[O.T.] Finalmente contestato ratzinger
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ma comunque non è una conferenza l'apertura dell'anno accademico a quanto ne so io.
Ognuno fa il suo discorso e amen,è una cosa simbolica quindi.
Io non ho mai presenziato a una cosa del genere a dire il vero,ma l'invito al Papa era una segnale fortissimo...in un periodo in cui persino Ferrara!! ha avuto paura che qualcuno avrebbe potuto farlo non nascere e mangiare da piccolo.
A qualcuno questo sdoganamento ha dato parecchio fastidio,non lo biasimo.
Ognuno fa il suo discorso e amen,è una cosa simbolica quindi.
Io non ho mai presenziato a una cosa del genere a dire il vero,ma l'invito al Papa era una segnale fortissimo...in un periodo in cui persino Ferrara!! ha avuto paura che qualcuno avrebbe potuto farlo non nascere e mangiare da piccolo.
A qualcuno questo sdoganamento ha dato parecchio fastidio,non lo biasimo.
Siam del popolo gli arditi contadini ed operai non c'è sbirro non c'è fascio che ci possa piegar mai.
Rammento a tutti che la sapienza è stata fondata da un papa, rammento anche che l'università è il luogo deputato al dialogo idelogico, dimostra come in italia la crisi democratica sia fortissima, stiamo correndo pericolosamente verso la dittatura. Faccio presente a chi non lo sapesse, alcune notizie riguardanti l'autore della lettera incriminata:
"Cini Marcello, si era già fatto conoscere e riconoscere negli anni Settanta, scrivendo, sulle colonne del Manifesto (mensile), graziosi e postmoderni pensieri sulla scienza, cercando di limitarne ricerca e sviluppo per non avvantaggiare il capitale, anzi la prima e più importante scienza da sviluppare per il proletariato è "la critica dell'economia politica" e, rimpolpando la tesi "... nel regime capitalistico la scienza diventa mezzo di produzione e dunque di capitale, e in quanto tale si contrappone come potenza esterna all'operaio e lo schiaccia, rendendolo strumento di fini a lui estranei". Pensieri e parole del Cini rivolte non ai borghesi maiali ma al Pci colpevole di aver organizzato un convegno sulla ricerca scientifica, meglio il panino con la salamella.
Non contento dell'elaborato, il professore aggiungeva che "un esempio dell' uso alternativo della scienza andava da ritrovarsi in Cuba, nella Cina e nel Vietnam dove la scienza stessa era compagna di un impegno collettivo che scuote l'intera società , di una dura lotta contro l'imperialismo e i suoi valori, di uno slancio ideale per costruire il socialismo". (da il Giornale)
"Cini Marcello, si era già fatto conoscere e riconoscere negli anni Settanta, scrivendo, sulle colonne del Manifesto (mensile), graziosi e postmoderni pensieri sulla scienza, cercando di limitarne ricerca e sviluppo per non avvantaggiare il capitale, anzi la prima e più importante scienza da sviluppare per il proletariato è "la critica dell'economia politica" e, rimpolpando la tesi "... nel regime capitalistico la scienza diventa mezzo di produzione e dunque di capitale, e in quanto tale si contrappone come potenza esterna all'operaio e lo schiaccia, rendendolo strumento di fini a lui estranei". Pensieri e parole del Cini rivolte non ai borghesi maiali ma al Pci colpevole di aver organizzato un convegno sulla ricerca scientifica, meglio il panino con la salamella.
Non contento dell'elaborato, il professore aggiungeva che "un esempio dell' uso alternativo della scienza andava da ritrovarsi in Cuba, nella Cina e nel Vietnam dove la scienza stessa era compagna di un impegno collettivo che scuote l'intera società , di una dura lotta contro l'imperialismo e i suoi valori, di uno slancio ideale per costruire il socialismo". (da il Giornale)
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- GaiusBaltar
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[quote:e3b2b58f14="Scorpio"][quote:e3b2b58f14][quote:e3b2b58f14="GaiusBaltar"]
Piaccia o no i nostri "scienziati" come l'esimio professor Odifreddi (ma chi cazzo è sto Odifreddi?[/quote:e3b2b58f14]
da come scrivi, credo meriti più attenzione di te.
[quote:e3b2b58f14]Bella figura abbiamo fatto, il Papa è pure andato in visita in Turchia paese musulmano al 90%, c'erano tensioni e proteste ma han fatto in modo che potesse svolgere la sua visita, [/quote:e3b2b58f14]
é lui che non ci è andato; ha giocato a far la vittima, ma credo rispigartelo non serve... son parole che si perdono nella tastiera...
[quote:e3b2b58f14]vorrebbe essere identificato con un paese di pattumiera imperante, interessi camorristici, inciuci politici, ecc. ecc..[/quote:e3b2b58f14]
cià scassato la minkia col suo protagonismo, ma soprattutto con lo spazio che gli danno i media itaGliani; non cè giorno che non si legga di una sua uscita, dagli angeli, all'aboto
[quote:e3b2b58f14]Povera italia si in minuscolo altro non meritiamo, spero che i forumisti "democratici" non mi massacrino![/quote:e3b2b58f14]
il forum non è una democrazia.... il che non dovrebbe dispiacerti...
[quote:e3b2b58f14]Ti rispondo allo stesso modo: chi ca22o è quel signore vestito di bianco?
Chi segue lo stile di vita di cui parla? Nemmeno lui e i suoi più stretti collaboratori.
Non ti accorgi di vivere in un paese ove i sudditi vaticani, pregano già al primo vespro?
Divorzi? Separazioni? cosa sono?
Poi, Nazinger è un capo seguito; pensa che non ha nemmeno nessun prete, teologo, o missionario che non lo critichi!
Abbiamo media che quel 4% se vogliono lo fanno diventare il 400% come pure annullare il 90% !
Ti ricordi l'indulto?
Avevamo il 90% di parlamentari e giornalisti a favore quando il 90% della "ggente" era contro!
Diciamo la verità : quel 4%, che secondo me, avrebbe ottenuto di più ad ignorarlo o a fare un bliz con una domanda scomoda al pastore bavarese, è stato un errore che ha fatto martire il mafioso vestito di bianco firmato Prada.[/quote:e3b2b58f14]
[quote:e3b2b58f14]Hai conoscenze dirette di come vivono i cattolici o presunti tali?
Altrochè! Anzi, forse è per quello che son diventato ateo![/quote:e3b2b58f14]
In ogni caso, son loro che criticano il nazista grifagno peggio di quanto non lo faccia io!
[quote:e3b2b58f14]E poi dare del mafioso così a caso è un pò banale, magari tira fuori le palle e prova a dire qualcosa di chi in nome della sua "fede" nel terzo millenio lancia aerei contro i grattacieli......ma va avere le palle oramai è roba rara.[/quote:e3b2b58f14]
Sono ateo e se avessi letto i miei post che scrivo qui da tempo immemorabile, non mi scambieresti per filo-al-queida.
[quote:e3b2b58f14]Postilla stilistica il Papa non veste Prada ma Euroclero, non confondiamo i brand proprio nella settimana dei saldi.[/quote:e3b2b58f14]
Mettiamola così, le scarpe di cui ho evidenza erano firmate Prada, ma tu continui a vedere il dito e non la luna; non è questo il punto, dato che so per certo che ci sono molteplici coglioni, ammiratori , sia umili , che potenti che largheggiano con i regali a persone illustri.
Il fatto è che quando l'ho sentito parlare, della miseria nel mondo, lo faceva dal lusso della sala Nervi, pieno di oro, diamanti, manco un tamarro, capo degli zingari sinti![/quote:e3b2b58f14][/quote:e3b2b58f14]
Caro da come scrivo, e come scrivi te sono sicuro che tutti, ripeto TUTTI, meritano attenzione a quello che dicono se no siamo arrivati ad un altro capitolo.
Ossia se non mi interessa ciò che hai da dire taci che non me ne frega una fava, però te fai il democratico.
No non ho letto i tuoi innumerevoli post precedenti, spero tu legga i miei futuri chissà magari impari qualcosa oppure hai la scienza infusa?
Sei ateo? E chi se ne frega? E' come quelli che sbandierano al mondo di essere gay, uno mica sbandiera al mondo di essere eterosessuale no?
Le scarpe di cui hai evidenza? Che fai lo stilista di calzature? Oppure feticista di scarpe maschili, mah ognuno ha i sui gusti e lungi da me criticare tali scelte.
La storia che il Papa parla della miseria del mondo e se ne sta in Vaticano tra il lusso è quanto di più patetico esita al mondo. Come se il Santo Padre e la chiesa abbiano impoverito il mondo costruendosi le cattedrali, certo in passato è successo ma te credi che se mettono all'asta tutto il loro possedimenti risolviamo la miseria del mondo, che prima di essere materiale è ahimè spirituale?
E le colpe dei governi corrotti? Delle multinazionali che sfruttano popoli e materie prime? Quello non c'entra vero, quello fa niente, guarda che se ti fai un giro per i templi buddisti, le moschee musulmane, i templi scintoisti, e i templi indu, non sono fatti di paglia e fango.
Sono tutte opere d'arte piene di oro e tesori, quelli non si mettono all'asta? Quelli non hanno a cuore la miseria del mondo?
Rilassati suvvia, questo fervore anticlericale sa tanto di kompagnucci post sessantottini aggrappati ancora al verbo del maestro marx.
Odifreddi che cazzo ha fatto di importante nella vita???????
Piaccia o no i nostri "scienziati" come l'esimio professor Odifreddi (ma chi cazzo è sto Odifreddi?[/quote:e3b2b58f14]
da come scrivi, credo meriti più attenzione di te.
[quote:e3b2b58f14]Bella figura abbiamo fatto, il Papa è pure andato in visita in Turchia paese musulmano al 90%, c'erano tensioni e proteste ma han fatto in modo che potesse svolgere la sua visita, [/quote:e3b2b58f14]
é lui che non ci è andato; ha giocato a far la vittima, ma credo rispigartelo non serve... son parole che si perdono nella tastiera...
[quote:e3b2b58f14]vorrebbe essere identificato con un paese di pattumiera imperante, interessi camorristici, inciuci politici, ecc. ecc..[/quote:e3b2b58f14]
cià scassato la minkia col suo protagonismo, ma soprattutto con lo spazio che gli danno i media itaGliani; non cè giorno che non si legga di una sua uscita, dagli angeli, all'aboto
[quote:e3b2b58f14]Povera italia si in minuscolo altro non meritiamo, spero che i forumisti "democratici" non mi massacrino![/quote:e3b2b58f14]
il forum non è una democrazia.... il che non dovrebbe dispiacerti...

[quote:e3b2b58f14]Ti rispondo allo stesso modo: chi ca22o è quel signore vestito di bianco?
Chi segue lo stile di vita di cui parla? Nemmeno lui e i suoi più stretti collaboratori.
Non ti accorgi di vivere in un paese ove i sudditi vaticani, pregano già al primo vespro?
Divorzi? Separazioni? cosa sono?
Poi, Nazinger è un capo seguito; pensa che non ha nemmeno nessun prete, teologo, o missionario che non lo critichi!
Abbiamo media che quel 4% se vogliono lo fanno diventare il 400% come pure annullare il 90% !
Ti ricordi l'indulto?
Avevamo il 90% di parlamentari e giornalisti a favore quando il 90% della "ggente" era contro!
Diciamo la verità : quel 4%, che secondo me, avrebbe ottenuto di più ad ignorarlo o a fare un bliz con una domanda scomoda al pastore bavarese, è stato un errore che ha fatto martire il mafioso vestito di bianco firmato Prada.[/quote:e3b2b58f14]
[quote:e3b2b58f14]Hai conoscenze dirette di come vivono i cattolici o presunti tali?
Altrochè! Anzi, forse è per quello che son diventato ateo![/quote:e3b2b58f14]
In ogni caso, son loro che criticano il nazista grifagno peggio di quanto non lo faccia io!
[quote:e3b2b58f14]E poi dare del mafioso così a caso è un pò banale, magari tira fuori le palle e prova a dire qualcosa di chi in nome della sua "fede" nel terzo millenio lancia aerei contro i grattacieli......ma va avere le palle oramai è roba rara.[/quote:e3b2b58f14]
Sono ateo e se avessi letto i miei post che scrivo qui da tempo immemorabile, non mi scambieresti per filo-al-queida.
[quote:e3b2b58f14]Postilla stilistica il Papa non veste Prada ma Euroclero, non confondiamo i brand proprio nella settimana dei saldi.[/quote:e3b2b58f14]
Mettiamola così, le scarpe di cui ho evidenza erano firmate Prada, ma tu continui a vedere il dito e non la luna; non è questo il punto, dato che so per certo che ci sono molteplici coglioni, ammiratori , sia umili , che potenti che largheggiano con i regali a persone illustri.
Il fatto è che quando l'ho sentito parlare, della miseria nel mondo, lo faceva dal lusso della sala Nervi, pieno di oro, diamanti, manco un tamarro, capo degli zingari sinti![/quote:e3b2b58f14][/quote:e3b2b58f14]
Caro da come scrivo, e come scrivi te sono sicuro che tutti, ripeto TUTTI, meritano attenzione a quello che dicono se no siamo arrivati ad un altro capitolo.
Ossia se non mi interessa ciò che hai da dire taci che non me ne frega una fava, però te fai il democratico.
No non ho letto i tuoi innumerevoli post precedenti, spero tu legga i miei futuri chissà magari impari qualcosa oppure hai la scienza infusa?
Sei ateo? E chi se ne frega? E' come quelli che sbandierano al mondo di essere gay, uno mica sbandiera al mondo di essere eterosessuale no?
Le scarpe di cui hai evidenza? Che fai lo stilista di calzature? Oppure feticista di scarpe maschili, mah ognuno ha i sui gusti e lungi da me criticare tali scelte.
La storia che il Papa parla della miseria del mondo e se ne sta in Vaticano tra il lusso è quanto di più patetico esita al mondo. Come se il Santo Padre e la chiesa abbiano impoverito il mondo costruendosi le cattedrali, certo in passato è successo ma te credi che se mettono all'asta tutto il loro possedimenti risolviamo la miseria del mondo, che prima di essere materiale è ahimè spirituale?
E le colpe dei governi corrotti? Delle multinazionali che sfruttano popoli e materie prime? Quello non c'entra vero, quello fa niente, guarda che se ti fai un giro per i templi buddisti, le moschee musulmane, i templi scintoisti, e i templi indu, non sono fatti di paglia e fango.
Sono tutte opere d'arte piene di oro e tesori, quelli non si mettono all'asta? Quelli non hanno a cuore la miseria del mondo?
Rilassati suvvia, questo fervore anticlericale sa tanto di kompagnucci post sessantottini aggrappati ancora al verbo del maestro marx.
Odifreddi che cazzo ha fatto di importante nella vita???????
"Nel torbido si pesca meglio" Il Direttorino
"La cattiveria dei buoni è pericolosissima" G. Andreotti
http://www.youtube.com/watch?v=KLaTmro5MfE
"La cattiveria dei buoni è pericolosissima" G. Andreotti
http://www.youtube.com/watch?v=KLaTmro5MfE
- GaiusBaltar
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Senza fare il patetico garantista, certo che i famigliari Mastelliani immacolati non siano, dopotutto in politica chi lo è?
Mi vien da dire: fino a prova certa siamo tutti innocenti o no? Oppure basta essere antipatici per essere condannati?
Tra l'altro la moglie sua è mica male per gli anni che ha.
Mi vien da dire: fino a prova certa siamo tutti innocenti o no? Oppure basta essere antipatici per essere condannati?
Tra l'altro la moglie sua è mica male per gli anni che ha.
"Nel torbido si pesca meglio" Il Direttorino
"La cattiveria dei buoni è pericolosissima" G. Andreotti
http://www.youtube.com/watch?v=KLaTmro5MfE
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- Scorpio
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Tranquillo! I compagnucci sessantottini son tutti garantisci e in molti casi, hanno fatto il salto della quaglia (Ferrara, Adornato, etc...)GaiusBaltar ha scritto:Più o meno; se dovessimo dar retta a tutti, proprio tutti, gli stronzi in circolazione perderemmo troppo tempo!Caro da come scrivo, e come scrivi te sono sicuro che tutti, ripeto TUTTI, meritano attenzione a quello che dicono se no siamo arrivati ad un altro capitolo.
non mi interessa essere democratico ma almeno dico la mia quando e dove mi è possibile.Ossia se non mi interessa ció che hai da dire taci che non me ne frega una fava, peró te fai il democratico.
Finora mi hai dato l'impressione di esser uno con cui ho già perso troppo tempo; il peggior cieco è quello che non vuol vedere... se sei così intelligente e riflessivo, il resto dovresti capirlo da solo.No non ho letto i tuoi innumerevoli post precedenti, spero tu legga i miei futuri chissà magari impari qualcosa oppure hai la scienza infusa?
Ke minkia c'entra? Parliamo di fede, cattolicesimo o presunto tale e preciso che son ateo!Sei ateo? E chi se ne frega? E' come quelli che sbandierano al mondo di essere gay, uno mica sbandiera al mondo di essere eterosessuale no?
Avessimo parlato di Freddy Mercury, avrei scritto che amo la figa al 100%.
La coerenza ...questa sconosciuta.... continui a cambiar discorso.Le scarpe di cui hai evidenza? Che fai lo stilista di calzature? Oppure feticista di scarpe maschili, mah ognuno ha i sui gusti e lungi da me criticare tali scelte. La storia che il Papa parla della miseria del mondo e se ne sta in Vaticano tra il lusso è quanto di più patetico esita al mondo.
Sarai un avvocato...
A fianco di Pinochet, non c'era mia sorella;E le colpe dei governi corrotti?
i nazisti in fuga in Sudamerica non li ospitano mio bisnonno ma i conventi istruiti dal Vaticano.
e andiamo pure avanti, ma che minkia c'entra?
Continui a cambiar discorso e non noti la minima contraddizione e ipocrisia per il personaggio del topic ?
Rilassati suvvia, questo fervore anticlericale sa tanto di kompagnucci post sessantottini aggrappati ancora al verbo del maestro marx.
Odifreddi che cazzo ha fatto di importante nella vita?
Odifreddi lo conosco di persona, te no ma da quel pó che leggo, non ti rendi degno di stima: dulcis in fundo, difendi le indifendibili merdacce del Clan Mastella....
e lascia perdere, se siamo a dar via il kulo x colpa del mastellismo e parassiti vari, che son poi la vera causa del nso debito pubblico; non c'entrano nulla! Son troppo occupati a costruire cattedrali.
Ke Nazinger sia con te..
qualcuno gli spieghi che per fare il portatore di giustizia e libertà il suo cognome avrebbe dovuto inziare con la "emme" e non con la "erre".
lui si che nella mia infanzia lottava contro i cattivi,l'ingustizia,la povertà .
lui si che nella mia infanzia lottava contro i cattivi,l'ingustizia,la povertà .
I miei problemi sono iniziati con la prima educazione. Andavo in una scuola per insegnanti disagiati.
Woody Allen
Mia moglie e' una persona veramente immatura. L'altro giorno, per esempio, mentre mi facevo il bagno e' entrata e, senza motivo, mi ha affondato tutte le paperelle!
Woody Allen
Woody Allen
Mia moglie e' una persona veramente immatura. L'altro giorno, per esempio, mentre mi facevo il bagno e' entrata e, senza motivo, mi ha affondato tutte le paperelle!
Woody Allen
Questo che posto è l'intervento che il Papa avrebbe tenuto e che oggi, presumibilmente, verrà letto dal Magnifico.
Magnifico Rettore, autorità politiche e civili, illustri docenti e personale tecnico amministrativo, cari giovani studenti!
E' per me motivo di profonda gioia incontrare la comunità della Sapienza - Università di Roma in occasione della inaugurazione dell'anno accademico. Da secoli ormai questa Università segna il cammino e la vita della città di Roma, facendo fruttare le migliori energie intellettuali in ogni campo del sapere. Sia nel tempo in cui, dopo la fondazione voluta dal Papa Bonifacio VIII, l'istituzione era alle dirette dipendenze dell'Autorità ecclesiastica, sia successivamente quando lo Studium Urbis si è sviluppato come istituzione dello Stato italiano, la vostra comunità accademica ha conservato un grande livello scientifico e culturale, che la colloca tra le più prestigiose università del mondo.
Da sempre la Chiesa di Roma guarda con simpatia e ammirazione a questo centro universitario, riconoscendone l'impegno, talvolta arduo e faticoso, della ricerca e della formazione delle nuove generazioni. Non sono mancati in questi ultimi anni momenti significativi di collaborazione e di dialogo.
Vorrei ricordare, in particolare, l'Incontro mondiale dei Rettori in occasione del Giubileo delle Università , che ha visto la vostra comunità farsi carico non solo dell'accoglienza e dell'organizzazione, ma soprattutto della profetica e complessa proposta della elaborazione di un "nuovo umanesimo per il terzo millennio".
Mi è caro, in questa circostanza, esprimere la mia gratitudine per l'invito che mi è stato rivolto a venire nella vostra università per tenervi una lezione. In questa prospettiva mi sono posto innanzitutto la domanda: che cosa puó e deve dire un Papa in un'occasione come questa? Nella mia lezione a Ratisbona ho parlato, sì, da Papa, ma soprattutto ho parlato nella veste del già professore di quella mia università , cercando di collegare ricordi ed attualità . Nell'università "Sapienza", l'antica università di Roma, peró, sono invitato proprio come Vescovo di Roma, e perció debbo parlare come tale.
Certo, la "Sapienza" era un tempo l'università del Papa, ma oggi è un'università laica con quell'autonomia che, in base al suo stesso concetto fondativo, ha fatto sempre parte della natura di università , la quale deve essere legata esclusivamente all'autorità della verità . Nella sua libertà da autorità politiche ed ecclesiastiche l'università trova la sua funzione particolare, proprio anche per la società moderna, che ha bisogno di un'istituzione del genere.
Ritorno alla mia domanda di partenza: che cosa puó e deve dire il Papa nell'incontro con l'università della sua città ? Riflettendo su questo interrogativo, mi è sembrato che esso ne includesse due altri, la cui chiarificazione dovrebbe condurre da sè alla risposta. Bisogna, infatti, chiedersi: qual è la natura e la missione del Papato? E ancora: qual è la natura e la missione dell'università ? Non vorrei in questa sede trattenere Voi e me in lunghe disquisizioni sulla natura del Papato.
Papa Benedetto XVI
Basti un breve accenno. Il Papa è anzitutto Vescovo di Roma e come tale, in virtù della successione all'Apostolo Pietro, ha una responsabilità episcopale nei riguardi dell'intera Chiesa cattolica. La parola "vescovo" - episkopos, che nel suo significato immediato rimanda a "sorvegliante", già nel Nuovo Testamento è stata fusa insieme con il concetto biblico di Pastore: egli è colui che, da un punto di osservazione sopraelevato, guarda all'insieme, prendendosi cura del giusto cammino e della coesione dell'insieme.
In questo senso, tale designazione del compito orienta lo sguardo anzitutto verso l'interno della comunità credente. Il Vescovo - il Pastore - è l'uomo che si prende cura di questa comunità ; colui che la conserva unita mantenendola sulla via verso Dio, indicata secondo la fede cristiana da Gesù - e non soltanto indicata: Egli stesso è per noi la via. Ma questa comunità della quale il Vescovo si prende cura - grande o piccola che sia - vive nel mondo; le sue condizioni, il suo cammino, il suo esempio e la sua parola influiscono inevitabilmente su tutto il resto della comunità umana nel suo insieme. Quanto più grande essa è, tanto più le sue buone condizioni o il suo eventuale degrado si ripercuoteranno sull'insieme dell'umanità .
Vediamo oggi con molta chiarezza, come le condizioni delle religioni e come la situazione della Chiesa - le sue crisi e i suoi rinnovamenti - agiscano sull'insieme dell'umanità . Così il Papa, proprio come Pastore della sua comunità , è diventato sempre di più anche una voce della ragione etica dell'umanità .
Benedetto XVI
Qui, peró, emerge subito l'obiezione, secondo cui il Papa, di fatto, non parlerebbe veramente in base alla ragione etica, ma trarrebbe i suoi giudizi dalla fede e per questo non potrebbe pretendere una loro validità per quanti non condividono questa fede. Dovremo ancora ritornare su questo argomento, perchè si pone qui la questione assolutamente fondamentale: che cosa è la ragione? Come puó un'affermazione - soprattutto una norma morale - dimostrarsi "ragionevole"? A questo punto vorrei per il momento solo brevemente rilevare che John Rawls, pur negando a dottrine religiose comprensive il carattere della ragione "pubblica", vede tuttavia nella loro ragione "non pubblica" almeno una ragione che non potrebbe, nel nome di una razionalità secolaristicamente indurita, essere semplicemente disconosciuta a coloro che la sostengono.
Egli vede un criterio di questa ragionevolezza fra l'altro nel fatto che simili dottrine derivano da una tradizione responsabile e motivata, in cui nel corso di lunghi tempi sono state sviluppate argomentazioni sufficientemente buone a sostegno della relativa dottrina. In questa affermazione mi sembra importante il riconoscimento che l'esperienza e la dimostrazione nel corso di generazioni, il fondo storico dell'umana sapienza, sono anche un segno della sua ragionevolezza e del suo perdurante significato.
Di fronte ad una ragione a-storica che cerca di autocostruirsi soltanto in una razionalità a-storica, la sapienza dell'umanità come tale - la sapienza delle grandi tradizioni religiose - è da valorizzare come realtà che non si puó impunemente gettare nel cestino della storia delle idee.
Ritorniamo alla domanda di partenza. Il Papa parla come rappresentante di una comunità credente, nella quale durante i secoli della sua esistenza è maturata una determinata sapienza della vita; parla come rappresentante di una comunità che custodisce in sè un tesoro di conoscenza e di esperienza etiche, che risulta importante per l'intera umanità : in questo senso parla come rappresentante di una ragione etica.
Ma ora ci si deve chiedere: e che cosa è l'università ? Qual è il suo compito? E' una domanda gigantesca alla quale, ancora una volta, posso cercare di rispondere soltanto in stile quasi telegrafico con qualche osservazione. Penso si possa dire che la vera, intima origine dell'università stia nella brama di conoscenza che è propria dell'uomo. Egli vuol sapere che cosa sia tutto ció che lo circonda. Vuole verità .
In questo senso si puó vedere l'interrogarsi di Socrate come l'impulso dal quale è nata l'università occidentale. Penso ad esempio - per menzionare soltanto un testo - alla disputa con Eutifrone, che di fronte a Socrate difende la religione mitica e la sua devozione. A ció Socrate contrappone la domanda: "Tu credi che fra gli dei esistano realmente una guerra vicendevole e terribili inimicizie e combattimenti ? Dobbiamo, Eutifrone, effettivamente dire che tutto ció è vero?" (6 b - c). In questa domanda apparentemente poco devota - che, peró, in Socrate derivava da una religiosità più profonda e più pura, dalla ricerca del Dio veramente divino - i cristiani dei primi secoli hanno riconosciuto se stessi e il loro cammino. Hanno accolto la loro fede non in modo positivista, o come la via d'uscita da desideri non appagati; l'hanno compresa come il dissolvimento della nebbia della religione mitologica per far posto alla scoperta di quel Dio che è Ragione creatrice e al contempo Ragione-Amore.
Per questo, l'interrogarsi della ragione sul Dio più grande come anche sulla vera natura e sul vero senso dell'essere umano era per loro non una forma problematica di mancanza di religiosità , ma faceva parte dell'essenza del loro modo di essere religiosi. Non avevano bisogno, quindi, di sciogliere o accantonare l'interrogarsi socratico, ma potevano, anzi, dovevano accoglierlo e riconoscere come parte della propria identità la ricerca faticosa della ragione per raggiungere la conoscenza della verità intera. Poteva, anzi doveva così, nell'ambito della fede cristiana, nel mondo cristiano, nascere l'università .
E' necessario fare un ulteriore passo. L'uomo vuole conoscere - vuole verità . Verità è innanzitutto una cosa del vedere, del comprendere, della theorìa, come la chiama la tradizione greca. Ma la verità non è mai soltanto teorica. Agostino, nel porre una correlazione tra le Beatitudini del Discorso della Montagna e i doni dello Spirito menzionati in Isaia 11, ha affermato una reciprocità tra "scientia" e "tristitia": il semplice sapere, dice, rende tristi. E di fatto - chi vede e apprende soltanto tutto ció che avviene nel mondo, finisce per diventare triste. Ma verità significa di più che sapere: la conoscenza della verità ha come scopo la conoscenza del bene.
Questo è anche il senso dell'interrogarsi socratico: Qual è quel bene che ci rende veri? La verità ci rende buoni, e la bontà è vera: è questo l'ottimismo che vive nella fede cristiana, perchè ad essa è stata concessa la visione del Logos, della Ragione creatrice che, nell'incarnazione di Dio, si è rivelata insieme come il Bene, come la Bontà stessa.
Nella teologia medievale c'è stata una disputa approfondita sul rapporto tra teoria e prassi, sulla giusta relazione tra conoscere ed agire - una disputa che qui non dobbiamo sviluppare. Di fatto l'università medievale con le sue quattro Facoltà presenta questa correlazione. Cominciamo con la Facoltà che, secondo la comprensione di allora, era la quarta, quella di medicina. Anche se era considerata più come "arte" che non come scienza, tuttavia, il suo inserimento nel cosmo dell'universitas significava chiaramente che era collocata nell'ambito della razionalità , che l'arte del guarire stava sotto la guida della ragione e veniva sottratta all'ambito della magia. Guarire è un compito che richiede sempre più della semplice ragione, ma proprio per questo ha bisogno della connessione tra sapere e potere, ha bisogno di appartenere alla sfera della ratio. Inevitabilmente appare la questione della relazione tra prassi e teoria, tra conoscenza ed agire nella Facoltà di giurisprudenza.
Si tratta del dare giusta forma alla libertà umana che è sempre libertà nella comunione reciproca: il diritto è il presupposto della libertà , non il suo antagonista. Ma qui emerge subito la domanda: Come s'individuano i criteri di giustizia che rendono possibile una libertà vissuta insieme e servono all'essere buono dell'uomo?
A questo punto s'impone un salto nel presente: è la questione del come possa essere trovata una normativa giuridica che costituisca un ordinamento della libertà , della dignità umana e dei diritti dell'uomo. E' la questione che ci occupa oggi nei processi democratici di formazione dell'opinione e che al contempo ci angustia come questione per il futuro dell'umanità . Jurgen Habermas esprime, a mio parere, un vasto consenso del pensiero attuale, quando dice che la legittimità di una carta costituzionale, quale presupposto della legalità , deriverebbe da due fonti: dalla partecipazione politica egualitaria di tutti i cittadini e dalla forma ragionevole in cui i contrasti politici vengono risolti.
Riguardo a questa "forma ragionevole" egli annota che essa non puó essere solo una lotta per maggioranze aritmetiche, ma che deve caratterizzarsi come un "processo di argomentazione sensibile alla verità " (wahrheitssensibles Argumentationsverfahren). E' detto bene, ma è cosa molto difficile da trasformare in una prassi politica. I rappresentanti di quel pubblico "processo di argomentazione" sono - lo sappiamo - prevalentemente i partiti come responsabili della formazione della volontà politica. Di fatto, essi avranno immancabilmente di mira soprattutto il conseguimento di maggioranze e con ció baderanno quasi inevitabilmente ad interessi che promettono di soddisfare; tali interessi peró sono spesso particolari e non servono veramente all'insieme.
La sensibilità per la verità sempre di nuovo viene sopraffatta dalla sensibilità per gli interessi. Io trovo significativo il fatto che Habermas parli della sensibilità per la verità come di elemento necessario nel processo di argomentazione politica, reinserendo così il concetto di verità nel dibattito filosofico ed in quello politico.
Ma allora diventa inevitabile la domanda di Pilato: che cos'è la verità ? E come la si riconosce? Se per questo si rimanda alla "ragione pubblica", come fa Rawls, segue necessariamente ancora la domanda: Che cosa è ragionevole? Come una ragione si dimostra ragione vera? In ogni caso, si rende in base a ció evidente che, nella ricerca del diritto della libertà , della verità della giusta convivenza devono essere ascoltate istanze diverse rispetto a partiti e gruppi d'interesse, senza con ció voler minimamente contestare la loro importanza.
Torniamo così alla struttura dell'università medievale. Accanto a quella di giurisprudenza c'erano le Facoltà di filosofia e di teologia, a cui era affidata la ricerca sull'essere uomo nella sua totalità e con ció il compito di tener desta la sensibilità per la verità . Si potrebbe dire addirittura che questo è il senso permanente e vero di ambedue le Facoltà : essere custodi della sensibilità per la verità , non permettere che l'uomo sia distolto dalla ricerca della verità . Ma come possono esse corrispondere a questo compito? Questa è una domanda per la quale bisogna sempre di nuovo affaticarsi e che non è mai posta e risolta definitivamente.
Così, a questo punto, neppure io posso offrire propriamente una risposta, ma piuttosto un invito a restare in cammino con questa domanda - in cammino con i grandi che lungo tutta la storia hanno lottato e cercato, con le loro risposte e con la loro inquietudine per la verità , che rimanda continuamente al di là di ogni singola risposta.
Teologia e filosofia formano in ció una peculiare coppia di gemelli, nella quale nessuna delle due puó essere distaccata totalmente dall'altra e, tuttavia, ciascuna deve conservare il proprio compito e la propria identità . E' merito storico di san Tommaso d'Aquino - di fronte alla differente risposta dei Padri a causa del loro contesto storico - di aver messo in luce l'autonomia della filosofia e con essa il diritto e la responsabilità propri della ragione che s'interroga in base alle sue forze. Differenziandosi dalle filosofie neoplatoniche, in cui religione e filosofia erano inseparabilmente intrecciate, i Padri avevano presentato la fede cristiana come la vera filosofia, sottolineando anche che questa fede corrisponde alle esigenze della ragione in ricerca della verità ; che la fede è il "sì" alla verità , rispetto alle religioni mitiche diventate semplice consuetudine.
Ma poi, al momento della nascita dell'università , in Occidente non esistevano più quelle religioni, ma solo il cristianesimo, e così bisognava sottolineare in modo nuovo la responsabilità propria della ragione, che non viene assorbita dalla fede. Tommaso si trovó ad agire in un momento privilegiato: per la prima volta gli scritti filosofici di Aristotele erano accessibili nella loro integralità ; erano presenti le filosofie ebraiche ed arabe, come specifiche appropriazioni e prosecuzioni della filosofia greca.
Così il cristianesimo, in un nuovo dialogo con la ragione degli altri, che veniva incontrando, dovette lottare per la propria ragionevolezza. La Facoltà di filosofia che, come cosiddetta "Facoltà degli artisti", fino a quel momento era stata solo propedeutica alla teologia, divenne ora una Facoltà vera e propria, un partner autonomo della teologia e della fede in questa riflessa.
Non possiamo qui soffermarci sull'avvincente confronto che ne derivó. Io direi che l'idea di san Tommaso circa il rapporto tra filosofia e teologia potrebbe essere espressa nella formula trovata dal Concilio di Calcedonia per la cristologia: filosofia e teologia devono rapportarsi tra loro "senza confusione e senza separazione". "Senza confusione" vuol dire che ognuna delle due deve conservare la propria identità . La filosofia deve rimanere veramente una ricerca della ragione nella propria libertà e nella propria responsabilità ; deve vedere i suoi limiti e proprio così anche la sua grandezza e vastità .
La teologia deve continuare ad attingere ad un tesoro di conoscenza che non ha inventato essa stessa, che sempre la supera e che, non essendo mai totalmente esauribile mediante la riflessione, proprio per questo avvia sempre di nuovo il pensiero. Insieme al "senza confusione" vige anche il "senza separazione": la filosofia non ricomincia ogni volta dal punto zero del soggetto pensante in modo isolato, ma sta nel grande dialogo della sapienza storica, che essa criticamente e insieme docilmente sempre di nuovo accoglie e sviluppa; ma non deve neppure chiudersi davanti a ció che le religioni ed in particolare la fede cristiana hanno ricevuto e donato all'umanità come indicazione del cammino.
Varie cose dette da teologi nel corso della storia o anche tradotte nella pratica dalle autorità ecclesiali, sono state dimostrate false dalla storia e oggi ci confondono. Ma allo stesso tempo è vero che la storia dei santi, la storia dell'umanesimo cresciuto sulla basa della fede cristiana dimostra la verità di questa fede nel suo nucleo essenziale, rendendola con ció anche un'istanza per la ragione pubblica. Certo, molto di ció che dicono la teologia e la fede puó essere fatto proprio soltanto all'interno della fede e quindi non puó presentarsi come esigenza per coloro ai quali questa fede rimane inaccessibile.
E' vero, peró, al contempo che il messaggio della fede cristiana non è mai soltanto una "comprehensive religious doctrine" nel senso di Rawls, ma una forza purificatrice per la ragione stessa, che aiuta ad essere più se stessa. Il messaggio cristiano, in base alla sua origine, dovrebbe essere sempre un incoraggiamento verso la verità e così una forza contro la pressione del potere e degli interessi.
Ebbene, finora ho solo parlato dell'università medievale, cercando tuttavia di lasciar trasparire la natura permanente dell'università e del suo compito. Nei tempi moderni si sono dischiuse nuove dimensioni del sapere, che nell'università sono valorizzate soprattutto in due grandi ambiti: innanzitutto nelle scienze naturali, che si sono sviluppate sulla base della connessione di sperimentazione e di presupposta razionalità della materia; in secondo luogo, nelle scienze storiche e umanistiche, in cui l'uomo, scrutando lo specchio della sua storia e chiarendo le dimensioni della sua natura, cerca di comprendere meglio se stesso.
In questo sviluppo si è aperta all'umanità non solo una misura immensa di sapere e di potere; sono cresciuti anche la conoscenza e il riconoscimento dei diritti e della dignità dell'uomo, e di questo possiamo solo essere grati. Ma il cammino dell'uomo non puó mai dirsi completato e il pericolo della caduta nella disumanità non è mai semplicemente scongiurato: come lo vediamo nel panorama della storia attuale! Il pericolo del mondo occidentale - per parlare solo di questo - è oggi che l'uomo, proprio in considerazione della grandezza del suo sapere e potere, si arrenda davanti alla questione della verità . E ció significa allo stesso tempo che la ragione, alla fine, si piega davanti alla pressione degli interessi e all'attrattiva dell'utilità , costretta a riconoscerla come criterio ultimo.
Detto dal punto di vista della struttura dell'università : esiste il pericolo che la filosofia, non sentendosi più capace del suo vero compito, si degradi in positivismo; che la teologia col suo messaggio rivolto alla ragione, venga confinata nella sfera privata di un gruppo più o meno grande.
Se peró la ragione - sollecita della sua presunta purezza - diventa sorda al grande messaggio che le viene dalla fede cristiana e dalla sua sapienza, inaridisce come un albero le cui radici non raggiungono più le acque che gli danno vita. Perde il coraggio per la verità e così non diventa più grande, ma più piccola. Applicato alla nostra cultura europea ció significa: se essa vuole solo autocostruirsi in base al cerchio delle proprie argomentazioni e a ció che al momento la convince e - preoccupata della sua laicità - si distacca dalle radici delle quali vive, allora non diventa più ragionevole e più pura, ma si scompone e si frantuma.
Con ció ritorno al punto di partenza. Che cosa ha da fare o da dire il Papa nell'università ? Sicuramente non deve cercare di imporre ad altri in modo autoritario la fede, che puó essere solo donata in libertà . Al di là del suo ministero di Pastore nella Chiesa e in base alla natura intrinseca di questo ministero pastorale è suo compito mantenere desta la sensibilità per la verità ; invitare sempre di nuovo la ragione a mettersi alla ricerca del vero, del bene, di Dio e, su questo cammino, sollecitarla a scorgere le utili luci sorte lungo la storia della fede cristiana e a percepire così Gesù Cristo come la Luce che illumina la storia ed aiuta a trovare la via verso il futuro.
Dal Vaticano, 17 gennaio 2008
BENEDICTUS XVI
Magnifico Rettore, autorità politiche e civili, illustri docenti e personale tecnico amministrativo, cari giovani studenti!
E' per me motivo di profonda gioia incontrare la comunità della Sapienza - Università di Roma in occasione della inaugurazione dell'anno accademico. Da secoli ormai questa Università segna il cammino e la vita della città di Roma, facendo fruttare le migliori energie intellettuali in ogni campo del sapere. Sia nel tempo in cui, dopo la fondazione voluta dal Papa Bonifacio VIII, l'istituzione era alle dirette dipendenze dell'Autorità ecclesiastica, sia successivamente quando lo Studium Urbis si è sviluppato come istituzione dello Stato italiano, la vostra comunità accademica ha conservato un grande livello scientifico e culturale, che la colloca tra le più prestigiose università del mondo.
Da sempre la Chiesa di Roma guarda con simpatia e ammirazione a questo centro universitario, riconoscendone l'impegno, talvolta arduo e faticoso, della ricerca e della formazione delle nuove generazioni. Non sono mancati in questi ultimi anni momenti significativi di collaborazione e di dialogo.
Vorrei ricordare, in particolare, l'Incontro mondiale dei Rettori in occasione del Giubileo delle Università , che ha visto la vostra comunità farsi carico non solo dell'accoglienza e dell'organizzazione, ma soprattutto della profetica e complessa proposta della elaborazione di un "nuovo umanesimo per il terzo millennio".
Mi è caro, in questa circostanza, esprimere la mia gratitudine per l'invito che mi è stato rivolto a venire nella vostra università per tenervi una lezione. In questa prospettiva mi sono posto innanzitutto la domanda: che cosa puó e deve dire un Papa in un'occasione come questa? Nella mia lezione a Ratisbona ho parlato, sì, da Papa, ma soprattutto ho parlato nella veste del già professore di quella mia università , cercando di collegare ricordi ed attualità . Nell'università "Sapienza", l'antica università di Roma, peró, sono invitato proprio come Vescovo di Roma, e perció debbo parlare come tale.
Certo, la "Sapienza" era un tempo l'università del Papa, ma oggi è un'università laica con quell'autonomia che, in base al suo stesso concetto fondativo, ha fatto sempre parte della natura di università , la quale deve essere legata esclusivamente all'autorità della verità . Nella sua libertà da autorità politiche ed ecclesiastiche l'università trova la sua funzione particolare, proprio anche per la società moderna, che ha bisogno di un'istituzione del genere.
Ritorno alla mia domanda di partenza: che cosa puó e deve dire il Papa nell'incontro con l'università della sua città ? Riflettendo su questo interrogativo, mi è sembrato che esso ne includesse due altri, la cui chiarificazione dovrebbe condurre da sè alla risposta. Bisogna, infatti, chiedersi: qual è la natura e la missione del Papato? E ancora: qual è la natura e la missione dell'università ? Non vorrei in questa sede trattenere Voi e me in lunghe disquisizioni sulla natura del Papato.
Papa Benedetto XVI
Basti un breve accenno. Il Papa è anzitutto Vescovo di Roma e come tale, in virtù della successione all'Apostolo Pietro, ha una responsabilità episcopale nei riguardi dell'intera Chiesa cattolica. La parola "vescovo" - episkopos, che nel suo significato immediato rimanda a "sorvegliante", già nel Nuovo Testamento è stata fusa insieme con il concetto biblico di Pastore: egli è colui che, da un punto di osservazione sopraelevato, guarda all'insieme, prendendosi cura del giusto cammino e della coesione dell'insieme.
In questo senso, tale designazione del compito orienta lo sguardo anzitutto verso l'interno della comunità credente. Il Vescovo - il Pastore - è l'uomo che si prende cura di questa comunità ; colui che la conserva unita mantenendola sulla via verso Dio, indicata secondo la fede cristiana da Gesù - e non soltanto indicata: Egli stesso è per noi la via. Ma questa comunità della quale il Vescovo si prende cura - grande o piccola che sia - vive nel mondo; le sue condizioni, il suo cammino, il suo esempio e la sua parola influiscono inevitabilmente su tutto il resto della comunità umana nel suo insieme. Quanto più grande essa è, tanto più le sue buone condizioni o il suo eventuale degrado si ripercuoteranno sull'insieme dell'umanità .
Vediamo oggi con molta chiarezza, come le condizioni delle religioni e come la situazione della Chiesa - le sue crisi e i suoi rinnovamenti - agiscano sull'insieme dell'umanità . Così il Papa, proprio come Pastore della sua comunità , è diventato sempre di più anche una voce della ragione etica dell'umanità .
Benedetto XVI
Qui, peró, emerge subito l'obiezione, secondo cui il Papa, di fatto, non parlerebbe veramente in base alla ragione etica, ma trarrebbe i suoi giudizi dalla fede e per questo non potrebbe pretendere una loro validità per quanti non condividono questa fede. Dovremo ancora ritornare su questo argomento, perchè si pone qui la questione assolutamente fondamentale: che cosa è la ragione? Come puó un'affermazione - soprattutto una norma morale - dimostrarsi "ragionevole"? A questo punto vorrei per il momento solo brevemente rilevare che John Rawls, pur negando a dottrine religiose comprensive il carattere della ragione "pubblica", vede tuttavia nella loro ragione "non pubblica" almeno una ragione che non potrebbe, nel nome di una razionalità secolaristicamente indurita, essere semplicemente disconosciuta a coloro che la sostengono.
Egli vede un criterio di questa ragionevolezza fra l'altro nel fatto che simili dottrine derivano da una tradizione responsabile e motivata, in cui nel corso di lunghi tempi sono state sviluppate argomentazioni sufficientemente buone a sostegno della relativa dottrina. In questa affermazione mi sembra importante il riconoscimento che l'esperienza e la dimostrazione nel corso di generazioni, il fondo storico dell'umana sapienza, sono anche un segno della sua ragionevolezza e del suo perdurante significato.
Di fronte ad una ragione a-storica che cerca di autocostruirsi soltanto in una razionalità a-storica, la sapienza dell'umanità come tale - la sapienza delle grandi tradizioni religiose - è da valorizzare come realtà che non si puó impunemente gettare nel cestino della storia delle idee.
Ritorniamo alla domanda di partenza. Il Papa parla come rappresentante di una comunità credente, nella quale durante i secoli della sua esistenza è maturata una determinata sapienza della vita; parla come rappresentante di una comunità che custodisce in sè un tesoro di conoscenza e di esperienza etiche, che risulta importante per l'intera umanità : in questo senso parla come rappresentante di una ragione etica.
Ma ora ci si deve chiedere: e che cosa è l'università ? Qual è il suo compito? E' una domanda gigantesca alla quale, ancora una volta, posso cercare di rispondere soltanto in stile quasi telegrafico con qualche osservazione. Penso si possa dire che la vera, intima origine dell'università stia nella brama di conoscenza che è propria dell'uomo. Egli vuol sapere che cosa sia tutto ció che lo circonda. Vuole verità .
In questo senso si puó vedere l'interrogarsi di Socrate come l'impulso dal quale è nata l'università occidentale. Penso ad esempio - per menzionare soltanto un testo - alla disputa con Eutifrone, che di fronte a Socrate difende la religione mitica e la sua devozione. A ció Socrate contrappone la domanda: "Tu credi che fra gli dei esistano realmente una guerra vicendevole e terribili inimicizie e combattimenti ? Dobbiamo, Eutifrone, effettivamente dire che tutto ció è vero?" (6 b - c). In questa domanda apparentemente poco devota - che, peró, in Socrate derivava da una religiosità più profonda e più pura, dalla ricerca del Dio veramente divino - i cristiani dei primi secoli hanno riconosciuto se stessi e il loro cammino. Hanno accolto la loro fede non in modo positivista, o come la via d'uscita da desideri non appagati; l'hanno compresa come il dissolvimento della nebbia della religione mitologica per far posto alla scoperta di quel Dio che è Ragione creatrice e al contempo Ragione-Amore.
Per questo, l'interrogarsi della ragione sul Dio più grande come anche sulla vera natura e sul vero senso dell'essere umano era per loro non una forma problematica di mancanza di religiosità , ma faceva parte dell'essenza del loro modo di essere religiosi. Non avevano bisogno, quindi, di sciogliere o accantonare l'interrogarsi socratico, ma potevano, anzi, dovevano accoglierlo e riconoscere come parte della propria identità la ricerca faticosa della ragione per raggiungere la conoscenza della verità intera. Poteva, anzi doveva così, nell'ambito della fede cristiana, nel mondo cristiano, nascere l'università .
E' necessario fare un ulteriore passo. L'uomo vuole conoscere - vuole verità . Verità è innanzitutto una cosa del vedere, del comprendere, della theorìa, come la chiama la tradizione greca. Ma la verità non è mai soltanto teorica. Agostino, nel porre una correlazione tra le Beatitudini del Discorso della Montagna e i doni dello Spirito menzionati in Isaia 11, ha affermato una reciprocità tra "scientia" e "tristitia": il semplice sapere, dice, rende tristi. E di fatto - chi vede e apprende soltanto tutto ció che avviene nel mondo, finisce per diventare triste. Ma verità significa di più che sapere: la conoscenza della verità ha come scopo la conoscenza del bene.
Questo è anche il senso dell'interrogarsi socratico: Qual è quel bene che ci rende veri? La verità ci rende buoni, e la bontà è vera: è questo l'ottimismo che vive nella fede cristiana, perchè ad essa è stata concessa la visione del Logos, della Ragione creatrice che, nell'incarnazione di Dio, si è rivelata insieme come il Bene, come la Bontà stessa.
Nella teologia medievale c'è stata una disputa approfondita sul rapporto tra teoria e prassi, sulla giusta relazione tra conoscere ed agire - una disputa che qui non dobbiamo sviluppare. Di fatto l'università medievale con le sue quattro Facoltà presenta questa correlazione. Cominciamo con la Facoltà che, secondo la comprensione di allora, era la quarta, quella di medicina. Anche se era considerata più come "arte" che non come scienza, tuttavia, il suo inserimento nel cosmo dell'universitas significava chiaramente che era collocata nell'ambito della razionalità , che l'arte del guarire stava sotto la guida della ragione e veniva sottratta all'ambito della magia. Guarire è un compito che richiede sempre più della semplice ragione, ma proprio per questo ha bisogno della connessione tra sapere e potere, ha bisogno di appartenere alla sfera della ratio. Inevitabilmente appare la questione della relazione tra prassi e teoria, tra conoscenza ed agire nella Facoltà di giurisprudenza.
Si tratta del dare giusta forma alla libertà umana che è sempre libertà nella comunione reciproca: il diritto è il presupposto della libertà , non il suo antagonista. Ma qui emerge subito la domanda: Come s'individuano i criteri di giustizia che rendono possibile una libertà vissuta insieme e servono all'essere buono dell'uomo?
A questo punto s'impone un salto nel presente: è la questione del come possa essere trovata una normativa giuridica che costituisca un ordinamento della libertà , della dignità umana e dei diritti dell'uomo. E' la questione che ci occupa oggi nei processi democratici di formazione dell'opinione e che al contempo ci angustia come questione per il futuro dell'umanità . Jurgen Habermas esprime, a mio parere, un vasto consenso del pensiero attuale, quando dice che la legittimità di una carta costituzionale, quale presupposto della legalità , deriverebbe da due fonti: dalla partecipazione politica egualitaria di tutti i cittadini e dalla forma ragionevole in cui i contrasti politici vengono risolti.
Riguardo a questa "forma ragionevole" egli annota che essa non puó essere solo una lotta per maggioranze aritmetiche, ma che deve caratterizzarsi come un "processo di argomentazione sensibile alla verità " (wahrheitssensibles Argumentationsverfahren). E' detto bene, ma è cosa molto difficile da trasformare in una prassi politica. I rappresentanti di quel pubblico "processo di argomentazione" sono - lo sappiamo - prevalentemente i partiti come responsabili della formazione della volontà politica. Di fatto, essi avranno immancabilmente di mira soprattutto il conseguimento di maggioranze e con ció baderanno quasi inevitabilmente ad interessi che promettono di soddisfare; tali interessi peró sono spesso particolari e non servono veramente all'insieme.
La sensibilità per la verità sempre di nuovo viene sopraffatta dalla sensibilità per gli interessi. Io trovo significativo il fatto che Habermas parli della sensibilità per la verità come di elemento necessario nel processo di argomentazione politica, reinserendo così il concetto di verità nel dibattito filosofico ed in quello politico.
Ma allora diventa inevitabile la domanda di Pilato: che cos'è la verità ? E come la si riconosce? Se per questo si rimanda alla "ragione pubblica", come fa Rawls, segue necessariamente ancora la domanda: Che cosa è ragionevole? Come una ragione si dimostra ragione vera? In ogni caso, si rende in base a ció evidente che, nella ricerca del diritto della libertà , della verità della giusta convivenza devono essere ascoltate istanze diverse rispetto a partiti e gruppi d'interesse, senza con ció voler minimamente contestare la loro importanza.
Torniamo così alla struttura dell'università medievale. Accanto a quella di giurisprudenza c'erano le Facoltà di filosofia e di teologia, a cui era affidata la ricerca sull'essere uomo nella sua totalità e con ció il compito di tener desta la sensibilità per la verità . Si potrebbe dire addirittura che questo è il senso permanente e vero di ambedue le Facoltà : essere custodi della sensibilità per la verità , non permettere che l'uomo sia distolto dalla ricerca della verità . Ma come possono esse corrispondere a questo compito? Questa è una domanda per la quale bisogna sempre di nuovo affaticarsi e che non è mai posta e risolta definitivamente.
Così, a questo punto, neppure io posso offrire propriamente una risposta, ma piuttosto un invito a restare in cammino con questa domanda - in cammino con i grandi che lungo tutta la storia hanno lottato e cercato, con le loro risposte e con la loro inquietudine per la verità , che rimanda continuamente al di là di ogni singola risposta.
Teologia e filosofia formano in ció una peculiare coppia di gemelli, nella quale nessuna delle due puó essere distaccata totalmente dall'altra e, tuttavia, ciascuna deve conservare il proprio compito e la propria identità . E' merito storico di san Tommaso d'Aquino - di fronte alla differente risposta dei Padri a causa del loro contesto storico - di aver messo in luce l'autonomia della filosofia e con essa il diritto e la responsabilità propri della ragione che s'interroga in base alle sue forze. Differenziandosi dalle filosofie neoplatoniche, in cui religione e filosofia erano inseparabilmente intrecciate, i Padri avevano presentato la fede cristiana come la vera filosofia, sottolineando anche che questa fede corrisponde alle esigenze della ragione in ricerca della verità ; che la fede è il "sì" alla verità , rispetto alle religioni mitiche diventate semplice consuetudine.
Ma poi, al momento della nascita dell'università , in Occidente non esistevano più quelle religioni, ma solo il cristianesimo, e così bisognava sottolineare in modo nuovo la responsabilità propria della ragione, che non viene assorbita dalla fede. Tommaso si trovó ad agire in un momento privilegiato: per la prima volta gli scritti filosofici di Aristotele erano accessibili nella loro integralità ; erano presenti le filosofie ebraiche ed arabe, come specifiche appropriazioni e prosecuzioni della filosofia greca.
Così il cristianesimo, in un nuovo dialogo con la ragione degli altri, che veniva incontrando, dovette lottare per la propria ragionevolezza. La Facoltà di filosofia che, come cosiddetta "Facoltà degli artisti", fino a quel momento era stata solo propedeutica alla teologia, divenne ora una Facoltà vera e propria, un partner autonomo della teologia e della fede in questa riflessa.
Non possiamo qui soffermarci sull'avvincente confronto che ne derivó. Io direi che l'idea di san Tommaso circa il rapporto tra filosofia e teologia potrebbe essere espressa nella formula trovata dal Concilio di Calcedonia per la cristologia: filosofia e teologia devono rapportarsi tra loro "senza confusione e senza separazione". "Senza confusione" vuol dire che ognuna delle due deve conservare la propria identità . La filosofia deve rimanere veramente una ricerca della ragione nella propria libertà e nella propria responsabilità ; deve vedere i suoi limiti e proprio così anche la sua grandezza e vastità .
La teologia deve continuare ad attingere ad un tesoro di conoscenza che non ha inventato essa stessa, che sempre la supera e che, non essendo mai totalmente esauribile mediante la riflessione, proprio per questo avvia sempre di nuovo il pensiero. Insieme al "senza confusione" vige anche il "senza separazione": la filosofia non ricomincia ogni volta dal punto zero del soggetto pensante in modo isolato, ma sta nel grande dialogo della sapienza storica, che essa criticamente e insieme docilmente sempre di nuovo accoglie e sviluppa; ma non deve neppure chiudersi davanti a ció che le religioni ed in particolare la fede cristiana hanno ricevuto e donato all'umanità come indicazione del cammino.
Varie cose dette da teologi nel corso della storia o anche tradotte nella pratica dalle autorità ecclesiali, sono state dimostrate false dalla storia e oggi ci confondono. Ma allo stesso tempo è vero che la storia dei santi, la storia dell'umanesimo cresciuto sulla basa della fede cristiana dimostra la verità di questa fede nel suo nucleo essenziale, rendendola con ció anche un'istanza per la ragione pubblica. Certo, molto di ció che dicono la teologia e la fede puó essere fatto proprio soltanto all'interno della fede e quindi non puó presentarsi come esigenza per coloro ai quali questa fede rimane inaccessibile.
E' vero, peró, al contempo che il messaggio della fede cristiana non è mai soltanto una "comprehensive religious doctrine" nel senso di Rawls, ma una forza purificatrice per la ragione stessa, che aiuta ad essere più se stessa. Il messaggio cristiano, in base alla sua origine, dovrebbe essere sempre un incoraggiamento verso la verità e così una forza contro la pressione del potere e degli interessi.
Ebbene, finora ho solo parlato dell'università medievale, cercando tuttavia di lasciar trasparire la natura permanente dell'università e del suo compito. Nei tempi moderni si sono dischiuse nuove dimensioni del sapere, che nell'università sono valorizzate soprattutto in due grandi ambiti: innanzitutto nelle scienze naturali, che si sono sviluppate sulla base della connessione di sperimentazione e di presupposta razionalità della materia; in secondo luogo, nelle scienze storiche e umanistiche, in cui l'uomo, scrutando lo specchio della sua storia e chiarendo le dimensioni della sua natura, cerca di comprendere meglio se stesso.
In questo sviluppo si è aperta all'umanità non solo una misura immensa di sapere e di potere; sono cresciuti anche la conoscenza e il riconoscimento dei diritti e della dignità dell'uomo, e di questo possiamo solo essere grati. Ma il cammino dell'uomo non puó mai dirsi completato e il pericolo della caduta nella disumanità non è mai semplicemente scongiurato: come lo vediamo nel panorama della storia attuale! Il pericolo del mondo occidentale - per parlare solo di questo - è oggi che l'uomo, proprio in considerazione della grandezza del suo sapere e potere, si arrenda davanti alla questione della verità . E ció significa allo stesso tempo che la ragione, alla fine, si piega davanti alla pressione degli interessi e all'attrattiva dell'utilità , costretta a riconoscerla come criterio ultimo.
Detto dal punto di vista della struttura dell'università : esiste il pericolo che la filosofia, non sentendosi più capace del suo vero compito, si degradi in positivismo; che la teologia col suo messaggio rivolto alla ragione, venga confinata nella sfera privata di un gruppo più o meno grande.
Se peró la ragione - sollecita della sua presunta purezza - diventa sorda al grande messaggio che le viene dalla fede cristiana e dalla sua sapienza, inaridisce come un albero le cui radici non raggiungono più le acque che gli danno vita. Perde il coraggio per la verità e così non diventa più grande, ma più piccola. Applicato alla nostra cultura europea ció significa: se essa vuole solo autocostruirsi in base al cerchio delle proprie argomentazioni e a ció che al momento la convince e - preoccupata della sua laicità - si distacca dalle radici delle quali vive, allora non diventa più ragionevole e più pura, ma si scompone e si frantuma.
Con ció ritorno al punto di partenza. Che cosa ha da fare o da dire il Papa nell'università ? Sicuramente non deve cercare di imporre ad altri in modo autoritario la fede, che puó essere solo donata in libertà . Al di là del suo ministero di Pastore nella Chiesa e in base alla natura intrinseca di questo ministero pastorale è suo compito mantenere desta la sensibilità per la verità ; invitare sempre di nuovo la ragione a mettersi alla ricerca del vero, del bene, di Dio e, su questo cammino, sollecitarla a scorgere le utili luci sorte lungo la storia della fede cristiana e a percepire così Gesù Cristo come la Luce che illumina la storia ed aiuta a trovare la via verso il futuro.
Dal Vaticano, 17 gennaio 2008
BENEDICTUS XVI
Non votate per me. Io sono fuori dal Cerchio Magico.
- lemmadijordan
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Ehi Sgrofo, LEGGI QUI!sgrofo ha scritto:Puoi metterla come ti pare, ma era ora che qualcuno spaccasse il cazzo al porco in bianco
"
Regolamento (11/02/06 18:20)
A) Non è permesso
Omissis
- Offendere istituzioni e religioni di qualunque fede.
Omissis
"
Ti posto anche il link, magari non te lo ricordi...
rules.php
[i]Se fossi nato donna...
...Avrei passato tutto il giorno a toccarmi le tette![/i]
[Woody Allen]
...Avrei passato tutto il giorno a toccarmi le tette![/i]
[Woody Allen]
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- Contatta:
"Nella foto lo stolto guarda la canna, quello furbo le nocche..."
bellissima lemmone

niente continuo a vedere solo e soltanto ottuso fanatismo e tanta troppa arroganza...
ma che vuoi che dica il papa fa la predica ecc.. ecc...
personalmente pur non condividendo le soluzioni ( ovvio è cristiano il merda ) reputo che josef razinger abbia tanto ma tanto da dire contro la modernità e sia nella posizione non formale ( il papa ) ma intellettuale ( il teologo ) per meritare rispetto e attenzione....
SOPRATUTTO DA DEI PROGRESSISTI POSITIVISTI PRETI DEL MODERNISMO CAPRE DEL CAZZO CHE SI SONO DIMOSTRATE NOCIVE PER L'UOMO E IMBARAZZANTI PER L'INTELLETTO CRISTO DI DIO!!!!!!!!

ma fatemi capire i sapientini che cosa propongono per l'uomo??? la solita merda modernista??? qualche postmarxismo??? il diritto civile e la giustizia sociale come comandamenti dogmatici??
no vorrei capire da dove mi traggono l'autorità per contestare un antimoderno del calibro di benedicto???
p.s.
pare che abbiano impedito a studenti cattolici di volantinare ovv. con la violenza... ovv. lo giustificate no tanto erano solo dei bastardi cattolici da mettere al rogo perchè lo ha detto marx no??
bellissima lemmone



niente continuo a vedere solo e soltanto ottuso fanatismo e tanta troppa arroganza...
ma che vuoi che dica il papa fa la predica ecc.. ecc...
personalmente pur non condividendo le soluzioni ( ovvio è cristiano il merda ) reputo che josef razinger abbia tanto ma tanto da dire contro la modernità e sia nella posizione non formale ( il papa ) ma intellettuale ( il teologo ) per meritare rispetto e attenzione....
SOPRATUTTO DA DEI PROGRESSISTI POSITIVISTI PRETI DEL MODERNISMO CAPRE DEL CAZZO CHE SI SONO DIMOSTRATE NOCIVE PER L'UOMO E IMBARAZZANTI PER L'INTELLETTO CRISTO DI DIO!!!!!!!!

ma fatemi capire i sapientini che cosa propongono per l'uomo??? la solita merda modernista??? qualche postmarxismo??? il diritto civile e la giustizia sociale come comandamenti dogmatici??
no vorrei capire da dove mi traggono l'autorità per contestare un antimoderno del calibro di benedicto???
p.s.
pare che abbiano impedito a studenti cattolici di volantinare ovv. con la violenza... ovv. lo giustificate no tanto erano solo dei bastardi cattolici da mettere al rogo perchè lo ha detto marx no??
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
Alan Moore the killing joke
Alan Moore the killing joke
[quote="balkan wolf"]"Nella foto lo stolto guarda la canna, quello furbo le nocche..."
bellissima lemmone

niente continuo a vedere solo e soltanto ottuso fanatismo e tanta troppa arroganza...
ma che vuoi che dica il papa fa la predica ecc.. ecc...
personalmente pur non condividendo le soluzioni ( ovvio è cristiano il merda ) reputo che josef razinger abbia tanto ma tanto da dire contro la modernità e sia nella posizione non formale ( il papa ) ma intellettuale ( il teologo ) per meritare rispetto e attenzione....
SOPRATUTTO DA DEI PROGRESSISTI POSITIVISTI PRETI DEL MODERNISMO CAPRE DEL CAZZO CHE SI SONO DIMOSTRATE NOCIVE PER L'UOMO E IMBARAZZANTI PER L'INTELLETTO CRISTO DI DIO!!!!!!!!

ma fatemi capire i sapientini che cosa propongono per l'uomo??? la solita merda modernista??? qualche postmarxismo??? il diritto civile e la giustizia sociale come comandamenti dogmatici??
no vorrei capire da dove mi traggono l'autorità per contestare un antimoderno del calibro di benedicto???
p.s.
pare che abbiano impedito a studenti cattolici di volantinare ovv. con la violenza... ovv. lo giustificate no tanto erano solo dei bastardi cattolici da mettere al rogo perchè lo ha detto marx no??[/quote]
veramente sarebbero altri gli esperti di roghi........
bellissima lemmone



niente continuo a vedere solo e soltanto ottuso fanatismo e tanta troppa arroganza...
ma che vuoi che dica il papa fa la predica ecc.. ecc...
personalmente pur non condividendo le soluzioni ( ovvio è cristiano il merda ) reputo che josef razinger abbia tanto ma tanto da dire contro la modernità e sia nella posizione non formale ( il papa ) ma intellettuale ( il teologo ) per meritare rispetto e attenzione....
SOPRATUTTO DA DEI PROGRESSISTI POSITIVISTI PRETI DEL MODERNISMO CAPRE DEL CAZZO CHE SI SONO DIMOSTRATE NOCIVE PER L'UOMO E IMBARAZZANTI PER L'INTELLETTO CRISTO DI DIO!!!!!!!!

ma fatemi capire i sapientini che cosa propongono per l'uomo??? la solita merda modernista??? qualche postmarxismo??? il diritto civile e la giustizia sociale come comandamenti dogmatici??
no vorrei capire da dove mi traggono l'autorità per contestare un antimoderno del calibro di benedicto???
p.s.
pare che abbiano impedito a studenti cattolici di volantinare ovv. con la violenza... ovv. lo giustificate no tanto erano solo dei bastardi cattolici da mettere al rogo perchè lo ha detto marx no??[/quote]
veramente sarebbero altri gli esperti di roghi........
Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione
- GaiusBaltar
- Storico dell'impulso
- Messaggi: 5219
- Iscritto il: 11/10/2007, 21:31
- Località: Profondo Nord
Caro Scorpio sei sempre più patetico mi fai quasi pena, credo tu abbia subito un forte trauma infantile, sei caduto dal seggiolone quando eri piccolo e il cervello non ti si è sviluppato?
Mi spiace per te, ti faccio i migliori auguri, io comunque non è che intendevo offenderti ma se te la sei presa personalmente mi spiace, salutami Odifreddi da parte mia digli che da oggi quando daranno i suoi documentari su National Geographic cambieró canale.
Ciao
Mi spiace per te, ti faccio i migliori auguri, io comunque non è che intendevo offenderti ma se te la sei presa personalmente mi spiace, salutami Odifreddi da parte mia digli che da oggi quando daranno i suoi documentari su National Geographic cambieró canale.
Ciao
"Nel torbido si pesca meglio" Il Direttorino
"La cattiveria dei buoni è pericolosissima" G. Andreotti
http://www.youtube.com/watch?v=KLaTmro5MfE
"La cattiveria dei buoni è pericolosissima" G. Andreotti
http://www.youtube.com/watch?v=KLaTmro5MfE