aumentato le "distanze" minime richieste
tra corsi di laurea diversi. I corsi interdisciplinari tendono ad essere troppo vicini a quelli tradizionali
per rispettare i limiti di legge. Questo vale soprattutto per le lauree triennali.