Ti ho consigliato quel film non per un giochino suprficiale (come hai sospettato anche quella volta dell'associazione con Albertine, tempo fa), ma perché quella coprotagonista di cui parlavo mi ricorda te. Ora scopro che anche l'altra protagonista è simile ad Elisa e che il film assomiglia al tuo post. Dato che dall'incipit dello stesso mi sembra di capire tu abbia solo leggiucchiato la trama su internet, ne approfitto per ribadire l'esortazione a guardarlo (magari con Elisa ed il burbero).hellen ha scritto:Voglio raccontarvi la una storia, la mia storia con fatina, che, a causa dello stupidissimo nome che le ho scelto per questo post, solo per questo post la chiamerò elisa.
Se a voi questa storia può interessare o meno non mi interessa, non lo scrivo per il forum per l’utente che che la leggerà ecc… scrivo perché io ho bisogno di disintossicarmi e parlare, lei ha bisogno di capire e leggere
approfitto dell’ora tarda e del fatto che dorme per spiegare con un pizzico di onestà come ci siamo conosciute, è una storia stupidamente banale, ma Ciambellano ha portato alla mia attenzione un film dove si parlava di due giovani ragazze omosessuali è mi ha dato ispirazione, cavolo se hanno fatto un film potrò pure io farci un post
dunque, io e elisa ci siamo incontrate a scuola in prima superiore, lei arrivava dalla scuola media e aveva circa 14 anni, io ero stata bocciata l’anno prima e ne avevo 15, lei arrivando dalla provincia di Varese non conosceva nessuno come me che ero rimasta indietro, nacque subito un’amicizia, da prima molto pallida, forse a causa mia, che vedevo in quella bella ma strana ragazza qualcosa di sbagliato
lei fu subito sincera con me, già dai primi giorni facendo apprezzamenti su alcuni ragazzi mi spiegò semplicemente che, a lei i ragazzi non interessavano sotto quel punto di vista io una confessione così diretta non l’ho accolta molto bene, cercavo di non pensarci,
Elisa sotto molti punti di vista la odiavo, aveva tutto quello che una ragazza può avere, però era apatica, a volte tetra, sembrava non le importasse nulla di nulla, non parlava mai di sessualità, aveva avuto alcune storie con ragazze, ma non me lo raccontava mai, mi diceva: se ti raccontassi alcuni particolari miei, ne proveresti ribrezzo come ne proverei io se tu mi raccontassi alcuni particolari tuoi
Erano passati anni da quando ci eravamo conosciute, ormai la nostra era una grande amicizia, uscivamo la sera insieme, stavamo i pomeriggi insieme, a scuola, in piscina, la gente che ci vedeva mi apostrofava come lesbica e io che all’epoca non avevo nessun interesse per le donne rispondevo con aggressività a quelle insinuazioni, ed a elisa non importava la mia reazione di sdegno, anzi scherzava sul fatto che se le avessero dato della ragazza etero avrebbe reagito anche lei in malo modo
Una volta diplomata fui costretta ad abbandonare il luogo dove vivevo e raggiungere mio fratello che abitava, a molti chilometri da Elisa, ma mi mancava e io mancavo a lei ci vedevamo i fine settimana e in alcune occasioni speciali ci sentivamo quotidianamente, scrivevamo lunghe mail raccontandoci la giornata passata, ecc
Dopo un anno si presentò l’opportunità per lei di trasferirsi da me, eravamo finalmente tornate a frequentarci con regolarità, si era tornati alla solita routine, quando un giorno semplicemente mi diede un bacio, così. Uno stupidissimo giorno insignificante di una stupidissima serata insignificante passata a vedere un film sul divano, si volse verso di me e mi baciò. Non un bacio tra amiche ma un bacio di quelli che si danno a poche persone nella vita, con la giusta intensità, si stacco dopo qualche secondo, superato lo stupore iniziale la spinsi via e mi arrabbiai come non mi ero arrabbiata mai in vita mia
Vedevo in lei, una bugiarda, ci conoscevamo da 6/7 anni e aveva passato tutto questo tempo a mentirmi, la mia amicizia con lei era un’illusione, niente di reale, se in quei giorni ripensavo alla nostra amicizia provavo ribrezzo per la sua ipocrisia, per il suo modo di manifestarsi troppo diretto,
dopo circa una settimana di convivenza in assetto di guerra con lei atterrita dalla mia arrabbiatura se ne tornò a vivere con i suoi genitori, Elisa faceva e fa le cose in modo molto semplice, non è teatrale, quando mi bacio semplicemente mi diede un bacio, quando se ne andò semplicemente me lo comunicò il giorno prima, non pianse, senza rancore, mi disse semplicemente: Elena, io domani parto
mi mancava, mi mancava la mia amica e se pensavo ai bei momenti momenti passati insieme piangevo prima di nostalgia e poi di rabbia, lei in un paio di occasioni aveva provato a riallacciare il rapporto ma io proprio non riuscivo a sopportare l’idea di rivedermela davanti
mi fratello è una incommensurabile testa di cazzo, non ha mai avuto molta simpatia per elisa, e da fascista xenofobo molto probabilmente non ha mai visto sotto una buona luce la mia amicizia con lei, più volte ho pensato che si vergognasse di noi anche quando eravamo solo amiche fatto sta che un giorno mi prese per i capelli mi butto in macchina e mi disse: non tornare a casa senza Elisa
passai forse un’ora seduta sotto il marciapiede ero shoccata, non capivo nulla lui, lei, chi altro… io? No cazzo no, e forse se un fratello ci prova una sorella ci riesce, la sorella di Elisa mi vide e glielo disse lei scese semplicemente aprì il portone e rimase ferma a guardarmi semplicemente non traspariva nessuna emozione dal suo viso era come molte volte assente
io la odiavo, c’era, ma era come se non ci fosse, volevo che mi desse la forza di mandarla affanculo una volta per tutte, qualsiasi cosa dicesse ero pronta, se usava un tono accondiscendente avrei reagito in modo aggressivo se avesse usato un tono aggressivo me ne sarei andata
sbocco lei la situazione che forse era durata pochi attimi, forse interminabili minuti, degni di un piano sequenza di Sergio Leone, semplicemente disse una frase (che non riporto perchè alcune cose sono solo nostre e non vanno condivise) la più stupida frase del mondo, in un contesto dove era assolutamente fuori luogo e di una banalità degna di me
non ci baciammo, sarebbe stato un bel finale la realta è che semplicemente ci abbracciammo, io la sentivo morbida, calda con la testa appoggiata alla suo corpo sentivo che singhiozzi mentre piangeva io non piangevo avevo una paura fottuta di quello che provavo
tornò subito a casa con me, quel figlio di una gran puttana di mio fratello aveva apparecchiato per tre ma io non gli ho mai dato la soddisfazione di digli che Elisa era tornata a casa conme
Chi in questi anni ha letto ciambellano, sa perfettamente che non ha mai fatto il lumacone. Anzi, gli fa così ribrezzo questa pratica, specie in contesti virtuali, da esagerare a volte nel verso opposto. Queste ultime parole -come sarà apparso ovvio ai più- sembrano in qualche modo precedere una sorta di, beh sì insomma, hai scritto un bel post.