Grazie mille pontellino per la scansione ad alta risoluzione di questa bella puntata, chiedo venia per il ritardo del mio piccolo contributo (anche se, per essere pignoli, l’immagine che hai scelto per indicare il mio ritardo rappresenta non tanto “coming soon” quanto “sono appena venuto”

!!).
Per adesso permettimi però una microscopica precisazione riguardo a uno dei “bloopers” segnalati, ovvero quello dell’immagine della linea di volo (l’americana TWA) che prenderebbe Gabriel per la tratta Parigi-Milano. Ossia l’affermazione “come già spiegato da Geppino in un blooper per il #31, in quest'epoca di pre-deregulation, per la tratta Parigi-Milano, Pontello avrebbe potuto volare solo Air-France o Alitalia!”
Orbene, non per fare il
massapiouecc (per restare in tema milanese) ma la situazione all’epoca era un attimo più complicata. Cioè, Geppino certamente “non ha tutti i torti” ad affermare che in effetti non c’erano voli che
iniziavano a Parigi e
terminavano a Milano (o viceversa), se non della Air France o dell’Alitalia.
PERO’ potevi salire su un volo più lungo TWA sempre che originava o terminava a Milano e faceva tappa a Parigi, ad esempio il volo Kansas City-Chicago-New York-Parigi-Milano Malpensa. Chi veniva dagli USA indirizzato a Milano restava sull’aereo a Parigi mentre facevano rifornimento, e passeggeri originando a Parigi potevano salire per l’ultima tappa a Malpensa. Idem al ritorno, potevi scendere a Parigi perché dopo quella tratta iniziale (dopo il 1975) dividevano le destinazioni e i passeggeri indirizzati a Boston cambiavano aeromobile. (E in quell’epoca più civile prima del “teatro” anti-terrorismo della TSA post-2001, potevi gironzolare per l’aeroporto e incontrare amici che venivano dalla città per incontrarti per pranzo, prima di proseguire per gli USA. E se restavi sull’aereo potevi farti anche una beata fumata di sigarette—addirittura te ne regalavano un pacchetto di tre “Kent” marchiato TWA, con il pranzo!
Dio, quanto mi manca il Ventesimo secolo…) Ma invece— e qui ha ragione Geppino, e questo per accordi presi tra le varie aerolinee—NON potevi usare una tratta “interna” di un volo più ampio, se non c’era o Parigi o Milano come “terminus”. Per cui sul volo che originava a New York e faceva Parigi-Milano per poi proseguire ad Atene (o Tel Aviv) non ti lasciavano fare solo la tratta Parigi-Milano; ti indirizzavano verso appunto Alitalia o Air France.
Se volevi fare invece Malpensa-Londra, stessa cosa: eri costretto a prendere British Air o Alitalia a meno che non facesse parte del più lungo volo Malpensa-Londra-New York, in qual caso potevi benissimo volare Pan Am.
Parlo con cognizione di causa: nella seconda metà degli anni ’70 ho fatto tante volte quei voli, sia verso Londra, o Parigi, sia verso gli USA. Venendo dal Ticino, Malpensa mi era più comoda che non Ginevra—e gli autopullman (lussuosi, all’epoca) partivano regolarmente per Malpensa da Corso Europa (che in quei tempi era tutta una fila di sedi di aerolinee, da Largo Toscanini fino a Largo Bersaglieri; se voi giovani milanesi vi siete mai chiesti perché gli autobus da Linate si fermano proprio lì, è per vecchia consuetudine, anche se tutte le vetrine degli uffici TWA, JAl, Pan Am ecc sono una lontana memoria, sostituiti da negozi di pelletteria e cianfrusaglie). Prediligevo TWA quando potevo perché i loro punti “frequent flyer” offrivano premi molto migliori rispetto ad altri—ai tempi, con soli 35.000 miglia poteva volare gratis Europa Usa, e con soli 20.000 poteva salire in prima classe (anzi, a pensar bene, non so nemmeno se l’Alitalia avesse iniziato il programma Mille Miglia già negli anni ’70). Certo, sul volo transatlantico (soprattutto in classe Business) mangiavi molto, molto meglio sull’Alitalia o Air France (bei tempi… oggi non c’è paragone) ma TWA era assai preferibile ai voli transatlantici della British Air, dove offrivano pasti che non avrei dato nemmeno al mio cane. In compenso, il pacchettino di tre sigarette gratis sulla British Air erano gli ottimi “John Player”!
Curiosamente, il 1979 (epoca di questa puntata di Supersex) era l’ultimo anno in cui potevi salire sulla TWA per la tratta Parigi-Milano e vice versa, con la modalità che ho spiegato sopra: a partire da luglio di quell’anno la compagnia ha ceduto le armi su diverse tratte europee al gigante Pan Am (che era il #1 al mondo: la TWA era il #2 come grandezza) per concentrarsi invece maggiormente sulle rotte Nord-Sud America e USA-Oriente. E da Milano partivi sulla TWA solo per New York, Chicago, Washington o Miami. La nuova tratta a Parigi della TWA originava oppure faceva scalo invece a Roma Fiumicino, che in quegli anni era un inferno—sporchissimo, male collegato con la città, malissimo gestito, personale menefreghista… credo che per diversi anni Fiumicino avesse il primato europeo per i ritardi nel consegno bagagli.
Ma per tornare a bomba: anche se questo numero è targato ottobre 1979, siccome la redazione di una rivista come Supersex (a differenza di una rivista di attualità) veniva completata con almeno 6 mesi di anticipo rispetto all’andata in stampa—dunque in questo caso ben prima dell’estate 1979—certamente la scelta di un’immagine di aereo TWA per il volo da Parigi verso la capitale meneghina era ancora plausibile.