OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!

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CanellaBruneri
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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!

#361 Messaggio da CanellaBruneri »

OSCAR VENEZIA ha scritto:Voglio sperare che da colloqui intergovernativi il cui contenuto non è stato divulgato ci sia un interesse concreto per l'Italia a fare tutto questo lavoro altrimenti è uno scenario inquietante: ci facciamo trascinare in un intervento militare di cui non sentivamo la necessità ne a fini economici ne umanitari.

Poi detto tra noi se vuoi togliere di mezzo Gheddafi in 40 e passa anni non trovi un mezzo più elegante e meno plateale ?

Comunque la credulità di molti sprovveduti giustifica l'uso di una disinformazione così spregiudicata

Bisogna tenere conto di un fatto non secondario : in un eventuale guerra l' Italia è il fronte nord, è difficile lavarsene le mani, al di là di ogni opinione.

Sperem
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Helmut
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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!

#362 Messaggio da Helmut »

nik978 ha scritto:ho dei colleghi di "bevute" che son tutti della cirenaica...
Cosa ci fanno libici in Cina...??? :roll:
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OSCAR VENEZIA
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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!

#363 Messaggio da OSCAR VENEZIA »

Helmut ha scritto:
nik978 ha scritto:ho dei colleghi di "bevute" che son tutti della cirenaica...
Cosa ci fanno libici in Cina...??? :roll:
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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!

#364 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Noi italiani è meglio che facciamo poco i ganzi. Quando la Libia era una nostra colonia non siamo stati capaci di tirar fuori un millilitro di petrolio, mentre gli inglesi spremevano oro nero da un macigno.
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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!

#365 Messaggio da criptico »

superflowerpunkdiscopop ha scritto:La solita solfa sul petrolio in nome e sulla pelle dei diritti umani..
Interessi enormi affinchè quanto meno la Libia si divida..diventando la Cirenaica un protettorato Inglese..e noi Italiani proni nel ritrovarci a combattare una diatriba tutta interna alla Libia, dove leggittimamente il governo sovrano ha il diritto e il dovere di ristabilire l'ordine e di riprendersi le zone ricche del paese
Dalla parte del Colonnello senza se e senza ma
superflowerpunkdiscopop ha scritto:.per altro con più bombe di quelle che molla Gheddafi, e poi per caso sbaglieranno e scaricheranno missili a grappolo sulla popolazione...per baglio sui bambini...etc..
Non ci vedo neanche il male minore in un intervento militare, e non posso esimermi dal considerare il Rais libico la cosa migliore di quello che si stà per prospettare, dove noi italiani facciamo la parte dei somari al miliardesimo..
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dostum
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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!

#366 Messaggio da dostum »

Crisi, resistenze, guerra imperialista. Necessità dei comunisti.

di Andrea Catone

su L'ERNESTO 5/2010 del 18/03/2011


La grande crisi capitalistica in cui siamo tuttora immersi, non può lasciare immutati, ad onta del conservatorismo delle classi dominanti, i rapporti di forza tra le classi. Quando parliamo di classi ci riferiamo non solo ai rapporti interni al singolo stato nazionale, ma anche ai rapporti su scala mondiale, tra stati imperialistici dominanti e stati dominati, tra “centro” e “periferie” del mondo. La grande crisi esplosa nel 2007 può segnare una svolta decisiva nel “lungo ‘900” capitalisticamente dominato dagli USA (cfr. il saggio di Vl. Giacché), può segnare il declino dell’impero statunitense, rispetto ad altri soggetti che sono emersi prorompentemente sulla scena mondiale – si pensi prima di tutto alla Repubblica Popolare Cinese – le cui economie in questi anni di crisi hanno continuato a svilupparsi a ritmi elevati e sostanzialmente inalterati e il cui peso e ruolo nell’economia mondiale non può essere trascurato da nessuno.

Questo processo, in cui si ridisegnano i rapporti di forza mondiali, può provocare terremoti e tsunami ben più sconvolgenti di quelli che hanno colpito ora il Giappone, come suggerisce Fidel Castro (Los dos terremotos). Se la grande crisi è irrisolta, se le enormi iniezioni di liquidità nel sistema hanno solo spostato e rinviato il problema, trasferendolo al debito sovrano e aggravandolo, allora l’instabilità è la cifra del nostro tempo. Con tutto ciò che essa implica, di possibili cambiamenti sociali radicali e di politiche reazionarie violente, di sviluppo progressivo della civiltà o di barbarie, di rivoluzione o di guerra.

Ciò che sta accadendo in queste settimane in Nord Africa è lo specchio della duplicità contraddittoria di questo tornante della storia: si muovono qui ribellioni popolari che potrebbero avere – dipende dalla direzione politica e dal livello di organizzazione cosciente delle masse - un esito rivoluzionario, “democratico-nazionale”, antimperialista (cfr. Hammami), come in Tunisia, ma si muovono anche forze imperialiste che, proprio nel centesimo anniversario dell’invasione italiana, operano consapevolmente – tutti insieme e in concorrenza tra loro, nella migliore tradizione imperialista - per squartare la Libia, paese centrale per il Mediterraneo, ma anche “terrazza sull’Africa”, il continente che, per la ricchezza delle risorse, da un lato, e per la fragilità politica di gran parte dei suoi stati (disegnati dal colonialismo) è ora, e sarà sempre più, al centro della lotta mondiale tra potenze per la sua spartizione [per una comprensione di base è ancora molto utile Geostoria dell’Africa di Manlio Dinucci, Zanichelli, 2000].

Dovrebbe essere chiaro ormai che gli “insorti” libici – quale che sia la loro coscienza soggettiva (tra essi troviamo ex ministri e alti funzionari della Jamahiriya) – sono lo strumento di cui si servono le forze imperialiste per mettere le mani sul paese, non solo per le sue importanti risorse energetiche, ma per la sua collocazione geografica strategica per il Mediterraneo e per l’Africa.

Per “ricolonizzare” la Libia, in meno di un mese è stato approntato uno strapotente apparato mediatico, diplomatico, militare, per molti versi analogo a quello che 12 anni fa, demonizzando Milosevic, bombardò a tappeto la Serbia con la “guerra umanitaria” della NATO (Diana Johnstone). Chossudovsky chiarisce i motivi dell’aggressione occidentale, nonché della contesa interimperialistica sull’Africa, in particolare tra USA e Francia, la quale non a caso è oggi in prima fila nel riconoscimento diplomatico degli insorti di Bengasi, dove dichiara di voler spostare la sua ambasciata in Libia: un sicuro passo avanti per alimentare la guerra civile in corso e balcanizzare il paese, con diverse analogie con il riconoscimento da parte di Germania e Santa Sede, delle repubbliche separatiste di Slovenia e Croazia (gennaio 1992), che dette fuoco alle polveri della carneficina in Jugoslavia.

È più che evidente che alle potenze imperialiste USA-UE-NATO non sta per nulla a cuore la sorte della popolazione, né la “democrazia” (appoggiano molti regimi reazionari, a partire dall’Arabia Saudita), e che esse stanno cinicamente soffiando per alimentare la guerra interna alla Libia – guerra civile e tribale – per poter intervenire militarmente. Non hanno degnato di uno sguardo la proposta di mediazione e soluzione pacifica del conflitto avanzata dal presidente venezuelano Hugo Chavez e dai paesi dell’ALBA, spingono invece perché vi sia la soluzione più violenta, con la richiesta intransigente che il demonizzato Gheddafi lasci il campo, con le buone o con le cattive. È questo anche un modo per derubare lo stato libico degli ingenti beni depositati nelle banche europee e USA.

La parola del compagno Fidel Castro si è levata cristallina sulla vicenda libica, con diversi e puntuali interventi (cfr. Cubadebate e lernestoonline) denunciando, sin dal 21 febbraio ciò che oggi appare chiarissimo: El plan de la OTAN es ocupar Libia.
Siamo direttamente chiamati come comunisti, che attingono dal leninismo gli strumenti fondamentali per analizzare l’imperialismo dei nostri giorni, a costruire un fronte di lotta contro l’aggressione alla Libia, contro l’uso di basi, mezzi, uomini, sotto qualsiasi forma o pretesto essi avvengano. C’è un enorme lavoro da fare controcorrente, contro la fabbrica del falso che sforna quotidianamente menzogne mediatiche per organizzare il consenso alla guerra e contro l’ideologia dell’“imperialismo umanitario”, alle quali gran parte della “sinistra” (quella che disconosce l’imperialismo, che vede la democrazia come valore astratto dal processo storico, che è antistoricista e non distingue tra “cesarismo” progressivo o regressivo, come Gramsci nei Quaderni del carcere invitava a fare) è totalmente subalterna, quando non si tratta di una vera e propria lobby amerikana in Italia.

Il comunismo moderno nasce con i bolscevichi, col rifiuto della guerra imperialista, con la rottura con la II Internazionale i cui principali partiti avevano appoggiato i rispettivi governi guerrafondai. La questione della guerra imperialista è per i comunisti una discriminante fondamentale: da un lato gli imperialisti, dall’altro i popoli oppressi. Questa discriminante appare con chiarezza sulla scena mondiale: da un lato il gruppo dell’ALBA bolivariana - e certo non a caso, per diverse analogie di questi paesi “periferici” e dipendenti sinora dagli USA, che li consideravano “cortile di casa” e i paesi del Nord-Africa; dall’altro il blocco, unito e diviso ad un tempo, USA-UE-NATO.

La grande crisi, le resistenze e opposizioni sociali, l’aggressione imperialistica alla sovranità e integrità della Libia, richiedono che si intensifichino anche in Italia - in cui l’incapacità programmatica e politica dell’opposizione parlamentare e la ancora frammentata e incerta opposizione sociale tengono in vita il governo Berlusconi - gli sforzi per la ricostruzione del partito comunista, in modo da riappropriarci dello strumento di direzione e organizzazione politica indispensabile. Come si è visto nei paesi arabi, la crisi genera resistenze e lotte, la ruota della storia non si ferma, ma la sola spontaneità, senza organizzazione consapevole – per dirla ancora con Gramsci – non porta cambiamenti sostanziali.

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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!

#367 Messaggio da Helmut »

Drogato_ di_porno ha scritto:Noi italiani è meglio che facciamo poco i ganzi. Quando la Libia era una nostra colonia non siamo stati capaci di tirar fuori un millilitro di petrolio, mentre gli inglesi spremevano oro nero da un macigno.
Inesatto.

Ardito Desio, geologo e Alpino, nonchè conquistatore del K2, nel 1926 esplorò il deserto libico e scoprì dei giacimenti.
Ma gli allora ministeri delle colonie e dell'industria non dettero troppo perso alla scoperta, negandogli i fondi per continuare le esplorazioni.

In seguito, fummo tra i primi a sfruttare i giacimenti desertici, alla faccia di inglesi e americani.

Tuttora siamo i primi importatori della UE.
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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!

#368 Messaggio da dostum »

Mr. G ha scritto:
nik978 ha scritto:e mi sa che quando interverrano oramai la vecchia volpe di gheddafi avra' gia messo le cose a posto. o comunque avra' guadganto parecchio territorio..
(abbattuto un Su-24 governativo comunque)..
Si ma infine il confronto non si pone. Si intervengono con decisione non ci sono probabilità.

Ma mi sono distratto o Ahmadinejad non proferisce parola in merito alla questione? :o
il motivo è questo ma tanto poi gli
yankee aggrediranno anche loro se non si spicciano con la Bomba

http://it.wikipedia.org/wiki/Musa_al-Sadr
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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!

#369 Messaggio da CanellaBruneri »

dostum ha scritto:Crisi, resistenze, guerra imperialista. Necessità dei comunisti.

di Andrea Catone

su L'ERNESTO 5/2010 del 18/03/2011


La grande crisi capitalistica in cui siamo tuttora immersi, non può lasciare immutati, ad onta del conservatorismo delle classi dominanti, i rapporti di forza tra le classi. Quando parliamo di classi ci riferiamo non solo ai rapporti interni al singolo stato nazionale, ma anche ai rapporti su scala mondiale, tra stati imperialistici dominanti e stati dominati, tra “centro” e “periferie” del mondo. La grande crisi esplosa nel 2007 può segnare una svolta decisiva nel “lungo ‘900” capitalisticamente dominato dagli USA (cfr. il saggio di Vl. Giacché), può segnare il declino dell’impero statunitense, rispetto ad altri soggetti che sono emersi prorompentemente sulla scena mondiale – si pensi prima di tutto alla Repubblica Popolare Cinese – le cui economie in questi anni di crisi hanno continuato a svilupparsi a ritmi elevati e sostanzialmente inalterati e il cui peso e ruolo nell’economia mondiale non può essere trascurato da nessuno.

Questo processo, in cui si ridisegnano i rapporti di forza mondiali, può provocare terremoti e tsunami ben più sconvolgenti di quelli che hanno colpito ora il Giappone, come suggerisce Fidel Castro (Los dos terremotos). Se la grande crisi è irrisolta, se le enormi iniezioni di liquidità nel sistema hanno solo spostato e rinviato il problema, trasferendolo al debito sovrano e aggravandolo, allora l’instabilità è la cifra del nostro tempo. Con tutto ciò che essa implica, di possibili cambiamenti sociali radicali e di politiche reazionarie violente, di sviluppo progressivo della civiltà o di barbarie, di rivoluzione o di guerra.

Ciò che sta accadendo in queste settimane in Nord Africa è lo specchio della duplicità contraddittoria di questo tornante della storia: si muovono qui ribellioni popolari che potrebbero avere – dipende dalla direzione politica e dal livello di organizzazione cosciente delle masse - un esito rivoluzionario, “democratico-nazionale”, antimperialista (cfr. Hammami), come in Tunisia, ma si muovono anche forze imperialiste che, proprio nel centesimo anniversario dell’invasione italiana, operano consapevolmente – tutti insieme e in concorrenza tra loro, nella migliore tradizione imperialista - per squartare la Libia, paese centrale per il Mediterraneo, ma anche “terrazza sull’Africa”, il continente che, per la ricchezza delle risorse, da un lato, e per la fragilità politica di gran parte dei suoi stati (disegnati dal colonialismo) è ora, e sarà sempre più, al centro della lotta mondiale tra potenze per la sua spartizione [per una comprensione di base è ancora molto utile Geostoria dell’Africa di Manlio Dinucci, Zanichelli, 2000].

Dovrebbe essere chiaro ormai che gli “insorti” libici – quale che sia la loro coscienza soggettiva (tra essi troviamo ex ministri e alti funzionari della Jamahiriya) – sono lo strumento di cui si servono le forze imperialiste per mettere le mani sul paese, non solo per le sue importanti risorse energetiche, ma per la sua collocazione geografica strategica per il Mediterraneo e per l’Africa.

Per “ricolonizzare” la Libia, in meno di un mese è stato approntato uno strapotente apparato mediatico, diplomatico, militare, per molti versi analogo a quello che 12 anni fa, demonizzando Milosevic, bombardò a tappeto la Serbia con la “guerra umanitaria” della NATO (Diana Johnstone). Chossudovsky chiarisce i motivi dell’aggressione occidentale, nonché della contesa interimperialistica sull’Africa, in particolare tra USA e Francia, la quale non a caso è oggi in prima fila nel riconoscimento diplomatico degli insorti di Bengasi, dove dichiara di voler spostare la sua ambasciata in Libia: un sicuro passo avanti per alimentare la guerra civile in corso e balcanizzare il paese, con diverse analogie con il riconoscimento da parte di Germania e Santa Sede, delle repubbliche separatiste di Slovenia e Croazia (gennaio 1992), che dette fuoco alle polveri della carneficina in Jugoslavia.

È più che evidente che alle potenze imperialiste USA-UE-NATO non sta per nulla a cuore la sorte della popolazione, né la “democrazia” (appoggiano molti regimi reazionari, a partire dall’Arabia Saudita), e che esse stanno cinicamente soffiando per alimentare la guerra interna alla Libia – guerra civile e tribale – per poter intervenire militarmente. Non hanno degnato di uno sguardo la proposta di mediazione e soluzione pacifica del conflitto avanzata dal presidente venezuelano Hugo Chavez e dai paesi dell’ALBA, spingono invece perché vi sia la soluzione più violenta, con la richiesta intransigente che il demonizzato Gheddafi lasci il campo, con le buone o con le cattive. È questo anche un modo per derubare lo stato libico degli ingenti beni depositati nelle banche europee e USA.

La parola del compagno Fidel Castro si è levata cristallina sulla vicenda libica, con diversi e puntuali interventi (cfr. Cubadebate e lernestoonline) denunciando, sin dal 21 febbraio ciò che oggi appare chiarissimo: El plan de la OTAN es ocupar Libia.
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Il comunismo moderno nasce con i bolscevichi, col rifiuto della guerra imperialista, con la rottura con la II Internazionale i cui principali partiti avevano appoggiato i rispettivi governi guerrafondai. La questione della guerra imperialista è per i comunisti una discriminante fondamentale: da un lato gli imperialisti, dall’altro i popoli oppressi. Questa discriminante appare con chiarezza sulla scena mondiale: da un lato il gruppo dell’ALBA bolivariana - e certo non a caso, per diverse analogie di questi paesi “periferici” e dipendenti sinora dagli USA, che li consideravano “cortile di casa” e i paesi del Nord-Africa; dall’altro il blocco, unito e diviso ad un tempo, USA-UE-NATO.

La grande crisi, le resistenze e opposizioni sociali, l’aggressione imperialistica alla sovranità e integrità della Libia, richiedono che si intensifichino anche in Italia - in cui l’incapacità programmatica e politica dell’opposizione parlamentare e la ancora frammentata e incerta opposizione sociale tengono in vita il governo Berlusconi - gli sforzi per la ricostruzione del partito comunista, in modo da riappropriarci dello strumento di direzione e organizzazione politica indispensabile. Come si è visto nei paesi arabi, la crisi genera resistenze e lotte, la ruota della storia non si ferma, ma la sola spontaneità, senza organizzazione consapevole – per dirla ancora con Gramsci – non porta cambiamenti sostanziali.

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mamma mia che analisi sciatta,degna di Stalin quando voleva fare il teorico e snaturava (come fece Lenin ma per motivi più nobili), le fondamenta stesse del pensiero Marxiano.

Molto più attuali, sebbene astratte, le analisi di Toni Negri
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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!

#370 Messaggio da dostum »

Qui + articolato

Aerei da guerra canadesi CF-18 sono in viaggio verso la Libia per aprire un altro fronte nella guerra dei globalisti contro l'umanità.

Con una mossa sorprendente che era quasi inevitabile, l'ONU ha deciso di imporre un no-fly zone sopra la Libia per salvare la ribellione sostenuta dai globalisti che si stava spegnendo in un fallimento che rasentava il disastro della "Baia dei Porci ". E' stato segnalato che Jets Canadesi , degli Stati Uniti, Francesi, Arabi, e del Regno Unito si stanno preparando per l'operazione.

La ribellione libica ha avuto inizio il 17 febbraio 2011 dopo un appello da Londra dei leaders libici dell'opposizione per per una "Giornata della Collera" (link in arabo: usare Google Translator). Infatti per la Libia, questa è solo una delle tante rivolte violente sostenute dall'estero, progettate e appoggiate dall'Occidente per cacciare Gheddafi nel corso degli ultimi tre decenni.
ribelli libici hanno lottato fin dall'inizio contro una "mancanza di legittimità" con i loro leader dell'opposizione di stanza a Washington e Londra, e il leader del NFSL(ndr:National Front for the Salvation of Libya) / NCLO(ndr:National Conference for the Libyan Opposition) Ibrahim Sahad ha concesso interviste proprio di fronte alla Casa Bianca.

Time-line dell'ingerenza occidentale in Libia:

Anni '80: Il Fronte Nazionale per la Salvezza della Libia spalleggiato da Stati Uniti-CIA ha fatto diversi tentativi di assassinare Gheddafi e iniziare la ribellione armata in tutta la Libia.

Anni '90: Noman Benotman e il Gruppo combattente islamico libico (LIFG) conduce una campagna di terrore contro Gheddafi con l'assistenza di Osama Bin Laden Osama, così come dell'MI6.

2005: Ibrahim Sahad dell'NFSL fonda la Conferenza Nazionale di opposizione libica (NCLO) a Londra in Inghilterra.

2011: Ai primi di febbraio, la base NCLO di Londra chiede una "Giornata della collera" Libica, dando inizio alla "rivoluzione del 17 febbraio."

2011: A fine febbraio Ibrahim Sahad del NFSL / NCLO guida la retorica dell'opposizione, proprio di fronte alla Casa Bianca a Washington DC. Chiede una no-fly zone come risposta alle accuse infondate secondo cui Gheddafi sta bombardando "manifestanti disarmati" con aerei da guerra.

2011: A fine febbraio i senatori Lieberman e McCain e il Premier del Regno Unito David Cameron chiedono di fornire una copertura aerea ai ribelli libici, oltre ad un rifornimento di armi supplementari.

2011: Inizio marzo, è emerso che le Forze Aeree Speciali del Regno Unito sono già operative all'interno della Libia

2011: metà di marzo; l'ONU adotta una risoluzione per una no-fly zone sopra la Libia , compresi attacchi aerei.

Come possiamo vedere, il tentativo di estromettere Gheddafi, tranne le infondate segnalazioni da BBC, Al Jazeera e media israeliani , formano una continua, lineare time-line di attacchi, interferenza e sostegno ai gruppi ribelli, incluso il Gruppo Combattente Islamico Libico (LFIG), che ha ricevuto il sostegno "di buon auspicio" sia di Al Qaeda che del britannico MI6. Uno dei leaders del LIFG, Noman Benotman, ora risiede felicemente a Londra dopo essersi accordato dichiaratamente con Bin Laden. Egli divide il suo tempo tra la "lotta all'estremismo" nei ranghi della Fondazione Quilliam e il sostegno retorico ai ribelli libici attraverso tutti i media mainstream.

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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!

#371 Messaggio da CanellaBruneri »

dostum ha scritto:Qui + articolato

Aerei da guerra canadesi CF-18 sono in viaggio verso la Libia per aprire un altro fronte nella guerra dei globalisti contro l'umanità.

Con una mossa sorprendente che era quasi inevitabile, l'ONU ha deciso di imporre un no-fly zone sopra la Libia per salvare la ribellione sostenuta dai globalisti che si stava spegnendo in un fallimento che rasentava il disastro della "Baia dei Porci ". E' stato segnalato che Jets Canadesi , degli Stati Uniti, Francesi, Arabi, e del Regno Unito si stanno preparando per l'operazione.

La ribellione libica ha avuto inizio il 17 febbraio 2011 dopo un appello da Londra dei leaders libici dell'opposizione per per una "Giornata della Collera" (link in arabo: usare Google Translator). Infatti per la Libia, questa è solo una delle tante rivolte violente sostenute dall'estero, progettate e appoggiate dall'Occidente per cacciare Gheddafi nel corso degli ultimi tre decenni.
ribelli libici hanno lottato fin dall'inizio contro una "mancanza di legittimità" con i loro leader dell'opposizione di stanza a Washington e Londra, e il leader del NFSL(ndr:National Front for the Salvation of Libya) / NCLO(ndr:National Conference for the Libyan Opposition) Ibrahim Sahad ha concesso interviste proprio di fronte alla Casa Bianca.

Time-line dell'ingerenza occidentale in Libia:

Anni '80: Il Fronte Nazionale per la Salvezza della Libia spalleggiato da Stati Uniti-CIA ha fatto diversi tentativi di assassinare Gheddafi e iniziare la ribellione armata in tutta la Libia.

Anni '90: Noman Benotman e il Gruppo combattente islamico libico (LIFG) conduce una campagna di terrore contro Gheddafi con l'assistenza di Osama Bin Laden Osama, così come dell'MI6.

2005: Ibrahim Sahad dell'NFSL fonda la Conferenza Nazionale di opposizione libica (NCLO) a Londra in Inghilterra.

2011: Ai primi di febbraio, la base NCLO di Londra chiede una "Giornata della collera" Libica, dando inizio alla "rivoluzione del 17 febbraio."

2011: A fine febbraio Ibrahim Sahad del NFSL / NCLO guida la retorica dell'opposizione, proprio di fronte alla Casa Bianca a Washington DC. Chiede una no-fly zone come risposta alle accuse infondate secondo cui Gheddafi sta bombardando "manifestanti disarmati" con aerei da guerra.

2011: A fine febbraio i senatori Lieberman e McCain e il Premier del Regno Unito David Cameron chiedono di fornire una copertura aerea ai ribelli libici, oltre ad un rifornimento di armi supplementari.

2011: Inizio marzo, è emerso che le Forze Aeree Speciali del Regno Unito sono già operative all'interno della Libia

2011: metà di marzo; l'ONU adotta una risoluzione per una no-fly zone sopra la Libia , compresi attacchi aerei.

Come possiamo vedere, il tentativo di estromettere Gheddafi, tranne le infondate segnalazioni da BBC, Al Jazeera e media israeliani , formano una continua, lineare time-line di attacchi, interferenza e sostegno ai gruppi ribelli, incluso il Gruppo Combattente Islamico Libico (LFIG), che ha ricevuto il sostegno "di buon auspicio" sia di Al Qaeda che del britannico MI6. Uno dei leaders del LIFG, Noman Benotman, ora risiede felicemente a Londra dopo essersi accordato dichiaratamente con Bin Laden. Egli divide il suo tempo tra la "lotta all'estremismo" nei ranghi della Fondazione Quilliam e il sostegno retorico ai ribelli libici attraverso tutti i media mainstream.

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Mi dispiace, continuo a non essere convinto di queste analisi; per tornare ai tempi antichi è come sostenere che fu solo grazie alla Germania che potè compiersi la Rivoluzione di Ottobre. Naturalmente ci fu un "aiutino" che però non esaurisce l'energia della Rivoluzione Sovietica
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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!

#372 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Helmut ha scritto:In seguito, fummo tra i primi a sfruttare i giacimenti desertici, alla faccia di inglesi e americani.
Appunto Helmut, "in seguito", dopo la guerra e il colonialismo quando non eravamo più padroni. Adesso "importiamo".

Lo scrive anche wikipedia "i risultati più notevoli li ottenne in Libia (allora colonia italiana), dove tra il 1926 e il 1940 effettuò diversi rilevamenti scoprendo ricche sorgenti sotterranee di acqua (nella zona di Misurata e nella Gefara) e rinvenendo anche giacimenti di petrolio, in relazione ai quali fu però criticato per non aver saputo valutare l'importanza economica del petrolio libico che, in effetti, non venne adeguatamente valorizzato durante la dominazione italiana."

Gli inglesi spremevano petrolio in medioriente fin dai primi del '900 per alimentare le dreadnought della Grand Fleet.
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)

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dostum
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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!

#373 Messaggio da dostum »

Paragone tra Lenin e vecchi arnesi della MONARCHIA libica e fanatici
religiosi è improponibile
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MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI

Baalkaan hai la machina targata Sassari?

VE LA MERITATE GEGGIA

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CanellaBruneri
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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!

#374 Messaggio da CanellaBruneri »

dostum ha scritto:Paragone tra Lenin e vecchi arnesi della MONARCHIA libica e fanatici
religiosi è improponibile
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Per carità nessun paragone diretto, ci mancherebbe, non sono così idiota, spero... (scherzo con i fanti ma lascio stare i santi)
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Ehi, campione, che cosa è il pugilato?..." la boxe...uhm....la boxe è quella cosa che tutti gli sport cercano di imitare" (S. Liston)

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El Diablo
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Re: OT - I am an anti-Muhammad - Anarchy in Maghreb!

#375 Messaggio da El Diablo »

Guerra a Gheddafi vicina, raid alleati previsti fra le 15 e le 16 di oggi
LIBIA - Secondo alcune indiscrezioni mancherebbe davvero pochissimo all'inizio dell'offensiva alleata contro il regime di Gheddafi. Le operazioni militari aeree dovrebbero avere il via libera fra le 15 e le 16 di oggi pomeriggio subito dopo la conclusione del vertice di Parigi dove europei, arabi e americani stanno esaminando la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu.
I primi attacchi dovrebbero essere portati da Francia e Gran Bretagna che scateneranno i loro caccia contro obiettivi militari. Intanto a Bengasi il bluff di Gheddafi è durato la manciata di qualche ora, infatti la città dei ribelli è stata posta sotto assedio dalle milizie lealiste, si parla già di diversi morti. Non solo azioni ma anche parole, quelle che il Colonnello scaglia contro l'Europa minacciandola di gravissime ritorsioni: “sarete voi europei a pagarne le conseguenze maggiori, ve ne pentirete”.
Dall'Italia il Ministro della difesa, La Russa, spiega che “saremo in prima linea, non siamo affittacamere, a maggior ragione perchè il teatro di guerra è a due passi da noi. L'obiettivo è dare stabilità all'area e salvaguardare le popolazioni sotto attacco libico”. Dunque una conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, di un intervento attivo e non solo subordinato alla concessione delle basi. Impegno che il Parlamento ha ratificato con l'appoggio totale anche del Partito Democratico.
"Più le cose cambiano, più restano le stesse"
"I lesbo sono migliori se leggermente asimmetrici" Gargarozzo

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