Giulio Tremonti ha scritto:
Non c'è niente di male nell'investire in oro se si ha la consapevolezza di fare speculazione e assumersi rischi. Di sicuro non c'è nulla, nemmeno l'oro, e non è detto che il tuo lingotto varrà molto meno di ora in futuro. Rispetto a tre mesi fa ha perso circa il 10%, per esempio.
Forse volevi dire "molto più di ora". Oppure non ho compreso.
Cmq dal massimo di 44,5 euro a grammo e' sceso a 38. Fesso io a non comprarlo.
Ora e' tornato a 41 e tentenno ancora, sperando ricali. Mi devo decidere e in fretta.
Aggiungo un articolo appena letto su MF che getta ulteriore fumo sul discorso oro (evidentemente l'equazione crisi monetaria= crescita oro e' troppo semplice. C'e' dell'altro) :
Attenzione, caduta lingotti
La notizia che John Paulson, tra i gestori di hedge fund più bullish sull’oro, ha liquidato quote di Etf sul metallo giallo per oltre 1 milione di once, ovvero circa un terzo del suo investimento complessivo, unita al repentino mini-crollo delle quotazioni di questa settimana, suscita più di un interrogativo sulle prospettive di quello che è considerato il bene rifugio per eccellenza.
Per provare a fare chiarezza, si può osservare che le quotazioni dell’oro nella correlazione esistente con altri asset, in particolare azionari, a partire dalla fine dello scorso mese di agosto, hanno fornito un’importante indicazione sui fattori che ne guidano l’andamento nell’attuale contesto dei mercati e che potrebbero continuare a condizionarne la tendenza anche nel prossimo futuro.
Il movimento rialzista del metallo giallo partito da 250 dollari l’oncia, livello su cui le quotazioni avevano trovato una base tra il 1999 e il 2001 dopo il top sopra 800 dollari fatto registrare nel 1980, ha seguito in termini grafici uno sviluppo, quasi sovrapponibile a quello degli anni 70 del secolo scorso, potendosi ravvisare come unica differenza quella della lunghezza temporale dei cicli. Sia quelli primari al rialzo sia quelli correttivi degli ultimi dieci anni, nei fatti, hanno avuto nell’ultima stagione di bull market una durata più o meno doppia rispetto a quelli che avevano contraddistinto l’esperienza di 40 anni fa.